Riunione ieri mattina a palazzo De Nobili tra l'assessore alle Politiche sociali Nicola Sabatino Ventura, il dirigente del settore Lavori pubblici Carolina Ritrovato, il dirigente dell'Autorità di bacino della Regione Giovanni Ricca, e i residenti del quartiere Janò le cui abitazioni e attività imprenditoriali sono state colpite dall'alluvione del febbraio dello scorso anno.
L'incontro è stato voluto dal Comune alla luce dell'ordinanza del Commissario per l'emergenza, il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, con la quale si stabiliscono i meccanismi per l'applicazione dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 31 marzo 2010, che prevede contributi economici per chi ha subito danni in quell'evento calamitoso. «Alla luce di quanto stabilito – ha spiegato l'assessore Ventura – ci troviamo di fronte a delle difficoltà oggettive che nascono da una riflessione, a nostro avviso, molto pertinente: mettere a posto delle strutture che sorgono in una zona non agibile sarebbe del tutto inutile. Bisogna prima capire se il territorio può garantire l'adeguata sicurezza e poi, eventualmente, partire con la ristrutturazione degli edifici danneggiati. Su questa problematica e su delle altre che sono emerse anche attraverso il contributo dei tecnici, si rende necessario un incontro con la Regione, incontro che ho già chiesto al Commissario e che spero possa esserci accordato in tempi brevi».
L'assessore ha ricordato che l'amministrazione comunale è soggetto attuatore per cui «non ha molta libertà né di interpretazione né di iniziativa ma ha soltanto il dovere di applicare quanto prevedono le ordinanze».
Intanto, il consigliere comunale Franco Cimino afferma che i provvedimenti del Governo sono inadeguati per la frana di Janò e che occorre un Piano di messa in sicurezza di tutto il territorio. «Ad una popolazione - afferma Cimino - ormai stanca per l'anno trascorso tra alberghi, strada e uffici, e allo stesso Comune lasciato letteralmente solo ad affrontare con i propri scarsi mezzi la grave emergenza, le due ordinanze, con le quali si vorrebbe dare una risposta a quanti hanno perso casa e lavoro nella ormai famosa frana di Janò, probabilmente possono anche andar bene. "Meglio che niente", dietro la cui espressione si nascondono un po' tutti: il Governo che dice di dover affrontare tante altre e più gravi situazioni nel Paese; la Regione che lamenta di non aver soldi; la Provincia che in Italia è ormai diventata istituzionalmente ente deresponsabilizzato; il Comune che più di quel che ha fatto umanamente non avrebbe potuto fare. Ma è bastato un incontro con l'ing. Ricca e l'assessore Ventura per capire, loro malgrado, che la questione Janò è ancora aperta. La prima cosa che si avverte è il diverso trattamento che il Governo ci ha riservato rispetto ad altre Regioni altrettante sfortunate, quali la Sicilia, la Campania e più recentemente il Veneto.
Quelle Regioni hanno ricevuto contributi, per risanamento abitazioni, superiore al massimale di trentamila euro previsto per le nostre, e di duecentomila per il recupero fisico e economico delle attività commerciali. L'ordinanza richiede una mole di documentazione che ci vorrebbe, per ciascun richiedente, un esercito di impiegati per formulare correttamente le domande. Il sostegno del Governo non tiene in considerazione il fatto che qualsiasi intervento di risanamento e di ricostruzione edilizia, sarà vanificato senza la preventiva messa in sicurezza di un sito gravemente compromesso dal punto di vista idrogeologico. Insomma, sarebbe come buttare i soldi nella fiumara, al ritorno delle prime piogge.
Attendiamo con fiducia - conclude - Cimino che il presidente della Regione faccia sentire pienamente la sua voce presso il Governo, in attesa che si vari quel Piano, da sempre auspicato, di risistemazione idrogeologica dell'intera Calabria».
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Solo parole...............per fortuna che quest'inverno non è piovoso altrimenti sarebbero guai per tutto il territorio.
RispondiEliminaTotò
Siamo abbandonati da tutti, figuratevi se scopelliti interessi qualcosa di JANO'
RispondiEliminaregioni del nord per molto di meno hanno ottenuto un sacco di soldi grazie alla lega mentre i nostri policiti locali MUTI
RispondiEliminaCaro mio ci vorrebbe un partito come la lega anche nel meriodine. Ormai ognuno deve difendere il proprio territorio altro che siamo tutti italiani noi non lo siamo mai stati.
RispondiEliminaFranco.