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lunedì 9 dicembre 2019

Pentone inaugurato ieri il mega albero di 2000 “pezzotti” fatti all'uncinetto, 6 metri di altezza.



Cento “pezzottare” al lavoro, 2000 “pezzotti” fatti all’uncinetto, 6 metri di altezza: sono i numeri dell’albero realizzato a Pentone sulla scorta di quello fatto in Molise l’anno scorso, infatti il borgo ha aderito all’iniziativa nazionale ‘Un filo che unisce daTrivento a…”. La creazione pentonese sarà inaugurata in Villa Alcide De Gasperi, domani, domenica 8 dicembre, alle ore 18:30, ma si comincia prima, alle 16.00, con i mercatini e la degustazione di dolci: il ricavato sarà devoluto al reparto di oncologia dell’ospedale di Soverato. È possibile visitare la costruzione fino al 6 gennaio e seguire l’iniziativa sulla pagina Facebook “Un filo che unisce: da Trivento a Pentone”.  L’idea di fare il mega albero crochet è partita dal pentonese Giuseppe Parrotta che, guardando alcuni video natalizi, si è imbattuto nella creazione fatta a Trivento, in Molise, lo scorso anno. L’uomo ha, così, chiesto aiuto e si è subito costituito un gruppo che si è allargato sempre più, fino a coinvolgere più di 100 persone, tra coloro che hanno costruito la struttura e le “pezzottare”, le signore che hanno fatto i “pezzotti”, le tessere realizzate all’uncinetto per comporre l’albero. Alcuni pezzi sono stati confezionati del centro oncologico di Lamezia Terme, inoltre le pezzottare hanno donato un alberello fatto con le tessere crochet al reparto oncologico dell’ospedale di Soverato.  Così, il borgo della presila catanzarese rientra tra i paesi e le città italiane che hanno aderito all’iniziativa nazionale “Un filo che unisce da Trivento a…”, il sogno di Lucia Santorelli e delle signore che l’anno scorso a Trivento, in Molise, avevano costruito il singolare albero. L’iniziativa del centro presilano è stata patrocinata dalla.........

sabato 7 dicembre 2019

L'incredibile storia di Pino chiuso nel manicomio di Girifalco da quando aveva 9 anni ci rimane per ben 32 anche se era sano. Video delle Iene


“32 anni chiuso in un manicomio ma era sano”. La storia commovente di Giuseppe Astuto, nato nel 1958 nell’allora Nicastro, cresciuto dall’età di 9 anni nel manicomio di Girifalco è stata raccontata dall’inviata de “Le Iene” Nina Palmieri. Era l’inverno del 1967 quando, racconta Pino ai microfoni del programma televisivo di Italia 1, la mamma lo mandò a comprare il pane ma lui, affamato, lo mangiò nel tragitto verso casa. Quando si rese conto di quello che aveva fatto escogitò un piano: tornare al mercato per rubare un’altra pagnotta. Ma il mercato chiuse e lui vi si ritrovò bloccato dentro insieme a tutto quel cibo. Un paradiso per un bambino che viveva nella miseria. Mangiò tutto quello che non aveva mai mangiato nei suoi 9 anni di vita. Quel gesto innocente ha segnato l'infanzia e la sua vita. Pino ricorda benissimo quanto successe il mattino dopo: fu trovato con un’indigestione e infreddolito. Intervennero le forze dell’ordine e poi fu portato nel primo ospedale psichiatrico del Sud, quello di Girifalco. Sua mamma, fa notare la Palmieri, non fece nulla per tenersi il suo bambino, né tantomeno lo cercò.
Nei documenti di allora nella diagnosi, scritta nero su bianco si legge: “carenza affettiva”, fu ricoverato “per ragioni umanitarie”. Un bambino chiuso insieme ai malati mentali per oltre 30 anni. Uscito dalla struttura, ora vive in una casa popolare con una piccola pensione insieme alla sua amata Angela. Un ricovero illegittimo che ha tolto per sempre l’infanzia e la giovinezza a quel bambino innocente. Tramite il suo avvocato, la lametina Serenella Galeno, ha ottenuto il "riconoscimento della responsabilità dei sanitari per aver eseguito un ricovero illegittimo". I giudici hanno riconosciuto la sussistenza del "danno non patrimoniale individuabile nella perdita di chance dall’essere inserito in un nucleo familiare e liquidato equitativamente". La questione sta per approdare alla CEDU di Strasburgo (Corte europea dei diritti dell'uomo) al fine della valutazione della mancata liquidazione del danno da perdita della libertà personale.
Nina Palmieri è riuscita a realizzare il suo più.......
a seguire il video tratto dal programma Le Iene

