domenica 8 aprile 2012

Buona Pasqua 2012 a tutti da Zagor & Selliaracconta Con L'augurio che possiamo guardare il mondo con gli occhi di un bambino.


Per quanti di voi  che come me avete superato gli ….anta certamente nei vostri ricordi più cari si trova il periodo della Santa Pasqua la quale si viveva in modo molto diverso da oggi, certamente non con  uova,ovetti di cioccolata, l’uovo quello vero era sistemato sopra le “cuzzupe”
 tante tantissime” cuzzupe” ma anche tozzetti  alle mandorle dolcetti all’anice ecc   che venivano portate “a ru fornu de Nicola” Si vedevano tante “lannie “  piene di prelibatezze pasquali, abilmente sistemate sulle teste delle nostre madri, che scendevano “a ri Palazzini”  una volta arrivate pazientemente aspettavano il proprio turno per infornarle. La Settimana Santa era un susseguirsi di appuntamenti religiosi che scandivano in modo molto partecipato l’avvicinarsi della resurrezione di Gesù. Il Mercoledì Santo  si assisteva ad una vera disputa tra le bambine tra chi doveva custodire gelosamente le chiavi del S.S. Sacramento, tanto che spesso si doveva ricorrere a un sorteggio. Le Campane “ammutavanu”in segno di lutto per la passione di Gesù. La “Toppita” aveva il compito di prendere momentaneamente il posto delle campane, la si sentiva suonare tra  le viuzze del borgo oltre che per avvisare l’inizio delle varie funzioni anche alle 8 di mattina come a mezzogiorno.  Vedere la suggestiva statua dell’Addolorata che  la si poteva ammirare solo durante la Settimana Santa (durante il restante periodo dell’anno veniva serbata nella sacrestia) aumentando così lo stupore, venendo rapiti suo  dolore, mi ricordo che da piccolo in più di una occasione mentre l’osservavo mi sono scese  le lacrime pensando il forte dolore che ha dovuto provare nel vedere il suo giovane figlio ucciso crudelmente sulla croce. Ma dopo i giorni di dolore, di buio, di smarrimento,di disperazione arrivava la luce della....

Il Vangelo di Pasqua Domenica 8.4.2012

Dal vangelo secondo Giovanni.
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

frasi gif di buona Pasqua

Buona Pasqua 2012

sabato 7 aprile 2012

Pasqua per i calabresi nel segno delle antiche tradizioni


Sellia "A Cunfrunta"

Oltre la metà dei calabresi metterà in tavola piatti e ricette della regione per le festività di Pasqua. Dalle “cuzzupe” alle “nepitelle” ai “cudduraci” saranno soprattutto i dolci della Settimana Santa a farla da padroni in famiglia ma anche nei locali pubblici. 
Coldiretti Calabria stima che sei cittadini su dieci, nella regione, non verranno meno alle tradizioni locali di una festività che, tra riti religiosi e scampagnate fuori porta al mare o in montagna (meteo permettendo), resta tra le più sentite dell’interno anno. Il trend delle vacanze, in ogni caso, evidenzia un leggero aumento e si colloca nell’ambito di un copione ormai consolidato che vede prediligere periodi brevi e di qualità. Nonostante i morsi della crisi tengono le prenotazioni negli agriturismi che fanno segnare addirittura - secondo una stima di Terranostra l’associazione di categoria della Coldiretti - un leggero aumento (2%) rispetto allo scorso anno. E diversi sono i locali che registrano addirittura il tutto esaurito sia per il pranzo di Pasqua che per il week end. A tavola le strutture agrituristiche serviranno rigorosamente prodotti agricoli ed agroalimentari locali, gli stessi che fanno sempre di più spesso capolino anche nelle altre realtà turistico-alberghiere e nei ristoranti. E chi vorrà potrà acquistare nei punti vendita della rete Campagna Amica (oltre 190) che offrono diverse occasioni per comprare prodotti di qualità e stagionali al giusto prezzo.
manifestazioni Pasquali in calabria

