CATANZARO - Una scossa sismica di magnitudo 3.7 è stata registrata in
provincia di Catanzaro alle 19.30. Le località prossime all'epicentro
sono i comuni di Jacurso, San Pietro a Maida e Maida. La scossa è stata
avvertita dalla popolazione. Secondo le verifiche effettuate dalla Sala
Situazione Italia della Protezione Civile non risultano danni a persone o
cose.
venerdì 14 ottobre 2011
E gli angeli non volarono più sopra il cielo di Sellia
E gli angeli volarono via sopra il cielo di Sellia
L’innumerevole patrimonio religioso che Sellia aveva grazie
alla presenza durante i secoli di ben 5 chiese e di un convento ai nostri
giorni ne rimane ben poca cosa razziata alla meno peggio oppure mal custodita
arrivando sino ad oggi dove ancora l’incuria e spesso anche il scarso
riconoscimento del valore sia storico che culturale rischiano di scomparirne ancora. Notiamo la precaria
conservazione di cimeli che andrebbero ben custoditi catalogati, valorizzati.
Sicuramente ritorneremo su quest’argomento ma in questo articolo vi vorrei
parlare dei tanti,tantissimi angioletti che erano conservati sia nella Chiesa
madre che in quella del Rosario. Ad inizio degli anni novanta la chiesa madre
fu chiusa per un importante restauro con un finanziamento che superava il
miliardo delle vecchie lire. Le statue furono portate nella chiesa del Rosario
mentre varia oggettistica Sacra più molti angioletti furono dati a molte
famiglie senza che nessuno si prendesse la briga di fare un inventario di tali
reperti, la mancanza poi di un sacerdote stabile che avesse a cuore la
conservazione dei tanti reperti storici portò ad una vera confusione,
chiunque poteva accedere nella sacrestia portandosi via ciò che voleva con la
promessa che una volta finiti i lavori il tutto sarebbe stato riportato. Ma per vari motivi non tutti sentirono questo dovere e così
dopo che la chiesa fu riaperta ufficialmente al culto erano tante le cose
che mancavano, giusto per citarne una a caso i due parati quello rosso di festa
e quello nero per i lutti che adornavano in maniera suggestiva la Chiesa che
fine fecero? Alcuni dicevano che erano stati buttati perché un po’ tarlati,altri
che erano stati dati in cambio di nuovi parati, altri ancora erano sicuri che
si trovano presso una famiglia che li
stava mettendo a nuovo…. Mai più visti. Ma ritorniamo agli Angioletti non
tutti fecero di nuovo ritorno nella loro collocazione originale, ma come capire quanti esattamente erano e soprattutto
chi erano le famiglie che ancora non l’avevano
consegnato? Impossibile scoprirlo. A
distanza di alcuni anni mi ritrovai presso l’abitazione di una famiglia e notai
sistemato su un comò un bel angioletto, lo riconobbi subito (i tanti anni da chierichetto
ed la mia curiosità verso le varie opere sacre) mi davano la certezza che quel
angioletto era uno dei tanti che venivano posizionati ai due lati della statua
dell’Immacolata, dissi alla signora da
dove arrivava l’angioletto? Mi rispose senza esitazione che l’aveva comprato la
buonanima del suo marito a Catanzaro. Io facendo un sorrisino sarcastico
giovedì 13 ottobre 2011
Una storia incredibile Una mamma deve fotografare ogni momento vissuto assieme al proprio figlio perchè causa una malattia il giono dopo non ricorda più niente
Dover fotografare ogni singolo momento di vita con il proprio bambino
per potersi ricordare quello che si è fatto insieme.
appuntare con chi si è parlato al telefono, le commissioni che sono già state fatte, per non ripeterle o richiamare persone già sentite. E’ la quotidianità di Katie Booth, inglese di 34 anni.
Quando era incinta del suo Elliot, due anni fa, Katie è stata colpita da un aneurisma cerebrale che ha come paralizzato la parte del suo cervello dedita alla memoria a breve termine. Da allora è iniziato un calvario fatto di fotografie e post it. Ogni sera, dopo aver messo a letto il piccolo Elliot, Katie si ripassa le decine e decine di foto fatte durante la giornata. In questo modo “ripassa” quello che ha fatto quel giorno, ormai dimenticato.
