L'assessore ha ricordato che l'amministrazione comunale è soggetto attuatore per cui «non ha molta libertà né di interpretazione né di iniziativa ma ha soltanto il dovere di applicare quanto prevedono le ordinanze».
Intanto, il consigliere comunale Franco Cimino afferma che i provvedimenti del Governo sono inadeguati per la frana di Janò e che occorre un Piano di messa in sicurezza di tutto il territorio. «Ad una popolazione - afferma Cimino - ormai stanca per l'anno trascorso tra alberghi, strada e uffici, e allo stesso Comune lasciato letteralmente solo ad affrontare con i propri scarsi mezzi la grave emergenza, le due ordinanze, con le quali si vorrebbe dare una risposta a quanti hanno perso casa e lavoro nella ormai famosa frana di Janò, probabilmente possono anche andar bene. "Meglio che niente", dietro la cui espressione si nascondono un po' tutti: il Governo che dice di dover affrontare tante altre e più gravi situazioni nel Paese; la Regione che lamenta di non aver soldi; la Provincia che in Italia è ormai diventata istituzionalmente ente deresponsabilizzato; il Comune che più di quel che ha fatto umanamente non avrebbe potuto fare. Ma è bastato un incontro con l'ing. Ricca e l'assessore Ventura per capire, loro malgrado, che la questione Janò è ancora aperta. La prima cosa che si avverte è il diverso trattamento che il Governo ci ha riservato rispetto ad altre Regioni altrettante sfortunate, quali la Sicilia, la Campania e più recentemente il Veneto.