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venerdì 29 luglio 2011

Sellia, al via i lavori per l'Eco-Museo (E_Mu.Se) un importante spazio culturale per riscoprire la storia millenaria del nostro suggestivo borgo.


Al via i lavori per l’Eco-Museo (E-Mu.Se.)

Si chiamerà E-Mu.Se. Eco-Museo Sellia, l’importante spazio culturale promosso dall’amministrazione comunale del piccolo centro presilano, i cui lavori di allestimento sono partiti proprio in questi giorni. E’ nelle intenzioni degli amministratori selliesi far diventare questo spazio espositivo all’aperto la chiave d’accesso alla conoscenza del patrimonio culturale, storico, artistico e sociale del paese. Grazie ad un finanziamento comunitario, veicolato dalla Provincia, che incentiva e promuove le azioni culturali nei piccoli centri rurali,come è appunto Sellia, l’Amministrazione Comunale ha avuto la possibilità di potersi dotare di un proprio Eco-Museo che troverà la sua naturale ubicazione nel caratteristico centro storico (precisamente nello spazio Sopra il Chiosco) abbarbicato tenacemente su due colli. Per meglio capire la valenza culturale e le caratteristiche peculiari di questa innovativa e originale struttura museale che a breve arricchirà l’offerta culturale di Sellia, abbiamo voluto raccogliere l’intervento del sindaco Davide Zicchinella che insieme alla Giunta Municipale tutta ha lavorato intensamente per raggiungere questo importante obiettivo. “Un Eco-Museo, esordisce Zicchinella, è definito come un patto con il quale la comunità si prende cura di un territorio. Anche il nostro è stato concepito secondo quest’ottica, testimonianza ne è il fatto stesso che verrà inserito in uno spazio all’aperto nel cuore del centro storico che grazie a questo intervento verrà notevolmente riqualificato. Si tratta di una grande balconata che si apre fra due alti muri di contenimento edificati dal Genio Civile immediatamente dopo gli eventi alluvionali che danneggiarono Sellia nel 1943. Su parte di questi muri, adeguatamente rivestiti e arricchiti da diversi allestimenti, a breve sarà possibile vedere riprodotti i resti della storia, della cultura e delle tradizioni del nostro paese che i visitatori potranno conoscere più approfonditamente.

mercoledì 27 luglio 2011

Finalmente il bellissimo borgo di Sellia si sta risvegliando



Articolo tratto dalla "Gazzetta del Sud"

Una storia che non fu. Storia del mancato sviluppo del sud Italia - Prima Parte.

Una storia che non fu.
Un'espressione adatta a definire la storia negata del Sud Italia.Si puo`  affermare che i governi "nordisti" hanno praticato il "colonialismo in casa?"
Noi vogliamo andare oltre, scoprire quanto questa  politica ha ritardato lo sviluppo del Meridione, il senso piu` nascosto di questo tema che gli studiosi ed i politici
italiani scoprono e denunciano, e poi, subito dopo, dimenticano, rilanciano, per poi tornare a dimenticare.
L'economia del Sud e` stata sempre una forma di pura sopravvivenza, e` stata tagliata fuori dai ritmi e dai livelli del mercato comune nazionale ed europeo. E` sempre stata
convinzione comune che il problema del Sud fosse un problema locale e settoriale,una questione straordinaria e territorialmente circoscritta, come se il Mezzogiorno fosse una riserva indiana. In realta` e` un problema centrale di indirizzo, di orientamento politico ed economico fondamentale dello Stato. Al fine di chiarire i punti citati e` necessario un excursus storico della situazione  socio- economico - industriale negli ultimi anni del Regno delle Due Sicilie per poi
affrontare il tema de lle varie politiche economico - sociali dello Stato italiano nel Meridione dopo l'unificazione. I problemi del Mezzogiorno erano  quelli della
ristrettezza economica, della staticita` delle strutture burocratiche e ministeriali,  del protezionismo e del fiscalismo, che non agevolarono certo la formazione di vasti ceti
imprenditoriali moderni, come anche non permisero di assimilare e  tradurre in atto i progetti dei riformatori: caratteristiche che assunsero forme ancora piu` gravi ed acute quando il confronto si fece con le aree del Nord e con le leggi dello Stato post -unitario. A questo punto il problema dei problemi divenne politico, perche' investiva la responsabilita` dell'intera classe politica nazionale, i suoi governi ed il Parlamento.  Il Sud borbonico era un paese strutturato economicamente sulle sue dimensioni.Essendo, a quel tempo, gli scambi con l'estero facilitati dal fatto che nel settore  delle produzioni mediterranee il paese meridionale era il piu` avanzato al mondo,saggiamente  i Borbone avevano scelto di trarre tutto il profitto possibile dai doni
elargiti dalla natura e di proteggere la manifattura da lla concorrenza straniera.
Il consistente  surplus  della bilancia commerciale permetteva il finanziamento diindustrie, le quali  erano sufficientemente grandi e diffuse. Il sistema economico del Regno delle Due Sicilie era basato, analogamente a quello de gli altri Stati italiani , sulsettore primario. Il settore agricolo era infatti la fonte piu` importante e in talun e zone l'unica fonte di lavoro e di ricchezza. Il sistema produttivo del Regno delle Due Sicilie era costituito precedentemente da imprese d i medie e piccole dimensioni; tra queste
svettava per il numero di occupati quella delle costruzioni, seguita da quella tessile  e da quella alimentare.
L'industria siderurgica e metallurgica era il settore piu` prestigioso e tali impreseerano specializzate  nella fornitura di materiali ferroviari all'esercito ed alla marina
militare e mercantile. L'industria tessile si suddivideva  tra il comparto della seta , del cotone e della lana.

