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martedì 20 aprile 2010

DIZIONARIO DIALETTALE SELLIESE (lettera D )

Riprendiamo dopo  che per un problema tecnico i vari vocabboli inseriti sul pc erano andati persi, ma per fortuna erano scritti su un quaderno con la vecchia e cara penna bic che non ti abbandona mai .Eccoci alla lettera D: come "diunu" parola che i nostri nonni conoscevano benissimo avendo patito la fame mangiando di tutto o quasi pur di sopperire ai lacinanti langurii dello stomaco che non riceveva cibo da molto tempo .Oggi si digiuna per apparire più belli, per dimagrire, per avere un fisico snello. Veramente un paradosso, oggi abbiamo troppo,troppo cibo, così dopo aver messo parecchi chili in più grazie a cibi ricchi di tutto meno che di geniunità ci rendiamo conto che vuoi anche per i lavori sempre più sedentari bisogna dimagrire facendo diete,andando in palestra. Se ci vedessero i nostri nonni, coloro i quali dopo una giornata di duro lavoro manuale facevano un unico povero pasto, coloro i quali si spostavano a piedi o al massimo "cu u ciucciu", coloro i quali il digiuno lo praticavano spesso da un giorno all'altro, mese dopo mese, Direbbero (tanto per usare un famoso detto popolare): " u vurdu nu crida a ru diunu".

DA prep. Dalla
DACCULLI’ avv. In quel modo
DACCUSSI’ avv. Così
DAMASCATU agg .tessuto,damasco
DAMINCIANA s.f. Damigiana
DARRETU prep. Dietrot
NA DDRAMMA s.f. Piccola quantità
DEA s.f. Idea
DEBBITU s.m. Debito
DEBBOSCIATU agg.Abbandonato,dissoluto
DECJA num. Dieci
DECOTTU s.m. Infuso
DEDA s.f. Legna resinosa
DEDARA s.f. Edera

lunedì 19 aprile 2010

ECCO LA GIUNTA SCOPELLITI

 Nella foto in alto     i componenti della nuova giunta Scopelliti, ufficializzata sabato 17 a Catanzaro nel palazzo Alemanni sede istituzionale della presidenza regionale

1) Giuseppe Scopelliti - presidente il quale a tenuto per se almeno per il momento tre deleghe pesanti: salute, turismo, trasporti.
2)Antonella Stasi - vicepresidente senza deleghe Crotonese attuale presidente di confindustria Crotonese unica donna di tutto il consiglio regionale (esterna)
3)Pietro Aiello - urbanistica. Sembra che stava andando via scontento quando gli avevano offerto l'assesorato ai trasporti Catanzarese d'adozione, veterano
4) Giacomo Mancini - bilancio e programmazione Cosentino esterno
5)FrancescoAntonio Stilitani - lavoro,formazione professionale,famiglia e politiche sociali. In forza all'udc Vibonese
6)Francesco Pugliano - ambiente .Crotonese eletto nella lista di Scopelliti
7)Michele Trematerra - Agricoltura e foreste. Cosentino eletto nell'udc
8)Pino Gentile infrastrutture e lavori pubblici .Al decano del consiglio regionale alla sua sesta legistatura la delega più pesante. Cosentino del pdl
9)Mario Caligiuri- cultura istruzione. Esterno
10)Domenico Tallini- personale .Catanzarese il più votato nella città
11)Antonio Caridi- Attività produttive. L'unico Reggino insieme ovviamente al presidente, in forza nel pdl
Come per tutti i post che parlano della politica locale Calabrese i commenti sono chiusi

venerdì 16 aprile 2010

SIMONE FIGLIO DI GIOVANNI , MI AMI PIU' DI COSTORO ?

Carissimo/a,

Siamo sul lago di Tiberiade. Gesù dona due grandi insegnamenti ai suoi discepoli.

Primo insegnamento: Senza la sua Parola, fuori della sua Parola – non contro o in opposizione, ma semplicemente senza di essa – le reti del regno resteranno sempre vuote. Si lavora, si lavora, si lavora, il risultato quanto a salvezza è sempre uno: la rete resta sempre vuota, priva di anime. La si getta invece sulla Parola del Signore, si semina il Vangelo, la rete si riempie e i campi biondeggiano di messi pronte per la mietitura e il buon raccolto.

