sabato 19 marzo 2011

Auguri a tutti i papà ..............Auguri papà

Oggi  19 marzo San Giuseppe festa del papà, che comunque in molti festeggeranno domani essendo domenica. Una volta il 19 marzo era una festa religiosa molto sentita, non certamente come oggi dove si riduce il tutto per l’ennesima volta nel comprare qualche regalino, dimenticandoci del valore, del ruolo del papà. Non si andava a scuola,con questa data finiva l’inverno, si vedevano arrivare le prime rondini, mentre puntualmente arrivava il camion che portava i primi gelati, durante l’inverno era  quasi impossibile trovare un gelato anche a Catanzaro. La mattina tutti a messa e dopo aver dato un bacetto alla bella statua di San Giuseppe ( la quale nessuno si ricorda di averla mai vista fuori dalla chiesa portata in processione) si  andava a casa dove durante il pranzo si recitava la poesia imparata a memoria …..
San Giuseppe vecchierello
cosa avete nel cestello?

- Erba fresca, fresche viole

nidi, uccelli e lieto sole!
Nel cantuccio più piccino
ho di neve un fiocchettino,
un piattino di frittelle
e poi tante cose belle!
Mentre arriva la primavera
canto a tutti una preghiera,
la preghiera dell'amore
a Gesù nostro Signore.

La conicella di San Giuseppe da " Cona du Casu "

 San Giuseppe
 Dopo i vari cataclismi che avevano sconvolto il territorio di Sellia  con l’ultimo devastante alluvione del 1943 delle 5 chiese più il convento rimanevano solo quella del Rosario e  di San Nicola (Immacolata) Soprattutto la chiesa Madre si era riempita delle varie statue che si erano salvate durante queste terribili calamità ( nel  spaventoso terremoto del  1793 ben due chiese furono completamente distrutte). Erano talmente tante le varie statue, alcune anche doppie, che diveniva sempre più difficile anche camminare all’interno della chiesa stessa, soprattutto quando c’èrano funzioni religiosi importanti che richiamavano tutta la popolazione. Un giorno l’arciprete prese una decisione drastica la mattina presto dopo la consueta messa dell’aurora che richiamava sempre moltissima gente, (quasi tutti infatti prima di iniziare i propri lavori nei campi o nelle bottega si recavano a messa.) Chiamo il sacrestano e gli ordinò  di portare fuori tutte le statue che erano dei doppioni oppure dei busti di santi malconci che necessitavano di restauro, ma visto il periodo di scarsità di fondi difficilmente sarebbero state restaurate. Così suo malgrado il povero sacrestano iniziò nel portare fuori alcune statue di santi, intantto l’arciprete aveva preso una grossa "gaccia" scure iniziando l’opera di demolizione riducendole a pezzettini sotto lo sguardo incredulo dei  passanti che non capivano bene cosa stesse facendo, e poi anche se l’avrebbero capito non avrebbero osato contraddire l’arciprete perché era forte il senso di rispetto. Dopo un po’ toccò alla statua malandata a mezzo busto di San Giuseppe non appena  tirò il primo colpo con la scure, una scheggia gli si conficcò nell’occhio, il dolore era tremendo, alcune persone  (anche se controvoglia per quello che aveva fatto) corsero ad aiutarlo riuscendo nel togliere la piccola scheggia che per un niente non aveva rischiato di farlo diventare cieco.Per fortuna questa scheggia lo fece ricredere di ciò che stava facendo, con le lacrime corse verso la statua di San Giuseppe inginocchiandosi iniziò a pregare e lodare il Signore. La statua fu restaurata e con una funzione solenne fu............

venerdì 18 marzo 2011

Per le prossime elezioni comunali di Simeri Crichi nella lista "Unione civica trasparenza e legalità " scendono in campo quattro candidate donne


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 tratto da Il Quotidiano della Calabria

C'era una volta a Sellia ............ Terza parte

...La foto era stata scattata da dove si trova l’attuale ripetitore della Rai, ed era pervenuta al vecchietto come regalo da parte di un fotografo arrivato a Sellia perchè  chiamato dalla ricca famiglia dei Placida per festeggiare un matrimonio. I due si conoscevano perche avevano partecipato ai moti rivoluzionari che portarono all’unità d’Italia. Il fotografo era di Catanzaro e arrivò con la carrozza privata dei Placida, fu ospite per diversi giorni nel loro palazzo. Parlava, parlava in continuazione,era molto contento che qualcuno stesse ad ascoltarlo, io sentivo le sue parole come un sottofondo musicale mentre con la foto in mano fantasticavo vedendo l’arrivo del fotografo in carrozza per le strade di Sellia. Dovevo andare,dovevo scappare subito a casa era tardissimo fuori stava diventando buio, ci vediamo domani  ti aspetto in piazza dove sicuramente mi racconterai tutto,ogni minimo particolare, poi verrò a casa tua per vedere ancora la foto, mi raccomando non mancate,io sarò ad aspettarti. Chiusi la porta e scappai via, di corsa a casa,chissa quanti cazzoti mi aspettavano, sicuramente oltre a quelli di mamma si aggiungeranno quelli di papà il quale sino ad oggi non mi aveva mai dato uno schiaffo non e che non gli avevo mai dato l’occasione per darmeli ma delegava mia mamma,diceva sempre ogni qualvolta ne combinavo una delle mie:

giovedì 17 marzo 2011

Malgrado tutto noi Calabresi pur avendo ricevuto meno che nulla dall'unità d'Italia facciamo gli auguri di buon anniversario



