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mercoledì 14 dicembre 2016

Le Valli Cupe di Sersale diventano ufficialmente riserva naturale regionale. La quarta commissione ha approvato all'unanimità la legge con 15 articoli e una corposa documentazione.

La quarta Commissione “Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell'ambiente”, presieduta dal consigliere Domenico Bevacqua, ha aperto i propri lavori pomeridiani approvando all’unanimità la legge istitutiva della “Riserva naturale regionale Valli Cupe”

La legge consta di 15 articoli e di una corposa documentazione bibliografica e scientifica ed è stata accuratamente visionata dal Dipartimento politiche ambientali della Giunta regionale diretto da Orsola Reillo e dal settore legislativo del Consiglio regionale diretto da Antonio Cortellaro. A proporla, il consigliere regionale Mimmo Tallini che ha ringraziato la Commissione, l’assessore all’Ambiente Antonietta Rizzo presente ai lavori, gli organismi della Giunta e del Consiglio che hanno dato l’ok alla legge per l’attenzione dimostrata. “La Regione dimostra così- ha detto Tallini- di saper valorizzare il proprio patrimonio naturalistico e, nello specifico, un’area come le Valli Cupe della Sila piccola riportata negli itinerari di prestigiose guide nazionali ed internazionali di turismo (“Cento luoghi incantati da vedere nella vita”- Rizzoli- e la guida internazionale “Lonely Planet”) e, recentemente, attenzionata persino da una troupe televisiva della Bbc (la prestigiosa televisione del Regno Unito), impegnata nella realizzazione di un servizio sulle bellezze italiane. S’apre ora, per questo modello di sviluppo che giovani coraggiosi, amministratori, piccoli imprenditori e le associazioni ambientaliste dell’area  sono riusciti, con le loro sole forze, a far diventare meta di naturalisti, botanici ed escursionisti, ma anche area di grande interesse turistico e molto frequentata dalle scuole, una nuova fase. Col sostegno della Regione siamo sicuri che si potrà fare molto di più e meglio.  Se l’azione virtuosa dal basso interagisce con le politiche di sviluppo della Regione, come sta avvenendo, si possono avere effetti positivi per tutti”. Le “Valli Cupe” fanno parte del paesaggio della Sila catanzarese che la presenza di un canyon - unico nel suo genere - e di circa cento cascate rendono suggestivo e dal forte interesse scientifico”. “Si è così raggiunto l’obiettivo – ha aggiunto il presidente Bevacqua – di valorizzare uno dei paesaggi più suggestivi del Mezzogiorno rispondendo alla filosofia guida di questa amministrazione regionale, che è dare grande impulso all’ambiente, trovando soluzioni utili alla comunità e funzionali allo sviluppo del territorio. Il progetto di legge va proprio in questa direzione, consentendo di pensare a questa parte della nostra Sila come ad una riserva regionale protetta: decine di cascate, un canyon unico nel suo genere e un’area che quest’estate ha registrato 45mila visitatori e che, se sarà adeguatamente attrezzata, potrà generare sviluppo e nuova occupazione”. Il testo di legge identifica tre ambiti territoriali distinti geograficamente, ma tutti caratterizzati dalla presenza di comuni elementi naturalistici di grande valenza ecologica e paesaggistica come ha spiegato nel corso della recente audizione il botanico Carmine Lupia. L’area protetta si articola in un sistema costituito da tre corpi tra loro distinti: tratto del fosso Valli Cupe, con il Canyon Valli Cupe e l’acrocoro di Monte Raga; tratto del torrente Campanaro, con la Cascata Campanaro, la Cascata dell’Inferno; tratto del fiume Crocchio, con le Gole e cascate del Crocchio, monolite di Pietraggìallu e alberi monumentali di Cavallopoli. Per quanto riguarda il canyon Valli Cupe si tratta di rara formazione geologica profondamente incassata in un substrato costituito da conglomerato poligenico – di straordinario effetto scenografico – originatasi a seguito della lenta azione di scavo esercitata dal torrente omonimo, che nasce a circa 700 m di altitudine alle pendici meridionali del Monte Crozze, con sulla vetta la splendida Chiesa votiva eretta sul finire degli anni Venti del secolo scorso e il cui versante settentrionale si sviluppa proprio dirimpetto il centro storico di Sersale. Storia, leggende,risorse naturalistiche (incluse emergenze botaniche e faunistiche di grande valore scientifico) e presenze come il......

lunedì 12 dicembre 2016

L'antichissima abazia di S.M. della Luna si trovava nel territorio di Sersale,Zagarise, Sellia,Taverna o Simeri ? Ricerca alla riscoperta della gloriosa città di Trischene da parte del Prof. Marcello Barberio.

 Lettera aperta (di soccorso collaborativo) ai frequentatori di SELLIA RACCONTA ( non a caso, ma perché attenti conoscitori del territorio).


