venerdì 14 gennaio 2011

Wikileaks parla anche di Catanzaro, della Calabria e della costruzione del futuro ponte sullo stretto di Messina definendolo un futuro pozzo senza fondo per la criminalità calabrese

Se qualcuno vuole Assange in prigione, con tanto di chiave buttata per lasciarlo marcire e quel qualcuno sono i vertici alti, altissimi, un motivo ci sarà. WikiLeaks fa troppa paura e le verità spiattellate in maniera secca e imprevedibile, sono mine vaganti che distruggono tanti di quei castelli in aria costruiti nel tempo e molto abilmente da chi comanda. Se nel gioco tra poteri mondiali, anche Catanzaro trova spazio sul discussissimo sito uscendone con le ossa rotte, immaginate quanto può dar fastidio il materiale in possesso di Assange, che può essere rilasciato in qualsiasi momento e che vede come protagonisti chi realmente ha in mano i fili dei burattini.

E' di oggi la notizia rilasciata da WikiLeaks riguardante Catanzaro, definito come capoluogo di regione caotico e tetro. A parlare è il console generale Usa J. Patrick Truhn.  Il testo parla di una chiacchierata avuta con l'allora Presidente della Regione Agazio Loiero che, da quanto si evince, avrebbe rimandato l'incontro in una prima occasione. Loiero parla di una regione Calabria soggiogata dai poteri della malavita, che fanno da muro scoraggiando qualsiasi investimento nella regione e conseguenzialmente di tassi d'interesse più elevati per gli imprenditori. WikiLeaks sottolinea però, come non abbia dato nessuna soluzione o idea per risolvere il problema, pur facendo presente la possibilità dei prestiti a tasso agevolato a piccole e medie imprese rilasciati dai fondi strutturali dell'UE. Sulla domanda su come siano stati investiti i 14 milioni di euro stanziati dall'UE per la Calabria, l'ex presidente avrebbe invece sviato il discorso.


La risposta di Agazio Loiero è stata affidata all'agenzia ANSA e di seguito riportata: ''Mi stupisce moltissimo quanto contenuto nelle cosiddette rivelazioni Wikileaks che mi riguardano relative alla visita del console generale Usa a Napoli J. Patrick Truhn''. Lo ha sostenuto Agazio Loiero, gia' presidente della Regione Calabria. ''Ricordo - ha proseguito - di aver incontrato il diplomatico americano e solo in un secondo momento rispetto alla sua iniziale richiesta per gli importanti impegni a fronte della disquisizione sociologica sulla mia regione che mi veniva proposta ad oggetto dell'incontro, e ricordo di averlo ricevuto ovviamente con grande cortesia''. 
''Mi stupisce la considerazione sui Fondi strutturali afferma Loiero - anche perche' non posso non ricordare che gia' il 7 dicembre 2007 avevamo approvato, con un encomio da parte della Comunita' europea, i Fondi europei di cui si parla: il Programma europeo di Sviluppo rurale era stato approvato il 29 novembre 2007 cosi' come il Por Calabria Fers era stato gia' approvato e il Fse fu approvato il 17 dicembre 2007. Del resto, ancora oggi si parla di questa nostra eccezionale performance di allora, che fu salutata dalla Ue come un vero e proprio miracolo, e la nuova Giunta di oggi ufficialmente non ha cambiato una virgola di questo nostro programma''.
"Ricordo - ha proseguito - di aver certamente parlato con il Console della criminalita', e in particolare ricordo che ci siamo soffermati moltissimo sul Ponte sullo Stretto, rispetto alla cui realizzazione ho chiaramente spiegato al diplomatico americano i motivi per cui la Regione da me presieduta era contraria alla sua realizzazione, e cioe' proprio perche' poteva divenire appannaggio della criminalita' organizzata''. ''Questo fu l'oggetto del nostro incontro - ha concluso Loiero - che si tenne solo in un secondo momento poiche' la prima volta che me ne fu fatta richiesta avevo un incontro infinitamente piu' importante di un incontro con un diplomatico''.

le parole più ricercate su google durante il 2010

Facebook diventerà più potente di Google? Un’ipotesi plausibile ma tutta da dimostrare. Per il momento limitiamoci a constatare che il social network di Mark Zuckerberg è diventato quello che è grazie (anche) al motore di Mountain View. È quanto emerge da Zeitgeist, l’ormai celebre celebre classifica delle parole più cercate su Google.

