lunedì 21 novembre 2011

Sellia : Il comune in....forma. Collaboriamo tutto al completamento dell'Eco-Museo

Cari concittadini
come avete avuto modo di poter constatare i lavori di realizzazione dell’Eco-Museo, nello spazio sovrastante il Chiosco, stanno procedendo alacremente. A questa prima parte di lavori che hanno portato al rivestimento del muro inferiore, alla realizzazione di otto grandi nicchie e all’istallazione di sei grandi teche seguirà un secondo intervento grazie al quale si potrà completare il rivestimento di tutto il muro e portare a termine la riqualificazione di uno spazio che, di fatto, diverrà la vetrina della storia, della tradizione, della cultura di Sellia. Completato il “contenitore” ora la sfida più importante sarà quella di riempire il nostro “Eco-Museo” di contenuti. Vista l’importanza di tale intervento come Amministrazione Comunale abbiamo deciso di coinvolgere la popolazione selliese tutta, residente e non, nell’allestimento di tale importante spazio. In questa prima fase ciò di cui abbiamo bisogno è del materiale fotografico che abbia come soggetto momenti di vita vissuta all’interno del nostro paese o che ritragga suoi caratteristici scorci. In ogni caso chiunque abbia delle foto di Sellia che vanno dai primi del novecento agli anni settanta portandole in comune (le foto saranno riprodotte e restituite) o inviandole al seguente indirizzo di posta elettronica piacentegrafica@alice.it in qualsiasi formato ma con risoluzione di almeno 300 D.P.I. entro la data del 4 dicembre 2011 potrà aiutarci a scegliere quali immagini porre all’interno degli otto grandi archi realizzati sul muro dell’Eco-Museo e negli altri spazi che saranno successivamente individuati. Presso gli uffici comunali e allo stesso indirizzo di posta elettronica potrà pervenire entro la data del 31 dicembre 2011 tutto il materiale cartaceo e documentale che riguarda Sellia.

Per far fronte all'emergenza rifiuti il sindaco Traversa farà intervenire la Protezione Civile

Interverrà la Protezione Civile nazionale
per fare fronte al problema dell’emergenza rifiuti nella città di Catanzaro. Lo rende noto il sindaco Michele Traversa, che in questi giorni prosegue i suoi interventi istituzionali per risolvere l’intricata vicenda della discarica di Alli, al centro della nota vicenda giudiziaria che ha portato al blocco dell’impianto. In particolare, il sindaco è in stretto contatto con il prefetto Antonio Reppucci, con il quale si è incontrato questo pomeriggio a Catanzaro, oltre che con il presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti e il dirigente generale Franco Zoccali. Il governatore, pure non avendo competenze dirette essendo il settore della gestione dei rifiuti sottoposto a commissariamento, sta dedicando grande impegno alla soluzione del problema, e questa mattina ha sollecitato il capo della Protezione Civile, prefetto Franco Gabrielli, chiedendo un suo intervento urgente. Dopo le dimissioni del Commissario, generale Melandri, la competenza sulla gestione dell’emergenza è infatti tornata in capo alla Protezione civile. Il prefetto Gabrielli arriverà nella prossima settimana ma, a seguito delle pressioni del presidente Scopelliti, ha deciso di inviare a Catanzaro il dirigente dell’Ufficio II del Dipartimento della Protezione Civile, Nicola Dell’Acqua, che martedì incontrerà il sindaco Traversa, il prefetto Antonio Reppucci e i rappresentanti della Regione.

sabato 19 novembre 2011

Sellia il primo comune della Calabria per la raccolta della differenziata viene inserito tra le tappe del progetto "CaRalabria"


Articolo tratto dalla "Gazzetta del Sud" del 18.11.2011

I rifiuti della discarica di Alli (Catanzaro) erano diventati una vera miniera d'oro


     
 
 

È quanto emerge dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro che ha portato all’arresto dei vertici della società Enertech, al sequestro di beni per 12 milioni di euro ed alla richiesta di interdizione per il commissario per l’emergenza ambientale Melandri

