appuntare con chi si è parlato al telefono, le commissioni che sono già state fatte, per non ripeterle o richiamare persone già sentite. E’ la quotidianità di Katie Booth, inglese di 34 anni.
Tutto è cominciato una sera di tre anni prima. Katie era al quarto mese di gravidanza. Ad un certo punto ha avvertito una fortissima emicrania. Quando il compagno, Jonathan Roberts, anche lui di 34 anni, è tornato a casa, l’ha aiutata a mettersi a letto e le ha dato un panno caldo da mettere sulla fronte per cercare di calmare il dolore. Ma non è servito a nulla. Katie ha cominciato a vomitare, a gridare dal male. Fino a che non ha perso conoscenza. Jonhatan l’ha portata in ospedale, dove i medici le hanno diagnosticato un aneurisma cerebrale, aggravato dalla gravidanza che aveva premuto sulla vena, provocando un’emorragia. Se fosse passato un po’ più di tempo per Katie sarebbe potuta essere la fine. Dopo un’operazione di dieci ore e quattro mesi in ospedale, Katie è potuta tornare a casa.
Nel luglio del 2008 Katie ha partorito Elliot con un cesareo. Rimase in ospedale per un settimana dopo il
