martedì 28 settembre 2010

Catanzaro, la notte piccante 2010 in 10 scatti fotografici

Il Cavatore avvolto in un gioco di luci,dove in alto dentro una nuvoletta venivano inseriti i vari messaggi inviati su un numero di cellulare il quale era collegato a  internet che inseriva i vari messaggi curiosi,d'amore ecc.. dentro la nuvoletta.


I sposi della notte piccante,vincitori di una gara bandita dal comune  hanno celabrato il loro matrimonio in rosso durante la serata anche il ricco banchetto , con le varie spese pagate quasi totalmente dal comune


La madrina della quarta edizione Elisabetta Grecoraci mentre gusta il piatto d'onore della serata il morzello. Arrivata verso le 20 insieme alla famiglia,  la show girl è apparsa molto rilassata e serena firmando diversi autografi.


I fuochi d'artificio su San Giovanni  hanno illuminato di rosso il centro storico


Il centro storico preso d'assalto da una folle che ha sfidato la pioggia e il vento.Sullo sfondo il bellissimo palazzo della confcommercio illuminato a festa.


malgrado un scroscio d'acqua con forte vento abbatutosi verso le 20 il quale voleva rovinare la serata,il pubblico  non si è scoraggiato.Ecco piazza Duomo verso le 22 con un numerose presenze.


Una piccola parte dei 57 metri di circonferenza  e 18 di diametro della pitta più grande del mondo, battendo il precedente record entrando di diritto nei gunnes dei primati. Realizzata dal panificio Alli, esposta in piazza prefettura sino alle 21

La radio ufficiale dell'evento rtl 102,5,la quale ha pubblicizzato in diretta radiofonica e tv la città di Catanzaro,con collegamenti in diretta durante l'evento.



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I  giovani che hanno preso letterarmente d'assalto i vari posti dove erano situati i palchi con musica da discoteca.L'unica nota stonata l'eccessiva tasso l'alcolico di alcuni che sono dovuti ricorrere alle cure delle postazioni del 118 per riprendersi dalla sbornia.

Ultima foto dedicata al piatto principe della città di Catanzaro  "il morzello"Il quale proprio in questo periodo è stato riconosciuto come De.co., ossia la denominazione comunale d'origine. Questa certificazione, che avviene attraverso uno studio approfondito delle peculiarità comunali è una procedura snella, particolarmente interessante per le produzioni legate alla vita delle comunità locali, permette di conservare e valorizzare le colture e le preparazioni tradizionali legate alla cultura del territorio, aiutando anche a proteggere la biodiversità. Ma di vero morzello ne abbiamo visto poco è preparato male molto annacquato.

lunedì 27 settembre 2010

Portabella penninu (quinta e ultima parte)

Ci incamminiamo verso le nostre case quando dalla stanchezza per le varie emozioni mi sedetti ai gradini di una palazzina, ma subito saltai in aria i gradini erano ricoperti pieni di spine, di rovi ,osservando bene anche la porta era minuziosamente ricoperta di rovi sino alla maniglia “mmbaa forzi u cumpari Peppinu si spagna de nncuna vurpa chi c’è vò arrobara i sozzi”. Andammo a dormire stanchi, scontenti, rassegnati. Il mattino dopo di buon ora eravamo già in piazza, mancava Tonino, poverino ci dispiaceva chissà dov'era, sicuramente anche questa notte non avrà chiuso occhio nel dilemma, nella paura che anche lui possa diventare un lupipampinu. "Andiamo a casa sua per vedere come sta?", "Certo andiamo!" Mentre ci incamminiamo, noto che ai gradini "e alla porta di mastru peppino" i spinari non ci sono più, ma non li diamo nessuna importanza; quando ecco che passa mio zio "cu u ciucciu" sta gia rincasando dalla campagna, la mattina si alza prestissimo quando ancora è buio, mi saluta e mi dice " 'Colicè daccia si spinari a mastru peppinu!" , "Certo zio. ma toglimi na curiosità perche li sistema per benino lungo i gradini e davanti la porta? Forse perche qualche volpe durante la notte cerca di entrare nella dispensa per rubargli gli insaccati?", "Ma quala vurpa e vurpa" disse mio zio "li servanu pe u figliu ca è nu lupipampinu accusì si pungia e nu trasa a ra casa" Sorridendo risalì sul asino e se ne andò. Ecco chi era u lupipampinu "u figliu de mastru peppinu."Dovevamo subito andare a dirglierlo a Tonino poverino chisà quante sofferenze sta passando; eccoci a casa sua, bussiamo, i genitori non.......

