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venerdì 2 marzo 2012

Catanzaro continua a perdere pezzi su un sempre più lontano decollo. Il consiglio di stato accoglie il ricorso di Benevento sulla sede della scuola di Magistratuta


     
 Catanzaro Palazzo Doria sede della tramontata scuola di magistratura
 
 

SCUOLA DI MAGISTRATURA/ Criticata la sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso dell’ente intermedio di Benevento. Presto incontro col ministro. Wanda Ferro promette battaglia.

“Una sentenza ingiusta, che per un semplice vizio di forma toglie a Catanzaro la Scuola Superiore di Magistratura, nonostante nel merito la giustizia amministrativa abbia già pienamente riconosciuto le nostre ragioni”. Così il presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, ha commentato nel corso di una conferenza stampa, la sentenza del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso dell’ente intermedio di Benevento. Per fornire tutti i necessari chiarimenti sugli aspetti tecnico-giuridici della vicenda (sintetizzati nella nota allegata), alla conferenza stampa hanno preso parte i legali che hanno patrocinato nei giudizi amministrativi la Provincia di Catanzaro – gli avvocati dell’Ente Federica Pallone e Roberta Chiarella e l’avvocato Francesco Scalzi – e il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro, prof. Giuseppe Iannello, che ha patrocinato la Regione Calabria, oltre a molti rappresentanti delle associazioni cittadine. Alla conferenza erano stati invitati anche i legali del Comune di Catanzaro, gli avvocati Raffaele Mirigliani e Alfredo Gualtieri, assenti per altri impegni professionali. “Per Catanzaro – ha detto Wanda Ferro - si tratta di un secondo scippo, dopo quello perpetrato dal ministro Mastella, che oggi esulta in maniera poco appropriata. Ritengo infatti che un ministro della Repubblica abbia ragione di esultare di fronte ad un risultato ottenuto nell’interesse dell’intero Paese, non del proprio collegio elettorale. Purtroppo quello di non sapere guardare all’interesse generale è uno dei mali della nostra politica. Certamente l’originaria decisione del ministro Castelli di istituire a Catanzaro al sede meridionale della Scuola di Magistratura non era dettata da ragioni campanilistiche o elettoralistiche, ma da un’attenta valutazione sulla posizione geografica della città, baricentrica rispetto all’intero Mezzogiorno, oltre che sulla sua antica e prestigiosa tradizione nelle attività forensi e sulla presenza di un’importante facoltà di Giurisprudenza”. “I nostri legali – ha detto ancora il presidente Ferro – ritengono che il Consiglio di Stato, nell’accogliere il ricorso della Provincia di Benevento per un difetto di notifica all’ente nel ricorso del 2006 sia incorso in un errore di fatto, che legittima l’ipotesi di un ricorso per revocazione. Come ha infatti già riconosciuto il Tar del Lazio, la notifica del ricorso è avvenuta nei termini, appena è stato possibile conoscere, in udienza, il contenuto del provvedimento ministeriale. Al momento di presentare il ricorso, era a tutti sconosciuto il testo del provvedimento, mentre le dichiarazioni dell’allora ministro Mastella indicavano chiaramente la nuova localizzazione della Scuola nella città di Benevento. Per questo i legali del Comune di Catanzaro hanno notificato il loro ricorso al Comune di Benevento e non all’ente intermedio, e così hanno fatto anche gli avvocati di Regione e Provincia”. “Andremo avanti fino in fondo – ha proseguito Wanda Ferro - per difendere un’istanza che non è di destra o di sinistra, ma appartiene all’intera collettività calabrese. I catanzaresi, che attraverso autorevoli e brillanti professionalità hanno portato avanti questa battaglia, non si fermeranno. Soprattutto non si può consentire che, sulla pelle di queste professionalità, si cerchi di utilizzare la vicenda come argomento da campagna elettorale, cercando di scaricare inesistenti responsabilità. La Provincia di Catanzaro ha fatto tutti i passi che doveva: sul piano giudiziario, unendosi con la Regione Calabria al primo ricorso, quello del Comune di Catanzaro, per poi trovarsi unico soggetto in causa, quindi resistendo davanti al Consiglio di Stato. Sul piano politico, rivolgendosi a tutti i ministri che si sono succeduti nei governi di centrodestra e di centrosinistra, fino al governo Monti ed al sottosegretario Catricalà.

