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mercoledì 11 ottobre 2017

Contrasto alla povertà oltre 4 milioni di euro grazie ai progetti "PON" Ecco l'elenco dei comuni della provincia che possono farne richiesta.


L’assessore Leo Concolino  ha voluto dettagliatamente illustrare la  Convenzione di Sovvenzione  relativa alla proposta progettuale presentata dal Comune di Catanzaro - Settore Politiche Sociali e approvata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con decreto n. 239/2017, che, questa mattina, ha avuto il via libera da parte della giunta.  “Si tratta di una misura  - ha spiegato l’assessore - tendente a contrastare la povertà in favore di soggetti in difficoltà e comprende  il triennio 2017/19. Infatti, l’intero Ambito, composto dai Comuni di Catanzaro (comune capofila), Albi, Amato, Andali, Belcastro, Borgia, Botricello, Caraffa, Cerva, Cicala, Cropani, Fossato Serralta, Gimigliano, Magisano, Marcedusa, Marcellinara, Miglierina, Pentone, Petronà, San Floro, San Pietro Apostolo, Sellia Marina, Sellia Superiore, Sersale, Settingiano, Simeri Crichi, Sorbo San Basile, Soveria Simeri, Taverna, Tiriolo e Zagarise, è stata ammesso a finanziamento per l’importo complessivo di € 4.391.893,00 euro. Un progetto, quindi, di grande rilevanza sociale rivolto a  un grosso bacino dove  risulta marcato il disagio sociale. Ringrazio il dirigente e l’intero settore per il lavoro svolto che ci ha permesso di accedere al cospicuo finanziamento che ci consente di intervenire su un tessuto sociale su cui c’è una particolare attenzione del sindaco Abramo e dell’intero esecutivo.  Come è noto – ha aggiunto l’assessore Concolino - la Legge di stabilità 2016 ha previsto la definizione del Piano nazionale di contrasto alla povertà, adottato con cadenza triennale mediante D.P.C.M. e finalizzato ad individuare una progressione graduale, nei limiti delle risorse disponibili, nel raggiungimento di livelli essenziali delle prestazioni assistenziali da garantire su tutto il territorio nazionale per il contrasto alla povertà. In particolare, viene stabilita su tutto il territorio nazionale, una misura di contrasto alla povertà, intesa come estensione, rafforzamento e consolidamento della sperimentazione del Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA)”. Il SIA, che da gennaio 2018 sarà sostituito dal ReI, prevede l’erogazione di un sussidio economico a nuclei familiari con minori in condizioni di povertà, condizionale all’adesione ad un progetto di attivazione sociale e lavorativa. Per accedere al SIA è necessaria una valutazione multidimensionale del bisogno dei membri del nucleo familiare e la costruzione di un patto con i servizi. Patto che implica, da parte dei servizi, una presa in carico nell’ottica del miglioramento del benessere della famiglia e della creazione dei presupposti per l’uscita dalla condizione di povertà e prevede, da parte dei beneficiari, una adesione al patto con la conseguente adozione di una serie di comportamenti virtuosi, ad esempio: la ricerca attiva del lavoro, la partecipazione a progetti di inclusione lavorativa (tirocini, formazione, ecc.), la frequenza scolastica dei figli minori, l’adesione a specifici percorsi eventualmente individuati dai servizi specialistici (comportamenti di prevenzione e cura volti alla tutela della salute, percorsi di fuoruscita dalle dipendenze, ecc.). “La  nostra proposta progettuale di intervento  - ha aggiunto l’assessore Concolino - riguarda le seguenti azioni:  1)rafforzamento dei servizi sociali con l'assunzione a tempo determinato di -  n. 8 assistenti sociali ; n. 8 assistenti sociali specializzati;  n. 4 educatori professionali;  n. 3 mediatori interculturali; n. 5 personale  amministrativo specializzato; n.3 personale amministrativo; n. 4 psicologi; 2)interventi socio-educativi mediante la realizzazione del progetto di educativa domiciliare affidamento all' esterno di servizi di mediazione familiare e finanziaria attraverso anche workshop, laboratori e incontri destinati alle famiglie inserite nei progetti SIA; 3) adeguamento applicativo in dotazione al comune capofila alle fasi previste dal SIA, con l’obiettivo finale di usufruire del patrimonio informativo già in possesso e acquisizione, per tutta la durata del progetto, dei servizi di assistenza e manutenzione di tutto il sw a supporto del progetto;  4) Acquisizione in leasing di notebook con adeguati supporti e relative licenze di ..........

martedì 10 ottobre 2017

Spulciando le rileve del Catasto Onciario di Simeri, Sellia, Taverna e Cropani del XVIII secolo. Solo cinquant'anni fa veniva abolita la legge sulla mezzadria e si liberavano dall’agricoltura le forze vive, che costituiscono oggi la struttura portante della società meridionale.