Secondo insegnamento: Gesù è riconosciuto dai semplici gesti del quotidiano. Lui è persona che ama e l’amore si rivela nella concretezza delle piccole cose. Gesù accende il fuoco. Arrostisce del pesce. Si procura del pane. Prepara da mangiare per i suoi discepoli. Gesù ha sempre manifestato al mondo intero che l’amore è la cosa più concreta, più visibile, più universale, più corporea. Se c’è, si vede. Se non c’è, non si vede. Lui è il solo che ama così intensamente da farsi riconoscere da questi semplici gesti come il Signore, il Maestro.

Ora Gesù pensa al futuro dei suoi discepoli e della sua Chiesa, pensa a pecore ed agnelli. Questi hanno bisogno di un Pastore solido, temprato, forte nell’amore, nella carità, nella misericordia, nella compassione, nel perdono, nel dono di tutta la sua vita. Senza l’amore l’intelligenza si trasformerà ben presto in umiliazione, la saggezza in oppressione, la sapienza in dominio, la scienza in superbia, ogni altra capacità umana in imposizione.

Con l’amore invece il Pastore è capace di offrire la propria vita in modo personale per ogni pecora, per ogni agnello. È capace di immolarsi, consumarsi, non risparmiarsi in niente, non per imporre la propria volontà su ciascuna pecore e ciascuno agnello, ma per curarli, lenirli nelle loro sofferenze, nutrirli di verità e di santità, dissetarli con la carità di Cristo, saziarli con la sua divina grazia, condurli verso il Regno dei Cieli, camminando avanti a loro e mostrando concretamente come in ogni momento e circostanza si deve amare.

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». (Cfr Gv 21,1-19).

giovedì 15 aprile 2010

PROVERBI , MODI DI DIRE, "DITTI " CALABRESI (LETTERA A )

Inizieremo con questo post a raccogliere in ordine alfabetico "i ditti e na vota".Ditti che si sono tramandati oralmente durante i secoli,frutto della saggezza popolare Calabrese che per ogni circostanza lieta o triste non mancava mai u dittu ad evidenziare a marcare l'evento. Rileggendoli notiamo che molti sono attuali ancora adesso che viviamo in un epoca del tutto e subito, del mordi e fuggi facendoci riflettere magari fermarci un po’ meditando queste autentiche pillole di saggezza popolare .Iniziamo con la lettera A aspettando i vostri preziosi commenti per arricchire di nuovi proverbi "ditti " che iniziano con la lettera A



A L’OLIVARA E A RA FIMMINA PUTALI SEMPRA
A VUCCA E  MELA, U CORA E FELA
A VARCA E DE CHINA A CAVARCA
ABBALLA SUTTA NA CODARA
ABITU NO FFA MONACO E CHJRICA NO FFA PREVITA
A BONA FIMMINA A RU PALAZZU DURA QUANTU A NIVA E MARZU
A CARCARAZZA PPE U TROPPU PENZARA ALL’ATRU FICIA I PINNI JANCHI
A CARNA DOLA DE CHJU’ QUANNU SI TROVA VICINA ALL’OSSU
A RA CASA DU PEZZENTA NU MANCA TOZZU E PANA
A RA CASA DU CACCIATURA NU MANCA MAI DOLURA
A CAVULU JURUTU: CHILLU CHI C’E’ FAI E’ TUTTU PERDUTU
A CIRA SI CONSUMA E A PRUCESSIONA NU CAMMINA
ACQUA E FOCU NU C’E’ DARA JOCU
ACQUA DE GIUGNU RUVINA U MUNNU
ACQUAZZINA NON’INCHIJA PUZZU
A CU  INTRA MINTI FORA TI CACCIA
A CU TENA CARNA E MANGIA PISCI U CAMPARA NCI RINCRISCIA
A CUMPAGNIA TI PORTA A MALA VIA
A CU VIDA U SULA CODIA E CU NO MORA E FRIDDU
A DDUI A DDUI COMU I CARBINERI
ADDIRIZZATA TUBBU!
A FARINA NIGURA FA U PANA JANCU