Tutto è cominciato una sera di tre anni prima. Katie era al quarto mese di gravidanza. Ad un certo punto ha avvertito una fortissima emicrania. Quando il compagno, Jonathan Roberts, anche lui di 34 anni, è tornato a casa, l’ha aiutata a mettersi a letto e le ha dato un panno caldo da mettere sulla fronte per cercare di calmare il dolore. Ma non è servito a nulla. Katie ha cominciato a vomitare, a gridare dal male. Fino a che non ha perso conoscenza. Jonhatan l’ha portata in ospedale, dove i medici le hanno diagnosticato un aneurisma cerebrale, aggravato dalla gravidanza che aveva premuto sulla vena, provocando un’emorragia. Se fosse passato un po’ più di tempo per Katie sarebbe potuta essere la fine. Dopo un’operazione di dieci ore e quattro mesi in ospedale, Katie è potuta tornare a casa.
Nel luglio del 2008 Katie ha partorito Elliot con un cesareo. Rimase in ospedale per un settimana dopo il
appuntare con chi si è parlato al telefono, le commissioni che sono già state fatte, per non ripeterle o richiamare persone già sentite. E’ la quotidianità di Katie Booth, inglese di 34 anni.
Quando era incinta del suo Elliot, due anni fa, Katie è stata colpita da un aneurisma cerebrale che ha come paralizzato la parte del suo cervello dedita alla memoria a breve termine. Da allora è iniziato un calvario fatto di fotografie e post it. Ogni sera, dopo aver messo a letto il piccolo Elliot, Katie si ripassa le decine e decine di foto fatte durante la giornata. In questo modo “ripassa” quello che ha fatto quel giorno, ormai dimenticato.
Tutto è cominciato una sera di tre anni prima. Katie era al quarto mese di gravidanza. Ad un certo punto ha avvertito una fortissima emicrania. Quando il compagno, Jonathan Roberts, anche lui di 34 anni, è tornato a casa, l’ha aiutata a mettersi a letto e le ha dato un panno caldo da mettere sulla fronte per cercare di calmare il dolore. Ma non è servito a nulla. Katie ha cominciato a vomitare, a gridare dal male. Fino a che non ha perso conoscenza. Jonhatan l’ha portata in ospedale, dove i medici le hanno diagnosticato un aneurisma cerebrale, aggravato dalla gravidanza che aveva premuto sulla vena, provocando un’emorragia. Se fosse passato un po’ più di tempo per Katie sarebbe potuta essere la fine. Dopo un’operazione di dieci ore e quattro mesi in ospedale, Katie è potuta tornare a casa.
Nel luglio del 2008 Katie ha partorito Elliot con un cesareo. Rimase in ospedale per un settimana dopo il
mercoledì 12 ottobre 2011
Ponte dello stretto di Messina i pro e i contro di un opera costosissima
Nonostante la contrazione economica, che
stritola l’Occidente in una crisi più lancinante di quella del ’29,
il crollo dell’occupazione, le violente oscillazioni delle borse e la
cupa prospettiva “di due o più anni di ristagno economico globale”, i
pontisti non arretrano di un millimetro. Tengono strette le loro
convinzioni (che il prof. Bruno Sergi espone , con cognizione di
causa) e s’entusiasmano all’idea che la campata unica di 3300 metri
per l’attraversamento stabile delle “epiche sponde”, sbriciolerà il
primato del ponte di Akashi Kaikyo in Giappone di soli 1991 metri.
Noncuranti, peraltro, della messa in discussione di uno dei principali
atout del ponte: l’essere il terminale del corridoio “Berlino-Palermo”.
Corridoio però cancellato, salvo ripensamenti, dall’Unione europea.
