Cambiata mille volte, la manovra varata dal Governo
ha scontentato più o
meno tutti ma sopratutto l'Anci, che ha fatto pesare, oltre ai pesanti
tagli di bilancio, l'estensione delle regole del patto di stabilità
interno ai centri con più di mille abitanti. Cosa succede nel dettaglio?
Leggendo l’emendamento Azzollini, che ha modificato in questo senso il
testo della Manovra, salta agli occhi innanzitutto la rimodulazione dei
consigli comunali e delle giunte nei Comuni con meno di 10 mila
abitanti. In particolare, si legge nel testo, “per i Comuni con
popolazione fino a 1.000 abitanti il Consiglio comunale e' composto,
oltre che dal sindaco, da 6 consiglieri (in pratica sparisce la giunta);
per i Comuni con popolazione superiore a 1.000 e fino 3.000 abitanti,
il Consiglio comunale e' composto, oltre che dal sindaco, da 6
consiglieri e il numero massimo degli assessori e' stabilito in 2; per i
Comuni con popolazione superiore a 3.000 e fino a 5.000 abitanti, il
Consiglio comunale e' composto, oltre che dal sindaco, da 7 consiglieri e
il numero massimo degli assessori e' stabilito in 3; per i Comuni con
popolazione superiore a 5.000 e fino a 10.000 abitanti, il Consiglio
comunale è composto, oltre che dal sindaco, da 10 consiglieri e il
numero massimo degli assessori e' stabilito in 4”. I Comuni con meno di mille abitanti, a fronte della scomparsa della giunta, avranno l’obbligo di costituirsi in Unioni di Comuni per gestire in forma associata tutte le funzioni amministrative e tutti i servizi pubblici. Ogni Unione deve raggiungere la soglia di 5 mila abitanti (3 mila per le comunità montane), sebbene la Regione competente possa modificare questa soglia entro due mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto.
La manovra bis decide il secco assoggettamento dei municipi con più di mille abitanti al patto di stabilità a partire dall'anno 2013, senza preoccuparsi di una norma di ingresso con la quale traghettare nel nuovo sistema una platea così ampia di soggetti, che conta quasi il doppio dei Comuni rispetto a quelli attualmente assoggettati ai vincoli di finanza pubblica
Saranno quindi parecchi i piccoli Comuni che avranno difficoltà a fare investimenti, subire gli effetti negativi del nuovo meccanismo della virtuosità, programmare l'ordinario. .....
venerdì 23 settembre 2011
giovedì 22 settembre 2011
Per la provincia di Catanzaro grazie ai fondi "Pisl" destinati 63 milioni di euro da distribuire nei vari paesi del territorio
Si è tenuta ieri mattina, presso la Sala Consiliare dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, una riunione del tavolo di partenariato della progettazione integrata (PISL) della provincia di Catanzaro.
Al
Tavolo di partenariato, presieduto dal presidente della Provincia di
Catanzaro Wanda Ferro, hanno preso parte anche per l’Autorità di
gestione del POR Calabria l’ing. Luigi Zinno,
dirigente del Settore Programmazione della Regione Calabria,
numerosissimi sindaci della provincia, rappresentanti dell’Università
Magna Grecia, delle associazioni datoriali e di categoria e del Parco
nazionale della Sila.
Nel
corso dell’incontro, è stato illustrato l’avviso pubblico, pubblicato
dalla Regione Calabria il 12 agosto scorso, per la presentazione dei
PISL - progetti Integrati di Sviluppo Locale, le cui risorse ammontano
per tutta la Regione a circa 400 milioni di euro e per la provincia di Catanzaro a circa 63 milioni di euro.
L’Ing. Zinno ha anche preannunciato le azioni programmate nel breve termine dal presidente Scopelliti e dall’assessore Mancini per presentare al territorio l’avviso e informare sullo stato dell’arte e dei tempi di attuazione dell’iniziativa.
mercoledì 21 settembre 2011
Michigan (U.S.A) una vecchietta di 101 anni viene sfrattata per sbaglio dalla sua casa
martedì 20 settembre 2011
Costruzione della centrale a biomassa nel comune di Sorbo San Basile.... ecco come si uccide il nostro già deturpato territorio
Cosa si cela dietro il silenzio dei principali territori interessati alla decisione di realizzare una centrale a biomasse a Sorbo San Basile, a due passi dal parco nazionale della Sila?
Il progetto definitivo della centrale di Sorbo San basile |
lunedì 19 settembre 2011
Tutto pronto per il quindicesimo censimento della popolazione e delle abitazioni Italiane. I questionari saranno inviati tramite Poste Italiane
L'Italia torna sotto la lente di ingrandimento dell’Istat.
E’ tempo di «Censimento generale della popolazione e delle abitazioni», il quindicesimo. Si fa ogni dieci anni: l’ultimo nel 2001, il primo, agli albori dell’unità nazionale, nel 1861.
Solo nel 1941 è saltato: eravamo in guerra.
La data fatidica, riferimento di tutte le rilevazioni, sarà la mezzanotte tra l’8 e il 9 ottobre: in quel momento sarà scattata la fotografia su 61 milioni di persone (di cui circa 4,5 immigrati) e 25 milioni di famiglie, tramite i moduli distribuiti negli oltre ottomila Comuni italiani.
I questionari saranno recapitati via posta sino al 22 ottobre, ultimo giorno indicato per la consegna da parte di Poste Italiane.
Pertanto, chi riceverà il malloppo di domande prima del 9 ottobre, dovrà metterlo in un cassetto fino a quella data; chi, invece, lo riceverà successivamente, sarà chiamato a compilare il questionario in base alle informazioni relative al 9 ottobre.
Il fatto che il cittadino troverà la busta dell’Istat nella propria cassetta delle lettere non è novità di poco conto, rispetto al precedente Censimento del 2001, in cui tutto il lavoro di consegna era in mano ai rilevatori, che quest’anno saranno meno e con soli compiti ausiliari.
L’evoluzione del servizio è merito dell’acquisizione, da parte dell’Istat, di tutte le liste anagrafiche comunali aggiornate al 31 dicembre 2010.
Di questionari ne esistono due tipi: uno completo, formato da 84 quesiti, l’altro
parziale, da 35.
Il primo sarà distribuito in tutti i Comuni di piccole dimensioni (meno di 20 mila abitanti); nelle città più grandi il questionario completo sarà consegnato solo ad alcune famiglie, mentre tutti gli altri cittadini riceveranno il modulo in versione ridotta.
Altro passo in avanti fondamentale, la possibilità di compilare e consegnare il questionario online.
Sulla prima pagina del questionario, il cittadino troverà una password di accesso al software, attivo da martedì 11 ottobre; si tratta di un cambio di rotta epocale che fa sperare in una più rapida ed efficace elaborazione dei dati. Secondo una rilevazione pilota di due anni fa, però, non c'è da illudersi: è stata bassa la percentuale di questionari compilati via web e circa la metà dei moduli sono stati lasciati in bianco e tornati al mittente. Allora, però, non ci fu alcuna forma di pubblicità.
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