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giovedì 3 novembre 2016

Adesca una minorenne sui social in chat poi si fa consegnare tutto l'oro dei genitori per venderlo a un "Compro oro" del capoluogo. Arrestato giovane nel catanzarese

I Carabinieri della Compagnia Catanzaro, guidati dal Capitano Antonino Piccione, hanno denunciato un giovane gimiglianese accusato di circonvenzione di incapace e ricettazione.

I fatti che vedono protagonista il ragazzo risalgono a qualche giorno fa, quando una coppia di genitori di Marcellinara si era recata in caserma perché accortasi della sparizione di un grosso quantitativo d’oro custodito all’interno della loro abitazione. Le modalità del presunto furto, effettuato senza alcuna effrazione e senza che le vittime se ne rendessero conto, sono subito apparse inverosimili agli investigatori che hanno avviato tutti gli accertamenti del caso partendo proprio dalla refurtiva. La serrata ricerca dei militari dell’Arma, condotta a tutto campo, ha riguardato anche alcuni esercizi “Compro oro”, convinti che il responsabile del furto, o comunque della sparizione dei monili, li avesse subito “cambiati” in denaroInfatti, presso un negozio del capoluogo, i militari di Marcellinara hanno rinvenuto tutti i gioielli rubati, prima che questi potessero essere fusi, risalendo anche all'identità della persona che li aveva venduti per la somma di duemila euro. Si tratta di un giovane gimiglianese, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, il quale, dalla ricostruzione dei fatti, avrebbe circuito la figlia minorenne della coppia, dopo averla “agganciata” tramite un social network, facendo leva sui nobili sentimenti della ragazza per farsi consegnare l’oro detenuto in casa. Il giovane è stato così denunciato e l’intera refurtiva, posta sotto sequestro, verrà........

mercoledì 2 novembre 2016

A Taverna il sindaco firma l' ordine di chiusura dell'unico panificio per rumori intollerabili. Sul caso interviene anche il Codacons Il sindaco poi ci ripensa L'ufficio tecnico No ! ?




Chiude l'unico e storico panificio della Cittadina di Taverna con il serio rischio di gettare sul lastrico un intera famiglia che giornalmente lavorava nella attività commerciale.  Il dirigente tecnico del comune ha imposto l'immediata chiusura delle saracinesche per le immissione sonore giudicate intollerabili secondo una verifica effettuata dal personale dell'Arpacal che con molta solerzia durante la notte ha misurato e certificato intollerabili emissioni sonore oltre la norma stabilita dalla legge. 
Sulla vicenda interviene anche il legale del Codancos  Avv. Francesco di Lieto ponendo alcune riflessioni anche sulla firma da parte del sindaco che di fatto ne ha accelerato l'iter quando non si vedono le ragioni di tale urgenza ma anche dell'impossibilità da parte del povero fornaio di Taverna di poter assistere alle verifiche dell'Arpacal fatte in tutta segretezza  come uno dei segreti di "Fatima" Inoltre nel velocissimo provvedimento non vi è scritto alcune indicazioni da intraprendere al fine di poter riaprire l'attività. Dopo le giuste lamentele da parte del fornaio che evidenziava i tanti lati non chiari della vicenda il sindaco di Taverna procedeva a annullare la delibera di chiusura dell'attività.  Pronta la replica da..........

