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domenica 9 ottobre 2011

Oggi il Papa sarà a lamezia Terme (Catanzaro) nel pomeriggio alla Certosa di Serra San Bruno

Benedetto XVI visiterà per la prima volta la Calabria e in dodici ore affronterà - esortando a un rilancio - entrambe le dimensioni della vita cristiana: quella orizzontale dell’impegno sociale (e politico) di cui parlerà in occasione della messa del 9 mattina con tutti i vescovi della Calabria nell’area ex Sir di Lamezia Terme, e quella verticale della centralità della preghiera, testimoniata nel territorio calabrese dalla Certosa di Serra San Bruno dove si fermerà in preghiera nel pomeriggio. A due anni esatti dall’appello pronunciato a Cagliari per un nuovo protagonismo dei cattolici italiani in campo sociale, politico e economico, e a due settimane dalla prolusione del cardinale Angelo Bagnasco che il 26 settembre, aprendo i lavori del parlamentino Cei, ha esortato di fatto a dare una forma concreta a questo protagonismo, Papa Ratzinger avrà l’occasione per chiarire limiti e portata di quel suo appello, reso più urgente dall’incancrenirsi della situazione del Paese. Proprio in Calabria, nella Settimana Sociale che si è tenuta un anno fa a Reggio, erano state gettate le basi per questa svolta, anticipata poi dallo stesso Bagnasco nell’omelia tenuta al Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona, quando aveva evocato la necessità di una rinnovata unità dei cattolici sui valori non negoziabili. Benedetto XVI - che prima del viaggio in Germania aveva incontrato Bagnasco e preso visione della bozza della prolusione - nel messaggio indirizzato giovedì 20 al presidente della Repubblica Napolitano aveva auspicato un “rinnovamento morale” del nostro Paese e a Lamezia potrebbe ratificare dunque nel modo più autorevole quella che appare la nuova linea della Cei, che il Servizio Informazione Religiosa della Cei ha riassunto definendo quella presente “l’ora di una proposta politica” dei cattolici. Sulle parole del Papa, i cattolici italiani potranno poi riflettere nel seminario - promosso dal coordinamento Retinopera e dal Forum delle associazioni di ispirazione cristiana - che il cardinale Bagnasco aprirà il 17 ottobre a Todi. Ma il palco di 46 metri su cui poggerà l’altare papale non sarà una ribalta politica: il Papa intende spronare a un impegno che prima di tutto affronti i problemi del Sud. In un messaggio della scorsa settimana ai vescovi calabresi, ha rilevato quanto sia “difficile” la condizione dei giovani, a causa di “problemi diffusi, quali la mancanza di lavoro, una religiosità a volte poco personalizzata con conseguente scissione tra fede e vita, il secolarismo dilagante, la criminalità organizzata”. E ha indicato come risorse positive delle giovani generazioni i “forti legami familiari e attaccamento alla loro terra, alla sua storia e tradizioni religiose; sincerità e fedeltà nei rapporti interpersonali; generosità nel servizio e nella condivisione con il prossimo e impegno nel contrastare la cultura mafiosa”. Monsignor Luigi Cantafora, vescovo di Lamezia, ha ricordato alla Radio Vaticana come il Pontefice sia preoccupato per i problemi dei giovani calabresi, molti dei quali sono costretti a emigrare per mancanza di lavoro. E ha espresso la “speranza” che la visita “diventi realmente una primavera, quella primavera che questi giovani attendono, affinché possano rimanere in questa terra”. E il vescovo di Catanzaro, padre Vincenzo Bertolone, ha posto l’accento sul “momento storico e sociale particolarmente delicato” e sulle ricadute in Calabria “di una crisi economica che si traduce in una mancata crescita dal punto di vista culturale e sociale”, augurandosi che la presenza del Papa possa suscitare “una scintilla di speranza”. Al termine della messa, il Pontefice pranzerà con i vescovi della Calabria nell’Episcopio di Lamezia, dove poi intorno alle 16,30 saluterà gli organizzatori della visita pastorale. Poco dopo partirà in elicottero dallo stadio di Lamezia per Serra San Bruno,

sabato 8 ottobre 2011

Per le università del sud il governo delibera un miliardo di euro, ma per la Calabria solo poche briciole