Nella top 10 delle query degli italiani, infatti, Facebook si piazza infatti al primo posto davanti a YouTube e Libero. Un risultato tutto sommato prevedibile visto il numero degli aficionados al servizio (che a quanto pare ha nel nostro Paese uno fra i bacini  più attivi del Pianeta) e considerato il grande richiamo mediatico del social network (quest’anno rafforzato pure dal film di David Fincher).
Un altro fenomeno del Web, ChatRoulette, la video-chat per appuntamenti al buio guida invece la classifica delle parole che hanno registrato la migliore crescita durante l’anno, davanti a Sarah Scazzi e agli stipendi della Pubblica Amministrazione.
Curiosa la hit parade delle ricerche associate alla parola significato: per i nostri connazionali le parole più “oscure” sono bunga bunga, kippah e waka waka.
Ma cosa succede nel resto del mondo? Come in Italia è ChatRoulette a dominare le classifiche delle ricerche con la crescita più rapida, davanti all’iPad e all’idolo delle teen ager Justin Bieber. Il golden boy della musica canadese si piazza addirittura al primo posto nel segmento enterteinment davanti a Shakira ed Eminem.
Dando uno sguardo all’elettronica di consumo scopriamo invece che dietro al gettonatissimo iPad si piazzano due cellulari: l’iPhone e il Nokia 5530.
È Haiti invece a comandare la classifica delle news, davanti a Besiktas (squadra di calcio turca i cui supporter sono evidentemente molto attenti alle notizie online dei propri beniamini) e Cile (presumibilmente in relazione al terremoto di inizio anno e alla vicenda dei minatori di San José più che per le prestazioni sportive della nazionale roja ai recenti mondiali); solo decima la Marea Nera nel Golfo del Messico.

giovedì 13 gennaio 2011

la vita quotidiana di una comune famiglia di contadini calabresi, nelle campagne di Sellia verso il 1920. (Prima parte)



Il racconto che ci terrà compagnia durante questo mese e nel prossimo descrive con novizia di particolari come vivevano i nostri antenati nelle campagne di Sellia. Era un periodo di forte miseria dove si lavorava per oltre 15 ore al giorno solo per sopravvivere. In confronto alle tante (forse troppe) comodità dei nostri giorni ci sembrerà che il tutto  succedeva nel medioevo ed invece  questa vita piena di sacrifici,di fame,di miseria la si viveva sino a circa 50 anni fa. In questo racconto cercheremo di ricostruire la vita quotidiana di una
comune famiglia contadina Calabrese verso il 1920. Questa famiglia dimorava stabilmente fuori da paese, in uno dei tanti terreni che ricadevano nel territorio di Sellia,per far ritorno solo in determinate occasioni di feste religiose oppure per barattare i vari prodotti  della terra che con tanti sacrifici avevano prodotto. Era una consuetudine molto diffusa quella di vivere stabilmente nelle varie case, turre  le quali per certi versi addirittura erano più funzionali e confortevoli delle abitazioni dentro il borgo,infatti sia la luce che l’acqua corrente erano assenti in entrambi i casi, ma dentro il paese i problemi igienici con il rischio di eventuali malattia erano molto più elevati; infatti i vari bisogni corporali venivano fatti dentro alcuni vicoli “vinelli” una per gli uomini una per le donne le quali si trovavano all’estremità del paese. Il cattivo odore che si respirava era veramente nauseabondo, mentre i vari bisogni che si facevano durante la notte dentro il cosiddetto “pisciaturu” venivano buttati alle prime luci dell’alba con disinvoltura dalla finestra. Senza dimenticare i tanti animali galline,conigli,pecore,capre,maiali,asini ecc..  che vivevano in promiscuità con le persone i quali molto spesso addirittura dormivano insieme, infatti capitava spesso che la pecora,la capretta veniva legata  durante la notte  ai piedi del letto mentre le galline giravano indisturbate dentro casa il tutto dettato da una difesa verso un bene primario per la propria esistenza perché altrimenti durante la notte sicuramente  venivano rubati. Immaginate quindi la ricchezza per una famiglia che possedere una capretta la quale  la mattina dava del buon latte fresco e cosi per le galline, i conigli sino ad arrivare al maiale il quale veniva considerato una vera fonte di ricchezza. Chi abitava in campagna invece correva meno rischi per quanto riguarda l’igiene dove i  vari bisogni  corporali venivano fatti in aperta campagna, rischiando molto di meno di ammalarsi di qualche brutta malattia tipo la malaria che mieteva molte vittime soprattutto tra i bambini infatti la campanella bianca che suonava solo quando moriva un bambino la si sentiva  suonare molto spesso.
Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso (anche in modo parziale) con esplicito riferimento della fonte

