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sabato 15 luglio 2017

Rieccoli ! Dopo un periodo di latitanza sono stati avvistati i famosi 20 milioni per la SP 25 Arsanise/Catanzaro e la messa in sicurezza dell'acquedotto di Santa Domenica.



Dopo un lungo periodo di latitanza sono stati avvistati i famosi 10 milioni per la strada SP25 per precisione a Taverna più esattamente in un bel comunicato stampa del PD cittadino dove con vibrante soddisfazione si elogia il buon operato del governatore Oliverio. Sembra che i fondi saranno nuovamente disponibili sperando che questa volta lo siano veramente ( I fondi furono a suo tempo messi a disposizione dalla giunta guidata da Wanda Ferro ma dopo furono dirottati come somma urgente nella provincia di Cosenza)
10 milioni per un nuovo tracciato a fondovalle più 10 milioni per la messa in sicurezza dell'acquedotto che disseta gran parte della città di Catanzaro
SP25 Bivio Arsanise/ Catanzaro questa strada di circa 15 km  rappresenta un fattore vitale per il tessuto del territorio il quale già molto fragile, senza un valido collegamento con il capoluogo questo territorio  rischia  di morire. 
Con un importo pari a 20 milioni di euro di cui : ( 10 per gli interventi sull'acquedotto di Santa Domenica, 5 per le opere stradali, 5 per gli interventi di sistemazione idraulico fluviale) 
Siamo felici che il PD di Taverna si adoperi seguendo l'evoluzione dei finanziamenti sperando che non questa volta sia la volta buona per vedere finalmente il cantiere aperto e non l'ennesima promessa da marinaio. Un plauso alla sezione del PD vi raccomando non abbassate la guardia il comprensorio tutto ha bisogno che finalmente la martoriata SP25 sia finalmente messa in sicurezza.  




il comunicato stampa del PD di Taverna CZ
"Stamane abbiamo appreso , dopo ripetuti contatti con l'Assessorato ai Lavori Pubblici, che sono disponibili 20 milioni di euro, recuperati dai fondi PAC, grazie al lavoro della dalla giunta Oliverio, per la messa in sicurezza dell'Acquedotto di Santa Domenica ed il finanziamento per la sistemazione definitiva della Strada Provinciale 25, Janò-Arsanise. Un risultato su cui il Partito Democratico di Taverna, già lo scorso mese di febbraio, in riferimento all'incontro avuto tra il segretario del circolo PD di Taverna, Marco Gentile , i sindaci di Taverna - Sebastiano Tarantino, Zagarise - Domenico Gallelli, Albi - Gigi Piccoli, con Domenico Giampà e all'Assessore Roberto Musmanno, che aveva ricevuto rassicurazioni sulla .......

venerdì 14 luglio 2017

Beccato dai carabinieri forestali un uomo di Taverna responsabile di un grosso incendio di almeno 60 ettari anche dentro il Parco nazionale della Sila



Avrebbe dato fuoco agli scarti della lavorazione agricola causando così un incendio boschivo che ha colpito una vasta superficie dentro il parco nazionale della Sila, in località Alli-Monachello di Taverna, creando anche rischi per l’incolumità pubblica.
I carabinieri della forestale della cittadina hanno però identificato il presunto responsabile, un uomo, P.R., di Taverna appunto. L’incendio era divampato intorno alle 16 di martedì scorso, 11 luglio, ed era stato avvistato direttamente dalla stazione locale della forestale, impegnata in quel momento per un altro rogo. Le fiamme – da una sommaria stima – avrebbe percorso almeno 60 ettari di macchia mediterranea, in buona parte ricadenti all’interno del parco nazionale.
Le operazioni di spegnimento sono state effettuate dai vigili del fuoco e sono dovuti anche intervenire dei mezzi aerei, oltre agli uomini della stazione forestali di parco di Monaco.
Le indagini sull’accaduto sono state seguite direttamente comandante della stazione di Taverna, il maresciallo Enzo Arcuri, e sono state particolarmente serrate e durate fino alla prima mattina del giorno dopo, il 12 luglio, quando ancora l’incendio era in corso. Partendo dalla conoscenza dei luoghi, dalle informazioni acquisite, è stato necessario percorrere un lungo sentiero per più di un chilometro, per individuare il terreno agricolo dove erano stati bruciati i......