Nun te regghe più" Aderisci anche tu alla raccolta firme "adeguamento alla media Europea degli stipendi,emolumenti, indennità degli eletti negli organi di rappresentanza nazionale e locale" Per dire basta al "magna magna" dei nostri politici



La proposta di legge di iniziativa popolare per "Adeguamento alla media europea degli stipendi, emolumenti, indennita' degli eletti negli organi di rappresentanza nazionale e locale"

Home page del sito nun te regghe più
Ultimi giorni disponibili anche a Catanzaro e provincia, per la raccolta firme “Nun Te Regghe Più”, la proposta di legge di iniziativa popolare dal titolo: "Adeguamento alla media europea degli stipendi, emolumenti, indennita' degli eletti negli organi di rappresentanza nazionale e locale".
L’iniziativa, nata in modo trasversale ai partiti e promossa dal gruppo facebook “Nun Te Regghe Più”, dal titolo della famosa canzone di Rino Gaetano, ha come obiettivo la promulgazione di una legge di iniziativa popolare formata da un solo articolo: “…i parlamentari italiani eletti al senato della repubblica, alla camera dei deputati, il presidente del consiglio, i ministri, i consiglieri e gli assessori regionali, provinciali e comunali, i governatori delle regioni, i presidenti delle province, i sindaci eletti dai cittadini, i funzionari nominati nelle aziende a partecipazione pubblica, ed equiparati non debbono percepire, a titolo di emolumenti, stipendi, indennità, tenuto conto del costo della vita e del potere reale di acquisto nell’unione europea, più della media aritmetica europea degli eletti negli altri paesi dell’unione per incarichi equivalenti”
 La raccolta firme (che cesserà il 10 marzo prossimo), viene effettuata tramite appositi moduli vidimati depositati negli uffici elettorali dei comuni di: Catanzaro (ufficio elettorale e circoscrizione di Catanzaro Lido), Argusto, Badolato, Borgia, Botricello, Amaroni, Cenadi, Montepaone, San Vito sullo Ionio, Satriano, San Floro, Sellia Marina, Squillace, Vallefiorita. È possibile consultare l’elenco aggiornato dei Comuni “attivati” attraverso il link http://nunteregghepiu.altervista.org/comuni.

I paesi della provincia: Nocera Terinese




giovedì 1 marzo 2012

L'antico borgo di Sellia durante il mese di marzo

Con l’arrivo del mese di marzo puntualmente anche nell'antico borgo di Sellia arrivava la primavera.
 le rondini facevano capolinea sotto i vari tetti per risistemare i vari nidi che eventualmente durante l’inverno avevano subito danni (nessuno si permetteva di distruggerli perché usanza comune diceva che portava male) con il loro allegro svolazzare e cinguettio annunciavano che ormai la bella stagione era vicina. Nel mese di marzo  una volta esisteva una festa che ora purtroppo non esiste più, il 19 marzo San Giuseppe era giustamente segnata di roso sui calendari.  Noi ragazzi non andavamo a scuola, aspettavamo con gioia questa festa solenne per la religione cattolica. la mattina andavamo  tutti a messa per rendere omaggio a San Giuseppe. La messa si svolgeva proprio nella cappella che ospita la sua bella statua, i vari banchi venivano sistemati nella navata laterale sinistra, ai piedi dell’altare venivano sistemati molte piante di violette o di mandorle in fiore. Puntualmente nel primo pomeriggio arrivava il camion dei gelati, noi ragazzi eravamo già in fila per gustare il primo gelato della stagione (durante il periodo invernale era impossibile trovare un gelato anche a Catanzaro) Le poche famiglie che possedevano un frigorifero iniziavano a pulirlo ben bene prima di riaccenderlo per la stagione estiva, frigo che si riempiva anche grazie  alle varie “cummarelli” del vicinato che  portavano le varie pietanze avvolte per bene  dentro la carta con al di fuori scritto il proprio nome. L’antico borgo di Sellia si risvegliava dopo il lungo inverno nei vari vicoli e nella piazza era un continuo echeggiare di grida di ragazzi che gioiosi giocavano in tantissimi giochi, spesso le varie partite di calcio si svolgevano in mezzo alla strada tanto le macchine che passavano erano veramente poche e se per caso mentre passava qualche mezzo mentre si stava realizzando un azione importante oppure si doveva tirare un calcio di rigore il mezzo veniva rigorosamente fatto fermare sino a che l’azione non veniva ultimata. Nella famosa “Timpa e Pallara” spesso finivano irrecuperabili molti palloni tanto che io ero sicuro che il suo nome era appunto dettato dai tanti palloni che vi ci finivano. Alcuni detti attinenti al mese di marzo...

