La legislatura si chiude ancora con belle notizie per Sersale con importanti finanziamenti in materia di opere pubbliche e di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione:
venerdì 3 giugno 2022
Sersale si chiude con il botto l'era Torchia. Arrivano tanti nuovi finanziamenti in materia di opere pubbliche e digitalizzazione della pubblica amministrazione.
mercoledì 1 giugno 2022
La DDA di Catanzaro sequestra beni per 1,5 milioni di euro all'ex parroco che lottava contro la mafia. Villetta di lusso, fabbricati, società alberghiera più vari conti bancari.
sequestrati beni 1,5 mln all'ex parroco e ai nipoti
3 fabbricati e una villa di pregio; un autoveicolo; la partecipazione totalitaria in una società, all’epoca dei fatti attività del settore del turistico alberghiero, tutti i rapporti bancari intestati o riconducibili ai proposti ed ai loro familiari.Beni per un ammontare di circa 1,5 milioni di euro, riconducibili all'ex parroco di Isola di Capo Rizzuto (Kr), Edoardo Scordio ed a due suoi nipoti sono stati sequestrati dai finanzieri del comando provinciale di Crotone, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.
Per quasi trent'anni ha guidato la parrocchia di Isola Capo Rizzuto, la cittadina del Crotonese troppo spesso finita agli onori della cronaca nazionale per essere patria di una 'ndrangheta sanguinaria e spietata. Don Edoardo Scordio, sacerdote rosminiano ormai ultrasettantenne al quale questa mattina la Guardia di Finanza ha sequestrato beni per 1 milione mezzo di euro, contro quella 'ndrangheta aveva alzato spesso la voce finendo a sua volta sulle prime pagine dei giornali per il suo coraggio. Se non fosse che nel 2017 un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha raccontato un’altra verità: con quella 'ndrangheta il parroco faceva regolarmente affari; sfruttando la sua posizione di correttore spirituale della Misericordia, l’associazione religiosa che per anni ha gestito il Centro per i migranti di Isola Capo Rizzuto, Scordio avrebbe messo a disposizione delle cosche i proventi dell’accoglienza.
Tra il 2006 e il 2015, per la gestione del Cara la Misericordia ha incassato 103 milioni di euro dei quali almeno 36 milioni, secondo i magistrati, sarebbero stati riversati nella «bacinella» dei clan per le esigenze di mantenimento degli affiliati o impiegate in partecipazioni societarie e altre forme di investimento in favore del sodalizio.Ma non solo. La Misericordia in paese ha realizzato anche opere pubbliche come il centro rosminiano intitolato alla Madonna Greca a Capo Rizzuto, un’imponente costruzione con annesso convento e sala congressi che ha ospitato anche convegni importanti come quello con l’ex procuratore nazionale antimafia Pierluigi Vigna.
In ogni caso, secondo la magistratura, grazie a quella montagna di soldi si era instaurata una pax mafiosa tra le cosche isolitane che si spartivano i guadagni. Del resto la pace era sempre stato l’obiettivo perseguito da Scordio che negli anni Ottanta e Novanta, quando a Isola Capo Rizzuto imperversava una sanguinosa guerra di mafia tra opposte fazioni, organizzò marce per la vita, presidi in piazza, assemblee. Un clima che portò a Isola Capo Rizzuto persino la troupe cinematografica de «Il coraggio di parlare», film tratto da un libro della scrittrice Gina Basso, imperniato su una storia di riscatto dal giogo mafioso.
Indimenticabili le omelie di fuoco di don Edoardo Scordio contro la violenza pronunciate in occasione di funerali di vittime di mafie che in quel periodo si susseguivano. Prese di posizione nette che tanti spunti hanno dato ai cronisti per titoli e articoli forti. Una vocazione, la sua, che ha sempre incarnato uno spirito critico senza sconti, come quando, alcuni anni fa, il sacerdote denunciò certe derive giovanili nelle notti di Isola, dopo che un ragazzo venne ucciso nei pressi di un locale pubblico per un banale litigio.
Per questo l’operazione Jonny, che nel 2017 lo ha portato in carcere, dove è rimasto per cinque mesi prima di essere assegnato ai domiciliari, ha scioccato l’intera comunità di Isola Capo Rizzuto. Al processo don Scordio lo .............