lunedì 31 ottobre 2016

“ZERO TITULI” per Progetto Sersale parafrasando una famosa frase di Mourinho,

                                             ZERO TITULI                                                          
Più di un anno fa il Consiglio Comunale delegò il Sindaco a rappresentare Sersale al tavolo per la costituzione dell’Unione dei Comuni della Presila, una partita ambiziosa nella quale il ruolo dei comuni più grandi, la loro capacità di attrarre i più piccoli, è fondamentale. Senonché, in occasione dell’ultimo consiglio, il Sindaco, interrogato sull’Unione risponde: “non ci sono novità… io concettualmente sono per le individualità territoriali…” Più che un’opinione, è una profezia…ovvero, la sintesi del ruolo di Sersale nel comprensorio……..inesistente !!!!!
Eppure questo Sindaco sembra sempre indaffarato a promuovere il nome di Sersale: la Serie D, feste rinomate in tutta la provincia, importanti opere pubbliche, addirittura una richiesta del riconoscimento del titolo di città per il nostro comune.
Ma a parte questa ultima trovata pubblicitaria, i vanti di questa amministrazione sono meriti altrui, di associazioni sersalesi o altre amministrazioni (pensiamo alla strada Sersale-Cropani). Il resto è SOLO PUBBLICITA’.
Perché i “successi” di Progetto Sersale sul piano della guida di questo comprensorio neanche si contano:
Rammentiamo le elezioni provinciali 2009 quando Progetto Sersale schierò 4 o 5 consiglieri comunali in altrettante liste decretando la sconfitta del proprio Sindaco Vera Scalfaro. Quando si ha ben in mente di rappresentare il proprio territorio quale strategia migliore del marciare divisi per colpire uniti?!
Altra disfatta è avvenuta con il MaB Sila, una fondazione per la promozione della Biodiversità nel Parco Nazionale della Sila, dove il candidato di Progetto Sersale non è stato eletto dai delegati dei comuni limitrofi.
Altra sconfitta l’abbiamo ottenuta con il CRAL (comitato regionale per le aree interne) dove addirittura, Sersale è praticamente escluso dal piano di intervento della strategia Nazionale e Regionale per le Aree interne.
Per non parlare poi del GAL (gruppo di azione locale) dove non abbiamo praticamente nessun rappresentante nel Consiglio di Amministrazione.
1231 sono stati i consensi maturati da Torchia alle ultime elezioni provinciali, quel che si dice un successone!
Ancora meno consensi del 2014, quando Torchia si mascherò nella lista civica dei Sindaci per la Provincia; ormai non basta più nemmeno l’investitura a coordinatore di Forza Italia e la critica al Presidente Bruno (ma solo dopo avergli votato il bilancio) secondo l’ordine ricevuto da Mimmo Tallini.
Indiscutibili successi che ci fanno dire, parafrasando un profetico Mourinho, Progetto Sersale ha conquistato “ZERO TITULI” da quando governa questo comune. A che serve il titolo di città, se Sersale non è capofila di nessuna iniziativa che vada oltre San Pasquale? A cosa serve avere il …Sindaco più amato e operoso che Sersale abbia mai avuto, se lo stesso, non riesce a dire una parola condivisa oltre il proprio profilo facebook?
È proprio la figura del Sindaco ad essere inadeguata a garantire un ruolo per Sersale. Gli esponenti di Progetto Sersale non sono mai riusciti a costruire un ruolo di guida: eppure siamo il comune più grande del comprensorio, con ben due scuole secondarie, un polo sanitario, un istituto comprensivo, le più rinomate attrattive turistiche, un corposo gruppo di associazioni reali, personale comunale ricercato, e tanti altri meriti che ci potrebbero far giocare una partita di ben più alto profilo.
Non dominare, ma guidare, assecondare, coordinare, collaborare coi comuni limitrofi sviluppando più moderni ed efficienti servizi alla collettività, rappresentandoli in ambito provinciale o regionale, tracciando sentieri di promozione turistica, guidando il percorso dello sviluppo locale.
Invece NULLA! Salvatore Torchia preferisce essere principe del suo comune, esaltando la propria individualità, piuttosto che leader di questa area. Preferisce curare la sua immagine piuttosto che quella del suo comune, ridotto ormai ad un paesone con belle storie ma nessun ruolo.
Ne è esempio la sua simpatica nota sulle ultime provinciali, che recita: “senza buoni rapporti istituzionali non si va lontano”.
Finché amici personali come Donna Wanda e Don Michele occupano la Provincia allora si brilla di luce riflessa, ma quando i colori cambiano Sersale finisce nel dimenticatoio… proprio perché il suo Sindaco non è capace di avere un ruolo politico.
Proprio per amor di politica potrebbe spiegarci come mai ha votato il bilancio 2015 di Enzo Bruno, seppur lo abbia attaccato sonoramente e sebbene si sia.........

venerdì 28 ottobre 2016

Prostituzione lungo la SS 106 Bliz dei Carabinieri identificate 12 donne, denunciati due uomini che davano in fitto le case lungo la costa Catanzarese.

È guerra aperta alla prostituzione nel soveratese dove i carabinieri della cittadina costiera e i colleghi di Davoli hanno eseguito un’operazione controllando diversi appartamenti in cui si presumeva venisse esercitata l’attività. In questo contesto sono state così identificate 12 donne, la maggior parte straniere: due rumene, altrettante brasilianeuna domenicanae le restanti italiane. Per sette di loro, che avevano i documenti in regola per stare in Italia e ne cui confronti è stato accertato che effettivamente si prostituivano nella case in affitto, ed una sola per strada, si è avviato il procedimento per il foglio di via obbligatorioSuccessivamente i militari si sono messi alla ricerca anche dei presunti responsabili e sfruttatori delle donne identificate deferendo in stato di libertà due italiani, un 35enne, M.V. ed un 67enne, C.A., che dovranno rispondere rispettivamente di sfruttamento della prostituzione - per aver ceduto in affitto un appartamento di proprietà sapendo che nella stessa si effettuasse il meretricio, e di favoreggiamento per aver avuto delle condotte che ne avrebbero agevolato l’attività. I controlli dei carabinieri sono stati eseguiti soprattutto durante la......

giovedì 27 ottobre 2016

"O tuo marito mi paga o morirete" Le continue minacce anonime telefoniche anche in piena notte partivano dalla cittadella regionale.