Infatti, nella proposta di bilancio “Europa 2020” inviata dalla
Commissione Ue il 29 giugno all’Europarlamento, la geografia delle
grandi infrastrutture è stata sobillata. E nelle priorità
infrastrutturali, all’ex vecchio Corridoio 1 “Berlino-Palermo”
subentra il nuovo Corridoio 5 “Helsinki- La Valletta”, che a Napoli
vira verso Bari, salta la Calabria e la Sicilia e rende superfluo
il Ponte. I pontisti hanno, naturalmente, tante frecce nella
faretra, per spiegare che l’infrastruttura è “l’occasione del Sud”;
benché quando il Governo e le grandi imprese ricorrono ad
espressioni così altisonanti, al Mezzogiorno dovrebbe venire
l’orticaria. D’altronde appare esagerato il dilemma, ventilato dagli
oppositore, secondo cui il Ponte addirittura è alternativo allo
sviluppo del Sud. In sintesi, per chi lo considera imprescindibile, il
Ponte porterà benefici indiretti legati al turismo, alla mobilità ed
all’ampliamento dell’occupazione. Ed a supporto di siffatte tesi, si
sottolinea che il Ponte non incide sulle finanze pubbliche, oltre ad
essere una priorità di politica economica. Questa panoplia di punti
di forza ( confutati dal prof. Domenico Marino) fa impallidire il più
ostinato dei detrattori di un’infrastruttura su cui si disputa dai
tempi dei romani. Stupisce, in ogni modo, l’indifferenza con cui si
procede nell’iter realizzativo del Ponte (per cui finora sono stati
spesi all’incirca 500 milioni di euro) nonostante il sisma e lo tsunami
alto dieci metri che hanno sconvolto l’11 marzo scorso il Giappone:
la seconda potenza economica e tecnologica del mondo. Quella tragedia
non ha incrinato la determinazione a costruire, tra la Calabria e la
Sicilia, regioni appollaiate su un’area sismica dove nel 1908 un
terremoto di magnitudo 7.2 ha provocato 100mila morti, quella che per
alcuni sarà l’ottava meraviglia del pianeta ( quantunque la
definizione sia improvvida, vista la fine che hanno fatto le altre
sette) e per altri, viceversa, un’opera che avrebbe l’unico merito di
collegare due deserti. Sembra cancellato dalla memoria quel 28
dicembre di poco più di un secolo addietro e dimenticati i versi della
poetessa lombarda Ada Negri, che esortava a prestare soccorso:
“Fratelli in Cristo/ destatevi dal sonno/ andate a soccorrere con leve e
pale/ con pane e vesti. Nelle lontane terre dell’arsa Calabria crollano
ponti e città/i fiumi arretrano il corso/sotto case travolte le
creature sepolte vivono ancora/chissà. Batte la campana a stormo. Pietà
fratelli, pietà”. I termini della vexata quaestio sono noti. Si sa
chi il Ponte lo vuole e chi lo aborre. Ma se il confronto, da cui è
necessario espungere le visioni apocalittiche, tra sostenitori e
detrattori, su un’opera che ha avvinto persino zio Paperone ( in un
numero di Topolino il simpatico spilorcio lo costruisce per far soldi, ma poi
glielo portano via con dei palloncini) e di cui si discute da quando
il console Lucio Cecilio Metello intendeva far passare i 140
elefanti sottratti al generale cartaginese Asdrubale, non può che far
bene alla discussione, restano tuttora senza risposta alcuni
precisi interrogativi. Ad incominciare (punto primo) da chi dovrà
erogare materialmente i capitali necessari (da 6. 3 a 8.5 miliardi di
euro)
martedì 11 ottobre 2011
Addio Sellia......io parto con la valigia (Seconda parte )
Eccomi sono pronto! La macchina du compari micu e pronta mi
porterà sino a Catanzaro Sala, papà sistemò per l’ennesima volta per benino le
due valigie raccimolate chissà da chi, (le quali non erano di
cartone),chiuse ermeticamente con tanto di spago neppure io sapevo cosa
custodissero al suo interno perché l’unico vestito l’avevo addosso e l’unico
paio di scarpe che proprio stamattina ero andato a prendere “duva u scarparu
erano ai miei piedi. Prima durante la settimana mi ero fatto un giro dai vari parenti,amici,cumpari
ecc.. tutti dispiaciuti ma consapevoli che era la cosa più giusta da fare, non
ero il primo e purtroppo non sarei stato l’ultimo, il giro che era cominciato si da circa una settimana ma sicuramente alla fine mi sarei dimenticato di
qualcuno. Ogni parente,cumpari ecc.. dopo i vari dispiaceri di rito seguiti da
alcune lacrime mi regalavano qualcosa da mangiare durante il lungo viaggio (addirittura
qualche parente insinuava che tale viaggio sarebbe durato anche per alcune
settimane "Milanu è luntanu,si trova a natru munnu.” Avevo raccolto di
tutto da “suppresata ,formaggiu,vinu,olivi ammaccati,ficu tosti,nuci ecc..”