Un miliardo di euro per le università del Sud
alla Calabria solo il 6,4 per cento del totale. L'annuncio di un piano di interventi straordinari a favore degli atenei del Mezzogiorno, che rappresenta una “costola” del Piano per il Sud varato dal Governo, è arrivato dal ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini e dal titolare del dicastero dei Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, al termine di un'apposita riunione del Comitato interministeriale per la programmazione economica.
In realtà, quella che in assoluto è certamente una buona notizia per il mondo accademico delle regioni meridionali, rischia di diventare l'ennesima riprova della debolezza e della marginalità della Calabria. A dimostrarlo è la crudezza dei numeri: alle nostre università vanno infatti 64 milioni di euro. Che non sono bruscolini, ma che certo finiscono per apparire briciole, se rapportate ad uno stanziamento che complessivamente ammonta a un miliardo e 14 milioni: 864 di risorse del Piano per il Sud e 150 per la creazione tre poli integrati di ricerca, alta formazione e innovazione.
A dominare la scena, nella ripartizione dei fondi, sono la Puglia (315 milioni) e la Sardegna (301 milioni): a ciascuna di queste va cinque volte ciò che è stato destinato alla Calabria, a cui è stata riservata la penultima “fetta”, essendo la quota per la nostra regione superiore solo a quella della Basilicata (22 milioni). E se il governatore Giuseppe Scopelliti sente di dover

venerdì 7 ottobre 2011

Addio Sellia.....io parto con la valigia (Prima parte )

Era il mese di Maggio.
Mese insolito per scendere a Sellia, di norma scendevo sempre verso la fine di luglio. Erano esattamente 40 anni che non vedevo Sellia durante il mese di Maggio. Ma questo mio viaggio non era di piacere proprio stamattina avevo ricevuto la notizia, la brutta notizia da parte di mia sorella mamma era morta, si era serenamente spenta all’età di 86 anni accudita da mia sorella,la più piccola quella che era rimasta a Sellia. Quanti ricordi, quanto bene mi ha voluto mamma, un bene speciale che solo una mamma ti può dare. Mentre compio il viaggio mi passa per la mente come le sequenze di un film un po’ scolorito,forse in bianco e nero ma tutto anche i particolari sono nella mia mente,nel mio cuore. Eccomi a quindici anni pronto per partire verso la Lombardia andavo via per sempre da Sellia,avevo quindi anni ancora da compiere, mamma era da una settimana che piangeva ogni volta che mi vedeva mi abbracciava forte e si metteva a piangere. Quella mattina si era alzata piangendo o forse non si era coricata per niente, Ecco papà sfortunato( morirà pochi anni dopo la mia partenza per una brutta malattia) mi sta aggiustando la cintura dei pantaloni facendo un nuovo buco( era la sua cintura) .Uomo di poche parole  non esternava mai i suoi sentimenti ma si notava lontano un chilometro che avrebbe voluto piangere anche lui, certo non come mamma, ma “na bella cjanciuta” lo avrebbe fatto stare meglio, ma lui era un uomo.......

giovedì 6 ottobre 2011

Storia origini tradizioni di Belcastro




Belcastro ha radici lontanissime, risalenti alla Magnagrecia. è la città natale di S. Tommaso d’Aquino e Giuseppe Poerio. è stato un feudo medievale e una sede vescovile.
 Belcastro,  si estende dal versante sud-orientale della Sila Piccola al Mare Jonio tra i comuni di Andali, Cerva, Petronà, Mesoraca, Marcedusa, Botricello e Cutro, sorge su di uno sperone boscoso del fianco sinistro del fiume Nàsari, prima che questo affluisca nel fiume Crocchio, la cui grande e rigogliosa vallata trovasi al margine ovest del Marchesato. La Marina, posta tra Botricello e il fiume Tacina, si affaccia non contaminata sullo Jonio.  Belcastro si raggiunge facilmente seguendo la SS.106 jonica, che da Catanzaro Lido muove verso Crotone, svoltando per la SP.5 non appena arrivati a Botricello (Bivio Botro).