A Noceria Terinese si è ripetuto il rito secolare dei Vattienti



Da secoli a Nocera Terinese si ripete un rito, in molti casi tramandato da padre in figlio, denominato dei “Vattienti” i quali  mortificano pubblicamente il loro corpo con la  flagellazione fino a far sgorgare il sangue dalle ferite provocate dal “cardu”, un  disco di sughero su cui sono infissi tredici acuminati pezzetti di vetro, detti “lanze”. Prima, però, si “iperemizzano  o si arrosano”, come si suole dire in gergo, le cosce e i polpacci con le mani e poi con la “rosa”, un disco di sughero.
È una pratica assai cruenta compiuta, da alcuni la sera del venerdì Santo, da altri  nel corso del Sabato Santo,  sia per penitenza che per devozione o soddisfazione di un voto durante la processione della Pietà, opera lignea di pregevoli scultori di una scuola napoletana del secolo XVI. Nel corso della  flagellazione, i penitenti  si fermano davanti alle abitazioni di parenti, amici, sul sagrato delle chiese, ai piedi della Vergine Addolorata, vestiti con una maglietta nera e un pantaloncino corto che lascia scoperte le gambe e le cosce destinate al supplizio.
Si assiste così ad uno spettacolo cruento durante il quale il flagellante, con il capo cinto con una corona di spine fatta di “sparacogna” ( asparago selvatico) e adagiata su un panno nero, detto
“ mannile”, percorre le vie del paese  legato con  una lunga corda all’Ecce homo che porta sulle spalle una croce con i bracci obliqui avvolta da bende e nastri di tessuto scarlatto. Anche lui è scalzo, come il Vattiente, e porta sul  capo una corona fatta con la “spina santa” , dai rami lunghi ed aculei. Il Vattiente, completato il giro, ritorna nei locali della preparazione, si deterge le ferite con un infuso di acqua e rosmarino e si unisce ai fedeli che seguono la processione. Incerta è l’origine dei Vattienti.
Vattiente2Secondo alcune testimonianze sembra che essi si riallaccino ad un movimento religioso, fondato a Perugia dal mistico Raniero Fasani, fra il 1259 e il 1260, che, annunciando l’ ira e il giudizio di Dio contro l’ umanità corrotta, si sottoponeva pubblicamente all’ autoflagellazione sulle spalle per espiare i peccati dell’ umanità e invitava la gente a pentirsi. Ben presto il movimento raggiunse i 10.000 membri e si diffuse in tutta Europa nonostante l’ostilità di Manfredi, re di Sicilia e della chiesa e delle  autorità civili essendo i flagellanti diventati aggressivi verso gli ebrei in Germania e in Olanda. Il rapido diffondersi in Europa della peste fra il 1347 e il 1350 incoraggiò invece la rinascita del movimento. Nel 1349 papa Clemente VI dichiarò i flagellanti eretici e si adoperò per disperderli. Una ripresa del movimento in Germania nei primi anni del XV secolo portò alla condanna definitiva dei flagellanti da parte del concilio di Costanza  (1414-1418) che li dichiarò eretici.  La Chiesa ufficiale ha sempre condannato o ignorato i Vattienti. A partire dagli anni 1950 vari sono stati i tentativi, anche con l’intervento della polizia, di sopprimere i Vattienti di Nocera Terinese come quello di monsignor Eugenio Giambro, vescovo di Nicastro che vietò tale forma di penitenza e del Vescovo di Tropea monsignor Agostino Saba. I tentativi risultarono vani. In tempi più recenti un giudizio negativo è stato espresso da monsignor Ferdinando Palatucci il quale giudicava il rito dei Vattienti come «pagano e magico» e sperava che la situazione «incresciosa» si potesse modificare attraverso un lungo lavoro di evangelizzazione. Un miglioramento di giudizio si è verificato  durante l’episcopato di monsignor Vincenzo Rimedio, che, dopo aver incontrato alcuni vattienti, ha avuto per loro parole di profonda comprensione e ha sostenuto che « essi non si battono per esibizione ma per soddisfare un voto (il voto è una promessa fatta al Signore o alla Madonna)  e in essi, perciò, c’è sempre un senso religioso che dobbiamo rispettare».