lunedì 25 luglio 2011

Storia, origini, tradizioni di Soveria Simeri

Popolazione: 1.750
Denominazione popolazione: Soveritani
Distanza in km da Catanzaro: 16
Estensione territorio kmq: 22
Santo Patrono: S.Donato
Festa Patronale: 7 agosto
Diocesi di appartenenza: Catanzaro


Prende il nome da un bosco di "suveri" che sorgeva intorno al paese al momento della sua fondazione, avvenuta nel 1590 ad opera delle famiglie Grande e Careri.
Fu dei principi di Satriano Ravaschieri; essi, Francesco, lo donò alla moglie Pallavicino, e Pallavicino il paese si chiamò 1806.
Fu dei Borgia fino al 1622, dei Ravaschieri fino al 1701 e quindi dei De Fiore fino al 1739. I Barreta Gonzaga lo tennero fino aI 1800 ed infine i De Nobili fino al 1806.
Il riordino del 1811 lo pose a capo di un circondario che comprendeva Simeri, Crichi,la Petrizzi, Sellia e Zagarise.
Pare che il borgo sia stato fondato alla fine del XVI secolo da alcuni componenti delle famiglie Grande e Careri. La prima parte del nome, Soveria, ha origine fitonimica e potrebbe derivare da sorbo o dal calabrese suveru, "sughero". La seconda, invece, è stata quasi sicuramente originata dal fiume Simeri che scorre sul territorio. I primi nuclei abitabili sorsero nel luogo di una chiesa dedicata a S.Nicola che attualmente trovasi all'inizio del paese. Dopo i Borgia, la terra passò ai Ravaschieri principi di Satriano. Francesco, feudatario della casata, la donò alla moglie Agata Pallavicino e ordinò che da quel momento il paese prendesse questo nome (si chiamò, infatti, Pallavicino fino al 1806). Nel 1664, per decisione del proprio Parlamento, Pallavicino venne aggregato alla terra di Simeri con privilegio di esenzione di alcuni paesi ed il pagamento di duecento ducati. Il casale di Simeri fu poi dei de Fiore, dei Barreta Gonzaga e dei de Nobili che vi rimasero fino al 1806, anno dell’eversione della feudalità. Sotto il governo di Belcastro, con il titolo di università, fu indicato anche con il nome di Soveria di Catanzaro. Nel 1811, in seguito al riordino amministrativo, fu messo a capo del circondario comprendente i comuni di Simeri, Sellia e Zagarise. Nel 1956 parte del suo territorio, compreso lo sbocco a mare, fu assegnato al costituendo comune di Sellia Marina. 

Nel 1541 il territorio di Soveria Simeri era di proprietà del Duca Ignazio Barretta appartenente al Ducato di Simeri. Alla sua morte i suoi beni rimasero abbandonati per alcuni anni (poiché non aveva eredi), finché divennero possedimento dei fattori e dei contadini che erano stati al servizio del Duca.Pare che il borgo sia stato fondato alla fine del XVI secolo da alcuni componenti delle famiglie Grande e Gareri. La prima parte del nome, Soveria, ha origine fitonimica e potrebbe derivare da sorbo o dal calabrese suveru, "sughero". La seconda, invece, è stata quasi sicuramente originata dal fiume Simeri che scorre sul territorio. Ebbe inizialmente il nome di Casal Soveria in ragione di un fitto bosco di sugheri che ne occupava il territorio. Successivamente il centro fu aggregato alla terra di Simeri. Come casale di Simeri, appartenne ai Borgia fino al 1622. I primi nuclei abitabili sorsero nel luogo di una chiesa dedicata a S.Nicola che attualmente trovasi all'inizio del paese. Dopo i Borgia, la terra passò ai Ravaschieri principi di Satriano. Francesco, feudatario della casata, la donò alla moglie Agata Pallavicino e ordinò che da quel momento il paese prendesse questo nome (si chiamò, infatti, Pallavicino fino al 1806). Nel 1664, per decisione del proprio Parlamento, Pallavicino venne aggregato alla terra di Simeri con privilegio di esenzione di alcuni paesi ed il pagamento di duecento ducati. Il casale di Simeri fu poi dei de Fiore, dei Barreta Gonzaga e dei de Nobili che vi rimasero fino al 1806, anno dell’eversione della feudalità. Sotto il governo di Belcastro, con il titolo di università, fu indicato anche con il nome di Soveria di Catanzaro. Nel 1811, in seguito al riordino amministrativo, fu messo a capo del circondario comprendente i comuni di Simeri, Sellia e Zagarise. Nel 1956 parte del suo territorio, compreso lo sbocco a mare, fu assegnato al costituendo comune di Sellia Marina.

