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sabato 10 aprile 2010

DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA "GESU' CONFIDO IN TE "

Domenica 11.4.2010 si celebra la festa della DIVINA MISERICORDIA.
Quando alcuni anni fa mi sono avvicinato per la prima volta al volto di Gesù Misericordioso ne sono rimasto completamente affascinato .Leggendo poi la storia di S. Faustina che ebbe in visione GESU’ il 22.2.1931 esprimendogli il desiderio che si dipingesse il quadro con la scritta “GESU’ CONFIDO IN TE “capii che senza la sua infinita Misericordia siamo niente ,zero. Abbiamo tutti bisogno del suo amore della sua infinita Misericordia perché siamo essere umani e quindi chi più ,chi meno peccatori,io per primo. Affidiamoci a LUI tutti i giorni anche per pochi minuti guardando il suo volto pieno di amore, di Misericordia che non aspetta altro da noi che riconoscendo le nostre miserie, le nostre iniquità, ci affidiamo al suo perdono cercando sempre la via che porti alla vita eterna. Leggiamo insieme la bellissima storia di S.Faustina e delle promesse fatte da Gesù a chiunque si avvicini alla sua Divina misericordia
(Il DIARIO di santa Faustina) Plock, Polonia “22 Febbraio, 1931
La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido. Muta tenevo gli occhi fissi sul Signore; l’anima mia era presa da timore, ma anche da gioia grande.
Dopo un istante, Gesù mi disse: Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù, confido in Te.
Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l’anima, che venererà quest’immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell’ora della morte, la vittoria sui nemici.

venerdì 9 aprile 2010

LA CUCINA CALABRESE:UN PO'DI STORIA (2)

Particolarmente interessante, anche dal punto di vista gastronomico, è la Sila perché straordinaria è la connotazione di questo altopiano che sembra un pezzo di Canada trasferito per capriccio della natura in pieno Mediterraneo. Abeti e pini, laghi e pascoli, boschi fittissimi e un clima d'alta montagna a pochi chilometri dalle spiagge abbaglianti e calcinate del Tirreno e dello Ionio: un "paradosso" geografico. Chi ama cercare e mangiare i funghi deve fare una vacanza in Sila, considerata dagli esperti la zona più ricca d'Italia. Spesso nelle "boutiques" del fungo milanesi o torinesi i prodotti esposti vengono dai boschi silani, mentre non è facile trovarli sui mercati della Calabria. Favorita dal clima che ha milletrecento metri di altitudine media risente del benefico respiro del mare e delle abbondanti piogge estive e autunnali, la Sila offre funghi quasi tutti l'anno: a maggio ecco le "spugnole" profumate (qui dette «marroccu»), che vengono cotte in spezzatino con la carne di capra o nel ragù. Poi vengono i "sillu" o porcini, perfetti specialmente con i timballi di riso e la carne al sugo. Sulla fine dell'estate, ecco i "vavusi" da fare soffritti coi peperoni e i galluzzi, ottimi anche sott'olio. Il più tipico dei funghi silani è però il Lactarius deliciosus, detto "rossito", dal colore rosato, che si arrostisce sulla brace con aglio e pancetta, si conserva e utilizza in tutti i modi.
Una particolarità a questo proposito è la pietra da fungo. Una rarità gastronomica da ricercare nella zona della montagna calabrese da Sant'Eufemia d'Aspromonte a Serra San Bruno. Si tratta di una pietra particolare, riconoscibile per la sua porosità, che esperti cercatori vanno a raccogliere nel folto delle foreste. È ricca di micelio, la misteriosa rete sotterranea di infinitesimali radici che consente la crescita dei funghi. Tenuta in casa, in luogo fresco, e inumidita costantemente, la pietra si mette a produrre ottimi funghi, del tipo dei prataioli, fino a quando le sue proprietà non si esauriscono. Tra i primi a scrivere di questo singolare fenomeno fu lo scrittore inglese Norman Douglas nell'Ottocento in un suo famoso libro dedicato a un viaggio in Calabria.
Altri prodotti da gustare in Sila sono i salumi, le trote e i formaggi. I prodotti caseari sono interessanti: pecorini, caciocavalli, provole, «butirri» (piccoli caciocavalli col cuore di burro), «piticelle» (fuori mozzarella e dentro burro).