addirittura alcune fettine di logna perché secondo alcuni durante questo
lunghissimo viaggio ogni tanto ci fermavamo così scendendo dal treno si sarebbe potuto
accendere il fuoco per cucinare “na bella fettina e logna” cucinata per bene con
le brace.Tra le tante cose strane da mangiare durante il viaggio quella più incredibile fu quello di una
parente che mi regalò “nu buccacciu ccu u sangu e porcu frischu, a Milanu duva l’averra
trovatu?” Di tutto questo ben di Dio mi portai solo pochissime cose, la nostra
dispensa finalmente sorrideva era strapiena di roba, si sarebbe potuto mangiare tranquillamente per settimane.
Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso (anche in modo parziale) con esplicito riferimento della fonte
Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso (anche in modo parziale) con esplicito riferimento della fonte
lunedì 10 ottobre 2011
Con l'arrivo dei primi freddi arrivano puntualmente i primi malanni. Quest'anno si stima che colpirà circa 20-30 milioni di Italiani, in Calabria ben l'80%
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si stima che quest’anno ne saranno colpiti circa 20-30 milioni di italiani. Secondo una recente indagine svolta su un campione di 1000 persone fra i 25 e i 64 anni, l’85% degli abitanti del Sud Italia compresa la Calabria, è stato colpito da un malanno di stagione nell’ultimo anno. Oltre il 70% degli abitanti del Sud Italia si ammala a causa degli balzi di temperatura e colpi di freddo (oltre il 60%). Al primo posto il raffreddore, malanno comune per l’85% dei calabresi - che può ripetersi anche 2-3 volte nel corso dell’anno - seguito da mal di gola (80%), tosse (71%) e influenza (62%) che colpiscono maggiormente gli abitanti del Sud rispetto a quelli del Nord Italia. Quando si decide di affrontare il malanno, l’automedicazione è la prima opzione per circa il 63% degli abitanti della Calabria che rispetto agli abitanti delle regioni del Nord iniziano la cura quando i sintomi sono già evidenti (62% contro 55%). Sia l’influenza, sia le infezioni delle vie respiratorie possono infatti essere trattate con i farmaci di automedicazione sintomatici che alleviano, cioè, i sintomi (sciroppi contro la tosse, spray nasali, ecc.) Proprio per questo le Farmacie sono un punto di riferimento al quale il 90% degli abitanti del Sud Italia compresa la Calabria si rivolge per raccontare i propri i disturbi e ricevere un consiglio sui rimedi da utilizzare. E sono proprio le farmacie protagoniste dell’iniziativa “Farmacia Sapere&Salute”, promossa con il contributo di Bayer: per tutto il mese di ottobre recandosi nelle 3 farmacie coinvolte a Catanzaro e provincia nell’iniziativa “Farmacie Sapere&Salute” sarà possibile trovare materiale informativo e Farmacisti a disposizione per suggerimenti personalizzati e informazioni precise su come meglio affrontare tosse, mal di gola e raffreddore. Quasi il 60% degli intervistati tende però trascurare i sintomi - che spesso si presentano insieme - ed agire solo quando questi diventano molto evidenti e non ce la si fa più a sopportarli o, ancora, quando non ci si può più “permettere” di stare male. Una situazione quest’ultima che le donne dichiarano di vivere molto più degli uomini (60% vs. 55%) a causa del doppio ruolo che le vede impegnate in famiglia e sul lavoro. Diverso l’atteggiamento degli uomini, che tendono invece ad “imbottirsi” di medicinali per evitare la noia di dover rimanere in casa (36%). “Mal di gola e tosse sono sintomi delle infezioni
delle vie respiratorie” afferma il prof. Aurelio Sessa Medico di medicina generale,
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