Con l’arrivo del mese di marzo puntualmente anche nell'antico borgo di Sellia arrivava la primavera.
le rondini facevano capolinea sotto i vari tetti per risistemare i vari nidi che eventualmente durante l’inverno avevano subito danni (nessuno si permetteva di distruggerli perché usanza comune diceva che portava male) con il loro allegro svolazzare e cinguettio annunciavano che ormai la bella stagione era vicina. Nel mese di marzo una volta esisteva una festa che ora purtroppo non esiste più, il 19 marzo San Giuseppe era giustamente segnata di roso sui calendari. Noi ragazzi non andavamo a scuola, aspettavamo con gioia questa festa solenne per la religione cattolica. la mattina andavamo tutti a messa per rendere omaggio a San Giuseppe. La messa si svolgeva proprio nella cappella che ospita la sua bella statua, i vari banchi venivano sistemati nella navata laterale sinistra, ai piedi dell’altare venivano sistemati molte piante di violette o di mandorle in fiore. Puntualmente nel primo pomeriggio arrivava il camion dei gelati, noi ragazzi eravamo già in fila per gustare il primo gelato della stagione (durante il periodo invernale era impossibile trovare un gelato anche a Catanzaro) Le poche famiglie che possedevano un frigorifero iniziavano a pulirlo ben bene prima di riaccenderlo per la stagione estiva, frigo che si riempiva anche grazie alle varie “cummarelli” del vicinato che portavano le varie pietanze avvolte per bene dentro la carta con al di fuori scritto il proprio nome. L’antico borgo di Sellia si risvegliava dopo il lungo inverno nei vari vicoli e nella piazza era un continuo echeggiare di grida di ragazzi che gioiosi giocavano in tantissimi giochi, spesso le varie partite di calcio si svolgevano in mezzo alla strada tanto le macchine che passavano erano veramente poche e se per caso mentre passava qualche mezzo mentre si stava realizzando un azione importante oppure si doveva tirare un calcio di rigore il mezzo veniva rigorosamente fatto fermare sino a che l’azione non veniva ultimata. Nella famosa “Timpa e Pallara” spesso finivano irrecuperabili molti palloni tanto che io ero sicuro che il suo nome era appunto dettato dai tanti palloni che vi ci finivano. Alcuni detti attinenti al mese di marzo...“Marzu pazzarellu nescia u sula ma tu portata l’umbrellu”
“Si marzu nun marzia u massaru un palia”
“I troni e marzu respigghianu i serpi”
“Marzu fa i juri aprili si pigghia l’onuri”
“U friddu e marzu trasa intra i corna di voi”
Autore Sellia racconta: si invita a chiunque ne fa uso anche in forma parziale di inserire esplicito riferimento della fonte