giovedì 13 luglio 2017

Catanzaro tutti i particolari raccapriccianti persecutorie e vessatorie vere e proprie torture subite dalla paziente affetta da Sla registrate dal Nisa, e finite nel fascicolo dell’inchiesta “Urla Silenziose” coordinata dal Procuratore Nicola Gratteri



Nove persone tra medici e infermieri della clinica S. Vitaliano di Catanzaro sono stati arrestati e posti ai domiciliari in esecuzione di un'ordinanza emessa dal gup di Catanzaro Barbara Saccà. L'inchiesta "Urla silenziose" è stata coordinata dal sostituto procuratore Stefania Paparazzo assieme al Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e all'aggiunto Vincenzo Luberto. Per l'accusa gli indagati, avrebbero esercitato violenze psicologiche su una paziente affetta da Sla paralizzata da cinque anni.
A far scattare l'indagine, effettuata dal Nisa e dalla Squadra Mobile, è stata la denuncia della stessa paziente fatta attraverso una mail. Il reato contestato, in concorso, è quello di maltrattamenti con le aggravanti dell'aver agito per motivi abbietti, ovvero per dispetto o per ritorsione a causa delle continue richieste di assistenza da parte della paziente, abusando dei poteri e violando i doveri inerenti alla loro funzione. Le indagini hanno fatto emergere che, nel corso degli ultimi tre anni, la signora subiva comportamenti persecutori, vessatori, a volte aggravati da insulti rabbiosi. Le condotte venivano perpetrate spegnendole l'audio del comunicatore, ovvero semplicemente spostandole il monitor, così impedendo al lettore ottico di intercettare le pupille della stessa. In tal modo, la paziente veniva privata non solo della sua voce ma anche della possibilità di leggere, usare internet, telefonare, leggere e scrivere mail e rimanendo costretta, inerme nel letto, a fissare la parete.
 La donna, scrive il gip nella sua ordinanza, era sottoposta ad un “complesso di attività persecutorie e vessatorie, a durevoli sofferenze morali”.  Perfide vessazioni, vere e proprie torture registrate dal Nisa, e finite nel fascicolo dell’inchiesta “Urla Silenziose”  coordinata dal Procuratore Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Luberto e dal sostituto Stefania Paparazzo, sfociata nell’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal gip Barbara Saccà nei confronti di 9 persone, tra cui un medico, infermieri e personale sanitario del Centro Clinico specializzato nel trattamento della Sclerosi Laterale Amiotrofica. L’ordinanza è stata notificata ad Emanuela Caporale, di 41 anni, di Lamezia Terme; Elena Denisia Rosu, 39enne nata in Romania;  Giacinto Muraca, 38enne nativo di Soveria Mannelli; Tonino Bria, 35enne nato a Cosenza; Antonio Di Bari, 29enne nato a Cosenza; Giovanni Presta, 55enne di San Lucido; Donatella Folino Gallo, 29enne nata a Soveria Mannelli; Caterina Ester, 30enne nata a Cosenza; al medico Giuseppe Rotundo, 39enne di Catanzaro. 
Le indagini sono partite dalle denunce della donna, immobilizzata fisicamente a causa del progredire della malattia, ma perfettamente lucida e consapevole.
L’aspetto più drammatico della Sla - evidenziano gli stessi magistrati -  è rappresentato dal fatto che la persona che ne viene colpita, pur vedendosi progressivamente bloccare tutti i muscoli, non perde, nemmeno nella fase finale, la capacità di pensare e relazionarsi e rimanendo perciò cosciente della sua condizione fino all'ultimo; sostanzialmente la mente resta vigile, ma prigioniera in un corpo sempre più immobile. 
