venerdì 8 luglio 2011

Agguato mortale in pieno centro a Lamezia Terme.... siamo in estate ma la ndragheta non va in ferie


Agguato mortale, ieri mattina, a Lamezia Terme
Un giovane di 20 anni, Francesco Torcasio, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco mentre si trovava a bordo della sua autovettura, un Peugeot 107, parcheggiata in via Misiani, nel centro della città. Alcune settimane fa era stato ucciso il padre della vittima, mentre di sera stava assistendo ad una partita in un centro sportivo alla periferia di Lamezia Terme. L’omicidio di Francesco Torcasio, sarebbe, secondo gli investigatori, una netta conferma della ripresa della faida tra le cosche della ‘ndrangheta. Nella faida, che va avanti da oltre nove anni, i componenti della famiglia Torcasio sono stati decimati. L’omicidio di Vincenzo Torcasio, cugino di primo grado del presunto boss, e quello del figlio Francesco, commesso a distanza di un mese, confermerebbero ancora una volta che si tratta della cosca perdente. Negli ambienti investigativi si ipotizza che a Lamezia Terme ci sia una riorganizzazione degli assetti della criminalità organizzata e del controllo delle attività illecite. Nelle settimane scorse il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, si era detto preoccupato per la “grave situazione”. Dopo l’omicidio di Vincenzo Torcasio a Lamezia si era riunito il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che aveva deciso un potenziamento del controllo del territorio. “Sono profondamente turbato e addolorato per quello che sta succedendo. Un omicidio di chiarissimo stampo mafioso alle 9 del mattino, in pieno centro cittadino e dopo che nella notte si era messa in atto un’ennesima intimidazione, questa volta ai danni della pasticceria Giordano coinvolgendo gli abitanti della zona. La vittima, un ragazzo di 20 anni, figlio di una persona uccisa qualche settimana fa. Siamo tutti preoccupati che riprenda e si sviluppi una nuova guerra di mafia, terribile, sanguinaria e senza esclusione di colpi”. Lo afferma il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, in merito all’agguato mortale di ieri. “Nel ribadire il sostegno mio e di tutti i cittadini alle forze di polizia e alla magistratura per quello che fanno ogni giorno - aggiunge Speranza - voglio invitare l’opinione pubblica alla reazione democratica e civile e lo Stato a stare vicino a Lamezia in questo momento difficile. Lamezia ha dimostrato di essere una comunità vitale, vivace e che vuole conquistarsi un suo futuro di libertà e di dignità. Faccio un appello: la vendetta non serve, alimenta solo odio e sangue ed espone a rischi anche cittadini inconsapevoli che passano per caso sul posto dei delitti e degli attentati”. “Siamo fortemente preoccupati per il clima di tensione e per gli atti criminosi che stanno turbando la serenità della città di Lamezia Terme”, afferma dal canto suo il commissario cittadino del Pd, Giovanni Puccio. “In una zona centrale della città di Lamezia Terme - aggiunge Puccio - è stato ucciso Francesco Torcasio, un giovane di 20 anni, a distanza di un mese dall’omicidio del padre. È il quinto omicidio in due mesi. La città è profondamente turbata dallo scontro tra cosche e che insieme alle intimidazioni quotidiane che si registrano in città (l’ultima è di ieri) producono un clima di paura che minaccia la libertà di tutti. Lamezia deve reagire in modo forte ed ognuno deve fare la propria parte, si richiede un’assunzione di responsabilità non soltanto ai soggetti istituzionalmente preposti al contrasto della criminalità ma anche a chi in modo netto, insieme, vuole generare nella società quegli anticorpi necessari per sconfiggere ogni forma di violenza e di soprusi”. “Ancora omicidi di mafia a Lamezia Terme e atti intimidatori alle attività commerciali. L’ultimo atto intimidatorio ha riguardato una pasticceria nel centro di Nicastro, colpita da una violenta esplosione”. La Casa della legalità, R-Evolution legalità, Libera Lamezia, FISH Calabria Onlus, Coordinamento Regionale Alogon, Agende Rosse Calabria, Il Delta Società Cooperativa Sociale in una nota stampa “condannano fermamente la violenza delle ‘ndrine in città.

giovedì 7 luglio 2011

Sellia risulta tra i 25 comuni d'Italia più virtuosi nella raccolta della differenziata