In Calabria le nuove regole per l'esenzione del ticket sta causando Forti disagi per le forti disparità che colpiranno sopratutto le fasce più deboli

Sede del consiglio regionale calabrese

Le nuove regole per ottenere l'esenzione del ticket approvate dalla giunta Scopelliti sta causando forti malumori e tensioni ai vari sportelli autorizzati per il rilascio, da parte dei cittadini che si sentono ancora una volta presi in giro da questa sanità malata che fagocita miliardi; ma a pagare sono sempre le fasce più deboli come per esempio una famiglia  di  5  persone monoreddito con una busta paga di circa 1500 euro al mese dovranno sempre sperare di stare bene altrimenti saranno dolori. Mentre un pensionato vedovo con una pensione di circa 2500euro al mese non pagherà niente .per non pagare bisogna essere disoccupati oppure lavorare in nero, mentre i nostri consiglieri regionali si aumentano di continuo le proprie diarie bravi!
Il Pd in una nota mette sotto accusa il governo regionale per l'asserita «incapacità di gestione e di programmazione per quanto riguarda l'esenzione dai ticket sanitari che gravi disagi sta creando alle fasce più deboli, sia sul piano economico sia sul piano del servizio. Da più giorni - si afferma - le forze dell'ordine sono dovute intervenire per sedare tensioni in diversi uffici amministrativo-sanitari». Per il Pd il Governatore «scarica proprio sulle fasce più deboli odiosi balzelli e tributi al massimo della contribuzione» e ciò a fronte delle «ultime decisioni del Consiglio regionale che salvaguardano un certo "ceto" politico superando l'incompatibilità tra incarichi istituzionali con il risultato che i politici possono assommare incarichi e pretende dai cittadini  rigore e sacrifici».Nella sanità malata e "spiantata" anche nascere diventa un fattore di crisi. Il riordino dei punti nascita, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni e recepito dalla sanità calabrese con decreto n. 26 del 16 novembre scorso del commissario-governatore Peppe Scopelliti, fa registrare resistenze in tutt'Italia là dove prevede la chiusura dei reparti di maternità che effettuano meno di 500 parti l'anno, suscitando la decisa presa di posizione della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), che ammonisce: «Si proceda senza deroghe».
E in Calabria nessuna deroga è prevista per evitare la chiusura per "rischio clinico" dei 5 punti nascita individuati dal Piano di rientro e allocati negli ospedali pubblici di Acri, San Giovanni in Fiore, Melito Porto Salvo, e nelle strutture private accreditate "Villa Michelino" di Lamezia Terme e "Casa di cura Cascini" di Belvedere Marittimo. Tuttavia disattivare queste strutture non è semplice e comporta un notevole sforzo organizzativo. Problemi ineludibili sono emersi dagli incontri che hanno avuto luogo martedì nella sede del Dipartimento Salute tra il dirigente del settore Piano di rientro Gianluigi Scaffidi e i commissari delle Asp e Aziende ospedaliere di Catanzaro, Reggio e Cosenza. Pertanto è stato stabilito di accordare ad alcuni commissari - segnatamente a quelli delle Asp di Cosenza e Catanzaro - un supplemento di tempo rispetto alla scadenza prevista (primo febbraio), per mettere a regime la nuova organizzazione. Che non può partire dall'oggi al domani dovendo le Asp ridistribuire nelle strutture limitrofe il carico dei parti dei punti nascita da disattivare.

mercoledì 12 gennaio 2011

Le piante più vecchie del mondo di larico si trovano nel parco della Sila.

