mercoledì 25 agosto 2010

Le origini di Magisano


Magisano originariamente era conosciuto come Vucisano nome datogli per la presenza di una grande quantità di erbe chiamate appunto Vucissi.Si presuppone che vi abitassero all’incirca 10 o 15 persone.La vita paesana era animata da una grande fiera che dava veramente lustro al paese e durava per ben 8 giorni.In questo periodo affluivano a Magisano non solo mercanti dei paesi vicini, ma anche gli antichi greci. Questa fiera fu poi limitata a soli 3 giorni per dare possibilità di realizzarne un’altra nella vicina Taverna dove ancora oggi si mantiene la tradizione per un solo giorno e precisamente nella prima decade di ottobre.Le poche famiglie che si erano stanziate a Vucisano causa la peste, si dice che intorno al 1200 si spostarono da Trinchise ed occuparono, alcune la località posta più a nord del paese denominata Zinnante ed altre la zona denominata Casale Vecchio.Intorno al 1460 si spostarono definitivamente formando un solo paese e nella posizione geografica attuale.I motivi degli spostamenti del 1460 sono diversi: per le famiglie che occupavano la zona Zinnante mancanza di acqua, la gente doveva scendere giù per una scarpata lunga circa 2 Km. per raggiungere l’acqua; per le famiglie che occupavano la zona del Casale Vecchio le cause furono il brigantaggio e la presenza di lupi nella zona.Per altre notizie ci siamo rifatti al cappuccino Padre Giovanni Fiore da Cropani che su Calabria Illustrata menziona proprio il Casale di Magisano. L’autore riporta precisamente che " Re Filippo IV nell’anno 1633 stabiliva che la terra cittadina di Taverna godesse di molti casali quali: Pentone, Fossato, Maranise, Savuto, Noce, Santo Janni, Albi, Dardanise, Vincolise, Magisano, San Pietro ".
Magisano come casale di Taverna ne seguì le sorti, appartenendo ai Ruffo di Catanzaro fino al 1464 e poi, al demanio regio.
Con l’istituzione dei comuni — decreto francese del 4 maggio 1811 — veniva considerato frazione di Albi. Per un decreto del 25 gennaio 1820, Magisano, veniva elevato a Comune autonomo, con l’attribuzione dei villaggi o frazioni San Pietro e Vincolise, sottratti al comune di Albi.Da notare che non esistono scavi archeologici per una più accurata analisi delle vicende antiche di Magisano; l’unico che ha portato casualmente alla luce due vasche profonde circa 3 metri è stato realizzato con ben altre intenzioni: la costruzione delle scuole elementari. Nella località sopra interessata per gli scavi esisteva un convento di monaci.Non abbiamo documenti che ci permettano di ricostruire il modo di vivere di questi religiosi; di sicuro si sa che erano molto dediti alla preghiera: ossa umane sono state ritrovate sia nelle cisterne venute alla luce sia sotto il pavimento della Chiesa ancora oggi esistente.

martedì 24 agosto 2010

Dizionario dialettale Selliese (lettera L )

Dopo la pausa estiva ritorna il dizionario dialettale Selliese, siamo arrivati alla lettera L : L come lupipampini, proprio nu lupipampino sarà il protagonista del prossimo racconto ambientato a Sellia dal titolo Portabella penninu” una storia che sicuramente vi catturerà,lasciandovi senza fiato,racconto realmente accaduto un bel po’ di anni fa a Sellia. Aiutateci con i vari commenti per rendere la lettera L del nostro dizionario il più completo possibile.
LABBRU s.m. Labbro
LAGNA s.f. Lamentarsi
LAGU s.m. Lago
LAGURU s.m. albero d'alloro
LAGNUSU s.m Si lamenta sempre
LAMBICCU m.Strumento per distillare
LAMENTU s.m. Lamento
LAMPA s.f. Lume

lunedì 23 agosto 2010

La dieta Mediterranea riconosciuta come patrimonio dell'umanità dall'UNESCO

Può parere strano, ma il diritto internazionale si pone a tutelare pure l’amata dieta mediterranea: sì proprio quella ereditata dalla storia millenaria di tutti i popoli del Mar Nostrum, composta da pane, pasta, patate, cereali e legumi, olio di oliva, verdura e frutta di stagione, formaggi, pesce, carni bianche e rosse, vino.Molti beni del patrimonio culturale immateriale sono oggi messi in pericolo dalla globalizzazione omologante ed è per questo motivo che l’impegno dell’Unesco e di tutti gli Stati chiede rinnovate energie per proteggerli e trasmetterli alle generazioni future in maniera integra.Certo è che “dieta mediterranea” è sinonimo di vita e benessere, storia e cultura, tradizione e innovazione.