Le sue origini si perdono nel Neolitico (4000 a.c.). Fonti accreditate la collegano con la magnogreca Koni, fondata nel VII sec. a,c, da Filottete, legendario eroe troiano, al pari di Crimissa e Petelia. Fu alleata di Roma contro Cartaginesi, Sanniti, Etruschi, Fenici ed Italici per difendere i suoi commerci nel Mediterraneo orientale, fino a diventare con il passare del tempo vero e proprio presidio romano sul versante jonico dell'Italia Meridionale.
Divenne sotto Bisanzio Paleocastrum  (vecchio castello) e il Patriarca di Costantinopoli nel VIII secolo vi insediò la Sede Vescovile. Il nome Geneocastrum, datole dai Longobardi che aiutarono i Bizantini a scacciare i Saraceni dal vecchio castello sul finire del primo millennio (934 d.c.), deriva probabilmente dal fatto che venne edificato un nuovo ed imponente castello sulla rocca prospiciente il vecchio, già distrutto dalla guerra, proprio laddove sorgeva un antico tempio romano dedicato al Genio di Castore e Polluce, assai venerati dalla gente, specie dalla dama regnante e donne del luogo (Gynecocastrum).
Poco si sa del periodo che precede il Medioevo. Certo è che molta fu l'influenza di Roma prima e Bisanzio dopo, che senza alcun dubbio lasciarono segni indelebili sul costume e sulle strutture del luogo.
Con l’avvento dei Normanni e il successivo legame di costoro con i Longobardi di Capua e di Salerno, i d’Aquino vi si insediarono quali feudatari, portando a compimento la costruzione del Castello e della Cattedrale di San Michele Arcangelo. Atenolfo, principe longobardo di Capua e capostipite dei d'Aquino, che già contavano numerosi possedimenti nel Meridione, dal Lazio alla Calabria, fu il primo Conte di Geneocastren già nei primi anni del XII sec., titolo che venne temporaneamente loro tolto soltanto nella prima metà del XIII sec. da Federico II per ragioni politiche e poi ridato insieme ai beni confiscati.
Nell’ottobre del 1226, da Landolfo d'Aquino, signore di Belcastro e di Loreto, e da Teodora Caracciolo (Loritello), figlia del conte di Teate e  principessa di Barbaro, che erano in Città per motivi politici (in incognito) e commerciali (per perfezionare l’acquisto del feudo di Botro), nacque Tommaso d’Aquino, destinato a diventare il  più  santo dei Dotti  e  il più  dotto  dei Santi. Altre città rivendicano questo vanto, ma nessuna è in grado di dimostrarlo come Belcastro. A battezzarlo fu  Bernardo, vescovo  di Geniocastro, che di  sicuro  nel 1221 prese parte alla consacrazione della Cattedrale di Cosenza, e madrina fu la nobildonna del luogo Eleonora Staffa.

mercoledì 5 ottobre 2011

Programma ufficiale del gemellaggio tra le due Sellia di sabato 8 e domenica 9 ottobre