Selliaracconta pur non riconoscendosi più in questa Italia, la quale per noi del sud ha rappresentato, e rappresenta tuttora una forte delusione, avendo in questi 150 deluso ogni nostra aspettativa di crescita, di pari dignità con le regioni del nord sempre più forti, sia economicamente che politicamente, quelle stesse regioni che oggi dopo aver mangiato e bevuto a sazietà rinnegano per primi questa Patria basta vedere quello che fa giornalmente la lega nord la quale offende, denigra la Nazione Italia eppure molti di loro sono dei ministri che dovrebbero tutelare l’intero paese. La Calabria una delle regioni che vanta più debiti, più promesse mai mantenute verso questa Italia che da sempre ci ha visti come zavorra bloccando sul nascere ogni minimo tentativo di crescita. Durante questi 150 il nord è diventato sempre più ricco, con nuove infrastrutture,fabbriche, sistemi di collegamento, mentre il sud sempre più povero con la conseguenza emigrazione verso il nord, questo nord che oggi deve la sua ricchezza alla immensa manovalanza sia fisica che mentale di uomini e donne che da sempre hanno portato in alto i valori dell’Italia, questi valori oggi rinnegati, scherniti,per ironia della sorte proprio da quelle regioni che più hanno preso, più hanno ricevuto da quest’Italia. Dunque come dicevamo all’inizo Selliaracconta pur non riconoscendosi in questa Italia vuole simbolicamente festeggiare questa data del 17 marzo ricordando i tanti meridionali e calabresi in modo particolare che hanno dato la propria vita nei campi di battaglia tenendo alta quella bandiera, quel tricolore che pur segnata da tante delusioni,tante amarezze, tante promesse mai mantenute continuavano a crederci ad averne fiducia, oggi invece non ci crede più nessuno.

Perchè proprio il 17 marzo si festeggia l'unità d'Italia?

 Oggi si festeggiano i 150 anni dell' Unità d'Italia, proclamata ufficialmente il 17 marzo 1861 quando Vittorio Emanuele II è stato nominato Re d'Italia "per grazia di Dio e volontà della nazione". Il Consiglio dei Ministri ha nominato un Comitato interministeriale per le celebrazioni, al quale è affidato il compito, in accordo con le Amministrazioni regionali e locali interessate, di organizzare le attività di pianificazione e preparazione degli eventi legati alla celebrazione di questa importante ricorrenza. Come logo dell'anniversario sono state scelte tre bandiere tricolore che rappresentano i giubilei del 1911, 1961 e 2011, in un collegamento ideale tra le generazioni. La valenza simbolica delle celebrazioni, inoltre, vuole essere la rappresentazione dell'identità e dell'unità nazionale.Il percorso che ha portato alla formazione del Regno d'Italia è iniziato dopo il Congresso di Vienna del 1815, ma il regno è stato istituito dopo la fine della Seconda Guerra di Indipendenza e la spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi. Alla fine della Seconda Guerra di Indipendenza, infatti, il Regno di Sardegna comprendeva i territori attuali di Valle d'Aosta, Piemonte, Sardegna, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria e Toscana. Nel 1860 è stata poi organizzata la spedizione dei Mille: Garibaldi è partito da Quarto il 5 maggio e sbarcato l'11 maggio a Marsala. Nel frattempo il Comitato per l'Unità Nazionale di Napoli cercava di conquista della capitale. Ad agosto la Basilicata si è unita al Regno d'Italia. Sempre ad agosto Giuseppe Garibaldi ha attraversato lo stretto di Messina e la Puglia ha dichiarato decaduti i Borbone con l'insurrezione di Altamura. Il 7 settembre 1860 è entrato a Napoli, ormai abbandonata dal re Francesco II di Borbone. Nel mese di ottobre una serie di plebisciti hanno stabilito l'annessione dei territori delle Due Sicilie al Regno Sabaudo. Nel 1861, con la prima convocazione del Parlamento Italiano, è stato così proclamato il Regno d'Italia, al quale mancavano ancora Veneto e Friuli, Roma, Trentino-Alto Adige e Venezia Giulia, territori che sarebbero entrati negli anni successivi.