giovedì 27 gennaio 2011

Frasi sui campi di concentramento di grandi scrittori del 900. Per ricordare,per non dimenticare.


  In questo luogo è proibito tutto, non già per riposte ragioni, ma perché a tale scopo il campo è stato creato.
 Levi, Primo (1919-1987)
Se questo è un uomo
Il Lager è la fame: noi stessi siamo la fame, fame vivente.
Levi, Primo (1919-1987)
Se questo è un uomo

La camera a gas è l'unico punto di carità, nel campo di concentramento.
Morante, Elsa (1912-1985)
La storia: 1944,

Quando si parla di vittime dei lager, si contano solo quelli che vi sono morti. Bisognerebbe pensare anche a quelli che [...] liberati, ma separati per sempre dagli altri a causa di quello di cui erano stati testimoni, si lasciarono scivolare nella morte, avendo esaurito ogni energia. La loro percentuale è spaventosa.
Tournier, Michel (1924-)
Allemagne, notre mère à tous...

Il video scelto per il giorno della memoria. Oggi 27 gennaio. Per ricordare,per non dimenticare

Il video scelto per oggi 27 gennaio 2011 giorno della memoria. E’un video che tutti dovrebbero vedere,un video con delle immagini che possono sembrare forti,crudeli. Un video che ci descrive nei particolari quello che la mente umana deviata da falsi idealismi può commettere crimini efferati con la massima semplicità. Il tutto è successo non molti decenni fa. Per ricordare, per non dimenticare affinché non accada MAI PIU'

Oggi 27 gennaio giorno della Memoria. Per ricordare, per non dimenticare.

 Il 27 gennaio del 1945 furono aperti i cancelli di Auschwitz, il campo di concentramento e di sterminio costruito dai nazisti nella Polonia occupata, dove persero la vita oltre un milione di ebrei, tra cui molte migliaia di ebrei italiani. Il Giorno della Memoria, che il 27 gennaio del 2011 celebriamo per l’undicesima volta, è stato istituito per non dimenticare la Shoah e le altre vittime dei crimini nazisti, monito affinchè quanto avvenuto non si ripeta mai più, per nessun popolo, in nessun tempo e in nessun luogo.In Italia, la tragedia della Shoah colpì il popolo ebraico con le leggi razziali del ’38 e, successivamente, con le deportazioni, iniziate con l’occupazione nazista avvenuta dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Anche altre persone e categorie furono perseguitate dal regime, “colpevoli” di una diversità di idee, di valori, di appartenza etnica o religiosa. Tale volontà liberticida e antidemocratica rappresentò un vero e proprio passo indietro rispetto alle conquiste e alle idee di libertà e democrazia che nel secolo precedente erano state alla base dei moti che portarono all’unità d’Italia, interruzione ventennale di un processo di ritrovata dignità e piena integrazione per gli ebrei italiani, il cui filo venne ripreso subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale. L’Italia unita aveva significato per la minoranza ebraica l’emancipazione, la chiusura dei ghetti, l’agognata raggiunta parità con gli altri cittadini dopo secoli di emarginazione. Una libertà e una uguaglianza che appunto il fascismo negò solo pochi decenni dopo, nel 1938, con l’emanazione delle leggi razziali, funesto presagio di quanto avverrà, tragicamente, in seguito.
Il 17 marzo del 2011 ricorreranno i 150 anni dalla proclamazione dell’Unità. Una data che ci sta molto a cuore anche perché a quel processo storico gli ebrei presero parte con forza, convinzione e passione.
In oltre due millenni di presenza nella penisola gli ebrei, quando è stato loro permesso, hanno preso parte alla vita e alla storia del Paese, con un ruolo rilevante nelle sue evoluzioni politiche, sociali, culturali. Nel caso del Risorgimento, l’adesione degli ebrei italiani fu generalizzata: vi parteciparono dall’attività cospirativa mazziniana sino alla presa di Roma.

mercoledì 26 gennaio 2011

La vita quotidiana di una comune famiglia Calabrese nelle campagne di Sellia verso il 1920. Quarta parte

La mattina presto dopo la Santa Messa dell’aurora la quale era sempre gremita, ognuno si dedicava alle proprie mansioni, ovviamente la maggior parte essendo contadini andava nei vari terreni.  Cosi si vedevano  intere famiglie con l’asinello, la capretta in cammino verso una nuova, dura giornata nei campi, il cammino poteva durare anche più di un ora  e soprattutto  il ritorno ( sempre in salita) dopo aver zappato un intera giornata diveniva un colpo di grazia che sfinivano i poveri contadini, ma anche sfiniti facevano il loro ritorno a casa cantando,cantando tante canzoni popolari, cosi come avevano fatto al mattino. Anche in questo chi stava stabilmente in campagna era avvantaggiato, evitando  il faticoso viaggio di andata e ritorno che spesso avveniva anche sotto la pioggia o il sole cocente. Un grosso handicap per chi viveva stabilmente nelle campagne era la quasi assenza di vita sociale,ogni giorno era uguale,facendo sempre le stesse cose, spesso soprattutto d’inverno quando le giornate erano corte e il freddo  faceva da padrone, quando erano le 6 di sera si andava a letto. Chi abitava nelle campagne non frequentava neppure le prime classi della scuola elementare che  all’inizio del secolo scorso era divenuta almeno sulla carta obbligatoria. Ma come passavano le lunghe serate invernali le tante famiglie che vivevano stabilmente nei vari terreni?  In località Bosco per esempio una famiglia aveva aperto un piccola "putica du vinu" con tanto di spaccio per i prodotti più necessari che servivano ai vari contadini, senza cosi risalire a Sellia. Sfruttando la centralità del proprio terreno e la comodità per raggiungerlo aveva adibito alcune stanze della propria turra  a putica.
Caratteristica campagna di Sellia

CATANZARO, al Pugliese rinnovato il reparto di Neatologia pediatrica. Con una bella novità: con una web camera le mamme potranno vedere in diretta il proprio bambino anche da casa.