sabato 23 luglio 2011

Goletta Verde assegna una bruttissima bandiera nera per la qualità dell'acqua del nostro mare

È emergenza depurazione in Calabria.
A ribadirlo sono i dati di Goletta verde di Legambiente che parlano di un sistema di gestione dei reflui giudicato insufficiente dal 60% dei cittadini. Massima allerta per foci e scarichi - documenta la campagna dell’associazione ambientalista i cui dati sono stati illustrati a Catanzaro - con venti punti, tra cui anche realtà dove si registra l’assenza o il malfunzionamento degli impianti, risultati fortemente inquinati dal punto di vista microbiologico. Ad illustrare gli esiti del monitoraggio condotto in questi giorni dall’imbarcazione di Legambiente che ha assegnato alla Regione la “Bandiera nera”, sono stati la direttrice generale Rossella Muroni, l’assessore regionale alle Politiche dell’Ambiente, Francesco Pugliano (che ha ritirato il drappo), il prefetto di Catanzaro Antonio Reppucci, il direttore generale dell’Arpacal Sabrina Santagati, la presidente della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro, Vincenzo De Luca, direttore marittimo della Capitaneria di porto per la Calabria e Andrea Dominijanni di Legambiente Catanzaro. Presenti all’iniziativa anche Mario Magno, componente la Commissione regionale Ambiente ed Enzo Ciconte, componente la Commissione regionale Sanità. Off limits gli specchi d’acqua di Catanzaro Lido (foce Fiumarella), Sellia Marina (località Sena), Cropani Marina (foce fiume omonimo); e ancora: Reggio (Pellaro, Lido comunale, zona aeroportuale e Catona) e in provincia (Lazzaro), Villa San Giovanni (Cannitello), Gioia Tauro (Pineta), San Ferdinando (foce fiume Mesima). Stessa problematica nel cosentino: Corigliano (foce torrente Coriglianeto), Paola (foce del torrente S. Francesco). Nel vibonese due punti a Ricadi (Torre Ruffa e Santa Domenica) e a Vibo Bivona (foce torrente Sant’Anna). Pollice verso anche per la foce del fiume Esaro a Crotone, Isola Capo Rizzuto e Strongoli (località Fasana foce del Fiume Neto) “La situazione calabrese - ha afferma la Muroni - riflette purtroppo un’emergenza nazionale. La mancata depurazione e l’inadeguatezza delle strutture esistenti per il trattamento delle acque reflue rappresentano una nota dolente. Nel corso degli anni è stata portata avanti la politica dei depuratori come infrastrutture con ottimi affari spesso al centro di interessi illeciti a scapito della loro funzionalità”. Muroni ha invitato ad evitare di contrapporre i dati di Goletta verde, che hanno riguardato alcuni punti critici ben individuati nelle foci di corsi d’acqua e scarichi, da quelli rilevati da Arpacal che riguardano la balneabilità dei lidi. Per l’assessore Pugliano “in materia di depurazione abbiamo assistito nei decenni all’avvicendarsi di Uffici del commissario per l’emergenza, ambiti territoriali ottimali e comuni. C’é stata una spesa, anche di una certa importanza, disordinata e che non ha portato i risultati che doveva portare. Non c’é stata solo una carenza infrastrutturale per la mancanza di depuratori ma anche una gestione insufficiente che non può essere addebitata ai comuni”.

venerdì 22 luglio 2011

Zagarise: fermato un giovane piromane colto mentre appiccava un incendio


Salvatore Catalano, 20 anni di Zagarise (Cz), è stato arrestato dai carabinieri mentre appiccava un incendio in una località nei pressi del comune del catanzarese. Il fuoco, alimentato dal forte vento, ha distrutto alcuni ettari di macchia mediterranea, querceti e acacie. L’arresto di Catalano è stato fatto nell’ambito dell’operazione boschi sicuri predisposta dalla Legione carabinieri Calabria e che vede impegnate decine di militari, anche in borghese, dotati di di strumentazioni sofisticate come visori notturni, per identificare più agevolmente i malintenzionati all’interno dei boschi. 
 ll giovane di 20 anni è stato fermato mentre appiccava un incendio in una località nei pressi del comune del catanzarese
All’arresto di Catalano i militari sono giunti dopo la segnalazione di diversi roghi nella zona della Presila catanzarese la cui natura dolosa era testimoniata dalla presenza di sul posto di fiammiferi o materiale per velocizzare la combustione. Catalano, colto con ancora in mano i fiammiferi ha tentato di scappare ma è stato immediatamente fermato. il giovane ha fin da subito ammesso le proprie responsabilità, affermando di essere stato l’autore di tutti gli ultimi incendi.