Oggi decine di persone del comitato Fiume di Gioia Tauro hanno iniziato un sit-in davanti ai cancelli della Iam che gestisce l’impianto di depurazione della città e che è finita nell’inchiesta della Procura di Potenza poiché nell’impianto sarebbero state smaltite decine di migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti da Viggiano (Potenza) e classificati come non pericolosi dopo aver cambiato il codice Cer. La protesta scaturisce dall'operazione "Tempa Rossa" che ha scatenato una bufera politica e giudiziaria in Basilicata, fino alle dimissioni del ministro Federica Guidi, evidenziando anche che i rifiuti speciali pericolosi provenienti dagli scarti di lavorazione degli idrocarburi di quell’impianto, venivano smaltiti illecitamente in alcuni depuratori della Calabria. Gli aderenti al comitato Fiume, dopo aver organizzato nei giorni scorsi una manifestazione, hanno deciso adesso di dar vita ad un sit-in che si protrarrà fino a quando, hanno detto, non verrà bloccato l’accesso alle cisterne che arrivano da varie regioni e che scaricano nel depuratore di Gioia Tauro.
L’inchiesta prosegue e dalla Basilicata, passando per la Calabria, si arriva alla Sicilia. Anche se la Basilicata rimane “terra di conquista”: è ricchissima, infatti, di giacimenti petroliferi, tanto da farla diventare il bacino più grande d’Europa. Facile pensare, quindi, che intorno a questa regione gravitino interessi economici non indifferenti. Ma la.........