Sono stati ultimati lavori di ripristino di quella che da anni veniva definita come ''strada della polvere': l'arteria tra la pineta di Giovino e la spiaggia è stata pavimentata con materiale di colore rosso mattone, di gradevole impatto visivo, e potrà essere percorsa tranquillamente dagli utenti degli stabilimenti balneari e della spiaggia. Si tratta di un nuovo importante risultato del sindaco Michele Traversa, che fin dal momento del suo insediamento ha dedicato un impegno straordinario al quartiere marinaro, e in particolare all'area di Giovino, lasciata per anni in uno stato di totale degrado e abbandono. Per questo il sindaco ha creato una task force, che ha visto la collaborazione dell'Afor, della Catanzaro Servizi, dell'Aimeri, per riqualificare l'intera area costiera. Grazie ad un imponente spiegamento di uomini e mezzi, in pochi giorni la spiaggia e la pineta sono state ripulite dalle erbacce e da ogni tipo di rifiuti, sono state sistemate le aiuole e la grande macchia mediterranea, messe a dimora nuove piante, eliminate le strutture abusive, riparate le staccionate, ripristinata la rete di irrigazione con la realizzazione di un nuovo pozzo, sistemati i canali di deflusso delle acque. Tutti interventi eseguiti sotto la diretta supervisione del sindaco, che in queste settimane ha effettuato numerosi sopralluoghi e continui incontri con i tecnici. La nuova strada sarà ora ultimata con la realizzazione della segnaletica orizzontale e verticale, e con l'installazione di dissuasori di velocità, al fine di garantire la sicurezza di cittadini e turisti.
domenica 3 luglio 2011
Catanzaro: finalmente pavimentata nel quartiere Giovino la famosa strada della polvere
Sono stati ultimati lavori di ripristino di quella che da anni veniva definita come ''strada della polvere': l'arteria tra la pineta di Giovino e la spiaggia è stata pavimentata con materiale di colore rosso mattone, di gradevole impatto visivo, e potrà essere percorsa tranquillamente dagli utenti degli stabilimenti balneari e della spiaggia. Si tratta di un nuovo importante risultato del sindaco Michele Traversa, che fin dal momento del suo insediamento ha dedicato un impegno straordinario al quartiere marinaro, e in particolare all'area di Giovino, lasciata per anni in uno stato di totale degrado e abbandono. Per questo il sindaco ha creato una task force, che ha visto la collaborazione dell'Afor, della Catanzaro Servizi, dell'Aimeri, per riqualificare l'intera area costiera. Grazie ad un imponente spiegamento di uomini e mezzi, in pochi giorni la spiaggia e la pineta sono state ripulite dalle erbacce e da ogni tipo di rifiuti, sono state sistemate le aiuole e la grande macchia mediterranea, messe a dimora nuove piante, eliminate le strutture abusive, riparate le staccionate, ripristinata la rete di irrigazione con la realizzazione di un nuovo pozzo, sistemati i canali di deflusso delle acque. Tutti interventi eseguiti sotto la diretta supervisione del sindaco, che in queste settimane ha effettuato numerosi sopralluoghi e continui incontri con i tecnici. La nuova strada sarà ora ultimata con la realizzazione della segnaletica orizzontale e verticale, e con l'installazione di dissuasori di velocità, al fine di garantire la sicurezza di cittadini e turisti.
sabato 2 luglio 2011
Sapete dove si trova il vulcano Marsili? Ci conviene saperlo perchè si trova molto vicino alla Calabria
Il vulcano Marsili che devasterà la Calabria. Cronaca di una morte annunciata o morte di una cronaca annunciata?
“Siamo arrivati alla follia. E cioè che mia moglie non potrebbe fare l’ingegnere del Ponte sullo Stretto perché ha solo la terza media. Signori, tanto è zona sismica: è inutile”. Chi fa satira,
come Cetto La Qualunque, a volte arriva abbastanza vicino alla verità. E’ qualcosa che non si può evitare, è vero: ma se conosciamo in tempo il rischio, possiamo proteggerci. Se al mondo non ci fossero costruzioni in cemento, il terremoto sarebbe un “enorme solletico”. Ma il maremoto? Il professore Franco Ortolani, ordinario di Geologia all’Università di Napoli Federico II, ha segnalato un pericolo nascosto tra gli abissi del Tirreno.