 Una storia torbida che si incrocia con la gestione di un bando riservato ai giovani Neet. La Procura di Catanzaro vuole vederci chiaro


«O tuo marito mi paga o morite». Le minacce a Giuseppe Mancini, ex capostruttura del dipartimento Lavoro, sono esplicite. È un'escalation che inizia a giugno con le prime telefonate anonime sul suo cellulare. Mancini si occupa di "Iniziativa occupazione giovani", il programma di politiche attive nei confronti di giovani tra i 18 e i 29 anni, delle aziende e delle agenzie accreditate (quelle in cui si svolgono i tirocini) e anche dei pagamenti. Nel corso di quelle prime chiamate, al dirigente viene intimato di pagare i tirocini, pena ritorsioni contro la propria autovettura. Da luglio in poi, però, la situazione diventa più "calda". L'anonimo prende di mira l'abitazione del manager, minacciando di morte lui e i suoi familiari. E il 9 settembre Mancini denuncia tutto ai carabinieri. All'ultima telefonata ha risposto sua moglie. Dall'altro capo del telefono c'era un uomo. Ha pronunciato soltanto una frase, poi ha riattaccato: «O tuo marito mi paga o morite».

CHIAMATE DALLA CITTADELLA La prima parte della storia finisce qui. Da questo momento in poi iniziano le indagini dei carabinieri. Non è sempre facile riuscire a rintracciare una chiamata anonima. Servono tempo, pazienza, applicazione. Ma il cerchio, prima o poi, si chiude. Quando i carabinieri arrivano al primo risultato, quello che scoprono li fa saltare dalla sedia. Le telefonate a casa di Mancini, infatti, proseguono. E la prima di cui si riesce a ricostruire le tracce arriva, attorno all'una di notte, dalla Cittadella regionale. Gli investigatori sono allibiti, controllano e ricontrollano ma tutto porta a Germaneto. E il viaggio tra i cavi telefonici finisce sulla scrivania di un alto dirigente. La chiamata anonima è partita dal suo apparecchio. È la seconda parte della storia.
GLI ATTI DEL DIPARTIMENTO Nella terza le forze dell'ordine bussano agli uffici della Regione per cercare di capire il motivo di quelle telefonate anonime, dei bruschi risvegli accompagnati da minacce di morte. Perché è evidente che chi ha deciso di terrorizzare Mancini lo fa per il ruolo che ricopre nella macchina burocratica. Il lavoro investigativo è in corso: ci si concentra sulle carte che riassumono una delle controversie nate negli ultimi mesi tra il dipartimento Lavoro e l'azienda Calabria Lavoro. Al centro dello scontro c'è la gestione di una delle Misure del Por: è quella che si occupa del supporto all'autoimpiego e all'autoimprenditorialità. L'idea è quella di utilizzare i fondi europei per aiutare i giovani Neet calabresi (quelli che, tra i 18 e i 29 anni, non studiano e non lavorano) a uscire da questa condizione di "inerzia". In Calabria, i Neet sono 123mila e la giunta regionale ha puntato molto su questo programma.
UNA PLETORA DI ASSUNZIONI Il programma parte dal dipartimento ma, quando si trasferisce a Calabria Lavoro, viene seguito da una programmazione pletorica di assunzioni. La scheda dell'avviso pubblico parla di un coordinatore di progetto, 15 referenti territoriali, 50 tutor tecnici operativi e 15 unità di segreteria operativa. Troppi, secondo il ministero del Lavoro, che interviene per dirimere le divergenze. Il problema è che «proprio la selezione del personale esterno all'azienda (le 81 figure dell'avviso, ndr), apparentemente retribuito con risorse Iog (Iniziativa occupazione giovani), non risulterebbe coerente in primis con il principio cardine per l'utilizzo delle risorse del Programma operativo di riferimento, ossia che le stesse vengano rivolte esclusivamente ad azioni dirette ai giovani Neet». Non si possono spendere in consulenze i denari riservati alla formazione. Sono così tanti i profili da trovare all'esterno che è chiara «l'assenza, in seno all'Azienda, di personale dedicato e qualificato all'erogazione dei percorsi di accompagnamento all'autoimpiego/autoimprenditorialità». E, tra l'altro, «i profili professionali oggetto di selezione non paiono garantire la necessaria esperienza per l'erogazione» degli stessi percorsi. Queste sono le «criticità» da risolvere. E non sono questioni di lana caprina. La rotta va invertita, spiegano da Roma, per «non pregiudicare, oltre all'ammissibilità delle spese dell'Avviso pubblico al Pon Iog, anche l'opportunità di offrire ai giovani Neet residenti nella Regione Calabria dei servizi di standard elevato, erogati da personale qualificato». Un disastro, insomma.
NUOVO DG, NUOVA OPINIONE Quando questa lettera arriva alla Regione, Antonino De Marco è il direttore generale del dipartimento Lavoro e Giuseppe Mancini ne è il capostruttura. I due sono d'accordo con l'impostazione del ministero: quell'avviso, redatto da Azienda Calabria Lavoro (Acl), non va bene e non hanno intenzione di...........