| "Palazzo di vetro" sede della provincia di Catanzaro |
giovedì 2 dicembre 2010
Approvato dalla provincia il piano di assetto idrogeologico per interventi di diversi milioni di euro.
mercoledì 1 dicembre 2010
Foto del mese: Dicembre 2010
Per la foto del mese di dicembre da incorniciare per la nostra pinacoteca virtuale, abbiamo inserito una bella panoramica del centro storico di Sellia, dove si intravede un ramo d’ulivo con alcune olive già pronte per la raccolta, da sempre questa pianta ha rappresentato la vera ricchezza del nostro territorio decretando i periodi di prosperità o miseria assecondo degli anni di “carrica” o meno di tale alimento principe delle nostre tavole. Durante questo mese ricco di fascino per le festività Natalizie addobberemo un po’ alla volta il blog con l’inserimento di decori che preannunciano l’imminente festività natalizia. Ma prima abbiamo la festa del nostro amato protettore San Nicola, proprio giorno 6 inseriremo un inedito racconto che riconferma la forte devozione dei Selliesi verso questo Santo Vescovo che durante i vari secoli ha sempre difeso Sellia. Per quanto riguarda il racconto del mese continueremo con altri 4 capitoli del racconto iniziato nel mese di novembre dal titolo “Mio padre”. Vi faremo conoscere altri luoghi, percorsi, curiosità di una Sellia inedita spesso sconosciuta. Ritornando al mese di novembre appena trascorso, esso è stato molto prolifico per il blog, avendo inserito ben 52 nuovi articoli (post ) con una media di circa 2 al giorno. Abbiamo per ben 2 volte migliorato il nostro record di presenze che era stato totalizzato il 18.8.2010 con 76 visite e 120 contatti, attuale record stabilito il 25 novembre è di 86 visite oltre 200 contatti con 300 pagine visitate in un solo giorno. Sono cifre importanti, difficili da ripetere, il tutto grazie anche alla apprezzata intervista al sindaco Zicchinella, sperando che altri interventi, interviste che riusciremo a realizzare, aiutino il futuro del nostro borgo. Questo comunque dimostra un forte attaccamento verso il selliaracconta con tantissime persone che si collegano abitualmente una volta al giorno, questo ci ha portato nel proporre un servizio sempre più efficiente, aggiornato, che oltre a rimanere saldamente nelle tante storie, racconti,tradizioni,curiosità su Sellia, continueremo a proporvi mensilmente (anche nell’allungare il raggio) inserendo molta attualità attinente al nostro comprensorio e alla nostra regione. Un saluto a tutti e sempre grazie del vostro affetto che non mi stancherò mai di ripeterlo, rimane l’unico vero elemento, l’unica ricompensa nel fare sempre di più e bene. martedì 30 novembre 2010
Dai sepolcri dentro le Chiese alla nascita dei primi cimiteri in Calabria
Parleremo in questo post del rito di seppelire i propri cari dentro lecripte delle Chiese. Anche nella Chiesa madre di Sellia sotto il pavimento vi erano situate delle catacombe ne abbiamo parlato QUII primi cimiteri Cristiani sorgevano fuori dalla cinta muraria delle città, per ragioni di carattere sia igienico che politico. All'incirca dal IX secolo si diffuse però la consuetudine di seppellire i cadaveri all'interno delle città, preferibilmente nei sepolcri che si trovavano nelle chiese, dove furono trasportati anche i corpi e le reliquie dei martiri. In tal modo la popolazione riteneva che i propri morti fossero più vicini alla divinità. I sepolcri delle chiese divennero però sempre più insufficienti con il passare degli anni, specie dopo l'incremento demografico settecentesco. All'inizio dell'Ottocento la questione appare perciò problematica un pò in tutto il Mezzogiorno. Infatti, in numerose località, l'imperfetta chiusura delle tombe vizia talmente l'aria che si respira in questi edifici religiosi, da provocare malori nei fedeli ed in qualche caso i gas che si sprigionano causano addirittura la morte per asfissia di qualche becchino intento alle operazioni di sepoltura. Spesso i pochi cimiteri esistenti o rimangono inutilizzati (perché i parenti preferiscono seppellire i propri morti nelle chiese) o non risolvono che parzialmente il problema perché sono costruiti proprio accanto agli edifici religiosi. Ad inizio Ottocento sono poche le località dove non sussistono tali problemi. In generale nel Mezzogiorno le tombe delle chiese ad inizio Ottocento appaiono oramai insufficienti a risolvere il problema delle sepolture. Giunge perciò a proposito, con il decennio francese, il divieto di continuare a seppellire nelle chiese e l'obbligo di utilizzare i cimiteri. Questa nuova e più igienica pratica della sepoltura nei cimiteri viene però spesso ostacolata dal popolo, che, come riferisce la statistica murattiana per le province di Catanzaro e Reggio Calabria "guarda con un'avversione furibonda il divieto di seppellirsi nelle chiese, dove solo si crede in contatto colla divinità, con cui debbe in tal modo conciliarsi". Addirittura, nei giorni immediatamente successivi alla disfatta dei francesi, la popolazione di alcuni paesi disseppellisce i cadaveri dei propri cari dai cimiteri dove era stata costretta ad inumarli e li trasporta nelle chiese. Le resistenze al seppellimento dei morti nei cimiteri vanno lentamente a diminuire con il passare degli anni. Anche le epidemie di colera degli anni '30 del secolo XIX danno un ulteriore impulso al seppellimento nei cimiteri. Tuttavia, ancora nella seconda metà dell'Ottocento, in numerosi paesi si continua a seppellire nelle chiese ed anche alcune città di primaria importanza restano prive di cimiteri. È il caso anche di un importante capoluogo di provincia come Cosenza. Scrive proprio a questo proposito negli anni '60 dell'Ottocento Vincenzo Padula: "per spiegare la elevata mortalità di Cosenza bisogna invocare un altro fattore, ed è questo: all'appressarsi della pioggia le latrine puzzano e le tombe anche puzzano. [...] In questi mesi [intende quelli da ottobre a febbraio] Cosenza è una cloaca aperta; il possesso d'un buon naso diventa una sventura; l'acido carbonico, che si eleva poco, offende meno gli alti, e più gli uomini di bassa statura; a medicare tale pestilenza si grida contro i porci, si perseguitano i cani, si chiama l'opera degli spazzini, e non si vuol capire ancora che quel puzzo scappa dalle sepolture, che i morti uccidono i vivi, e che sarebbe miglior senno agli spazzini sostituire i beccamorti. Finché Cosenza non avrà un Camposanto, ogni compenso per migliorarne l'aria torna inutile.
