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sabato 22 maggio 2010

Domenica di Pentecoste (23.5.2010)

Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito
Carissimo/a,
Porre la persona di Gesù al centro del nostro cuore: è questa l’opera di vera creazione che compirà in noi lo Spirito Santo, dopo che Gesù lo avrà versato dalla croce, come fiume impetuoso, dal suo costato squarciato, immediatamente dopo la sua morte.Messo Gesù al centro del nostro cuore, noi iniziamo ad amare con il suo cuore,nel quale il Padre ha posto ogni uomo da redimere, salvare, condurre nella
giustizia, riportare nella sua Casa. Con Cristo che vive in noi, vive ogni altra persona. Nessuno più sarà un estraneo per la nostra vita, nessuno un forestiero, nessuno uno straniero, nessuno un profugo o un esiliato, perché ogni uomo è l’immagine viva di Cristo Gesù, la sua persona rimasta visibilmente
sulla terra perché noi l’accudiamo, la serviamo, ci prendiamo cura di essa,lasalviamo, la redimiamo, la portiamo nella casa del Padre attratta non tantodalla profondità delle verità che diciamo su Dio, quanto invece dalla potenza di carità con la quale noi l’amiamo.Questo insegnamento di amore è l’opera perenne dello Spirito Santo. È Lui che nella storia particolare, concreta, fatta di mille circostanze bisognose di
essere ricolmate di amore, ci guida, ci illumina, ci dona il discernimento,sorregge la nostra volontà, anima la nostra pietà, muove la nostra carità, spinge la nostra misericordia ad agire. È Lui che crea in noi una forza
irresistibile che ci manda verso i fratelli per mostrare loro la straordinaria vivacità della carità di Gesù.
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed eglivi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole;e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Colui che è ricolmo di Spirito Santo è in tutto simile ad un fiume rigonfio di acque. Dove lui passa rinasce, fiorisce, fruttifica la carità, la misericordia, la pietà, la speranza. Chi invece è privo dello Spirito Santo è paragonabile ad una cisterna vuota. Non solo questa non riversa sulla terra nessuna acqua di vita, chi si reca presso di essa per attingere, troverà solo del fango, se non della terra appena inumidita. Chi si accosta ad una persona vuota di Spirito Santo perde la speranza, se ne ritorna nella sua tristezza e amarezza, si ritrova a piangere la sua povertà sia materiale che spirituale. Un uomo senza lo Spirito Santo è un albero secco.
È lo Spirito Santo il Grande Maestro della carità di Gesù Signore. È Lui che suggerisce ogni via per amare meglio, di più. È anche Lui che opera il discernimento e che dirige il cuore verso una persona anziché verso un’altra. È Lui la perenne libertà dell’amore di Cristo Gesù. È Lui che ci muove perché noi amiamo sempre secondo la volontà del Padre le persone che il Padre vuole che noi serviamo, accudiamo, sia nelle cose dello spirito che in quelle della materia. Lo Spirito Santo è in tutto simile alla potente luce che un tempo si poneva
dietro la pellicola del proiettore. La sua fiamma attraversava la pellicola e rifletteva sul lenzuolo l’immagine in essa contenuta. Lo Spirito Santo, luce divina, attraversa la vita di Cristo Gesù, e ogni giorno la proietta sullo
schermo del nostro cuore, della nostra mente, dei nostri pensieri, della nostra volontà, della nostra anima. Non solo la proietta, la incide anche e la rende operante in noi.
Noi vediamo l’immagine di Gesù, la sua vita attuale, come oggi Lui l’avrebbe vissuta, e ci muove perché siamo noi a viverla oggi allo stesso modo e con la stessa intensità di carità di Cristo Signore. Senza lo Spirito Santo in noi come luce potentissima, il proiettore è spento, la storia è senza immagine di Gesù, la vita è senza la sua divina ed umana carità. C’è il freddo glaciale, il buio morale, le tenebre spirituali dove lo Spirito Santo non illumina la vitacon l’immagine viva, attuale, odierna di Cristo Gesù. Tutto questo avviene
quando il cuore non cammina più nell’osservanza della Legge Nuova di Gesù Signore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, intercedi per noi e chiedi alloSpirito Santo che ci ricolmi di Sé. Con Lui nella nostra vita tutto cambierà, perché Lui ci trasformerà in vita attuale di Gesù Signore nella storia del nostro tempo. Angeli e Santi di Dio, venite in nostro soccorso. Vogliamo vivere e morire per diffondere l’immagine vera, reale, attuale di Cristo Gesù.
                                                      Don Francesco Cristofaro