domenica 26 settembre 2010

Eolico: ecco tutti i siti sotto inchiesta da parte della magistratura Calabrese per una max tangente di duemilioni e quattrocento mila euro.


                              (Clicca sull'immagine per ingrandirla)
"Basta un filo di vento - dice il procuratore della Direzione nazionale antimafia, Pietro Grasso - per scatenare l'interesse delle organizzazioni criminali, dalla mafia alla  'ndrangheta, sempre a caccia di grandi occasioni di investimento".Tra le inchieste che d'ora in poi saranno supervisionate dalla Direzione nazionale antimafia di Pietro Grasso, ci sono quelle di Paola e Crotone dove gli imprenditori interessati all'eolico avrebbero versato mazzette di oltre due milioni di euro. Indagati, in Calabria, anche il sottosegretario alle Attività produttive, Giuseppe Galati (Pdl) e l'ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Chiaravalloti.
Un incontro operativo per suddividere il lavoro tra le varie forze dell’ordine al fine di fare chiarezza tra le migliaia di carte raccolte sull’inchiesta che la procura di Catanzaro sul presunto pagamento di una tangente di due milioni e quattrocento mila euro per le linee guida della regione Calabria per la costruzione dei parchi eolici ed approfondire gli aspetti salienti dell’indagine. E’ quello che il magistrato titolare del’inchiesta, Carlo villani, ha avuto in questi giorni. L’inchiesta partita dalla procura di Paola alcuni anni fa che indagava sulla costruzione di vari parchi eolici nelle quattro provincie calabresi escluso Reggio,sono stati raccolti in ben 126 faldoni che adesso la procura generale di Catanzaro vaglierà per cercare nuovi elementi per riconfermare la tesi accusatoria su questa mega tangente la quale ha condizionato tutti i vari parchi eolici sin qui realizzati, i quali come energia alternativa producono ben poco ma l’unica cosa che gira sono un sacco di soldi…. altro che eliche.

sabato 25 settembre 2010

"Comu ni pottimu renducira" un pomeriggio nel tempio violentato del calcio Catanzarese


Pomeriggio di venerdì e, come non più di consueto, ci rechiamo al “Nicola Ceravolo” per incontrare gli amici che da anni assistono agli allenamenti del Catanzaro Calcio
Prima di entrare nel tempio violentato ci rechiamo al “Roks” per il caffettino e incontriamo un tifoso doc, uno di quelli che questo Catanzaro non vuole vederlo.
Gli chiediamo come mai si trovi da quelle parti e se sta andando all’allenamento. Per poco non ci manda a quel paese. Dialoghiamo per un poco e il discorso si chiude con l'ormai classico “ma comu ni pottimu renducira”.Ci salutiamo con la speranza che tutto questo incubo al più presto finisca e ci rechiamo verso lo stadio, ma tutto a un tratto incontriamo “Nuvoloso” che ci dice: “duva jati, ca u Real Madrid s’allena a porti chiusi” Vabbé, ci fermiamo davanti al cancello principale e man mano arrivano i soliti tifosi...facinorosi e sfaccendati. I commenti e le discussioni di oggi riguardavano la grande novità. Il socio di minoranza Soluri, ex presidente, ex socio al 10%, al 12%, al 3%, radiocronista, vista l’ennesima squalifica dell’amministratore Aiello da Cuneo - quello del non sarete più umiliati - ha momentaneamente preso le redini per rappresentare la società in Lega.
“Incarico puramente onorifico, delegato del tutto marginale e legato ad un arco temporale preciso e breve”, scrive nel comunicato che riportiamo in calce all’articolo.Tralasciando gli epiteti volgari espressi, possiamo tranquillamente affermare che la gioia fra i tifosi era immensa. Meno male che a tutti è stato ricordato che dal 1995 al 2000 era stato eletto con i voti di novanta società, di cui almeno il 50% ora navigano fra C1, B e A. Mentre noi…anzi lui, ha fatto il callo in questa categoria dei record, con ben quattro play off persi da presidente o dirigente. Si commenta anche l’intervista a Daniele Rossi del Gruppo Guglielmo, apparsa da poco sulla nostra testata. “A madonna”, intesa come un'esclamazione di speranza, è l’espressione che esce fuori, non appena uno dei presenti riferisce del "sogno di diventare Presidente del Catanzaro".Con un motorino passa anche un cinese. "Li Ning, Lining veni ccà”, gli gridano, “duva vai, ca u stadiu è ccà”. Lui non capisce e non si ferma. Lo aspettiamo, aveva anche un pallone. Sul tardi arrivano i più focosi del gruppo e allora si decide di girare dietro ai distinti per andare a salutare la squadra. Non ci sono dirigenti. In campo, quando arriviamo, solo Vono e Scerbo sdraiati a terra. L’allenamento è finito ma partono subito i primi incitamenti per Ze Maria.