Cari concittadini,
sabato 8 e domenica 9 ottobre una delegazione di Sellia di Creta
farà visita presso la nostra comunità per sancire la conclusione del gemellaggio già ufficializzato in terra greca nel mese di settembre dello scorso anno. In questi due giorni vivremo dei momenti di scambio culturale ed umano molto importanti ai quali la cittadinanza tutta è invitata a partecipare. E’ questa l’occasione, infatti, per dimostrare la grande capacità di accoglienza ed ospitalità per le quali il popolo selliese si è sempre distinto. E’questo un importante evento da vivere tutti insieme, nessuno escluso, con quello spirito di fratellanza che porterà all’unione di due comunità Sellia italiana e Sellia greca, distanti geograficamente, ma molto vicine nelle radici storico-culturali.
Programma del gemellaggio
Sabato 8 ottobre ore 16:30 arrivo della delegazione greca a Sellia. Noi tutti saremo ad aspettarli davanti l’edificio scolastico e successivamente prenderemo posto nella sala conferenze dove daremo il benvenuto ufficiale ai nostri fratelli greci. A seguire, se le condizioni climatiche lo consentiranno, offriremo a tutti i presenti un rinfresco in piazzetta Zicchinella. Successivamente riscenderemo alla palazzine nel piazzale antistante l’edificio scolastico dove sarà allestito lo spazio per l’intrattenimento musicale a cura del gruppo de “I Strinari da Sellia”. Se le condizioni atmosferiche saranno avverse ci sposteremo nei locali della palestra comunale. Dopo le 20:00 offriremo la cena alla delegazione greca e ci saranno crespelle e vino per tutti. Domenica 9 ottobre alle ore 10:00 insieme alla
delegazione greca che accoglieremo tutti insieme davanti il monumento, effettueremo una visita del centro storico e ascolteremo la santa Messa. Al termine, ci sposteremo presso il Centro di Aggregazione Giovanile dove sarà servito loro il pranzo. Nel pomeriggio alle ore 16:30 nella piazza antisante la chiesa di San Nicola (in caso di cattivo tempo ci sposteremo nella sala del Consiglio Comunale) si terrà l’ufficializzazione del gemellaggio con gli scambi di doni, i saluti ufficiali e la lettura del Giuramento di Fedeltà alla presenza di S.E. il Prefetto di Catanzaro.

CERN di Ginevra il più grande laboratorio di ricerca del mondo ci darà le risposte alle tante attese domande? " Chi siamo?...da dove veniamo? quale sarà il nostro futuro?


Ultimamente le cronache hanno riportato alla ribalta le scoperte in atto al CERN di Ginevra,
ma in realtà, cos’è questa struttura e, soprattutto, cosa sta succedendo tra le sue mura, da avere una ricaduta così importante sulle nostre vite? Il CERN, ovvero l’Organizzazione Internazionale per la Ricerca Nucleare, sito a Ginevra (Svizzera), è il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle. Il suo scopo è quello di fornire ai ricercatori di tutto il mondo i mezzi per effettuare gli esperimenti più disparati. Inoltre, esso detiene il primato di possedere l’acceleratore di particelle più grande al mondo, l’LHC (Large Handron Collider). Ma a cosa serve un’ apparato così stupefacente (ed estremamente costoso)? Tale macchina, “inutile” come definita da gran parte della stampa di Stato, è necessaria ai fini dell’indagine sulla materia di cui siamo costituiti noi e l’Universo che ci circonda.
Ma esattamente, cos’è la materia? Perché si presenta, nella maggior parte di casi, in stato solido?
La materia, in realtà, è perlopiù spazio vuoto. All’interno di questo “vuoto” ci sono atomi sparpagliati, tenuti insieme da forze invisibili. Una esempio? Supponiamo di giocare a palla con un nostro amico e di indossare entrambi dei pattini a rotelle. Man mano che la palla passa dalle sue alle nostre mani, ci allontaneremmo sempre di più. Tale conseguenza è data proprio dalle forze di cui parlavamo, che trasmettono il moto della palla da una parte all’altra dello spazio.
In Natura, esistono 4 tipi di forze fondamentali: la forza di gravità (ricordate il famoso aneddoto di Newton e la mela?), la forza elettromagnetica (pensate alla luce che ci illumina ogni giorno), l’interazione debole e l’interazione forte (le forze che mantengono saldi gli atomi nei nuclei che costituiscono la materia, ad iniziare da noi essere viventi). Scoprire la natura di queste forze è il grande obiettivo della fisica moderna. Scoprirlo ci aiuterebbe a capire non solo di cosa siamo fatti e perché, ma anche a capire come mai esistono tante particelle così diverse all’interno di essa. Il famoso fisico Peter Higgs, nel 2006.....