Secondo l'accusa, gli indagati hanno posto in essere nei confronti della donna una condotta connotata da atti di scherno, disprezzo e intimidazione, ma anche di trascuratezza e di indifferenza avverso i bisogni di una paziente non autosufficiente, immobilizzata nel proprio letto e senza alcun supporto nemmeno da parte dei familiari. 
  La donna ha utilizzato il comunicatore per inviare delle email di denuncia delle vessazioni subite ad un notaio e ad alcuni avvocati, che hanno presentato esposto in Procura. Nelle sue email la donna implorava continue richieste di aiuto, lamentando di essere maltrattata dal personale del centro clinico e, pertanto, di trovarsi in una situazione di sofferenza provocata dai comportamenti di disprezzo della sua persona e di assoluta indifferenza verso i suoi bisogni di cura ed assistenza. Comportamenti, questi, per nulla occasionali.  “Per maltrattamenti - scrive la donna - intendo che psicologicamente mi hanno demolita, c’è un medico in particolare tolgono monitor e quindi la parola e ridono i medici tanto poi la aspiriamo facendomi riempire di muchi”. 
La stessa vittima ha denunciato agli inquirenti diversi episodi, tra cui uno relativo alla manomissione del comunicatore. Le successive indagini condotte anche attraverso una intensa attività intercettiva hanno riscontrato che la donna  veniva sottoposta ad atteggiamenti umilianti da parte del personale sanitario, soprattutto quando chiedeva un loro intervento, ma anche di fronte ai bisogni primari. Tutti episodi registrati grazie all’utilizzo delle intercettazioni ambientali e ripresi dalle telecamere piazzate dal Nisa all'interno della clinica. 
 “Guà si nun ti cci'hanno volutu ti ci mandu io ..tu giuru, ti faccio fare andata e ritorno.. andata senza ritorno …. u sa cchi vo ddire andata senza ritorno.. pensa!”. Parlando con il dottore nella stanza della paziente, uno degli infermieri si riferiva alla donna: "se oggi fa così, tra tre secondi io le sposto il monitor ... speriamo che non la fa più all'inferno non l'hanno voluta". Un altro sanitario è stato registrato mentre scherniva la paziente dicendole: "ridi? Ti diverti? Io mi diverto fuori da qua", ed in un’altra occasione le diceva: "tu mangi perché ci siamo noi”. E un altro ancora teneva più volte nei confronti della donna un atteggiamento autoritario , minaccioso e denigratorio, in particolare le spostava il comunicatore dicendole contemporaneamente “… nun cumíncià a sunà si nu tu spaccu", e in un’altra occasione, con riferimento al comunicatore esclamava "non si può cacciare? A che cazzo serve”.
E poi c’erano gli insulti, quando la donna necessitava di essere pulita. Agghiaccianti le frasi di un infermiere rivolte alla donna: “puzzi, ragli comu 'a ciuccia", "sei grassa quantu na ciuccia per me puoi ragliare”. Lo stesso che, in una occasione entrando nella stanza della paziente, vedendola con la testa piegata ed il monitor non calibrato, le diceva di aspettare in quanto doveva andare a bere un sorso di acqua, lasciandola con la testa reclinata; in un’altra occasione mentre la paziente, priva del comunicatore, continuava a piangere, si rivolgeva alla stessa affermando "si vai vai quando finisci.... tanto tu non ci sai stare con il monitor vai vai ti ho aspirato nemmeno mezzora fa”. In diverse occasioni, intervenendo a seguito delle richieste di assistenza della paziente, omettendo di chiedere di cosa avesse bisogno, l’infermiere la minacciava reiteratamente di staccarle il comunicatore e talvolta lo staccava, pronunciando le seguenti frasi: "Tu staccu", "e chi cazzu", "taiu aspiratu taiu sistematu e continui”. 
Gli operatori sanitari - secondo gli inquirenti - hanno agito con inciviltà, mancanza del sentimento di umanità e assoluta mancanza di...........