La dieta mediterranea entra a pieno titolo nel patrimonio immateriale dell’umanità.Si è concluso positivamente l'iter del dossier avviato dalla spagna e dall’ italia nel 2007 e a cui hanno fatto seguito la adesioni di grecia e marocco. Forte soddisfazione del presidente della Commagri dell’Europarlamento Paolo De Castro che in qualità di ministro nel 2007 aveva avviato la candidatura per l’italia. Successivamente nel 2008 l’ex ministro, divenuto senatore, aveva predisposto a prima firma una mozione parlamentare bipartisan sulla candidatura sottoscritta da oltre 100 senatori e approvata all’unanimità.“Finalmente -ha dichiarato De Castro – si chiude un percorso lungo e difficile che garantisce una valorizzazione indispensabile sia nel percorso di crescita economica della nostra agricoltura sia in termini di tutela dei consumatori”."La Dieta Mediterranea rappresenta uno stile di vita sostenibile basato sul mangiare i prodotti tipici del territorio in momenti conviviali con la famiglia o con gli amici: per l'UNESCO questo insieme unico di pratiche alimentari, conoscenze e competenze tradizionali trasmesse di generazione in generazione, è un qualcosa di unico al mondo e va salvaguardato e valorizzato. La valutazione positiva dell'UNESCO evidenzia come ormai a livello internazionale l'alimentazione e l'agricoltura siano sinonimi di cultura e debbono essere valorizzate al pari dei beni materiali".

venerdì 20 agosto 2010

Sms in codice per i boss in carcere attraverso la trasmissione "quelli che il calcio" scoperti dai pm Calabresi

Pizzini per i boss viaggiavano via etere, leggibili, eppure indecifrabili, da tutti gli italiani sul proprio televisore. Messaggi criptati, identificati dai pm calabresi, che passavano sui teleschermi di una delle trasmissioni più seguite dal pubblico sportivo, “Quelli che il calcio”, per essere ricevuti dai detenuti di mafia in regime di carcere duro, il 41 bis.Per comunicare con i boss, cioè, i clan inviavano sms alla trasmissione, che da anni consente ai tifosi di mandare messaggi con i cellulari che poi scorrono sullo schermo. Un sistema con cui spesso passano frasi anche molto personali, dediche d’amore inviate in 120 caratteri o saluti firmati per gli amici lontani. Nessuno, tantomeno gli autori della trasmissione condotta da Simona Ventura, poteva immaginare che dietro quelle frasi a volte sibilline si celassero indicazioni precise per i detenuti di mafia.Un sistema di cui è già stata informata la commissione Antimafia che ha sentito nei giorni scorsi il l’ex vice procuratore nazionale, Enzo Macrì, che ha ribadito come i responsabili del programma fossero completamente all’oscuro di fungere da tramite tra i boss e i propri "picciotti" (leggi la relazione di Macrì ai parlamentari). A quanto pare il sistema era in uso da tempo e in passato utilizzava anche altre trasmissioni televisive che mandano in onda gli sms, così come altri mezzi di comunicazione.
Nei pressi di Rosarno è stata addirittura creata una vera e propria emittente radiofonica per far arrivare messaggi ai detenuti, che hanno il diritto di ascoltare la radio e vedere in certi orari la tv. "Il diritto a vedere una trasmissione televisiva di calcio - afferma Macrì - è ineliminabile e non si può imporre alle reti televisive di non trasmettere i messaggi inviati dai telespettatori. Si tratta di messaggi che i boss recepiscono ed interpretano attraverso il loro contenuto ed il mittente”, ha aggiunto l’ex vice procuratore nazionale. “Questi messaggi hanno spesso un contenuto banale - ha concluso Macrì - che, in realtà, nasconde importanti comunicazioni di servizio ai boss''. (Apcom)