Solo cinquant’anni fa veniva abolita la legge sulla mezzadria e si liberavano dall’agricoltura le forze vive, che costituiscono oggi la struttura portante della società meridionale, cioè i nuovi ceti produttivi, dirigenti e culturali. La famiglia colonica era “immodificabile” fuori dai casi previsti dalla legge, per cui era difficile per tutti affrancarsi da un destino segnato sin dalla nascita, in un contesto di feudalesimo residuale, con le sue regole antiche di divisione dei prodotti della terra, di diritto di setto d’aia nel latifondo improduttivo del Marchesato e nei territori costieri, di setto di forno per lo jus picis in Sila.
Quest’ultimo era un diritto tipicamente feudale, sancito dall’editto di Re Roberto del 1333 e dalle Pragmatiche angioine, rinnovato dal Bando della Real Camera della Sommaria di Napoli del 1618, che fissava in 6 ducati il diritto della Corte su ogni setto di forno predisposto nella Selva Bruzia, al fine di ricavare la pece nera o bianca (o greca), usate per calafatare le imbarcazioni e impermeabilizzare le botti e il vasellame, sin dal tempo dei Romani e delle guerre puniche.










Trebbiatura meccanica sul setto d’aia
                                       
Per effetto del diritto di setto d’aia, il colono era obbligato a conferire al fattore del padrone della terra 1/8 di tomolo (8 litri) di grano per ogni timogna (bica) realizzata sull’aia del concedente; per terraggio doveva conferire i 2/7 dell’intero prodotto, più 2/8 per la guardianìa di ogni tomolata di terreno coltivata e le spese di trebbiatura meccanica, calcolata in ragione di 5/7 del prodotto totale effettivo ricavato. Il terragerista doveva “rilasciare” un ottavo di tomolo (8 litri) di grano  -  oltre al concorso alla guardianìa  -   per la predisposizione della pisèra , su cui battere  e ventuliara gli ospri (le granaglie, come ceci, fave, favette), per separare i semi dai baccelli. I lavori di pisèra erano normalmente affidati al mezzadro, il quale provvedeva abitualmente col forcone di legno, il tridente ferrato e la pala di legno; quando, invece, si faceva ricorso agli animali dell’azienda (un cavallo o anche un paricchiu ‘e voi), aumentavano gli oneri del colono. Insomma, dedotti la terragerìa, il setto d’aia e l’affitto del cavallo per la pisèra, al contadino restava poco o niente, così che, testis temporum, se ne tornava a casa “ccu ra pala subbra i spaddhi e la menzalora vacanta”.
Per comprendere la natura dei diritti incorporati alla terra e le relative forme di servaggio, occorre risalire ai “Libri Feudorm” e alle “Consuetudines Feudorum”, i “codici civili e penali” di quella particolare formazione socioeconomica che va sotto il nome di feudalesimo, imperniato sul castello, dove affluivano i vari “ jussi”, come le contribuzioni dirette (decima, fida, diffida) e indirette, i diritti proibitici  e quelli particolari. Lo jus proibendi del feudatario riguardava  i mulini e i trappeti (1), i macelli e le fiere, i manganelli (2) e le feste, le acque dei fiumi e la trattura della seta (3), i forni e le osterie, la caccia e la pesca (4), i fondaci, la fascia (nascite) e i matrimoni, le vedove. Come se non bastasse, c’erano poi i diritti particolari, come quello di nominare giudici e dignità canonicali nelle chiese di jus patronatus, di esercitare il mero e misto imperio, lo jus plateatici, herbarii et affidatuae animalium, lo jus soli o di casalinaggio (5), lo jus jogaticum, glandagi, picis, di sbarro e di setto di forno. I diritti particolari includevano pure quelli sulle persone (angari e parangari), come l’obbligo dei contadini di prestare la loro opera per la coltivazione della vigna, degli uliveti e dei gelseti del feudatario, al quale bisognava fornire anche acqua e legna per la casa e assicurare i donativi (agnelli, galline, formaggio, ricotte, conigli, capretti) in occasione delle feste ricordate e del majo. “Era il regno del capriccio e del terrore”, concludeva padre Francesco Russo, che così proseguiva: ” Questa regione abbonda anche di mostri, vale a dire di piccoli re e tiranni, i quali la saccheggiano, la scorticano ogni giorno, con sete inestinguibile e inesausta avarìa, si pascono dei travagli dei mortali: essi infatti si sono usurpati le selve, le balze, le terre, i fiumi, la caccia, in una parola, tutti i diritti dei popoli”.
Certo, con i vari “Capitoli, Grazie e Stabilimenti” le Università  feudali e demaniali riuscivano in qualche modo ad alleviare il peso di tutti quei gravami fiscali, che restavano comunque insopportabili per le popolazioni rurali e per gli artigiani urbani, tanto da provocare endemiche e cruenti ribellioni: a Santa Severina e a Martirano nel 1553, ad Amantea nel 1606, e ancora a Taverna, a Simeri, a Cropani e nei casali cosentini.
Tale situazione perdurò ben oltre il 1806 e l’eversione della feudalità, specialmente nelle comunità chiuse alle influenze esterne, dove i cambiamenti si realizzavano assai lentamente.
Nel 1810, la Commissione Feudale sancì l’abolizione di qualunque diritto di servitù sulle terre del Regno di Napoli, dello jus proibendi  e delle privative. Tuttavia lo jus picis (fidare per fare barili di pece), come pure la fida dei porci alla faglia, la licenza di caccia in Sila, il diritto di pescare trote (mettendo la calce o il tasso nei fiumi), la diffida degli animali dei forestieri, la fida d’accetta per tagliare legne morte e dede, la fida per fare sporte, fiscini (6) e panieri durarono fino al 1853, quando furono modificate con rescritto del 9 maggio
Solo nel 1876 le terre della Sila Regia e della Sila Badiale furono di pieno diritto devolute integralmente al Demanio dello Stato, con la liquidazione degli usi civici e la fissazione di nuove tariffe per i debitori della fida e della granetteria (giogatico o aratro di buoi aggiogati): il terraggio e la fida sull’uso civico della semina e del pascolo, però, rimasero invariati rispetto a quelli del 1619