venerdì 24 settembre 2010

Sellia, si è concluso nel borgo presilano l'ultima tappa del progetto "Diagonal" di Trento sul tema dei diritti delle donne.


    

Per leggere i due articoli dei giornali clicca sulle immagini

Portabella penninu (quarta parte)

Ecco il piano studiato nei minimi dettagli impossibile che il lupipampinu ci sarebbe scappato senza prima scoprire chi si celava dietro quella figura terrificcante.La stasera stessa, la luna sarebbe stata ancora piena, ci saremmo mimetizzati ognuno in un nascondiglio lungo Portabella penninu, ognuno di noi distanziato dall’altro, per ultimo Gianni perchè quando correva nessuno riusciva a raggiungerlo, era veloce come un razzo, un vero mistero visto che mangiava (per modo di dire) una volta al giorno ed era magro come un grissino. Arrivò la sera, ci sistemammo in modo strategico, io il primo, nascosto dietro "u trappitu" di Placida alla curva da portabella, Tonino il secondo, nascosto dietro "a forgia" subito dopo Mimmo "ara curva vicinu a conicella da Madonna" Per ultimo Gianni, vicino l’attuale “putica e titina “. Avevo una paura tremenda, per fortuna o meglio per sfortuna, il cielo era limpido e la luna piena illuminava ogni cosa, il tempo sembrava non passasse mai, io vedevo Tonino che era dietro "a forgia" non stava fermo un momento andando in continuazione avanti e indietro, erano le 23 ma ancora niente 23.30 niente 23.45 un venticello si alzò; la paura era tanta, sentivo che stava per passare, infatti frazioni di secondi come un lampo lo vidi scendere da portabella, subito feci il richiamo, il verso che avevamo convenuto da fare come avvertimento quando lui sarebbe passato subito dopo lo fece tonino e quasi in contemporanea Mimmo ora sicuramente Gianni veloce come una lepre avrebbe scovato la casa per capire finalmente chi si nascondeva, chi si trasformava durante le notti di luna piena da lupipampinu. Arrivati tutti e tre all’attuale “putica e titina,” vediamo Giani che esce da dietro un cespuglio Allora chi era? Dove abita? E un nostro parente? Gianni non rispose, Tonino tutto teso "ho capito non vuoi parlare perche è un mio parente!" , "No non è un tuo parente" ,"Menomale, ne ero sicuro,sono salvo!" "Insomma..." continuò Gianni, non so se è un tuo parente, ma non so neppure se invece lo è, per il semplice motivo che non sono riuscito a seguirlo, il fatto è che mentre aspettavo mi è venuto un forte mal di pancia e appena avete fatto il richiamo non sono riuscito a trattenerla tanto che avevo paura!",  "Ma come?!" lo ripresi arrabbiato "Se vai al bagno si e no una volta alla ..............