Il taglio del nastro con il presidente Scopelliti


La visita all'interno del nuovo reparto
«Si continuano a scrivere pagine di buona sanità», ha esordito il Governatore Giuseppe Scopelliti, nel presiedere l'inaugurazione del nuovo modernissimo reparto di Patologia Neonatale dell'ospedale Pugliese-Ciaccio. «Un'opera – ha detto – che poteva essere consegnata nel 2009 ma che solo ora vede finalmente la luce. Un intervento con cui si cerca di migliorare situazioni esistenti, in attesa della realizzazione della nuova struttura ospedaliera. Un atto obbligatorio, un modo tangibile per continuare a produrre seri risultati in una realtà problematica che specie in reparti del genere continua a generare, situazioni allarmanti». Un progetto importante realizzato in soli 5 mesi, in anticipo rispetto ai tempi previsti, migliorie necessarie e perfettamente riuscite che contribuiscono a collocare l'azienda ospedaliera del capoluogo al top della sanità calabrese. Ed è per questo che Scopelliti parla con orgoglio e soddisfazione, sicuro dei traguardi che, insieme alla sua squadra, sta raggiungendo. La parola d'ordine è concretezza, fattibilità di idee, «risposte che arrivano a Roma, in piena regolarità con i tempi e le modalità che ci vengono imposti dal Governo». Il riferimento è all'intenzione del Ministro Fazio di intervenire sulla sicurezza dei centri nascita creando strutture più efficienti ed avanzate. «Chiudiamo punti nascita - ha detto Scopelliti – che non rispondono agli standard nazionali e si realizzano allo stesso tempo vantaggi per la regione, obbedendo così ad una vera e propria cultura del fare. La Regione versa sul Fondo Nazionale più di 230 milioni di euro per l'emigrazione sanitaria». 

Taverna, per il quarto centenario della nascita di Mattia Preti sarà allestita un imponente mostra con esposizioni da parte dei più grandi musei del mondo.

 Mattia Preti: Cristo Fulminante
Taverna piazza del popolo
Taverna: per le celebrazioni Pretiane tanti i consessi ricevuti. I "sì" sono giunti dal Louvre di Parigi, 
dall'El Prado di Madrid, dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, dal Museo civico di Prato e ancora da altre prestigiose gallerie d'arte nazionali ed internazionali. E ciononostante si lavora incessantemente nel Museo civico di Taverna per l'allestimento della più grande esposizione di opere di Mattia Preti mai realizzata finora, dal titolo "Lux fides. Arte alla luce, luce alla fede", in programma da qui a due anni, in occasione del quarto centenario dalla nascita del "Cavalier Calabrese".
La cittadina presilana, quindi, si candida a pieni voti a essere il centro calabrese protagonista delle celebrazioni che si apriranno ufficialmente nel 2013, avendo dato i natali al pittore che volle costantemente mantenere un legame profondo con il proprio "borgo" di origine, inviando opere che a tutt'oggi tracciano un percorso completo dell'evoluzione artistica di Mattia Preti e che sono ammirabili nelle chiese di San Domenico e di Santa Barbara, a Taverna. Un progetto ambizioso, dunque, quello portato avanti dall'amministrazione comunale e dalla direzione della galleria civica cittadina, per il quale si sta lavorando già da qualche anno. E per concretizzare l'allestimento dell'ambiziosa mostra è stato già da tempo gettato un "ponte culturale" con la Repubblica di Malta, paese di adozione dell'artista che nell'isola del Mediterraneo si spense nel 1699. È stato siglato, infatti, già nel luglio dello scorso anno un protocollo di intesa tra il sindaco, l'assessore alla Cultura e il direttore del Museo civico di Taverna, rispettivamente Eugenio Canino, Clementina Amelio e Giuseppe Valentino, con Sandro Debono dell'Heritage Malta - National museum of fine Arts. Un partenariato importante questo, dunque, non solo per la quantità di opere che giungeranno a Taverna da Malta ma anche per gli indubbi vantaggi in termini di contenimento dei costi che la sottoscrizione dell'intesa permetterà. Nella seconda metà del 2013, poi l'esposizione dovrebbe spostarsi nell'isola del Mediterraneo.
Proficui, dunque, i rapporti collaborativi tra i rappresentanti dei due significativi luoghi della vita del Cavalier Calabrese, e che troverebbe il suo culmine proprio nel progetto di eventi celebrativi per il quale si prevede un impegno di spesa complessivo da oltre un milione di euro.