giovedì 8 aprile 2010

LA STATUA MARMOREA DELLA PIETA' DI SELLIA

Non appena si intravede la statua si capisce subito che non era questa la sua originale collocazione ,infatti fu sistemata in quell’angolo poco luminoso senza neppure una scritta. Dopo che il convento di Santa Maria delle Grazie della congregazione di Zumpano fu soppresso e messo in vendita nel 1653, causa il riordino delle varie proprietà ecclesiastiche ad opera di Papa Innocenzo X che con una bolla papale riordinava i vari luoghi di culto chiudendoli e vendendoli la maggior parte per far cassa . Nella torre campanaria venne sistemata anche la campana datata 1570  .
Su come sia arrivata la statua della pietà ne abbiamo parlato nel post precedente trascrivendo un racconto orale tramandato durante i secoli. La statua marmorea attribuita a qualche discepolo di Michelangelo o addirittura fu una bozza dello stesso artista prima di quella finale, molto più armoniosa sistemata ora  nella basilica di San Pietro di Roma .Le misure della pietà marmorea custodita a Sellia sono: altezza 1,69 e  larghezza0,84, forma a tutto tondo scolpita su marmo di carrara. Durante il 1933  fu studiata da A.Frangipane che la datò tra il XVI_XVII secolo ad opera di qualche allievo di Michelangelo,come l'artista G.Montorsoli (firenze 1507-1563 ). Così la descriveva invece F.Raffaele: “Lo sguardo della Madonna severo e penetrante ricorda la Madonna della scala e quella di Bruges, con il velo,le pieghe della veste,la posizione della Vergine ,il corpo del Figlio strettamente compatto con quello della Madre,ci richiamano altri lavori michelangioleschi , per cui non c’è dubbio che debba attribuirsi ad un seguace valente del sommo artista. Pregievoli infine i particolari scultorei ,il cui effetto è però vanificatoda un errato rapporto dei valori anatomici ed equilibrio formale del corpo di Gesù."
Concludendo una scultura marmorea  da rivalutare, promuovere, magari restaurarla in maniera di ristabilire le giuste cromature , e illuminandola in modo che venga esaltato il penetrante volto di Maria che tiene tra le braccia il corpo esanime di suo figlio Gesu' Cristo.

martedì 6 aprile 2010

ECCO COME ARRIVO' A SELLIA LA STATUA MARMOREA DELLA PIETA'

Vi racconteremo com'è arrivata a Sellia la bellissima statua rinascimentale della pietà, custodita nella Chiesa di San Nicola, proveniente (dopo la sua chiusura nel 1653 da parte del Papa Innocenzo X che decretò la vendita dell’immobile) dal monastero di Santa Maria delle Grazie della congregazione di Zumpano. La quale era situata con molta probabilità sotto il castello nella zona denominata (sutta Santa Maria) L’attuale fermata dei pullman.
Sellia aveva parecchi chilometri a mare ma erano poche le persone che vi abitavano per l’aria poco salubre che permetteva di dimorarvi solo per pochi mesi all’anno per poi far ritorno nel paese. I marinai Selliesi dopo una notte con il mare in forte tempesta, si ritrovarono sulla spiaggia insieme ai marinai di Simeri. Proprio sulle rive del fiume Simeri si era ancorata una grossa nave; dopo averla ispezionata trovarono al suo interno una bellissima statua marmorea della pietà, chissà dove era diretta la nave ormai completamente squarciata! Ne nacque subito un acceso dibattito per decidere se la nave era nel territorio di Sellia o di Simeri ma malgrado i vari tentativi di misurare l’esatta posizione non si riuscì a capire perché sembrava proprio nel centro esatto tra i due territori .Le discussioni animate continuarono per molto ma alla fine i marinai di Simeri dissero facciamo che sia la sorte a decidere, carichiamo la statua su un carro trainato da alcuni buoi.  Facendoli salire verso il paese vedendo se di sarebbero riposati nel territorio di Simeri o in quello di Sellia lì dove si sarebbero fermati,lì la statua sarebbe rimasta per sempre .I marinai di Simeri si aspettavano una bocciatura della lora proposta perchè Simeri viene prima di Sellia e la statua pesantissima avrebbe costretto i buoi a fermarsi prima di arrivare nel territorio di Sellia ,ma inaspettatamente i marinai di Sellia accettarono ,così caricarono la statua e la fecero incamminare verso la ripida salita che ...............

venerdì 2 aprile 2010

PERCHE' CERCATE TRA I MORTI COLUI CHE E' VIVO ?

Perché cercate tra i morti colui che è vivo?

