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giovedì 21 luglio 2011

Storia della brigantessa Generosa Cardamone ( Seconda Parte )

Il 14 Giugno del 1864 alcuni briganti, comandati da Pietro Bianco, uccisero a colpi di fucile sei animali vaccini di proprietà di Leopoldo Muraca in contrada Ospedale, tenimento di Bianchi producendogli un danno valutato per Lire 1275.
A questa operazione brigantesca prese parte anche Generosa Cardamone. Due pastori, Rosario e Carlo Sacco stavano pascolando dei bovi quando, secondo la testimonianza poi resa da Carlo Sacco, si presentò “il famigerato capo banda Pietro Bianco e la sua Comitiva che si componeva di otto o nove malfattori armati di tutto quanto, e da me voleva sapere dov’erano gli animali vaccini di Don Bernardo Muraca. Io, perché l’ignorava, gli risposi di non saperlo, al chè il Bianco col calcio del fucile mi vibrò dei colpi, ed un altro malfattore del Comune di Cicala che io non conosceva, ma ho saputo dei medesimi malfattori, che si apparteneva a detto Comune, con un coltello lungo mi vibrò con esso un colpo alla nuca del collo, senza ferirmi, perché un altro brigante gli trattenne la mano, e questo poi seppi che era una donna a nome Generosa Cardamone druda del Bianco che vestiva da uomo, ed
era armata di fucile.
A Castagna nacquero i suoi nonni: Angelo Cardamone e Nicoletta Sacco. Essi emigrarono negli Stati Uniti d’America alla fine del XIX secolo. Ma Helen per quello che ha scritto, per come l’ha scritto, è a tutti gli effetti una castagnese doc. Nel 1991 su “Selezione dei Reader Digest” apparve un suggestivo racconto intitolato: “Italiano lingua del cuore”. Era la struggente testimonianza di come lei, docente universitaria, aveva scoperto le proprie radici nel ricordo di una nonna che: “…era sempre vestita di nero e parlava solo il dialetto del suo paesello Castagna che aveva lasciato a 17 anni per andare in America… “ e che lei bambina andava a spesso a trovare con sua madre a Utica, nello stato di New York. Quando Helen comprese, volle imparare la lingua italiana, che per lei divenne lingua del cuore. Oggi Helen Barolini è una delle massime scrittrici italo–americane a fianco di scrittori come John Fante, Mario Puzo, Gay Talese, Joseph Giuliani, Antonio Porchia: scrittori e poeti di nostalgiche malinconie e di saghe familiari d’emigranti, di storie d’inesorabili addìi. Ella appartiene alla generazione, per così dire, di mezzo degli italo–americani, figli o già nipoti dei primi emigranti poveri, disperati e analfabeti che poveramente vissero ai margini del grande sogno americano,

mercoledì 20 luglio 2011

la nuova manovra finanziaria reintroduce i ticket sanitari la nostra regione tra le prime dove è già esecutivo