giovedì 20 maggio 2010

Catanzaro:Gianfranco Fini ha innaugurato l'ottava edizione del gutenberg

Arriva nel pomeriggio dopo aver fatto prima visita al comune la terza carica dello stato il presidente della camera dei deputati Gianfranco Fini, ospite all’auditorium Casalinuovo su invito del preside del liceo classico Galluppi: A.Vitale, per l’inaugurazione dell’ottava edizione del progetto “Gutenberg”un fiore all’occhiello a livello nazionale nel panorama di divulgazione e promozione della lettura dei libri con ospiti di primo piano di successi editoriali. Così Fini arrivato come ospite a discutere del suo successo editoriale “Il futuro della libertà” si è trovato pienamente a suo agio ad interloquire con i ragazzi , puntando molto sul concetto di libertà e di quello che rappresenta ,ieri come oggi tante, troppe guerre si sono svolte, si svolgono sotto il vessillo della libertà : attenzione la mia libertà finisce dove comincia la tua. Le dittature del secolo scorso mettevano in discussione la dignità delle persone, la vera libertà è quando una persona può essere se stessa. Fa veramente bene al cuore vedere i visi di tanti ragazzi nati dopo il 1989 che affollavano l’auditorium,” finite le ideologie non devono finire le idealità” “Guardatevi bene da chi dice largo ai giovani perché vuole mettervi da parte per farsi largo lui” sono due frasi eloquenti dette da Fini ai ragazzi veri padroni del domani ,veri portatori sani della vera pace .Parlando poi dell’unità D’Italia alla vigilia dei suoi 150 anni dice: “E’ mio convincimento che non sia a rischio l’unità della nazione dove il capo dello stato è impegnato a rinnovarne la memoria ,ma anche perché nel cuore degli Italiani da nord a sud c’è il senso dell’appartenenza al paese. A rischio è la coesione nazionale ,cioè un uso corretto delle risorse e la piena responsabilità dei governanti.” Prima di incontrare i ragazzi come avevamo detto Fini era stato ricevuto con tutti gli onori da parte del sindaco di Catanzaro R.Olivo il quale aveva consegnato a Fini un promemoria sulle tante emergenze Catanzaresi. Dagli eventi calamitosi che hanno maggiormente colpito i quartieri di Jano-Rombolotto ,ai lavoratori in difficoltà ,all’istituzione della scuola di magistratura promessa mai attuata ,ai vari potenziamenti del tessuto urbano. Fini uomo “super partes” (come più volte dimostrato in questo difficile periodo) a fatto tesoro delle varie necessità ,prima di uscire dal comune ha ammirato i quadri appesi dei vari sindaci della città chiedendo al sindaco “questi sono i suoi predecessori?” Si risponde Olivo aggiungendo scherzosamente “tra poco attaccheranno anche a me” .Finisce un intenso pomeriggio per il presidente G. Fini culminato con il bagno di folla all’auditorium dove si notavano le assenze di M. Traversa e G. Speziali assenti giustificati precisa durante il suo intervento W . Ferro presidente della provincia di Catanzaro (Fini fa un sorriso ironico ) .Presente invece il nuovo presidente della regione G. Scopelliti il quale nel suo intervento ricorda :”quando è uscito il libro sono andato subito in libreria a comprarlo trovandolo un libro interessante perché parla ai giovani ai quali noi come giunta regionale guardiamo in modo privilegiato”.

mercoledì 19 maggio 2010

LA STORIA DURANTE I SECOLI DEL DIALETTO CALABRESE ( 2 )