 Le piante più vecchie del mondo di larico si trovano nel parco nazionale della Sila .Secondo uno studio svolto dall’Unità di Ricerca coordinata dal Prof. Francesco Iovino, del Dipartimento di Difesa del Suolo dell’Università della Calabria, nell’ambito di un progetto PRIN — Metodologie innovative per l’identificazione, caratterizzazione e gestione di foreste vetuste in ambiente mediterraneo – diretto dal Prof. Gherardo Chirici dell’Università del Molise e recentemente pubblicato sulla rivista “L’Italia Forestale e Montana”.
Circa due anni fa Francesco Iovino, Orazio Ciancio, Antonino Nicolaci, Giuliano Menguzzato e Antonella Veltri hanno avviato una ricerca molto importante dal punto di vista scientifico su una pineta vetusta nel parco Nazionale della Sila. Lo studio illustra uno degli aspetti più caratteristici del territorio silano, ed in particolare di questo parco, che ospita le più maestose ed estese foreste di pino laricio. Si tratta, come sottolineano gli autori, di uno degli ultimi esempi di boschi vetusti che questa specie forma sull’altopiano silano, scampati alle grandi utilizzazioni effettuate tra la fine del XIX secolo e i primi anni del secondo dopoguerra, durante i quali si è assistito alla distruzione di un patrimonio di inestimabile valore per la ricchezza di specie vegetali e animali che lo caratterizzavano. Una realtà che aveva incantato i grandi viaggiatori che avevano percorso la Sila tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 e che, nonostante tutto, aveva resistito anche all’ultimo saccheggio verificatosi durante e negli anni immediatamente seguenti la seconda guerra mondiale.
Il bosco vetusto di cui si parla nello studio interessa i ripidi versanti che si affacciano sul Vallone di Cecita, in prossimità del Centro Visitatori di Cupone (nel comune di Spezzano della Sila). Qui ci sono alberi di oltre 300 anni di età, con diametri che superano 140 centimetri e più di 25 metri di altezza. Accanto a questi patriarchi, gruppi di piante di dimensioni inferiori, soprattutto in termini di diametro, il cui insediamento è da ricollegare alla morte o al crollo di singole piante di grandi dimensioni.
Come dichiarano gli autori, lo studio assume una grande rilevanza nella misura in cui ha consentito di acquisire ulteriori conoscenze sulle dinamiche strutturali che assicurano la conservazione della pineta di laricio, elemento peculiare del paesaggio forestale della Sila, e sulle modalità di gestione più opportune per consentire la perpetuazione di questo patrimonio di inestimabile valore.
Ma all’interno del Parco Nazionale della Sila c’è un altro sito di particolare importanza per la pineta di laricio. Si tratta della Riserva Naturale Guidata Biogenetica “I Giganti di Fallistro”, istituita con D.M. 426 del 21 luglio 1987 e recentemente classificata dall’Unione Europea, ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE, Sito di Interesse Comunitario.

Catanzaro: I funerali del Presidente Pino Albano

Si sono svolte ieri pomeriggio nella cattedrale dell'Immacolata di Catanzaro il funerale del presidente Pino Albano. L'ultimo saluto al Presidente, all'imprenditore che ha rappresentato un pezzo della storia catanzarese in una basilica dell'Immacolata stracolma. Tutti per lui. Rappresentanti del mondo istituzionale e politico, ex giocatori e dirigenti dell'Uesse e dell'Fc, , tifosi ,collaboratori, amici e semplici conoscenti. Una folla imponente per un funerale suggestivo e dalla forte carica emotiva. La Catanzaro sportiva e non s'è stretta così intorno alla famiglia Albano con un affetto che, di certo, avrà regalato un sorriso, lassù, al compianto imprenditore. La commozione che, da quarantottore a questa parte, ha colpito la città s'è riversata in un pomeriggio invernale, in cui è risuonato a lungo l'interminabile applauso che ha accolto la bara (sulla quale erano poggiate due casacche dell'Uesse) all'uscita dell'Immacolata. Attimi intensi e toccanti ai quali nessuno è voluto mancare per salutare, come ha ricordato Don Antonio Bomenuto nel corso della sua omelia, ''non solo chi era da tutti conosciuto come il Presidente, ma soprattutto che è stato semplicemente Pino ovverossia una persona amica di tutti'. Da Cosenza è arrivato anche il numero uno del club rossoblù, Paolo Fabiano Pagliuso, per dare l'arrivederci a un imprenditore che da appassionato di sport, come era solito ricordare in vita, ha amato tutta la Calabria e non soltanto quindi la sua città d'adozione. Spiccava poi la presenza di tanti vecchi compagni di avventura ai tempi dell'Uesse come dirigenti, allenatori, staff medico, giocatori e massaggiatori. E' il caso per esempio di Gianni Improta, Fausto Silipo, Franco Cittadino, Tonino Aloi, Gaetano Fontana e Adriano Banelli giusto per citarne alcuni. Senza contare una piccola rappresentanza dell'Fc. Estremamente toccante poi, al termine della cerimonia religiosa, la lettera che la figlia Gabriella ha voluto leggere e dedicare al padre. Parole che rispecchiavano l'uomo, il capofamiglia e l'imprenditore Pino Albano che, in punto di morte, ha rivolto un pensiero per la continuità della sua azienda.