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venerdì 5 aprile 2024

Il comune fa sul serio. Demolizione di diverse opere abusive sul lungomare " le Cannella "

 Demolizione di diverse opere abusive lungo il Lungomare della graz.fi le Cannella .A presto si procede con le opere di pavimentazione su tutto il tratto. Tanti manufatti abusivi,  molti marciapiedi sono diventati privati e recintati ad uso privato.


A seguire 2 dei tanti commenti di elogio per l'impegno dell'amministrazione verso l'abusivismo ......

mercoledì 1 giugno 2022

La DDA di Catanzaro sequestra beni per 1,5 milioni di euro all'ex parroco che lottava contro la mafia. Villetta di lusso, fabbricati, società alberghiera più vari conti bancari.

 

sequestrati beni 1,5 mln all'ex parroco e ai nipoti

3 fabbricati e una villa di pregio; un autoveicolo; la partecipazione totalitaria in una società, all’epoca dei fatti attività del settore del turistico alberghiero, tutti i rapporti bancari intestati o riconducibili ai proposti ed ai loro familiari.Beni per un ammontare di circa 1,5 milioni di euro, riconducibili all'ex parroco di Isola di Capo Rizzuto (Kr), Edoardo Scordio ed a due suoi nipoti sono stati sequestrati dai finanzieri del comando provinciale di Crotone, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.

Per quasi trent'anni ha guidato la parrocchia di Isola Capo Rizzuto, la cittadina del Crotonese troppo spesso finita agli onori della cronaca nazionale per essere patria di una 'ndrangheta sanguinaria e spietata. Don Edoardo Scordio, sacerdote rosminiano ormai ultrasettantenne al quale questa mattina la Guardia di Finanza ha sequestrato beni per 1 milione mezzo di euro, contro quella 'ndrangheta aveva alzato spesso la voce finendo a sua volta sulle prime pagine dei giornali per il suo coraggio. Se non fosse che nel 2017 un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha raccontato un’altra verità: con quella 'ndrangheta il parroco faceva regolarmente affari; sfruttando la sua posizione di correttore spirituale della Misericordia, l’associazione religiosa che per anni ha gestito il Centro per i migranti di Isola Capo Rizzuto, Scordio avrebbe messo a disposizione delle cosche i proventi dell’accoglienza.

Tra il 2006 e il 2015, per la gestione del Cara la Misericordia ha incassato 103 milioni di euro dei quali almeno 36 milioni, secondo i magistrati, sarebbero stati riversati nella «bacinella» dei clan per le esigenze di mantenimento degli affiliati o impiegate in partecipazioni societarie e altre forme di investimento in favore del sodalizio.
Ma non solo. La Misericordia in paese ha realizzato anche opere pubbliche come il centro rosminiano intitolato alla Madonna Greca a Capo Rizzuto, un’imponente costruzione con annesso convento e sala congressi che ha ospitato anche convegni importanti come quello con l’ex procuratore nazionale antimafia Pierluigi Vigna.
In ogni caso, secondo la magistratura, grazie a quella montagna di soldi si era instaurata una pax mafiosa tra le cosche isolitane che si spartivano i guadagni. Del resto la pace era sempre stato l’obiettivo perseguito da Scordio che negli anni Ottanta e Novanta, quando a Isola Capo Rizzuto imperversava una sanguinosa guerra di mafia tra opposte fazioni, organizzò marce per la vita, presidi in piazza, assemblee. Un clima che portò a Isola Capo Rizzuto persino la troupe cinematografica de «Il coraggio di parlare», film tratto da un libro della scrittrice Gina Basso, imperniato su una storia di riscatto dal giogo mafioso.
Indimenticabili le omelie di fuoco di don Edoardo Scordio contro la violenza pronunciate in occasione di funerali di vittime di mafie che in quel periodo si susseguivano. Prese di posizione nette che tanti spunti hanno dato ai cronisti per titoli e articoli forti. Una vocazione, la sua, che ha sempre incarnato uno spirito critico senza sconti, come quando, alcuni anni fa, il sacerdote denunciò certe derive giovanili nelle notti di Isola, dopo che un ragazzo venne ucciso nei pressi di un locale pubblico per un banale litigio.
Per questo l’operazione Jonny, che nel 2017 lo ha portato in carcere, dove è rimasto per cinque mesi prima di essere assegnato ai domiciliari, ha scioccato l’intera comunità di Isola Capo Rizzuto. Al processo don Scordio lo .............