martedì 31 maggio 2022
Catanzaro; dopo la beffa subita dalla squadra di Vivarini a Padova i tifosi amaranto si scatenano sui social, invase le bacheche tra Palanca, Manué e il povero gabbiano
Il Catanzaro resta in C e a Reggio partono gli sfottò social
Negli ultimi anni, hanno riacceso una rivalità calcistica che per molto tempo era rimasta sopita; anzi, c’è stato anche un periodo in cui le due tifoserie erano amiche e simpatizzanti. Poi, soprattutto da quel rocambolesco 3-4 al Granillo, passando per la maglia sfoggiata da Gallo, un susseguirsi di sfottò da ambo le parti. Dopo l’arresto del patron romano, dalla città catanzarese non si era fatta attendere l’ironia social, che andava soprattutto a rimarcare proprio la frase presente in quella maglia tanto discussa (“lavati i peri e va curcati”). Oggi, a qualche ora dalla beffa subita dalla squadra di Vivarini a Padova, a “scatenarsi” sono invece i tifosi amaranto, che hanno invaso le ....... bacheche tra Palanca, Manué e il povero gabbiano.
lunedì 30 maggio 2022
La Pro Loco di Simeri Crichi ha presentato ufficialmente il primo gruppo del Servizio Civile. 6 ragazzi che lavoreranno attivamente per il territorio.
Simeri Crichi; la Pro Loco ha presentato ufficialmente il primo gruppo "in assoluto" del Servizio Civile
sabato 28 maggio 2022
Catanzaro Lido Botte da orbi durante la movida otto indagati tra i quali tre minorenni. Aggressione nata dopo pesanti apprezzamenti su una ragazza
Un’aggressione brutale portata avanti con cieca violenza che aveva riacceso i riflettori sulla movida notturna nel quartiere Lido. Ora a poco più di un mese da quell’episodio, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire l’accaduto e a identificare gli otto aggressori. Tra loro ci sono anche tre minorenni, uno dei quali ha appena 14 anni. Per questi ultimi la Procura del Tribunale per i minorenni ha disposto che vengano interrogati nei prossimi giorni. Tutti sono indagati a piede libero per lesioni personali in concorso.
Secondo quanto ricostruito il gruppo di giovani tutti appartenenti alla comunità rom residente nella periferia sud del capoluogo calabrese, sabato 10 aprile si trovavano davanti a uno dei locali più frequentati dai giovani nel quartiere Lido. Uno degli otto indagati avrebbe fatto pesanti apprezzamenti su una ragazza che si trovava seduta a un tavolino del locale. Alla reazione del ragazzo che era in compagnia della giovane donna sarebbe scattata l’aggressione. Il ragazzo sarebbe stato colpito dal branco con calci e pugni e poi ancora con bottiglie di vetro e le fibbie delle cinture. Inutile il tentativo di un amico di tentare di sottrarre il ragazzo alla violenza degli otto. Il branco si sarebbe accanito anche su di lui lanciandogli contro sedie e sgabelli. Anche la ragazza sarebbe rimasta coinvolta nell’esplosione di violenza. Alla fine le tre vittime dell’aggressione sarebbero riuscite a sottrarsi alla furia degli otto indagati e a raggiungere il pronto soccorso dell’ospedale Pugliese. I medici avevano refertato escoriazioni e contusioni multiple. Ad avere la peggio era stato uno dei ragazzi aggrediti che........
venerdì 27 maggio 2022
Costretta a spogliarsi davanti ad una webcam e a compiere sesso on line, i fatti si sarebbero verificati nel Catanzarese. Il Tribunale collegiale di Catanzaro ha pronunciato una sentenza di non luogo a procedere
Il Tribunale collegiale di Catanzaro ha accolto la richiesta dell’avvocato difensore Domenico Concolino pronunciando una sentenza di non luogo a procedere per il principio del ne bis in idem: i fatti per cui l’uomo era chiamato a rispondere davanti ai giudici del collegio del capoluogo di regione erano gli stessi già giudicati dal gip di Vasto che decise di emettere un decreto di archiviazione anche a seguito dell’opposizione della parte offesa, riconoscendo la totale assenza di responsabilità . E’ arrivata la sentenza per D. L., 49 anni, di Salerno, accusato di favoreggiamento, sfruttamento alla prostituzione e detenzione di arma illegale.
Secondo le ipotesi di accusa, l’uomo avrebbe costretto K. D. R a iscriversi ad un sito hard, a spogliarsi davanti ad una webcam e a compiere sesso on line e i fatti si sarebbero verificati a Montepaone nel Catanzarese e sarebbero andati avanti per un anno, dal mese di luglio 2010 al 23 luglio 2011. Secondo le ipotesi della Procura, l’uomo avrebbe prima percosso la donna e poi l’avrebbe spinta con forza davanti alla webcam inducendola alla prostituzione, minacciandola con una pistola puntata in faccia qualora si fosse rifiutata di dar seguito ad un suo preciso ordine. Le avrebbe creato un profilo su “Divascam”, costringendola a denudarsi, a dialogare, a masturbarsi e a compiere atti di sesso “virtuale” con un numero imprecisato di clienti. Lui, avrebbe sfruttato l’attività di mercinomio della donna, facendosi corrispondente il prezzo delle ...........