venerdì 6 dicembre 2019

Simeri Crichi sul Piano di dimensionamento scolastico il sindaco Mancuso ha condiviso e accettato da subito la soluzione su Cropani mentre ora in tanti chiedono la soluzione più logica con la scuola di Magisano.




Ci sentiamo in dovere di fare chiarezza rispetto alle dichiarazioni, apparse sugli organi di stampa, afferenti al piano di dimensionamento scolastico rilasciate da alcuni amministratori e personale vicino alle istituzioni scolastiche. Abbiamo deciso di ribadire lo stato dei fatti perché non riteniamo che quanto abbiamo avuto modo di leggere rispecchi la realtà. Innanzitutto, ci teniamo a sottolineare che l’Amministrazione provinciale di Catanzaro ha redatto il nuovo piano di dimensionamento scolastico sulla base delle linee guida diramate dalla Regione e dall’ufficio scolastico regionale, badando a salvaguardare i posti di lavoro e ad ascoltare le istanze provenienti dal territorio. Secondariamente, va sottolineato che la scadenza per l’approvazione del Piano era fissata all’ 11 novembre e che si è chiesta una proroga alla Regione proprio per ascoltare in maniera ancora più approfondita le richieste che pervenivano da tutte le Amministrazioni comunali e dalle istituzioni scolastiche. Ma prima di ogni cosa chiediamo rispetto nei riguardi di un lavoro eseguito congiuntamente dall’intero Consiglio provinciale, maggioranza e opposizione, nella massima condivisione e senza tener conto dei diversi colori politici.
Scendendo nello specifico, ci lascia basiti l’atteggiamento del sindaco di Simeri Crichi, Piero Mancuso, e di alcuni assessori e consiglieri comunali che, nell’affrontare la tematica dell’accorpamento dell’Istituto comprensivo di Simeri Crichi, hanno dimostrato di avere poco senso delle istituzioni attaccando, politicamente e personalmente, l’assise provinciale rispetto al lavoro svolto fino ad oggi. Se si considera che è stato proprio il sindaco Mancuso ad accettare e a condividere la soluzione poi approvata dal Consiglio provinciale, etichettandola come la migliore possibile per il proprio territorio, tutto diventa ancora più incredibile. La condivisione della scelta è stata espressa in un primo momento dagli assessori del Comune di Simeri Crichi durante una riunione svoltasi a Palazzo di Vetro, alla presenza di rappresentanti di ben 5 Comuni ricadenti in quell’area. Ma è stato fatto ancora di più quando, tre giorni dopo la prima riunione, il sindaco Mancuso, gli assessori Brutto e Maria Rubino e il consigliere Domenico Garcea, si sono recati presso gli uffici della Provincia per avere ulteriori ragguagli in merito, alla presenza del vicepresidente Montuoro, dei consiglieri Praticò e Battaglia e del dirigente Floriano Siniscalco. Ancora una volta, al termine della riunione, il Sindaco ed i suoi collaboratori esprimevano in maniera inequivocabile il loro assenso alle modifiche del Piano e chiedevano che nel nome del futuro Istituto comprensivo rimanesse “Citriniti”.
Solo tre giorni dopo, allorquando la commissione aveva già approvato la delibera del nuovo piano di dimensionamento scolastico, ci sono giunte notizie del disappunto del Comune di Simeri Crichi per ragioni che ancora oggi non riusciamo a capire. Questa è la semplice realtà che nulla ha a che vedere con quella descritta, in maniera del tutto strumentale dal sindaco Mancuso, cercando evidentemente di mostrare vicinanza a chi fa di questo accorpamento solo ed esclusivamente una questione di campanile con altre realtà comunali.

