mercoledì 29 febbraio 2012

Taverna iniziati ufficialmente le celebrazioni per il IV centenario della nascita di Mattia Preti





Importante scoperta all'Università della California sulla metasti tumorale grazie ad un ricercatore Catanzarese

Ricercatore catanzarese scopre il meccanismo delle metastasi tumorali
Ricercatore catanzarese scopre il meccanismo delle metastasi tumorali
Scoperta la chiave del “difetto cellulare” che porta alla formazione di metastasi tumorali. Un team di ricercatori della University of California a San Francisco, guidati dal catanzarese Davide Ruggero, hanno individuato una rete di geni regolati da una molecola, chiamata mTor, che controlla la produzione delle proteine all’interno delle cellule: è questo aminoacido il “colpevole” della creazione di metastasi: in molte forme di tumori, il normale compito di mTor viene distorto, e la molecola inizia a indurre le cellule a dividersi in modo non normale, trasformandosi in invasive e generando per l’appunto metastasi.
 E’ come se il cuore dopo un infarto creasse intorno a sé un ambiente inospitale, incapace di far rigenerare i tessuti. Un piccolo segreto scoperto da studio dell’università La Sapienza e del Laboratorio di Biologia Molecolare Europeo che può stravolgere la cura per il cuore. Una scoperta che si aggiunge a un’altra: quella della capacità del cuore di ripararsi da solo, sempre


Gli studi più recenti suggeriscono che – ancor prima di manifestarsi – il tumore rilasci in circolo cellule capaci di disseminarsi in altre parti del corpo, ma la conoscenza delle basi cellulari e molecolari del fenomeno fa ragionevolmente prevedere che presto saremo in grado di contrastarlo. Molti laboratori – anche in Italia – stanno facendo in questo settore progressi sorprendenti.

martedì 28 febbraio 2012

Malgrado la perdita del finanziamento di ben 4 milioni di euro il consorzio valle del Simeri punta con sicurezza alla realizzazione del porto alla foce del fiume Simeri



The Ecologist importante rivista svela le condizioni da schiavi durante la raccolta delle arancie in Calabria da parte della multinazionale Coca-Cola che per ripicca ritira le varie ordinazioni dalla nostra regione

 
Le arance per la Fanta frutto del lavoro di "migranti schiavi"

Una inchiesta del periodico The Ecologist ha messo a nudo come le arance che servono alla produzione della Fanta provengano da lavoratori definiti "schiavi" attivi in Calabria
Condizioni di vita da schiavi, paga ridicola, nessuna tutela, caporalato imperante. È la situazione di molti migranti, spesso clandestini, che lavorano da stagionali in Calabria e raccolgono le arance destinate a finire nelle lattine di Fanta, marchio di proprietà della Coca-Cola. L’indagine è stata condotta dal periodico The Ecologist e rilanciata dall’Independent. Il colosso americano ha però smentito le critiche assicurando che i produttori da cui si serve sono regolarmente controllati da terze parti indipendenti in modo che gli standard siano rispettati. La Coca-Cola ha poi ammesso che la filiera produttiva è talmente lunga da non poter garantire la stessa cosa per le aziende che lavorano in subappalto. Alla base di tutto ci sarebbero i prezzi da fame pagati dalle grandi multinazionali ai produttori – 7 centesimi al chilo. Pietro Molinaro, capo della Coldiretti Calabria ha detto che il “prezzo appropriato» sarebbe di 15 centesimi. Il quotidiano britannico sottolinea però che non ci siano prove schiaccianti di cattiva condotta da parte di Coca-Cola o i dei suoi fornitori.
L'inchiesta racconta come proprio in questi giorni circa duemila africani, molti dei quali sono arrivati in Italia affrontando un viaggio a dir poco insidioso, siano impiegati nelle campagne calabresi. Per un'intera giornata di lavoro ottengono al massimo 25 euro. Sono concentrati per lo più intorno alla città di Rosarno e raccolgono gran parte delle 870.000 tonnellate d'arance che ogni anno sono colte in Calabria. La maggior parte di questi lavoratori vive in baraccopoli in condizioni pessime ed è alla mercé delle organizzazioni criminali. Ai caporali infatti i migranti pagano "una tassa" per poter lavorare negli agrumeti calabresi. Le arance raccolte sono usate per produrre succo concentrato che è poi venduto a diverse multinazionali, tra le quali c'è la Coca Cola. Quest'ultima sarebbe una delle principali acquirenti di succo d'arancia concentrato che utilizza per la produzione della Fanta. Secondo gli attivisti, il vero scandalo sarebbero i 7 centesimi pagati dalle multinazionali per ogni chilo di succo d'arancia: il prezzo sarebbe troppo basso e lo dimostra il fatto che tanti agricoltori locali preferiscono lasciare marcire sugli alberi gli agrumi piuttosto che raccoglierli. Da qui segue che le aziende che danno lavoro agli extracomunitari sono costrette a sottopagarli e a sfruttarli perché questo è l'unico modo per ottenere un profitto dalla vendita del succo d'arancia alle multinazionali.
DIFESA E REPLICA - Pietro Molinaro, presidente della Coldiretti Calabria, ha raccontato alla rivista ecologista di aver presentato il problema alla Coca Cola, che solo nel 2010 ha fatturato 11,8 miliardi di dollari,

I paesi della provincia: Motta Santa Lucia