Un’altra ventata di vocaboli la lingua Greca in Calabria la subisce durante le invasioni Germaniche .Teodoro rè dei Goti penetra in Calabria grazie all’abile consigliere Magno Aurelio Cassiodoro di Squillace portando parole nuove ma non intaccando la lingua del popolo conquistato.L’apporto Germanico nel dialetto soprattutto Catanzarese e scarso come lo testimonia le ricerche di Rohlfs attribuendo solo alcuni vocaboli ai germanici come per esempio “pizzu,spitu,arringara.La dominazione dei Goti durò poco infatti nel 553 ai piedi del Vesuvio l’eroico Teja l’ultimo rè trovò la morte ,mentre per il popolo Calabrese le varie dominazioni continuavano.
Fu durante il periodo bizantino che va dal VI al XI secolo che i Saraceni già conquistatori della vicina Sicilia arrivano nella nostra regione già dilaniata da continue guerre e lotte intestine. Squillace fu la prima città depredata dai terribili saraceni seguita da Santa Severina mentre nel 906 Catanzaro da poco creata da bizantini dopo una breve resistenza viene sterminata .Si vive un periodo buio e di terrore dove il sangue delle vittime scorre a fiumi mentre fa da contrasto in negativo il lusso e la mollezza dei bizantini. Un periodo in cui gli uomini sentivano un forte bisogno di pace e d’amore,quasi ad esaudire questo forte desiderio che si afferma l’Ordine Basiliano con la nascita di numerosi conventi per far udire a tutti la parola del Vangelo piena di carità e d’amore ,e come d’incanto in Calabria ritorna un po’ di benessere morale e spirituale ,mentre erano sorte o sorgevano nuove città Greco Bizantine come Catanzaro,Nicastro,Cropani,Gimigliano,Sellia,Taverna ,Piscopio,Jonadi,Miglierina,Staletti. Quasi tutte fondate da capitani Greci e con uomini che erano riusciti a scampare dalle scorrerie dei saraceni.
Rohlfs nei suoi studi tende a puntualizzare che i i Bizantini no portarono ad una affermazione della lingua greca ma essa e più antica viene da più lontano da qualsiasi dialetto meridionale neogreco.
Bisogna comunque puntualizzare che i Bizantini furono i padri adottivi della grecità nella media Calabria è sotto il loro dominio che la lingua greca si afferma in tutte le manifestazioni della vita pubblica e privata ,nelle leggi e nell’arte oltre alla nascita di molte importanti città,conventi dei basiliani che dal 732 fanno diventare il rito Greco obbligatorio. Quindi in conclusione si può dire che sotto la dominazione dei bizantini ci fu una grecizzazione nella Calabria meridionale .

martedì 18 maggio 2010

LA STORIA DURANTE I SECOLI DEL DIALETTO CALABRESE ( 1 )

Ci addentreremo in questi post ad analizzare storicamente le origini e trasformazioni del nostro bellissimo dialetto ,molti studioso sono rimasti affascinati,catturati dal dialetto Calabrese sopratutto di quello della provincia di Catanzaro che a differenza di quello Cosentino non ha come base primaria il latino bensì il Greco ricco di influssi arabi,francesi,e anche di alcune parole in Germanico venuta dalla invasione dei goti e dei longobardi. A queste basi si sovrappone la lingua cosidetta romanzata in seguito agli influssi durante i secoli di altri popoli che dominarono sulla Calabria o che in essa vi sostarono.
durante questo percorso sul nostro dialetto ci appoggeremo spesso al dizionario dialettale delle tre calabrie di G.rohlfs ed ad altri libri sul dialetto soprattutto del volume " Il dialetto nel Catanzare " edito nel 1956. Va comunque ribadito,sottolineato che il dialetto Calabrese e nel caso specifico il dialetto Catanzarese cambia da paese a paese,da rione a rione anzi da casa a casa.
Prima che il dialetto Toscano diventasse il fulcro della lingua Italiana era il dialetto Siciliano al quale cercavano di livellarsi tutti i dialetti sopratutto quelli dell'Italia Meridionale allo scopo di rendere più facile lo scambio culturale e per facilitare i commerci. G.rohlfs per quanto riguarda il dialetto divide la Calabria in due al nord con predominanza del latino al sud del greco ricco di influssi Arabi ,Francesi ecc.. .Il popolo Calabrese che durante i secoli ha subito varie dominazioni straniere non reagendo mai ma subendo nella vaga speranza che i nuovi dominatori fossero più clementi ,più giusti,meno tiranni dei precedenti .Ritorniamo alla divisione tra la Calabria ,i bruzi popolo forte e bellicoso dominava in tutta la Calabria,con l’arrivo dei Greci spinti nella nostra terra dal bisogno di espandersi a dalle innumerevoli fonti primarie come le conifere, ne nascono diversi combattimenti dove i bruzi anno la peggio dovendosi rifugiare sui monti da dove ridiscendono per fondare Cosentia ,piano piano la Calabria si divide in due con al nord i bruzi e al sud i Greci nasce così la Bretia e la Magna Grecia con città importanti come Croton,Hypponium,Sclletium,Crotalla,Trischene ecc…Questi importanti centri ebbero come lingua il Greco,questo sino a quando le forze di Roma conquistano facilmente l’intera Calabria già provata dalle continue guerre tra i Greci e i Bretti ,i quali nulla possono contro l’inarrestabile marcia del popolo Romano portando con se la lingua latina.Qui inizia la romanizzazione della bretia mentre le colonie Greche subiscono il vincitore con le sue leggi,i suoi costumi ma non la sua lingua facendo cosi vivere il Greco accanto a quella latina .Il dominio Romano fu molto lungo e se la lingua Greca poté vivere accanto a quella latina il merito fu per la civiltà,l’arte la letteratura che era un patrimonio di questa popolazione. Ed a ragione Orazio disse “GRAECIA CAPTA FERUM VICTOREM CEPIT “che tradotto vuol dire ( La Grecia conquistata ha conquistato il rozzo vincitore)