Si tratta di “Marsili”, il vulcano sottomarino più voluminoso d’Europa. E indovinate dove si trova? Il suo cratere è localizzato in mare aperto, a circa 65-70 chilometri a nord dell’arcipelago eoliano, non lontano dalle coste della Calabria tirrenica. E’ un vero e proprio colosso, perché si eleva per circa 3000 metri dal fondo marino e la sua cima sta sotto il livello dell’acqua appena 450 metri giù. Come se non bastasse l’altezza, la sua area di base è circa 2100 kilometri quadrati: per immaginarcela, dovremmo pensarla molto più grande di Roma (1.285 km²), Torino (130 km²), Firenze (102 km²) e Milano (183 km²) messe una accanto all’altra. Una gigantesca Atlantide.
Se “il maremoto del 1908 non fu provocato direttamente dal sisma, come si riteneva, ma da una grande frana sottomarina, verificatasi nello Stretto, che fu innescata dallo scuotimento sismico”, non possiamo non pensare ai pericoli che Marsili, risvegliandosi, potrebbe creare.
In passato lungo i suoi fianchi, come si apprende dal sito www.meteoweb.it , si sono generati “giganteschi eventi franosi sottomarini in grado di alzare imponenti onde di “tsunami” che hanno flagellato tutte le coste tirreniche dell’Italia meridionale (..) La massima altezza delle onde (in inglese “Run-Up”) sarebbe capace di lambire gli “8-10 metri” nei punti dove la morfologia del fondale lo permetteva”.
Oggi, Marsili è un vulcano attivo, a tutti gli effetti, e anzi: gode di ottima salute. Insomma il rischio è abbastanza concreto, ma non bisogna disperare. Alcuni dicono che la chiave di tutto starebbe nelle isole Eolie che “potrebbero svolgere il ruolo di “sentinelle” e annunciare con netto anticipo l’arrivo dell’onda di maremoto”. Purtroppo “nessuno potrà prevedere per tempo quando e in che misura il Marsili darà sfogo a una forte eruzione e se quest’ultima sarà in grado di dare vita a uno “tsunami”, un maremoto energetico”. Altri ribadiscono che “il più grande vulcano sottomarino d'Europa può disintegrare e provocare uno tsunami che potrebbe inghiottire il Sud Italia in qualsiasi momento”.
E qui vien da pensare a Bossi e a tutti i suoi amici dalla cravatta verde: chissà quante facce felici. Sarebbero contenti di fare “la cronaca di una morte annunciata”. Ma è giusto sapere, monitorare l’attività del vulcano e non sottovalutare questi rischi.
Per il resto, speriamo sia invece la “morte” di una cronaca annunciata.
di GIUSEPPE LABATE
venerdì 1 luglio 2011
Folle gesto della gelosia spara contro i consuoceri e la nuora... due morti e un ferito
coÈ accaduto nel Cosentino. A sparare sarebbe stato Francesco Cino probabilmente per dissidi legati alla separazione del figlio di lui con la figlia delle vittime
È morta anche la moglie di Franco Cariati, l’uomo ucciso ieri mattina a San Vincenzo La Costa dal consuocero, Francesco Cino, ancora ricercato dalle forze dell’ordine . Anna Greco, 57 anni, era stata ricoverata all’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza con una ferita di arma da fuoco ad un polmone. È deceduta nel primo pomeriggio. Non è grave invece la figlia, Teresa Cariati, 37 anni, che sarebbe ferita solo ad un braccio. Posti di blocco sono stati istituiti tra Rende e Montalto Uffugo. I carabinieri e la polizia stanno cercando Francesco Cino, venditore ambulante di Montalto. Sarebbe lui l’autore dell’omicidio di Franco Cariati, 61 anni, piccolo imprenditore edile di San Vincenzo La Costa, e della moglie, Anna Greco. L’uomo ha anche ferito Teresa Cariati. Sarebbe stata proprio Teresa Cariati a rivelare la sua identità e a raccontare la vicenda ai carabinieri. Ieri mattina Cino avrebbe voluto incontrare la nuora, che era insieme ai figli di 5 e 9 anni. L’incontro potrebbe essere avvenuto forse in maniera casuale, nei pressi dell’abitazione della donna, a Settimo di Montalto Uffugo. O forse l’uomo l’avrebbe attesa, sorprendendola mentre saliva in auto insieme ai figli. Ci sarebbe stato un diverbio, motivato probabilmente dal fatto che alla donna, nella causa di separazione in corso con il figlio di Cino, sarebbe stato dato in uso l’appartamento della coppia. Per questo Francesco Cino avrebbe già più volte litigato, in passato, con nuora e consuoceri. Il diverbio si sarebbe acceso a tal punto che Cino ha preso una pistola calibro 7,65, probabilmente a tamburo, e avrebbe sparato alla donna, ferendola ad un braccio, in modo non grave. Poi avrebbe annunciato di voler andare a casa dei consuoceri per ucciderli. La donna ha immediatamente, nonostante la ferita, telefonato al padre, avvertendolo del pericolo. Il padre non era in casa, in quel momento. All’arrivo della telefonata si sarebbe subito messo in azione per recarsi nella propria abitazione, camminando lentamente per una steccatura che portava ad una gamba e per le stampelle che doveva utilizzare.