Dopo la decisione del Governo nazionale sui ticket sanitari 
 le Regioni cercano misure per alleviare l’aggravio agli utenti e in Calabria inizia il caos dopo la manovra finanziaria, approvata a tempo di record dal Parlamento. La quota è stabilita: 10 euro sulle prestazioni specialistiche (già applicato in alcune Regioni), a cui si aggiunge quello da 25 euro sui ricorsi impropri al pronto soccorso, i cosiddetti “codici bianchi”. Il ticket è scattato in Liguria, Lombardia, Calabria e Basilicata. Fra le regioni che hanno già applicato la nuova tassa c’è anche il Lazio, dove il pagamento è stato introdotto ieri a macchia di leopardo solo in alcune Asl, ma dove la governatrice Renata Polverini ha annunciato l’intenzione di alzare le fasce di esenzione. Una soluzione prova a cercarla anche il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti.
«Bisogna innanzitutto capire quanto recuperiamo attraverso il ticket, cercare la possibilità di coprire quel gap (i prodotto dal governo, magari attraverso un recupero di somme dal bilancio o attraverso dei comparti delle spese sanitarie - dice Franco Zoccali, direttore generale della Regione». Per oggi intanto è in programma una riunione al tavolo Massicci.
In Calabria si parla di alzare la fascia di esenzione e di evitare il pagamento del ticket per patologie croniche, ma un vero e proprio provvedimento non è stato ancora studiato. Al momento è tutto nel caos. Le Asp e i Pronto soccorso non sanno come comportarsi. Va ricordato intanto che la Calabria è soggetta al piano di rientro dal debito sanitario e per tale motivo è costretta ad introdurre le nuove tariffe. Nei giorni scorsi il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti aveva riferito che il Dipartimento sta verificando la possibilità di diversificare il pagamento per prestazioni e patologie. Ed è quello che oggi conferma Zoccali che a quel provvedimento per alleviare i disagi sta lavorando. La possibilità sarà rappresentata al tavolo Massicci che si riunisce a Roma ed al quale parteciperà lo stesso Scopelliti.

lunedì 18 luglio 2011

Secondo il rapporto annuale dell' Istat un Italia sempre più povera,una Calabria sempre di più poverissima

 
Una situazione drammatica quella italiana dove i poveri superano quota 8 milioni, 
il 13,8% dell’intera popolazione. Si tratta di quasi 3 milioni di famiglie in difficoltà (l'11% del totale). E la maggiore incidenza di famiglie povere si registra in tre regioni del sud: Basilicata, Calabria e Sicilia.
Il rapporto annuale dell’Istat sulle condizioni di vita nel 2010 rivela come una larga fetta di italiani si trovi sotto la soglia della povertà relativa, e va avanti potendo contare su una spesa mensile inferiore ai 992,46 euro al mese.
L’Istat inoltre, stima che tra gli 8 milioni d’indigenti ci sono 3 milioni di persone (più di un milione di famiglie) definite «poveri tra i poveri», l’ampia schiera di cittadini che vive di stenti, tecnicamente in povertà assoluta, senza le disponibilità per conseguire standard di vita «minimamente accettabili».
Rispetto al 2009 l’Istituto di statistica sottolinea come in Italia «la povertà risulti sostanzialmente stabile», sia in termini relativi sia assoluti. Anche se, guardando nel dettaglio i dati, si notano alcuni ritocchi all’insù, con il numero di bisognosi che supera quota 8 milioni.
Ma, sopratutto, dietro un quadro complessivo quasi invariato si nascondono sofferenze sempre più forti per alcune fasce di popolazione. In particolare, la povertà relativa aumenta tra le famiglie di 5 e più componenti, tanto che risulta indigente quasi un nucleo numeroso su tre.
Le condizioni peggiorano anche tra le famiglie italiane con membri aggregati, come quei nuclei che vedono l'inserimento del genitore anziano nella famiglia del figlio. Scontano maggiori privazioni anche i nuclei monogenitore, quelli che hanno a capo un lavoratore in proprio e le coppie di anziani con un solo reddito da pensione.

sabato 16 luglio 2011

Catanzaro una volta conosciuta come la città delle tre v, oggi festeggia il suo Santo protettore San Vitaliano