Sto per pubblicare una ricerca sulle evidenze storico-archeologiche di TRISCHENE (per alcuni semplicemente una città della fantasia, ma di fatto “antecedente storico” di Catanzaro, Taverna, Simeri, Sellia, Cropani ….
Mi sono imbattuto in un enigma: dove si trova la località LUNA? Le ragioni di tale domanda sono nel testo, che, per estratto, riporto di seguito:

Ora l’endemicità della disputa dovrebbe cessare, alla luce della pubblicazione […] della Visita ad Limina del vescovo di Catanzaro, del 1592 […] : contiene, tra l’altro, alcune copie di documenti originali dell’Archivio Segreto Vaticano (sezione Congregazione del Concilio), estratti da un volume recante sul dorso la dicitura :”Catacen, pars II 213” e comprende 7 Relazioni ad Limina, la prima delle quali, riportata ai fogli 380-392, si riferisce alla visita del 1592.
“Nella Magna Grecia devastata ad opera dei barbari, fu costruita la città di Catanzaro da Flagizio, condottiero dell’esercito di Niceforo Imperatore di Costantinopoli, sulla pianura di tre colli in quella parte della Calabria che sorge ad oriente, che dista dal mare circa 6000 passi[…] Il massimo Tempio di questa città molto tempo dopo la sua costruzione fu elevato a sede vescovile dal Sommo Pontefice Callisto II  il quale lo consacrò nell’anno 1122 dedicandolo alla Beata Maria Assunta e ai Santi Apostoli Pietro e Paolo. Il medesimo Sommo Pontefice unì tutta la diocesi del vescovato delle Tre Taverne, la cui città allora si chiamava Trischine, sita vicina al mare, ma devastata insieme alle altre città della Magna Grecia, e oggi appaiono (parva vestigia ) alcuni piccoli resti (in loco qui dicitur Luna) nel luogo denominato Luna e la casa degli Ebrei (domus Hebreorum),inter castrum Simeri et castrum Cropani. (11)
Ma dov’è esattamente la contrada denominata Luna, tra il campo di Simeri e il campo di  Cropani?   Pasquale Perri (12)(cancelliere della curia vescovile di Catanzaro nel 1910), confortato da alcune bolle vescovili consultate direttamente,  ricordava che tra Zagarise e Sellia, presso il fiume Uria, esisteva l’abazia di S.M. della Luna o di Barbaro, di diritto patronato dei baroni di Sellia. Michele Scarpino conferma la persistenza, lungo la strada Sersale-Zagarise, dei ruderi del monastero florense di Monacaria o Santa Maria di Acquaviva o della Luna, di cui il monastero di San Lorenzo di Cropani poteva essere una dipendenza. Solo che, nelle bolle di confermazione della diocesi catanzarese di Callisto II (a.1122) e di Alessandro III (a.1168) l’Abbazia di S. Maria di Acquaviva, in territorio di Cropani, e l’Abbazia di S. Maria della Luna, nella terra di Barbaro, sono riportate in modo distinto, e separatamente si sottoscrivevano i due abati. Inoltre, dall’Ughelli (Italia Sacra, IX, 368-369) e da F. Russo (Regesto Vaticano per la Calabria, I, pp. 112-113) apprendiamo che....

venerdì 9 dicembre 2016

Un morto e tre feriti Terribile schianto tra un auto e un furgone sulla 106 "la strada della morte" non riposa neppure durante le festività.

Un giorno di festa macchiato dal sangue nel soveratese, dove a causa di un incidente stradale una persona ha perso la vita e altre tre sono rimate ferite. Lo scontro è avvenuto questa mattina sulla strada statale 106, nei pressi dell'incrocio per Soverato nord.
La vittima, un uomo di 67 anni, S.V., residente a San Vito sullo Jonio, viaggiava su una Volkswagen Golf station wagon che, per cause in corso di accertamento, si è scontrata con un furgone.
Secondo una prima ricostruzione fatta dei carabinieri della Compagnia di Soverato, sebbene la dinamica sia ancora tutta da verificare, all'origine dell'incidente vi potrebbe essere una manovra azzardata eseguita dall'automobilista che avrebbe causato il.......

mercoledì 7 dicembre 2016

Sersale i consiglieri di minoranza si sono dimessi.Dopo lo "schiaffo" dell'acqua data ai privati l'opposizione diventa sociale