Questa la nota diramata dal vicepresidente della Provincia, Antonio Montuoro, e dai consiglieri provinciali Baldassarre Arena, Marziale Battaglia, Nicola Azzarito Cannella, Giovanni Costanzo, Gregorio Gallello, Luigi Levato, Filippo Mancuso, Giuseppe Pisano, Ezio Praticò e Fernando Sinopoli.



*La scuola di Simeri Crichi sta per sparire con la delibera scellerata di alcuni amministratori provinciali.
I nostri figli e noi genitori non siamo numeri ma siamo delle persone in carne ed ossa con una mente pensante, purtroppo... l’accorpamento della nostra scuola a quella di Cropani è inaccettabile, sia per gli strumenti all’avanguardia in dotazione alla nostra, sia per noi genitori che dovremmo raggiungere ogni volta la segreteria o la presidenza a Cropani, sia per tutto ciò che ne consegue e sia per il nome di quel povero Benedetto Citriniti che perì per la nostra libertà. Libertà che è stata messa sotto i piedi.
Le soluzioni alla loro ottimizzazione delle risorse ci sono e anche ben accettabili. L’accorpamento della nostra scuola si può fare ma con quella di Magisano con la quale già condividiamo alcuni uffici istituzionali e soprattutto territorialmente abbiamo tante cose da condividere.
Cari colleghi genitori c’è da restare compatti più che mai ora! Il sindaco di Simeri Crichi nel suo comunicato stampa di qualche giorno fa ha dichiarato che presenterà ricorso alla delibera provinciale. Il consiglio d’Istituto presenterà una mozione a favore delle motivazioni addotte nel ricorso in quanto mai nessun parere è stato chiesto dalla Provincia all’organo collegiale della scuola.
Noi Raccoglieremo le firme perché questo scempio ma soprattutto questa rapina non avvenga! E se ciò non basterà convocheremo gli organi di stampa per far sentire la nostra voce e il nostro disaccordo. Porteremo i nostri figli...pardon i numeri...sotto il...............

giovedì 5 dicembre 2019

2,5 milioni di euro per il raddoppio dell'acquedotto Alto Simeri che alimenta i comuni di Albi, Zagarise,Soveria, Simeri Crichi, Sellia, Taverna, Sorbo, Pentone, Fossato, Magisano.