Le origini di Sorbo San Basile
comuni presilani. I luoghi sono caratterizzati da pittoreschi panorami d’incomparabile bellezza, paesaggi stupendi ricchi di vegetazione prevalentemente composta dal Pino Larici, Querce, Faggi,
dei nostri paesi nel libro "Calabria muta" lo descrive nel seguente
modo "Sorbo S. Basile posto nella parte terminale di un crinale, il nucleo storico coincide con la quasi totalità dell'edificato.Questo si presenta bordato per tutto il perimetro da una situazione orografica particolarmente accidentata che costituisce un margine fisso all'espansione.
La peculiarità del centro deriva da questo suo modo insediativo che ne fa un sistema chiuso, ma integrate rispetto alle caratteristiche paesaggistiche, e lo pone nella sua interezza come emergenza storico architettonica". Ai pochi abitanti, fa riscontro un vasto territorio che si
estende per oltre 58,69 Kmq. con quasi 6000 Ha che si pone fra i
più grandi territori comunali della presila. Sorbo si presume invece, prenda origini dalle numerose
piantagioni di "Sorbi" esistenti sul territorio (il sorbo infatti e un
albero con foglie pennute che produce un frutto chiamato la sorba, simile ad una piccola pera, e del quale il territorio di Sorbo e' ben provvisto.
estende per oltre 58,69 Kmq. con quasi 6000 Ha che si pone fra i
più grandi territori comunali della presila. Sorbo si presume invece, prenda origini dalle numerose
piantagioni di "Sorbi" esistenti sul territorio (il sorbo infatti e un
albero con foglie pennute che produce un frutto chiamato la sorba, simile ad una piccola pera, e del quale il territorio di Sorbo e' ben provvisto.
lunedì 29 novembre 2010
Inchiesta parchi eolici in Calabria: si va verso la fase finale, dove sono indagati 35 persone tra politici e imprenditori per un giro di affari milionario.
Proprio ieri sera la trasmissione "reporter" ha illustrato il forte legame tra la criminalità organizzata calabrese con il forte guadagno della costruzione dei cosiddetti parchi eolici che deturpano l'ambiente producono lo 0,6 del nostro fabbisogno ma ottengono forti finanziamenti della comunità europea
Sull'inchiesta da mesi c'è l'attenzione della Procura della Repubblica di Catanzaro che sta andando avanti nelle indagini per cercare di giungere alla definizione della posizione degli indagati. Che l’attività investigativa sia intensa lo conferma anche il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, il quale, nonostante l’abituale riserbo che mantiene sulle indagini, non nasconde che si sta lavorando a pieno ritmo: “In breve tempo – dice – speriamo di poter chiudere tutte le attività in corso e avere una definizione complessiva della posizione di tutti gli indagati".
Per giungere in tempi brevi alla chiusura delle indagini la Procura ha chiamato a raccolta tutte le forze dell’ordine che stanno compiendo accertamenti, acquisizione di atti e interrogatori. Gli investigatori hanno compiuto verifiche su tutti i parchi eolici per accertare se sono stati realizzati in maniera difforme rispetto ai progetti autorizzati dalla Regione Calabria. La Procura è orientata a chiedere il sequestro di tutti i parchi eolici per i quali saranno riscontrate irregolarità o violazioni delle procedure amministrative. Una forte accelerazione dell'inchiesta è legata a due motivi: le dichiarazioni di un imprenditore indagato, che si aggiungono a quelle di altri due testi d’accusa, che hanno deciso di raccontare quanto di loro conoscenza circa il pagamento della presunta tangente; l'imminente scadenza dei termini per la durata delle indagini, a dicembre, e per i quali la Procura ha intenzione di chiedere una proroga. L’inchiesta ruota intorno alle linee guida della Regione per la costruzione dei parchi eolici e venne avviata negli anni scorsi dalla Procura di Paola (Cosenza) su fatti avvenuti dal 2006 al 2008.
Gli inquirenti hanno raccolto anche le dichiarazioni dei due testimoni che avrebbero svelato il pagamento di una tangente di 2 milioni e 400 mila euro a esponenti politici da parte di imprenditori interessati a entrare nell’affare dell’eolico. Per un problema di competenza territoriale l’inchiesta da Paola fu trasferita alla Procura di Cosenza e solamente da alcuni mesi, visto il coinvolgimento di ex amministratori regionali, è approdata a Catanzaro. Recentemente il voluminoso fascicolo, che contiene numerose intercettazioni telefoniche, si è arricchito anche di una consulenza tecnica, disposta dalla Procura, dalla quale emergono delle prime conferme al pagamento della tangente.
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