lunedì 17 gennaio 2011

La vita quotidiana di una comune famiglia calabrese nelle campagne di Sellia verso il 1920. Seconda parte

Abitare stabilmente in campagna diveniva fondamentale per difendere il proprio terreno i propri raccolti dai molti furti. Giusto per fare un esempio quando era il periodo dei fichi i quali si sistemavano sopra dei cannizzi per farli essiccare venivano sempre vigilati, perché erano molto frequenti i furti dei fichi con tutti i cannizzi, mentre quando si ” mburnavano “  nel vicino forno a legno ( che molto spesso era costruito attaccato  all’abitazione) venivano fatti tutti in un giorno controllati a vista durante la notte sino a che non si portavano al paese per barattarli oppure chiuderli in cassaforte, infatti un vecchio detto diceva che sino a San Nicola non si potevano toccare i ficu tosti. Ora il tutto potrebbe far sorridere.. ..rubare dei fichi secchi? Ma nel contesto dell’epoca dove la miseria la toccavi con mano,anzi la mangiavi sia a pranzo che a cena ogni prodotto della terra era una ricchezza. Nei vari terreni si coltivava di tutto mai la terra rimaneva incolta ogni bravo contadino aveva i suoi semi che erano veramente tanti, a Sellia sino alla fine del secondo conflitto mondiale si coltivava tra le altre cose: cacao,caffè,tabacco,anguria,orzo,granturco,lupini, bambagia, cotone ecc..:.  Si conservano gelosamente i vari semi trattandoli come un bene prezioso scegliendo quelli più idonei nel garantire una buona resa.


I semi venivano considerati un vero tesoro, ogni contadino ne possedeva a quantità, cercando sempre di trovarne di nuovi barattandoli con quelli che non aveva. Oggi se uno decide di piantare anche delle semplici fave deve andare a comprare i semi perché sono veramente poche le persone che con cura, dedizione posseggono i vari semi.
 Autore: sellia racconta. Si prega di inserire il link a chi ne fa uso (anche in modo parziale) con esplicito riferimento della fonte