 “L’acqua è una risorsa primaria, un bene pubblico ed inalienabile la cui gestione non può essere affidata ai privati. Sono sempre stato un grande sostenitore di questa tesi, tant’è che da presidente della Provincia di Cosenza fui in prima fila nella battaglia per il referendum contro la privatizzazione del servizio idrico”. Lo ha detto il presidente della Regione, intervenendo a Zagarise in un convegno in cui è stato presentato il progetto di raddoppio dell’acquedotto “Alto Simeri” che alimenta i Comuni di Albi, Zagarise, Soveria Simeri, Taverna, Sorbo Pentone, Sellia, Magisano, Simeri Crichi e Fossato Serraalto. All’incontro, che ha visto una folta presenza di cittadini, sono intervenuti, oltre al Commissario regionale Sorical Luigi Incarnato e al Direttore Generale del Dipartimento Lavori Pubblici della Regione Calabria Domenico Pallaria, anche diversi sindaci e amministratori locali. L’acquedotto, costruito dal “Consorzio Albi ed uniti” negli anni 30, ha subito investimenti importanti dalla Cassa per il Mezzogiorno e poi è stato trasferito alla Regione che, a distanza di 50 anni, attraverso la Sorical, investirà 2,5 milioni di euro per potenziare la portata dell’acquedotto e consentire una maggiore disponibilità del “prezioso liquido” per tutti i cittadini del comprensorio. La gestione pubblica di questa importante risorsa – ha proseguito Oliverio – implica un grande sforzo organizzativo. E, per questo, dopo aver approvato la legge per la definizione dell’Autorità Idrica della Calabria (AIC), che affida ai Comuni la gestione dell’acqua, stiamo lavorando perché il soggetto unico abilitato alla gestione sia interamente pubblico, al contrario di quanto è avvenuto fino ad oggi in cui Sorical ha agito come società mista pubblico-privato. Ciò ha creato gravi difficoltà nel trasferimento alla Regione prima e alla Sorical successivamente delle risorse incassate dai Comuni e negli investimenti per la manutenzione e modernizzazione degli impianti da parte del soggetto privato, provocando una mancata entrata nel bilancio regionale che risale agli anni che vanno dal 1981 al 2004. Per questo motivo la Corte dei Conti, che ha parificato il bilancio regionale, ritenendolo assolutamente sano e privo di buchi, ha invitato la Regione che vanta dai comuni un credito di 260 milioni di euro e, solo dalle città capoluogo, 91 milioni di euro, ad incassare queste somme o ad accantonarle in un apposito capitolo di bilancio denominato “debiti di dubbia esigibilità”.
il comune di Catanzaro è tra le città debitrici e, nonostante ciò, il sindaco Abramo ci ha accusato di aver portato il bilancio al dissesto, dimenticando che quota-parte di quel buco dipende anche dal comune che lui amministra che non ha versato le somme incassate per la gestione idrica dal 1981 al 2004. Compito di ogni amministratore, a qualsiasi livello,  non è quello di ingaggiare duelli che screditano chi li promuove, ma cooperare, lavorare insieme ad un progetto comune ed individuando soluzioni possibili. Noi, che siamo stati abituati a governare senza mai scaricare i debiti pregressi su quelli che verranno dopo, abbiamo predisposto un’ operazione di bonifica, ricercando soluzioni adeguate e avviando un’azione “scaglionata” di recupero dei crediti vantati. Grazie a queste soluzioni oggi i Comuni possono spalmare i loro debiti in piani pluriennali”.

Investire su ingegnerizzazione e l’ammodernamento delle reti

“Bisogna lavorare –ha rimarcato Oliverio- perché la risorsa idrica possa diventare anche un fattore di rientro economico per i comuni. Se pagano tutti, i costi diminuiscono. Per ogni furbo che non paga, ci sarà un cittadino onesto che pagherà anche per lui. L’operazione che, quindi, deve essere portata avanti è quella di far emergere le zone di evasione. In questo senso l’operazione Zagarise” che ha installato il contatore elettronico deve essere assunta come esempio da tutti. Attraverso questo strumento, infatti, il costo della bolletta viene distribuita e pagata ogni due mesi, come si fa per l’energia elettrica e per il gas. Nello stesso tempo occorre investire sull’ingegnerizzazione e l’ammodernamento delle reti perché l’acqua che parte dai serbatoi possa arrivare nelle case dei cittadini con una perdita fisiologica e non con una dispersione che arriva a sfiorare anche  il 60-70%. Infine bisogna perseguire una strategia di investimenti nell’approvvigionamento idrico. In tal senso vorrei ricordare l’operazione che abbiamo portato a termine con la diga del Menta, un invaso iniziato circa 40 anni fa che abbiamo completato investendo risorse cospicue e portando acqua di altissima qualità nelle case dei cittadini di Reggio Calabria che per quarant’anni sono stati costretti ad acquistare l’acqua da bere e a servirsi per uso domestico e per la pulizia personale dell’acqua desalinizzata proveniente dai pozzi. L’acqua pulita del Menta oltre a dissetare i cittadini di Reggio Calabria è servita anche a “ripulire” un sistema, non sempre trasparente e legale, che si era creato intorno all’affaire acqua”. Vi lascio immaginare, quindi, le resistenze e gli ostacoli che abbiamo dovuto affrontare e superare per completare questa operazione”. “La priorità rimane, quindi –ha detto ancora il presidente della Regione- l’uso idropotabile dell’acqua, che è una priorità costituzionale. Il primo bisogno da.....