Nella foto la discarica di "Alli" CZ
 La discarica di Catanzaro era considerata un affare da “miniera d’oro” attraverso il quale, pur violando ogni norma ambientale, si riusciva ad evadere il fisco per milioni di euro. È questo lo scenario che emerge dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro che ieri mattina ha portato all’arresto dei vertici della società Enertech, che gestisce la discarica del capoluogo calabrese, al sequestro di beni per 12 milioni di euro ed alla richiesta di interdizione per il commissario della Regione per l’emergenza ambientale, Graziano Melandri, e per due funzionari dello stesso ufficio. I militari della Guardia di finanza ed i carabinieri del Noe di Catanzaro hanno notificato una ordinanza di custodia cautelare in carcere al proprietario della società Enertech, Stefano Gavioli, 54 anni, di Venezia, e al direttore tecnico della stessa società, Loris Zerbin, 50 anni, di Campolongo Maggiore (Venezia). Hanno ottenuto invece i domiciliari l’amministratore di una delle società del gruppo della Enertech, Giovanni Faggiano, 52 anni, di Brindisi; l’avvocato e consulente della società, Giancarlo Tonetto, 56 anni, di San Donà di Piave (Venezia), ed Enrico Prandin, 49 anni, di Rovigo. Un commercialista e di un tecnico della Eneterch, inoltre, sono stati sottoposti all’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. Ai destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare vengono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale ed alla violazione delle norme ambientali. Dalle indagini è emerso un sistema di società, costituite come delle scatole cinesi, attraverso le quali avveniva l’evasione delle imposte dovute all’erario. Ad organizzare il raggiro, secondo la Procura della Repubblica di Catanzaro, sarebbe stato Stefano Gavioli, titolare della Enertech. Nonostante i debiti con il fisco l’ufficio del commissario per l’emergenza ambientale ha liquidato somme per circa 3 milioni di euro alla Enertech. Per questa vicenda erano già stati indagati ad agosto il commissario Melandri e l’ex sub-commissario ed attuale assessore regionale all’ambiente, Francesco Pugliano. Una seconda parte dell’inchiesta, condotta dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dal sostituto Carlo Villani, riguarda le presunte violazioni delle norme ambientali commesse dalla Enertech. In particolare i carabinieri del Noe hanno accertato che il percolato prodotto nella discarica finiva nel fiume Alli e successivamente nel mare Jonio. Gli arresti compiuti ieri mattina, secondo il Procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, rappresentano “l’ultimo atto dell’inchiesta sulla discarica di Catanzaro.

venerdì 18 novembre 2011

U Viveri e sutta Santa Maria


Quanti di voi sapevano che proprio “u viveri e sutta Santa Maria” era l’antico lavatoio di Sellia? Esattamente in questo posto (ma con una diversa sistemazione del terreno) era ubicato il lavatoio. Una grande “cibbia”rettangolare raccoglieva al suo interno l’acqua preziosa della omonima sorgiva che malgrado non provenisse da un alta montagna l’acqua non seccava mai neppure durante la calura estiva, certamente la sua portata diminuiva o aumentava a secondo delle stagioni ma anche se più lentamente la cibbia si riempiva sempre, era una grande comodità per le massaie che almeno quando erano pochi panni evitavano di scendere sino alla Jumara. Questo lavatoio era coperto da una tettoia di tegole per poter  riparare dalla pioggia le donne che erano impegnati a lavare i panni . Con l’arrivo dell’acqua corrente e l’installazione delle varie fontane pubbliche il lavatoio subì una trasformazione i  getti d’acqua da uno passarono  a 4 per poter garantire a più donne di lavare contemporaneamente, una vera comodità per l'intero paese che ancora dovrà aspettare degli anni prima di vedere l’acqua corrente installata nelle varie abitazioni private, così si potevano lavare i panni più spesso evitando di arrivare sino a ra hjumara per fare il bucato, le vasche diventarono tre   con i scrjcaturi .C'era un viavai di donne sin dalle primi luci dell'alba tanto che bisognava aspettare pazientemente  il proprio turno anche per delle ore. La sua scomparsa questa volta non fu per causa del'uomo ma una frana che precedette di pochi giorni quella disastrosa del 1943 sotterrò tutto;  alcuni anni dopo verso gli anni 50 durante certi lavori una parte del lavatoio venne alla luce ma fu distrutto per fare spazio alla costruzione della nuova cunetta della strada provinciale.