                                       


                                   Grecia di Simeri: Abitazione e rustico giustapposti


Spulciando le rileve del Catasto Onciario di Simeri, Sellia, Cropani e Tavarna del XVIII secolo, si deduce che la popolazione viveva prevalentemente del lavoro agricolo e che molti contadini prendevano a censo terreni della corte feudale e dei monasteri. A quel tempo il censo era mediamente di 2 carlini per ogni ducato di valore del fondo, secondo l’annuo estaglio degli stimatori.
La jermana (7), le fave e i ceci erano valutati 5 carlini a tomolo e comunque il profitto dei terreni a censo rimase assai modesto per tutto il secolo, come sembra confermare il “Prospetto generale dei fondi rustici ecclesiastici anteriormente al 1784”, relativo alle operazioni della Cassa Sacra, dopo il terremoto del 1783. Ancora al censimento del 1921 risultava impiegato in agricoltura il 73,1% della popolazione attiva calabrese: il 64 % braccianti e salariati, il 26% conduttori in proprio, il 3,1% fittavoli, il 6,9% mezzadri e coloni.
Nel ..........

lunedì 9 ottobre 2017

Magisano; è morto l'anziato scomparso venerdì Il cuore del povero Pietro non ha retto i vari problemi della notte passata al freddo.

 E' morto Pietro Alimondi 88 anni, l' anziano del quale si erano perse le tracce nella giornata di venerdì solo nella tarda serata di sabato era stato ritrovato, subito trasportato in ospedale in condizioni critiche, questa mattina è morto nei reparti del Pugliese a causa dei problemi di disidratazione e grave ipotermia. L'età avanzata e la notte trascorsa nelle montagne, al freddo, gli sono stati fatali. 
Alle ore 22.00 del 07.10.2017 era stata ritrovata la persona dispersa nel comune di Magisano. Le operazioni di ricerca del Sig. Pietro di anni 88 iniziate nel pomeriggio di venerdì, quando si erano perse le sue tracce dopo che era stato visto per l'ultima volta nella piazza del paese dopo ore di apprensione le ricerche si erano concluse positivamente con il ritrovamento della persona ancora in vita. Lo stesso dapprima individuato, è stato poi recuperato con utilizzo di tecniche S.A.F. dai Vigili del Fuoco in fondo ad un dirupo nelle vicinanze del campo sportivo del comune di Magisano.  Il Sig. Petro, nonostante le ferite e lo stato di ipotermia era ancora vivo.Al termine delle operazioni di recupero veniva consegnato al personale SUEM118 per le immediate cure del caso e successivo trasporto presso presidio Ospedaliero. Tutto sembrava concludersi per il meglio ma invece per varie concause il cuore del povero Pietro non ha retto lasciando la.....