 
Catanzaro era anticamente conosciuta, come la Città delle tre "V", riferite a tre caratteristiche distintive della città, ovvero:
V- di San Vitaliano, santo patrono;
V- di vento in quanto costantemente battuta da forti brezze provenienti dal Mar Ionio e dalla Sila;
V- di velluto in quanto importante centro serico fin dai tempi dei Bizantini
"Trovare un amico è così raro, come un giorno senza vento a Catanzaro" recita un detto popolare poiché Catanzaro è rinfrescata costantemente da forti brezze, provenienti dallo Ionio, dal Tirreno e dalla Sila. come il vento che soffia sempre impetuoso. La seconda "V" sta per Vitaliano, il santo protettore le cui reliquie furono inviate a Catanzaro in segno di apprezzamento per l'accoglienza data dalla città a Papa Calisto II (Papa dal 1119). La terza "V" sta per velluto che, assieme a damaschi e sete, diede lustro e ricchezze alla città. Qui si coltivava il baco da seta e si era affinata la lavorazione artigiana della seta e dei tessuti. Questa attività artigiana unita a quella commerciale aveva difatti dato a Catanzaro fama internazionale nell'arte serica, fino al 1800, quando con l'invenzione dei telai Jaquard, la lavorazione divenne automatica e si svalutò l'aspetto artigianale. 
Oggi 16 Luglio  catanzaro festeggia il suo Santo patrono ecco la sua storia.
Di questo santo si hanno poche notizie. Un’edizione del Martirologio Gerominiano, risalente alla prima metà dell’ottavo secolo, lo ricordava il 3 settembre con l’affermazione in Caudis Vitaliani che faceva pensare che fosse un martire del Sannio; infatti Caudium, attuale Montesarchio, si trovava tra Capua e Benevento, città queste che in passato si contesero San Vitaliano come vescovo.
Nel più antico dei calendari liturgici capuani, risalente al XII secolo, il nome del santo è incredibilmente assente; nei successivi è ricordato non più il 3 settembre, ma il 16 luglio, data confermata anche dal Martirologio Beneventano di santa Maria del Gualdo.
Probabile quindi che la rinascita del culto risalga agli ultimissimi anni del XII secolo; in questo periodo un sacerdote beneventano scrisse la prima biografia arricchendola di particolari di fantasia, rendendola così inattendibile. Tale biografia affermava che san Vitaliano fu proclamato vescovo di Capua contro la sua volontà. Subì ogni genere di insinuazioni e derisioni da parte dei suoi nemici che lo accusarono di avere tendenze particolari. Per svergognarlo davanti ai fedeli, i nemici con uno stratagemma riuscirono a farlo comparire in pubblico con abiti femminili. Il santo si difese con molta abilità; dopo che scoprì il complotto si allontanò dalla città. La sua fuga fu breve: venne catturato, legato dentro un sacco e gettato nel Garigliano.

venerdì 15 luglio 2011

La regione Calabria risulta una delle regioni d'Italia più ricche di reperti archeologici risalenti alla preistorica. (Seconda ed ultima Parte)


Da questa razza nacque il ceppo di cui discendiamo anche noi 
e che orgogliosamente venne chiamata dell’Homo Sapiens cioè dell’uomo saggio.
Questi cacciatori abitarono nelle grotte chiamate del Romito a Papasidero (Cosenza) in un’epoca compresa tra 35.000 e 10.000 anni a.C. . Ma la grande novità dell’epoca di questi cacciatori era l’arte. Questa appare legata a un complesso simbolismo metafisico (raffigurazione di animali, che si associano spesso a motivi figurativi geometrici o astratti).
Nella Grotta del Romito nel Paleo-mesolitico vengono elaborate credenze relative alla sepoltura dei morti, a riti e culti di cui fu rinvenuta una buona documentazione artistica. Scoperta nel 1961 dal prof. Paolo Graziosi dell’Università di Firenze su indicazione di Agostino Miglio, presenta due ambienti ben distinti: la Grotta è profonda venti metri circa e il Riparo che si estende per 35 metri. Durante gli scavi archeologici vicino all’ingresso della Grotta, sono state rinvenute tre duplici sepolture di ominidi di bassa statura (circa 1,50 m.) e numerosi reperti litici ed ossei. La morfologia degli ominidi è di tipo cromagnoide (Uomo di Cro-Magnon). Nella prima sepoltura, un uomo e una donna, erano sdraiati uno sull’altro in posizione supina; sul femore sinistro e sulla spalla destra dell’uomo , un frammento di corno di bove costituiva il corredo funebre.