mercoledì 14 aprile 2010

TRA UN MESE RIAPRE??( A SENSO UNICO ALTERNATO )LA PROVINCIALE 25 ARSANISE CATANZARO

L'Amministrazione Provinciale di Catanzaro nel corso della settimana darà inizio ai lavori in località Scala di Catanzaro per la realizzazione di una pista provvisoria che consenta il ripristino della viabilità sulla provinciale 25 che attraversa la zona di Janò interessata dalla frana a seguito delle recenti piogge. La pista stradale consentirà un senso unico alternato nel tratto interessato dalla frana e le risorse necessarie alla realizzazione dell'intervento sono state prelevate dal bilancio dell'Ente di Palazzo di Vetro. La realizzazione della pista consentirà ai cittadini una diminuzione del disagio sopportato dall'imponente frana e per alcune famiglie ciò significherà il raggiungimento delle abitazioni. L'intervento, proposto e programmato dalla Provincia, ha avuto il consenso dell'Autorità di Bacino, nonché del Comune di Catanzaro, con specifiche prescrizioni che riguardano l'orario di apertura, l'interclusione in caso di eventi piovosi di una certa rilevanza ed il monitoraggio continuo, prescrizioni che richiederanno in fase operativa la sinergia tra le diverse istituzioni. L'impresa che eseguirà i lavori è la Pi.fra snc mentre i tecnici incaricati dalla provincia sono l'ingegnere Iiritano ed il geometra Faragò.
La previsione della fine dei lavori indica circa venti giorni, mentre si andranno a completare i lavori di ripristino della strada provinciale 25 nel tratto interessato dallo straripamento del fiume Alli, lavori che hanno comportato per la provincia una spesa di circa 200mila euro. Così sarà ripristinata, pur con le limitazioni sopra descritte, una importante arteria per la viabilità provinciale, consentendo ad un vasto comprensorio ed all'utenza dei comuni di Zagarise, Magisano, Taverna, Albi, Sellia Superiore, etc., oltre ovviamente alle popolazioni di Janò, di raggiungere Catanzaro in maniera meno disagiata rispetto alla situazione presente.

martedì 13 aprile 2010

LA CUCINA CALABRESE:UN PO' DI STORIA (4)

Nell'alimentazione dei calabresi il pane ha un posto centrale: è consumato con ogni piatto e la sua preparazione è molto curata, specie nel mondo contadino; è molto saporito e presenta una serie di varianti: ricordiamo le focacce, dette «pitte», piene di fantasia e di aromi, perché alla pasta lievitata si accompagnano sapori diversi, dai pomodori alle sarde, dalle cipolle alla ricotta, dalla salsiccia al caciocavallo.

Hanno, queste robuste «pitte», origini assai remote, ché con tutta probabilità erano cibi rituali; purtroppo, oggi sono pressoché introvabili fuori dell'ambito familiare.

La pasta, presenza immancabile, è tradizionalmente fatta in casa. «A fimmina 'mpasta e spasta, u furnu cunza e guasta», dice il proverbio. È la donna che impasta e spasta, il forno cuoce e guasta. Si riconosce così alla donna il merito di una buona cucina: non è tanto la cottura che conta per un buon risultato, quanto la capacità della massaia che, dice la tradizione, non è degna di maritarsi se non consoce almeno quindici modi di impastare la farina. E fra questi, il primo, il più diffuso, è quello che dà luogo ai «fusilli»: si fanno avvolgendo la pasta su un ferro, detto «firrittu» e hanno la forma di un grosso spaghetto corto dal sodo e rude sapore di grano. Si condiscono con pomodoro, prosciutto, aglio, olio e peperoncino. Oltre ai «fusilli», ecco le «sagne», che si preparano con laborioso intervento, imbottendole con carciofi ,carne di maiale, funghi, formaggio. Altri tipi di pasta sono «maccaruni», «sciliatelli», «schiaffettoni», «filatieddi», «canneroni», «ricci di donna»: sempre fatti con semola o farina di grano duro, vengono uniti a condimenti sapidi e densi, che li avvolgono in uno strato scivoloso rendendo il piatto ricco, colorato, stuzzicante. Oggi però sempre più si usano paste industriali.

Forse la minestra più esemplare della tradizione è il «maccu di fave», un passato di fave cotto senza condimento ma insaporito poi con olio crudo, pecorino grattugiato e molto pepe. Piatto antichissimo, si ritrova identico in Sicilia: alla base della sua sublime essenzialità sta la qualità delle materie prime. Inutile pensare di riprodurre un cibo come questo se non si è disposti, per esempio, a usare un olio robusto e denso di tipo meridionale.