mercoledì 4 dicembre 2019

Nel catanzarese un 67enne continuava a picchiare e umiliare la moglie anche difronte i carabinieri

Un 67enne in Chiaravalle Centrale - gravemente indiziato di maltrattamenti nei confronti di familiari e conviventi – è stato tratto in arresto in flagranza di reato dai Carabinieri nel pomeriggio di venerdì scorso, 29 novembre.
A seguito di una chiamata al 112, i militare della stazione di in Chiaravalle Centrale sono intervenuti in un’area rurale dove era stata segnalata una lite in atto. Sul posto i carabinieri hanno subito notato l’uomo che, in evidente stato di agitazione psicofisica – probabilmente derivante dall’abuso di alcolici - incurante della presenza dei militari, inveiva e minacciava la moglie,ed avrebbe persino tentato di colpirla con un ceffone. Riportata la calma, i militari hanno condotto in coniugi in caserma e li la donna avrebbe ricostruito le sistematiche violenze fisiche e psicologiche subite da diversi anni da parte del marito, che, in una circostanza, mentre tagliava la legna in giardino, l’avrebbe anche minacciata di morte maneggiando una motosegaL’uomo è stato dunque arrestato per maltrattamenti contro familiari e conviventi. Il G.I.P. di Catanzaro ha convalidato l’arresto, disponendo la misura cautelare degli arresti domiciliari presso un’altra abitazione, con................

martedì 3 dicembre 2019

Ai piedi della Sila un piccolo comune regala le case a un euro

Il progetto “Rose case a 1 euro” promosso dall’Amministrazione comunale contro lo spopolamento e per il recupero e la valorizzazione del cento storico attraverso la riqualificazione urbana


Il progetto di riqualificazione urbanistico-edilizia e la rivitalizzazione abitativa promosso dall’amministrazione guidata da Roberto Barbieri, punta non solo al recupero e alla valorizzazione del centro storico ma anche ad evitare lo spopolamento. L’iniziativa vede coinvolti i proprietari degli immobili, il comune di Rose e i futuri acquirenti. Cosa prevede il progetto? I proprietari di immobili situati nel centro storico di Rose, impossibilitati e/o non interessati ad investire nella riqualificazione del bene, si impegnano a cedere il loro immobile al Comune al prezzo simbolico di 1 euro liberandosi del pesco fiscale che grava sulla proprietà, scegliendo in piena autonomia tra le eventuali manifestazioni di interesse all’acquisto pervenute, senza doversi fare carico delle spese legate al passaggio di proprietà.  La parola passa poi al Comune di Rose che, raccolte le adesioni, cura la tenuta della “Bacheca delle case a 1 euro”, pubblicizzando le offerte, fornendo consulenze e informazioni e fungendo da garante del rispetto delle clausole previste dal bando a tutela degli interessati coinvolti, non intervenendo attivamente nella trattativa. Chi può acquistare? Privati cittadini, imprese, società e associazioni che presentano formale dichiarazione di volontà di aderire all’iniziativa e di acquistare l’immobile, impegnandosi in caso di assegnazione, a sostenere le spese connesse al trasferimento di proprietà e a rispettare il cronoprogramma previsto dal progetto. Il progetto prevede la stipula del contratto di compravendita. Entro un anno dalla stipula del contratto occorrerà depositare l’eventuale progetto per la ristrutturazione e riqualificazione dell’immobile acquistato. L‘inizio dei lavori deve avvenire entro tre mesi dall’avvenuto rilascio del permesso di......