giovedì 30 giugno 2011
Il Parco Nazionale della Sila parte integrante di un progetto che vede coinvolti i vari parchi del centro sud finalizzato alla loro valorizzazione e promozione
Si è svolto a Roma il primo incontro formativo che ha visto coinvolto i vari parchi del centro sud D’Italia dove ha partecipato anche il “Parco Nazionale della Sila” Fiore all'occhiello dei parchi calabresi.
mercoledì 29 giugno 2011
Finalmente al porto di Catanzaro Lido da quest'estate potranno attraccare imbarcazioni da diporto
Già da questa estate, nel porto di Catanzaro Lido
lunedì 27 giugno 2011
Quando Bosco traduceva dal Calabrese all'Italiano
La televisione italiana da qualche settimana sta mandando in onda messaggi di valorizzazione dei dialetti. Potrebbe sembrare
una novità, o un paradosso nei giorni in cui il Belpaese festeggia i 150 anni dall'Unita', ma non lo e'. In realtà, infatti, i dialetti erano tenuti in alta considerazione già nel Risorgimento, che diede vita ad uno Stato che fu unitario, ma non centralista. A conferma di questa affermazione basti ricordare la legge n. 3.702 del 23 ottobre 1859 che attribuiva l'istruzione elementare maschile e femminile ai Comuni, la secondaria alle Provincia e riservava allo Stato solo l'istruzione universitaria.
L'Italia con il Risorgimento introdusse il programma ''dal Dialetto alla lingua'', varato con ''approvazione definitiva della Commissione Ministeriale pei libri di testo''. Il programma prevedeva diverse fasi di comprensione e di esercitazioni di traduzione e di lettura dai dialetti, con testi per ciascuna particolarità dialettale. I testi, pubblicati dalla Paravia di Torino e dalla Bemporad di Firenze, erano per i dialetti piemontesi di B. Terracini; per quelli della Liguria di T. Giaimo; per quelli del Veneto di B. Migliorini; per Trieste e l'Istria di E. Roman; di C. Tagliavini per i dialetti dell'Emilia; di A. Maragliani, A. Ottolini, L. M. Capelli, S. Crepaldi, E. Enovi, T. Tamborini per i dialetti lombardi; di U. Bosco per i dialetti della Calabria; di L. Natoli per i dialetti del Palermitano; di F. Nicolini per i dialetti della Campania; di D. Parenti per i dialetti della Sardegna; e via dicendo.
Del 1850, peraltro, in Italia venne pubblicata una quantità incredibile di grammatiche e dizionari tra le varie parlate italiane e la lingua italiana. Per avere contezza di questa produzione, e' sufficiente leggere il manuele Hoepli di D'Ovidio-Meyer Lubke dal titolo ''Grammatica storica della lingua e dei dialetti italiani'', che uscì nella seconda edizione a Milano nel 1919. Sullo stesso tema nel 1931 uscì il ricco volumetto di Angelico Prati, dal titolo ''I vocabolari delle parlate italiane''. D'altra parte il fatto che l'istruzione elementare fosse affidata ai Comuni favorì il mantenimento e perfino il potenziamento delle lingue minoritarie locali: i friulani nel Nord Est, gli Occitani sul versante Nord Orientale, l'albanese in diverse località della Sicilia e della Calabria, per non citare che quelle più importanti. A San Demetrio Corone, fino al 1961, si mantenne un collegio tanto qualificato che i maggiorenti albanesi vi mandavano a studiare i propri figli per evitare che perdessero la cultura dei propri avi, quando la loro terra era occupata da potenze straniere. E a Corigliano Calabro, non in Albania, nacque il pr imo quotidiano al mondo in lingua albanese.
L'apprendimento della lingua italiana passando attraverso il dialetto durò fino al 1927. Nel 1923, infatti, l'allora ministro della Pubblica Istruzione Giovanni Gentile mise in atto una riforma scolastica, elaborata assieme a Giuseppe Lombardo Radice, che entrò in funzione nel tempo fissato in quattro anni. Nel frattempo, il dialetto venne da popolare reso nobile.
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