La "Cancellieri" (ministro dell'interno) non ha dubbi è la ndrangheta l'organizzazione più pericolosa in Italia

 “E' La ‘ndrangheta l’organizzazione più pericolosa”      
 
 

Audizione alla commissione Antimafia del reggente il Dicastero dell’Interno. Confermato il radicamento al Nord dei clan calabresi
 Dal 2009 ad oggi sono stati sequestrati 5.974 beni alla criminalità organizzata nelle regioni del Nord, per un valore di circa un miliardo e mezzo di euro. Le confische hanno invece riguardato 1.606 beni. I dati li ha forniti il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, in audizione alla commissione Antimafia. La maggior parte dei sequestri (2.798 per un valore di oltre un miliardo di euro) è stata fatta in Lombardia; seguono Piemonte (1.658) e Liguria (804). Cancellieri ha segnalato la “la difficoltà di intercettare il percorso migratorio delle organizzazioni criminali verso altri contesti ambientali per l’indubbia capacità di mimetizzare la loro presenza affermandola, generalmente, con modalità incruente che non contemplano, o non implicano, la commissione di atti di sopraffazione violenta, riservati solo a casi estremi, quanto piuttosto di corruzione”. Il ministro ha poi parlato della ‘ndrangheta. La ‘ndrangheta, ha sottolineato, “ha salde radici anche nel Nord Italia e da questo punto di vista conferma la diagnosi di organizzazione criminale oggi più pericolosa tra quelle che hanno avuto origine nel nostro Paese”. La mafia calabrese, ha aggiunto, “a differenza di altre consorterie, costituisce proprie strutture nei territori di nuovo


insediamento, collocandovi le cosiddette “locali”, organizzate secondo il modello criminale che vige nelle stesse terre di provenienza”. “Una presenza così ben articolata - ha evidenziato Cancellieri - autorizza l’ipotesi che la migrazione di elementi ‘ndranghetisti verso le regioni del Nord persegua il disegno di mettere a disposizione dell’imprenditoria locale, naturale destinataria degli interessi criminali, servizi di protezione extralegale. Rischia perciò di essere poco attuale e fuorviante l’analisi secondo cui l’infiltrazione delle mafie al Nord sia ancora un fenomeno esclusivamente confinato ad attività di riciclaggio o di reinvestimento di capitali illeciti. Si scorgono invece - ha sottolineato - segnali allarmanti di una aggressività che rivolge le proprie mire espansive all’intero contesto, con l’intento di accreditarsi come un interlocutore autorevole e imprescindibile delle varie componenti della società civile e delle istituzioni”. “È quindi da rivisitare seriamente - ha messo in guardia - la considerazione che il trasferimento al Nord delle mafie, specie quella calabrese, non comporti il rischio di uno stabile radicamento, in assenza di “controllo militare” del territorio e di un brodo culturale favorevole”. “Il pericolo maggiore....