Cari concittadini,
prima i consiglieri comunali eletti e, a seguire, ognuno dei candidati in lista “Centro Sinistra per Sersale”, abbiamo rassegnato TUTTI le nostre dimissioni, come atto politico di protesta. Perché sia chiaro che le decisioni le prende solo ed esclusivamente UNA PARTE. Abbiamo onorato, con il nostro lavoro ed impegno quotidiano, il mandato elettorale.
Ora rassegniamo le nostre dimissioni perché la foga di PRIVATIZZARE l’ultimo servizio comunale rimasto è la goccia che fa traboccare il vaso: privatizzare anche l’ACQUA è una scelta pericolosa e irresponsabile, che viola la volontà dei cittadini; assemblee, consigli fiume, proposte di deliberazione popolare, perfino la richiesta di un referendum confermativo o il rinvio della scelta. Non c’è stato modo di far desistere un’amministrazione così sorda.
A pochi mesi dalle elezioni, non comprendiamo perché “Progetto Sersale” abbia tanta urgenza di privatizzare i servizi e non comprendiamo a chi potrebbe giovare questa scelta, se non a chi si aggiudica gli appalti.
Non comprendiamo neanche lo schiaffo alla volontà dei cittadini.
Da quando il Sindaco Torchia ha dichiarato il DISSESTO FINANZIARIO, non c’è stato Consiglio Comunale in cui non sia stato detto che è necessario ristrutturare, efficientare e gestire in modo pubblico i servizi comunali. Lo abbiamo detto con dichiarazioni a verbale, articoli e manifesti, blog e social network: ai cittadini servono servizi efficienti ed economici. Con proposte chiare, dibattiti e assemblee abbiamo detto che una gestione pubblica efficiente libera risorse e può coinvolgere i cittadini nella gestione del Comune e offrire anche piccole chance di occupazione con short list di merito. Abbiamo proposto questa nostra visione politica perché crediamo che ogni risparmio deve tradursi in un beneficio per la COLLETTIVITA’.
Secondo l’Amministrazione Torchia il miglior modo è invece mantenere privati tutti i servizi (bus, mense, rifiuti, illuminazione, ecc.), con costi che sono aumentati in questi 15 anni. Abbiamo ripetuto in tutti i modi che se il DISSESTO è fatto di 2,5 mln di € di sentenze tra gli anni 1981-2002(che comunque lasciano beni patrimoniali come Palazzo Colosimo, l’area campi da tennis e l’urbanizzazione del Rione Colle del Mulino), è altrettanto vero che 1,3 mln € sono le richieste per forniture, lavori non pagati e altre spese successive che dal 2002 al 2012 lasciano solo altri debiti,10 anni in cui ha amministrato “Progetto Sersale”.
Negli ultimi 5 anni col nostro lavoro di opposizione è stata prodotta una grandissima mole di informazioni per coinvolgere la comunità; mai come in questa consiliatura è stato offerto ai cittadini di prendere visione e farsi un’idea di quanto avviene nel Consiglio Comunale. Ormai il quadro è di facile lettura, da un lato la maggioranza sorda che amministra in sfregio alla volontà popolare; dall’altro la cittadinanza che.....

martedì 6 dicembre 2016

Diga sul Melito i tre sindaci di Sorbo, Fossato e Gimigliano uniti si rivolgono al presidente Oliverio per far ripartire l'opera ferma da troppi anni

I tre Sindaci, dei Comuni di Gimigliano, Fossato Serralta e Sorbo S. Basile
rispettivamente Massimo Chiarella, Domenico Raffaele e Luigi Riccelli, hanno scritto al Presidente della Giunta Regionale Mario Gerardo Oliverio. A lui si rivolgono direttamente per chiedergli un autorevole intervento al fine di fare ripartire i lavori di una grande infrastruttura idraulica ferma da anni e che insiste sui territori di tutte e tre le Comunità: la diga sul Melito. Di seguito, il testo della missiva:
"Questa importante opera, caro Presidente, è stata cantierizzata ed avviata, come Ella saprà, negli anni ’90, a cura del Consorzio di Bonifica Ionio-Catanzarese, all’epoca Stazione Appaltante, anche se di questa opera se ne parlava sin dagli anni ’60. I lavori hanno attraversato nel corso del tempo diverse fasi, tra cui rescissioni contrattuali, diversi fermi tecnico-amministrativi ed infine un arbitrato, che ne hanno compromesso in modo definitivo la realizzazione ed il completamento. Oggi una vasta area del territorio è devastata da un cantiere permanente che ha sottratto ai Ns. Comuni non solo tre frazioni, rispettivamente “Umbri”, “Canne” e “Militello”, ma anche terreni preminentemente agricoli che consentivano una fonte dignitosa di occupazione per quelle popolazioni che le coltivavano, oltre a rappresentare l’unica fonte di sostentamento per diverse famiglie di questi luoghi. Inoltre il progetto originario della Diga, con il suo bacino di 100 milioni di metri cubi d’acqua, prevedeva di servire tutta l’area centrale della Calabria con un utilizzo plurimo della risorsa idrica che andava dalla semplice erogazione di acqua ai vari Comuni, a quello irriguo ed idroelettrico. Un progetto ambizioso che avrebbe rappresentato per questa parte di territorio della Calabria un concreto sviluppo in termini ambientali ed economici, creando una vera ricchezza per tutto il territorio con effetti benefici su tutta l’orografia della zona e su tutto il reticolo idraulico del territorio circostante. Un’opera idraulica quindi che doveva essere generatrice di-------