A tutta la comunità di Sellia,
al Sindaco e ad ogni autorità Civile e Militare di questo paese,
all’ufficiale di Posta, al farmacista, a tutti i negozianti,
a tutti i visitatori del sito parrocchiale
agli amici del Forum “Sellia: un posto nel cuore,
agli amici del forum “Tra Amici”,
agli amici del blog “Sellia Racconta”,
agli amici del Blog “Consulta di Sellia
                                                              Buona Pasqua a tutti con il cuore

Cercare Dio deve essere l’unico desiderio dell’uomo. Dio però nessuno lo potrà mai trovare in modo diretto, perché Dio ha deciso che potrà essere trovato solo in Cristo Gesù, con Lui, per Lui.
È Cristo Gesù la vera casa di Dio. In altre case Dio non abita. In altre case possiamo solo trovare qualche “fantasma” di Dio, mai però il vero Dio.
La Chiesa cerca Gesù, Ma dove lo cerca? Sovente lo cerca nella Scrittura, nella Tradizione, nel Magistero, nella Liturgia, nella Teologia, nella speculazione dei filosofi, oggi anche nei pensieri degli psicologi e psichiatri, in ogni altro ramo del sapere scientifico e metafisico, nella stessa morale alta e profonda. Tutte queste cose possono darci il pensiero di Dio e altre cose di Lui, ma non ci danno Dio, perché Dio è solo in Cristo Gesù. Cristo Gesù è oltre e prima di tutte queste cose.
Anche il mondo cerca Gesù. Ma dove lo cerca? Sovente lo cerca nelle religioni esoteriche, nel cambiamento della propria fede, a volte nella magia e cose del genere, spesso nei piaceri della vita. Quasi sempre affoga questo suo desiderio in dei giochi di morte, perché Dio non è là dove il mondo lo cerca. Nel deserto non si cercano fiumi dissetanti. Nel mare non si può cercare una terra da coltivare, perché non esiste, semplicemente non c’è, non è data.
Le pie donne oggi vanno alla ricerca di Cristo Gesù. Ma dove si recano? Presso un sepolcro. Lì non c’è Gesù. Al massimo potranno trovare il suo corpo morto. Ma il suo corpo morto non è Gesù, perché Gesù non è la morte, ma la vita. Non è la fine, ma l’inizio eterno. Non è il termine, ma il compimento quotidiano. Ecco cosa leggiamo nel Vangelo di questa Notte Santa.
Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri.
Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.
Cristiano/a, forse ancora non lo sai, ma anche noi sovente siamo come questo sepolcro vuoto. Al massimo siamo contenitori del corpo morto di Cristo Gesù, ma non del Cristo vivente, Crocifisso e Risorto. Noi non siamo stati chiamati ad essere questo sepolcro vuoto di Cristo Gesù. La gente non può venire da noi, scrutare ogni cosa ed andarsene smarrita, perché non ha trovato quello che cercava. Noi non possiamo essere come i sommi sacerdoti, gli scribi, i farisei del Vangelo.
I sommi sacerdoti possedevano la ricchezza del culto, un culto magnifico e stupendo. Ma Dio non era nel loro culto. Gli scribi erano profondi conoscitori della Scrittura, sapevano ogni versetto di essa, conoscevano ogni interpretazione passata, presente, immaginavano anche le possibili interpretazioni del futuro. Ma Dio non era nella loro Scrittura.
I Farisei erano i santi, i separati dai peccatori. Erano i puritani della santità. Dio però non era nella loro santità. L’uomo si recava da loro, ma non trovava Dio. Dio non era nel loro culto, non era nella loro Scrittura. Non era nella loro santità. Dio non è nel culto fuori di te. È in te che adori e ami il vero Dio. Dio non è nella Scrittura fuori di te. È in te che cammini secondo la sua Parola. Dio non è in una santità proclamata, dichiarata, insegnata, professata. È in te che partecipi della santità di Dio e la trasformi in tua vita quotidiana.
Il mondo ha bisogno di Gesù vivo, reale, presente, visibile, toccabile, afferrabile. Ha bisogno di Gesù che oggi consola, conforta, perdona, ammaestra, insegna le cose di Dio, mostra Dio ad ogni persona che accorre, che viene, che si rivolge a te che sei il Gesù vivo, che oggi percorre le vie di questo mondo.
Gesù è morto, ma per risuscitare in te. È in te, cristiano, che il mondo deve trovare Gesù. Se trova il vero Gesù, troverà anche il vero Dio. Se invece in te troverà un Gesù morto, anche il Dio che tu gli darai è un Dio morto, di cui non sa cosa farsene.
Cristiano/a, pensaci! Alta è la tua vocazione. Tu sei il Cristo Risorto, il Cristo Vivente, il Cristo Visibile, il Cristo che è uscito dal sepolcro per essere il Cristo Universale, Onnipresente, per ogni uomo di ogni tempo e ogni luogo, per tutta la durata del tempo, fino alle soglie dell’eternità.
Se tu non sei il Cristo vivente, chi ti incontra, chi cerca Gesù, chi cerca Dio, che cerca la verità, la sapienza, la saggezza, la sua vera essenza, o si troverà con un corpo morto e sepolto, oppure si incontrerà con un sepolcro vuoto, nel quale c’è solo qualche segno della presenza di Cristo Gesù, ma Lui non lo troveranno e per questo se ne ritorneranno delusi e sconfortati, abbattuti e privi di una qualsiasi certezza della verità che libera e salva.
Cristiano/a, per te ci si incontra con il vero Cristo e il vero Dio, ma anche con un falso Cristo e un falso Dio. A te la responsabilità di fare incontrare ogni uomo con il vero Dio o un falso Dio, con il vero Cristo o un falso Cristo. I frutti non saranno gli stessi. Gli altri possono incontrare Cristo in te se tu lo hai già incontrato. La casa di Dio aspetta anche te.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi di Dio, aiutate ogni cristiano ad essere il Cristo Vivente Risorto nella storia, affinché il mondo che lo incontra e che lo cerca possa trovare e incontrare il vero Dio per la sua salvezza eterna.
Don Francesco Cristofaro

