martedì 27 settembre 2011
Il presidente Scopelliti aveva promesso tagli alla casta politica regionale, ma per il momento niente al massimo ne riparleranno a partire del 2015
I tagli? Solo a partire dal 2015.
Il blitz per trasformare la Fondazione Campanella in ente pubblico, “dimenticando” il buco da 90 milioni di euro? Subito. La razionalizzazione della spesa? Se ne riparlerà tra tre mesi, mentre maggioranza e opposizione (con l'esclusione del democrat Battaglia e dei consiglieri di Italia dei valori) “annettono” una struttura carica di problemi al sistema sanitario regionale, tavolo Massicci permettendo. Si poteva fare di più sui costi della politica? Certamente sì. E anche farlo più in fretta. Perché la delega (quasi) in bianco concessa dal consiglio regionale alla giunta appare come un modo per prendere tempo. Non è la prima volta. Un disegno di legge che vuole intervenire sulla “razionalizzazione e il riordino della spesa pubblica regionale” c'è già. Porta la data del 2 luglio 2010, giorno in cui fu approvato dall'esecutivo guidato dal presidente Scopelliti. Prevede un intervento complessivo di riorganizzazione della spesa pubblica. Un intervento strutturale. Almeno in teoria. Perché nei fatti non è cambiato nulla. E c'è un dato inconfutabile che lo prova. Ampi stralci di quel
ocumento sono stati copiati e incollati nella relazione allegata alla variazione di bilancio votata esattamente un anno dopo. Punti come “ridurre le spese di funzionamento”, “incidere sulle spese sempre crescenti degli enti sub-regionali”, “razionalizzare le partecipazioni” sono rimasti tali e quali. È la dimostrazione che, dopo più di un anno e mezzo di legislatura (e di annunci), nulla è stato fatto. Davanti a questa inerzia (non che sia facile, per la Casta, ridimensionare le proprie esigenze), il Consiglio decide di concedere altri tre mesi alla giunta. Una scelta che stride fortemente, al solito, con dichiarazioni che sanno di propaganda.
ALACREMENTE MA NON TROPPO
Il 4 agosto scorso il presidente del consiglio regionale, Francesco Talarico, era al lavoro. Forse nessun altro tra i suoi colleghi in Italia può dire la stessa cosa. D'altra parte, con tutte le attenzioni puntate sulla Casta, non si poteva fare diversamente. Talarico aveva un
annuncio da fare: «Il Consiglio lavorerà senza soste per tutto il mese di agosto. È nostra intenzione (e uno), infatti, affrontare subito il problema dei costi della politica». Così si fa. Una road map chiara, di quelle dai tempi strettissimi. Primo atto, una riunione della conferenza dei capigruppo nella settimana di Ferragosto. Che efficienza. Diceva il presidente: «È nostra intenzione (e due), innanzitutto, completare entro agosto il varo di alcuni importanti provvedimenti. Non si tratta di definire dei risparmi sulla base di semplici “tagli”, ma è nostra intenzione (e tre) risparmiare in maniera strutturale attivando delle riforme che riguardano diversi settori». Ottimo, ritorna la parola “strutturale”, proprio come un anno fa. E proprio come un anno fa, il lavoro è stato tanto alacre e «senza soste» che, arrivati al momento di scegliere, il Consiglio era così pronto che ha deciso di rimettere tutte le decisioni alla giunta. Evidentemente ad agosto avevano lavorato troppo. Meglio fermarsi per tre mesi. Se ne riparlerà a dicembre. Anche questa volta l'intervento sarà «strutturale». Potete scommetterci.