    Anche Legambiente incorona Sellia primo “Comune Riciclone”     calabrese


Sellia si conferma primo comune calabrese per percentuale di raccolta differenziata. Anche dalla classifica stilata dall’ “Ecosportello” di “Legambiente” che ha analizzato i dati di rifiuti riciclati dei comuni italiani, Sellia che occupa la 24a posizione in ambito nazionale, è di gran lunga il più virtuoso dei comuni calabresi. Per trovare un altro comune della nostra regione bisogna scorrere la graduatoria fino alla 69a posizione occupata dal comune di Vaccarizzo Albanese in provincia di Cosenza. La classifica di Legambiente viene stilata attraverso un indice che mette in rapporto la percentuale di raccolta differenziata realizzata unitamente alla riduzione di emissione di Kg CO2 procapite. Con il punteggio di 67,54 Sellia conquista, come detto il primato regionale e si colloca tra i primi 25 comuni d’Italia. Questo dato conferma quello pubblicato nei mesi scorsi dall’ARPACAL (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) nel Report “Rifiuti 2010” che colloca Sellia con il suo 73.68% di rifiuti riciclati in vetta alla graduatoria regionale. Se si considera che il dato medio regionale di differenziata è del 11.93% si può facilmente capire come il dato del comune di Sellia sia davvero straordinario. Su tale importante primato abbiamo voluto sentire il giovane sindaco della piccola comunità selliese, Davide Zicchinella. “ Innanzitutto voglio ringraziare i miei concittadini perché se Sellia è riuscita a raggiungere questo importante traguardo è certamente grazie anche alla loro collaborazione. Detenere il primato regionale sulla raccolta differenziata come hanno confermato
sia i dati dell’ARPACAL nei mesi scorsi sia quelli di Legambiente in questi giorni è per noi tutti motivo di grande orgoglio. Il prossimo 14 luglio sarò a Roma per ritirare il premio che Legambiente assegna ai comuni italiani più virtuosi definiti appunto “Ricicloni” e che vede Sellia tra i primi 25 comuni d’Italia.

mercoledì 6 luglio 2011

Simeri Crichi presenze da record nel secondo anno dell'oratorio estivo


La regione Calabria risulta una delle regioni d'Italia più ricche di reperti archeologici risalenti alla preistorica. (Prima Parte)


Le varie ricerche archeologiche
hanno reso la regione una tra le più note d’Italia per la ricchezza di reperti risalenti alla preistoria. Durante il Paleolitico inferiore la Calabria era caratterizzata dalla presenza dell’industria del ciottolo(chopper) che consisteva nello scheggiare rozzamente pietre mediante percussione con altra pietra, sovente sfaccettate dalle quali gli uomini primitivi ricavavano gli arnesi che utilizzavano per uccidere gli animali. Gli oggetti tratti da ciottoli di quarzite ritrovati nella località di Casella di Maida (Catanzaro) sono testimonianza del più antico insediamento di Homo Erectus con industria preacheuleana databile tra 700.000 e 500.000 anni fa . Anticamente le grotte abitate da questi ominidi si trovavano nei pressi di una spiaggia battuta dal mare, oggi sostituita da un ambiente a macchia mediterranea .
L’importanza di questa stazione preistorica non si ferma al solo campo paleontologico, ma riguarda anche quello geologico. Le varie stratificazioni delineate sul terreno, comprovano i vari sollevamenti marini ai quali è stata sottoposta la Calabria in un lontanissimo passato geologico.
Accanto alle attività legate alla sopravvivenza dell’uomo, troviamo un’importante giacimento di superficie dell’Acheuleano finale ( industria levalloisiana-musteriana) di Rosaneto di Tortora, (Cosenza) nei pressi della foce della fiumara Noce-Castrocucco, antica di 250.000 anni. In questo sito sono state rinvenuti strumenti su ciottolo e su scheggia con industria del bifacciale o amigdala, raschiatoi, punteruoli e utensili dentellati ( hachereaux).
Del Paleolitico medio possiamo annoverare le stazioni litiche musteriane di Grotta di Torre Talao (Scalea) dove l’uomo era dedito alla caccia e alla raccolta di frutti spontanei.
Lo scoglio di San Giovanni di Cirella, grande ammasso calcareo, che nel 1932, mentre alcuni operai impegnati in una cava di pietrisco delle Ferrovie dello Stato tratta Napoli-Reggio, s’imbatterono in un’ampia grotta, profonda una ventina di metri dal quale si dipartivano un buon numero di cunicoli naturali. Furono rinvenuti resti di fauna pleistocenica; come i resti fossili di Elefantini, cavalli e asini nani Caballus e Asinus Equus ), rinoceronti e ippopotami; frammenti scheletrici di Cervus Elaphus e Cervus Capreolus.; piccoli resti quali il Bove Primigenio, e il Bove Tauro. Nell’ordine dei carnivori furono rinvenute ossa di Ursus Spelacus e della Hjena Crocuta ed il Felis Pardo. Per quanto riguarda l’industria litica, furono rinvenuti cuspidi, raschiatoi-punteruoli in selce di forma triangolare e ancora diverse schegge quarzifere, lavorate secondo la tecnica musteriana. Inoltre, ammucchiati, quasi all’ingresso della caverna, trovarono trenta ciottoli in quarzite. ( La grotta è ormai scomparsa completamente da più di quarant’anni abbattuta e distrutta dalle ruspe e dalle trivelle, per la costruzione della Superstrada SS. 18 lungo il Tirreno) Non lontano dallo scoglio vi è la stazione litica di Grotta di Torre Nave a Praia a Mare, (Cosenza) risalente a 125.000 anni fa. In queste grotte, durante gli scavi effettuati dal 1914 al 1932, furono ritrovati