giovedì 1 aprile 2010

A CUNFRUNTA

Per la foto del mese d'aprile abbiamo fatto una sequenza fotografica di una cufrunta particolare svoltasi nel 1996. Era la prima dopo la riapertura al culto della chiesa Madre rimasta chiusa per diversi anni a causa di un totale restauro sia interno che esterno con una spesa di ben oltre il miliardo delle vecchie lire. Senza dubbio esso era l'importo più consistente che il comune abbia mai ricevuto. Assistendo alla cufrunta si viene coinvolti in un’atmosfera, in una fede di partecipazione molto particolare che cambia di anno in anno; vedere il rincorrersi ,i tentennamenti tra il Signore risorto e la Madonna con alla fine il manto nero che viene abbassato per apparire in tutto il suo splendore il manto azzurro di festa per la resurrezione di Gesù. Questa tradizione ha origini antichissime nella nostra regione risalente durante la dominazione spagnola.
Durante i vari secoli mai si è rinunciato a questo momento, neanche in quelli più bui di guerre o carestie,anzi nel 1800 venivano svolte due cufrunte, la sera alla Chiesa del Rosario, il giorno di Pasqua alla Chiesa di San Nicola, successivamente (anche se per pochi anni) le due confraternite fecero un accordo:" a Mmaculata" usciva dalla Chiesa di San Nicola “u Signura Risortu” da quella del Rosario (o viceversa)per incontrasi per la cufrunta vicino l’ex bar di Giginu ,ma la forte rivalità che veniva accentuata in ogni manifestazione religiosa tra le due confraternite ( Si sentiva molto l’appartenenza ,l’essere o Mmaculatisi o Rosarianti ) riportò tutto come prima. In epoca più recente la statua della Madonna veniva posizionata “sutta u campanaru” intanto che “u predicatura “dopo varie litanie,orazioni,canti dava il via alla cufrunta; si spalancavano le porte della Chiesa, la Madonna entrava con “U mantu niguru”e in braccio” u Crucifissu “,dopo il rincorrersi per le navate “scoppiava a Gloria”(molto simile ad un  rituale andato purtroppo completamente perso che si svolgeva la sera del Giovedi Santo" La Trasuta" ).
La nostra comunità si è sempre distinta per una fede particolare fatta di tanti eventi religiosi in cui l’intera popolazione partecipava con fede. Anche il sentirsi di una o l’altra confraternita oggi può far sorridere, ma all’epoca sin dalla nascita si veniva etichettati come Mmaculasi o Rosarianti e il partecipare attivamente alle varie funzioni era un vanto per fare di più e meglio.

Una buona Pasqua a tutti gli amici/che e frequentatori del blog che grazie alle vostre visite,ai vostri commenti mi spingete nel fare sempre di più e meglio per valorizzare,far conoscere,sponsorizzare il nostro bellissimo borgo che vanta una storia millenaria.Buona Pasqua.Gli auguri di questa Pasqua sono intensi: sono di speranza, di ricostruzione, di pace, di solidarietà, di gratitudine.
                                          Auguri a tutti da parte di  SELLIARACCONTA-