senza colpo ferire, proclamando l'annessione della citta` al regno sabaudo ed ilprossimo plebiscito d'approvazione Dopo un'accanita resistenza di mesi, l'ultimo Borbone si arrende e, nel 1861, lascia per sempre il suo regno. Il 1860 rappresenta per il Mezzo giorno d'Italia uno spartiacque storico. Il vecchiomondo borbonico, con le sue tradizioni e consuetudini, lascia il passo a nuovi
erano presenti i germi di uno sviluppo capitalistico e di una trasformazione dellamonarchia amministrativa in un regime liberale - cioe` i germi di un "altro" modello di
sviluppo - e cio` determina la subordinazione economica e politica del Sud neiconfronti delle altre parti d'Italia, anche a causa della demolizione di un'immensita` di istituzioni, interessi ed amministrazioni denunciata dal giurista Pasquale Stanislao Mancini (1817/1888), che aveva prodotto
lesione troppo estesa e profonda Duro il trapasso, duro l 'inizio del nuovo regime. Gia` e` difficile assuefarsi di colpo alla liberta`, gia` e` difficile osservare i doveri che essa com porta, ma per il Meridione la
cosa era piu` grave, in quanto le libere istituzioni venivano ad applicarsi in un'are a ead un po polo da secoli abituati ad un'amministrazione paternalistica ed autoritaria
insieme, al timore ed all'inosservanza delle leggi e dei regolamenti.Intanto le prime elezioni del 1861 videro il trionfo della linea cavouriana ed il progressivo allontanamento da i luoghi decisionali della sinistra costituzionale: si apri`cosi` per il Meridione un periodo di profondi travagli. Sicuramente la rivoluzione
industriale nacque in Italia con forti ritardi e condizionamenti. L'economia italian a,infatti, al compimento de ll'unita` nazionale, era basata su attivita` agricole di tipo
tradizionale. La mancanza di unita` politica, la carenza di materi e prime, di grandicapitali disponibili per gli investimenti necessari e di adeguate infrastrutture ( rete
stradale e ferroviari a, sistema dei trasporti, ecc...) avevano ostacolato il formarsi di un apparato industriale moderno.