sabato 7 ottobre 2017

Pesanti e continui maltrattamenti in famiglia ai danni della moglie (43 anni) e dei due figli (di 11 e 15 anni) Gli agenti del Commissariato di Catanzaro Lido hanno eseguito un’ordinanza di divieto di avvicinamento nei confronti di un uomo di 49 anni

Gli agenti del Commissariato di Catanzaro Lido hanno eseguito un’ordinanza di divieto di avvicinamento nei confronti di un uomo di 49 anni del posto, un tossicodipendente con piccoli precedenti penali.
L’uomo è accusato di maltrattamenti in famiglia ai danni della moglie (43 anni) e dei due figli (di 11 e 15 anni): la misura è stata proposta dal pm Stefania Paparazzo ed emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro, Claudio Paris.
A seguito della denuncia della moglie, gli agenti hanno avviato le indagini scoprendo numerosi casi di prepotenze. L’uomo avrebbe infatti colpito più volte la donna, perseguitandola e vessandola al punto da renderle dolorosa la convivenza e mettendo a disagio continuo i due figli, tanto da indurre la consorte a passare numerose notti fuori casa. Al 49enne è stato quindi imposto di non avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla moglie e dovrà mantenere una distanza di 300 metri dai familiari oltre a non poter comunicare con nessuno di loro. Ma la vicenda non finisce qui: poco prima delle 11 di stamani, infatti, il 49enne, non pago del provvedimento a suo carico, è andato in un circolo privato e con un coltello da cucina ha dapprima minacciato d’ucciderlo e poi si è scagliato contro un 47enne, F.D., cercando di colpirlo all’altezza del ventre, dopodiché è scappato senza ferire la vittima. Sono così arrivare due Volanti che si sono recate a casa dell’uomo, poco distante dal circolo. Nell’abitazione hanno trovato il coltello utilizzato, nascosto sul balcone accanto al secchio della spazzatura.
Da quanto appreso dagli agenti il......

venerdì 6 ottobre 2017

Gravissimo incidente ieri a Sellia Marina 2 operai rimangono ustionati dai cavi dell'alta tensione

Gravissimo incidente sul lavoro ieri pomeriggio a Sellia Marina dove due operai sono rimasti folgorati mentre stavano lavorando all’interno di un capannone.
Le preoccupazioni maggiori sono per R. F. di 31 anni le cui condizioni sono apparse subito molto gravi, con circa il 30 % di ustioni sul corpo, tanto da consigliarne l’immediato ricovero all’ospedale “Cardarelli” di Napoli, mentre per il suo collega F. G. di 25 anni è stato disposto il ricovero al “Pugliese” di Catanzaro.



Due operai sono rimasti feriti, uno in maniera grave, in un incidente sul lavoro avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri a Sellia Marina, in provincia di Catanzaro. Si tratta di due giovani, F.G., 25 anni, e R.F., 31, impegnati in alcuni lavori di pitturazione all'esterno del capannone di una importante azienda per la lavorazione del vetro. Secondo quanto accertato dal personale dell'Azienda sanitaria provinciale e dai carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, i due stavano spostando un ponteggio mobile che ha urtato i cavi dell'alta tensione scaricando una potente scossa elettrica sui due giovani. Il venticinquenne e' stato trasportato all'ospedale di Catanzaro, ma le.........

giovedì 5 ottobre 2017

Il sindaco di Zagarise Gallelli è stato eletto presidente del distretto rurale Valle del Crocchio.

La Valle del Crocchio è una valle della Provincia di Catanzaro in Calabria che comprende i comuni di AndaliBelcastroBotricelloCervaCropaniMarcedusaSersale, e Zagarise e prende il nome dall'omonimo fiume Il Gruppo di Azione Locale “Valle del Crocchio” è una Società consortile a responsabilità limitata e senza fini di lucro costituitasi nel 1996 con lo scopo di assumere un ruolo attivo nello sviluppo dell’area attraverso la gestione del progetto comunitario Leader II. Conclusa in modo positivo, la prima esperienza di sviluppo dal basso, il G.A.L. ha continuato la propria attività attraverso la gestione della nuova iniziativa Comunitaria Leader+ ed oggi con Approccio LEADER. Attualmente, il Gruppo di Azione Locale Valle del Crocchio è composto da forze politiche, sociali ed economiche altamente rappresentative in riferimento al territorio in cui insiste ed opera. Tale rappresentatività discende dal sostanziale equilibrio fra la sua componente pubblica e privata e dall’ampio grado di apertura dei settori produttivi.

A seguire l'articolo tratto dalla Gazzetta del Sud di oggi 5 ottobre 2017.