martedì 5 luglio 2011

Si sta concludendo l'inchiesta sui vari parchi eolici in Calabria

Di ieri il deposito delle ultime informative
relative alla porzione di indagini affidata ai carabinieri riguardanti il filone basato sull’ipotizzato pagamento di una presunta tangente di due milioni e 400 mila euro


Come era trapelato nei mesi scorsi, all’epoca dell’ultima proroga delle indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, si avvia alla sua conclusione, prevista per fine mese, la vasta inchiesta relativa alla realizzazione di diversi parchi eolici in Calabria, che secondo l’ipotesi accusatoria sarebbe costellata di illeciti. Di ieri il deposito delle ultime informative relative alla porzione di indagini affidata ai carabinieri all’attenzione del sostituto procuratore Carlo Villani, uno dei magistrati impegnati nella complessa attività, in particolare riguardanti il filone basato sull’ipotizzato pagamento di una presunta tangente di due milioni e 400 mila euro che sarebbe stata pagata ad esponenti politici da imprenditori interessati ad entrare nel business dell’eolico in Calabria, ma anche tutte le successive attività per la costruzione di vari parchi seguite alle varie richieste autorizzative presentate da diverse ditte. Questo filone ha coinvolto, fin qui, trentaquattro indagati, tra cui ex amministratori e funzionari regionali, ed imprenditori, per ipotesi di reato che, a vario titolo, vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla concussione, alla corruzione, all’abuso d’ufficio ed al falso. Anche altre, tuttavia, sono le tranche dell’inchiesta le cui investigazioni, nei mesi scorsi, sono state ripartite tra le varie forze di polizia. L’ultima attività degli inquirenti che ha occupato le cronache locali è stata quella legata alla realizzazione del parco eolico di Girifalco, a dicembre è stato posto sotto sequestro per presunte violazione di norme urbanistiche e di direttive regionali. Lo stesso parco eolico, del resto, di recente è tornato alla ribalta delle cronache, e precisamente a metà maggio, quando i carabinieri hanno arrestato l’imprenditore Domenico Strumbo, per una presunta estorsione ai danni della società Brulli energia di Reggio Emilia che nel maggio del 2009 era impegnata nei lavori di realizzazione della struttura.

lunedì 4 luglio 2011

In Calabria esibire nelle varie località turistiche l'ambita bandiera blu significa solo far pagare di più ai turisti

 
Impennata dei prezzi per le casa vacanza; il dato emerge dal portale immobiliare “Casa.it” che, attraverso quello che è stato denominato osservatorio “Calabria”, ha acceso i riflettori sulla nostra regione.
Con la stagione estiva che sta entrando nel vivo l’osservatorio “Calabria” ha analizzato le ricadute, in termini di prezzi, sui chi decide di passare le proprie vacanze nei centri che hanno conquistato la bandiera blu della Fee (la Foundation for environmental education) nel 2011. Sotto osservazione sono stati i mutamenti statistici delle cinque località calabresi che si sono aggiudicate l’ambito riconoscimento: Marina di Gioiosa Jonica, Roccella Jonica, Amendolara, Cariati e Cirò Marina. Dall’analisi è emerso che la spiaggia incontaminata più desiderata dagli italiani è quella di Amendolara, il comune dell’alto jonio cosentino che ha conquistato la “bandiera blu” proprio nel 2011. Rispetto al 2010 il portale di “Casa.it”, infatti, ha registrato un incremento delle richieste rispetto all’anno passato di circa il 17%.
Ma ai turisti costerà un pò soggiornare in Calabria e dati mettono in evidenza che il prestigioso titolo ha portato a notevoli incrementi nei costi d’affitto: fino a un +36% per Marina di Gioiosa Ionica con un prezzo medio settimanale di