mercoledì 12 luglio 2017

Notte di paura a Taverna dove il fuoco ha lambito il centro Presilano. Videoracconto


aggiornamento ore 11
Un Canadair e un elicottero stanno effettuando dei lanci a Taverna, nella Presila Catanzarese, per spegnere un vasto incendio sviluppatosi nella serata di ieri a monte del paese e che durante la notte ha minacciato diverse abitazioni.

    Il rogo alimentato dalle alte temperature e dal vento ha fatto vivere momenti di panico agli abitanti della zona. Dieci famiglie sono state fatte allontanare per precauzione. Le fiamme hanno interessato anche l'area della chiesetta della Santa Spina dove è esposta la statua della Vergine che alcuni fedeli sono riusciti a mettere in salvo. L'effigie è stata portata al riparo in paese.
    L'incendio ha distrutti ettari di macchia mediterranea, frutteti e campi coltivati. Danni notevoli ad un capannone e altre strutture di allevamento con conigli e altri animali domestici, che non hanno avuto scampo. Al lavoro a terra vigili del fuoco, Calabria Verde, volontari Protezione civile, carabinieri e forestali, amministratori e personale del Comune di Taverna.


Una notte infernale per gli abitanti di Taverna che hanno letteralmente combattuto contro un fuoco sempre più minaccioso spinto da un vento che alimentava i focolai. Il fuoco sicuramente di natura dolosa è stato appiccato nel pomeriggio di ieri bruciando diversi ettari di boschi nella notte si è fatto più minaccioso la popolazione di Taverna ha aiutato le varie squadre di vigili e di soccorritori per scongiurare che le fiamme sempre più alte e minacciose entravano in qualche abitazione, in piena notte è arrivata anche l'ordinanza di momentaneo sgombero per alcune abitazioni.Sono veramente notevoli i danni ambientali ma anche a molte attività una delle zone più colpite è stata "Santa Spina" luogo di culto   Alle prime luci del giorno sono arrivati altri mezzi di soccorso anche canadair Le abitazioni sono invase da fuliggine e fumo sconforto e rabbia negli occhi di molta gente consapevole che questi piromani hanno distrutto un paesaggio stupendo ma sopratutto difficilmente saranno.......






martedì 11 luglio 2017

Frittelle tossiche per otto persone finite in ospedale ancora gravi le condizioni della bimba di nove anni finita in Rianimazione dopo aver mangiato alcune frittelle di fiori di zucca

Sono ancora gravi le condizioni della bimba di nove anni finita in Rianimazione dopo aver mangiato alcune frittelle. È successo a Roghudi, nel Reggino. La bambina, assieme alla sua famiglia, si è intossicata dopo aver mangiato delle frittelle che sembravano di fiori di zucca invece erano "tromboni d'angelo", tra i fiori più velenosi. 

Una svista che poteva rivelarsi fatale. A Roghudi in provincia di Reggio Calabria una famiglia ha rischiato di essere sterminata dai tromboni d’angelo. Provvidenziale l’intuizione del padre che ha subito allertato i sanitari del 118 per chiedere di essere visitato e capire cosa fosse quell’improvviso e anomalo mal di pancia. L’errore commesso è stato quello di aver cucinato delle frittelle con la pianta velenosa che era stata scambiata per semplici fiori di zucca. A raccoglierla erano stati i bambini a passeggio per le periferie del paese, la mamma poi non aveva prestato molta attenzione a quei fiori gialli e li aveva fritti in pastella senza pensarci troppo. A distanza di pochi minuti però tutti avrebbero avvertito dei preoccupanti malori con crampi allo stomaco, capogiri, febbre, arrossamento e difficoltà respiratorie tali da far intervenire l’ambulanza. Otto in tutto le persone finite in ospedale a cui è stata diagnosticata l’intossicazione alimentare. Tra loro anche una bimba di otto anni e uno di dodici, che pare si trovino ancora intubati nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale Riuniti di Raggio Calabria dopo essere stati trasferiti dal nosocomio di Melito in cui erano stati trasportati con gli altri sei componenti della famiglia di origine rumena. I due bambini pare siano stati ricoverati mentre si trovavano in preda alle allucinazioni e versano attualmente in ...........

lunedì 10 luglio 2017

I tanti perchè ? Sulle dimisioni dell'assessore allo sviluppo della regione Calabria Carmen Barbalace



L'assessore allo Sviluppo economico e alla promozione delle Attività produttive della Regione Calabria, Carmen Barbalace, 
si è dimessa. A comunicarlo è stato lo stesso assessore Barbalace indagata nella qualità di dipendente dell'ente regionale, nell'inchiesta condotta dalla Dda di Reggio Calabria che ha portato al fermo di 116 persone accusate di fare parte delle più importanti cosche del "mandamento" ionico.
    I reati contestati a Barbalace si riferiscono ad un periodo precedente alla sua nomina assessorile e sono abuso d'ufficio truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
    Barbalace, esprime "profonda amarezza che nasce dalla consapevolezza dell'assoluta estraneità della mia persona rispetto ai contesti criminali che vengono descritti nel provvedimento" e sostiene di avere sempre agito con "correttezza trasparenza e onestà. Le mie dimissioni costituiscono un atto di assoluto ed incondizionato rispetto nei confronti della magistratura e, soprattutto, dei............