lunedì 17 maggio 2010

Bandiere blu in Calabria rimangono 4, tutte sulla costa Jonica

Con 8.000 km  la regione Calabria detiene il 19% dell'intera costiera Italiana, ma questa enorme potenzialità turistica viene poco valutata ,anzi quasi ci da fastidio facendo di tutto per dannegiarla,rovinarla. Basta farsi un giro su una località qualsiasi per notare l'incuria, l'abbandono, la sporcizia, ecco come custodiamo questo bene prezioso che madre natura ci ha donato, trasformandolo in discariche in cielo aperto, depuratori che sono inesistenti e quando ci sono va ancora peggio, perchè non funzionano o funzionano male riversando ad orari precisi nel mare di tutto,e di più. I nostri policiti che fanno? aspettano....aspettano con ansia che la stagione estiva  inizi per dire la solita tiritera :" siamo in una situazione precaria colpa della vecchia amministrazione ma per il prossimo anno ci attrezzeremo in tempo( non specificando quale anno).
Parliamo delle bandire blu assegnate in questi giorni alle varie località Italiane, per la Calabria rimangono 4 tutte sulla costa jonica, il Tirreno viene per l'ennesima volta bocciato. Esse rappresentano un biglietto da visita turistico notevole facendo aumentare le presenze di oltre il 30%. Perché è importante piantare sulla propria spiaggia una bandiera blu, lo spiega in parole semplici Filippo Sero, sindaco di Cariati, borgo marinaro calabrese, semisconosciuto ai più fino al 2009, quando è entrato nell’ambita classifica. «Sono contentissimo, i turisti sono aumentati del 30 per cento». Ed ecco perché, ogni anno, i comuni esclusi dal libro d’oro della Fee Italia (Fondazione per l’educazione ambientale), telefonano per protestare. Pensate, sino a qualche anno fa anche la Marina di Catanzaro si sfregiava di questo importante vessilo facendo aumentare di molto la sua visibilta turistica e ricettiva, poi il tutto e rientrato nel dimenticatoio  « La Fee Italia ha esaminato 149 candidati, 117 hanno vinto l’ambita bandiera. Il problema è che le analisi delle acque costano. La fondazione ne pretende 2 al mese, da aprile a settembre. Ciascuna costa circa 170 euro. La metà li finanzia la Regione, il resto (quasi mille euro) resta in carico ai Comuni e spesso i fondi non ci sono.

sabato 15 maggio 2010

Domenica dell'ascensione . "Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo"

Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo

Domenica dell’ascensione (16 Maggio 2010)

Carissimo/a,

“Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio”.

Questo è il brano che ascolteremo Domenica 16 maggio nella celebrazione della Santa Messa nel giorno dell’Ascensione di nostro Signore Gesù Cristo. Gesù, ritornando al cielo sta per entrare nell’invisibilità del suo corpo. I suoi discepoli non lo vedranno più visibilmente. Lo vedranno con gli occhi dello spirito, lo sentiranno con gli orecchi dell’anima, lo toccheranno con il tatto del loro cuore. Lo avvertiranno presente nella loro vita attraverso tutta la potenza del loro amore, della loro fede, nella loro speranza in Lui.

Prima di staccarsi da essi, Gesù fa loro un grande regalo: apre la mente alla comprensione delle Scritture. Dona loro l’intelligenza della Parola nella quale è racchiuso tutto il suo mistero che è di incarnazione, sofferenza, morte, risurrezione, esaltazione nei Cieli, presso Dio, così loro possono donarlo a tutti gli uomini di tutti i tempi fino alla fine del mondo.

È questo il motivo per cui i discepoli non possono lasciare Gerusalemme prima di essere stati rivestiti e colmati di potenza dall’Alto. Come il corpo riveste l’anima, così lo Spirito Santo deve rivestire per intero il discepolo del Signore. Lo deve rivestire nel suo corpo, nel suo spirito, nella sua anima. Il discepolo di Cristo Gesù deve abitare nello Spirito Santo allo stesso modo che ogni essere vivente sulla terra deve essere avvolto dall’aria e l’aria deve respirare se vuole continuare a vivere. Come la vita di ogni essere vivente è dall’aria, così la vita del discepolo di Gesù è dal suo Santo Spirito. Il discepolo che respira lo Spirito Santo, che si nutre di Lui, comprende Cristo Gesù, lo annunzia secondo verità, parla bene di Lui sempre.

Senza lo Spirito Santo che ci ricopre come una veste, nessuno parlerà bene di Cristo Gesù ed è questo il fallimento della nuova evangelizzazione. Si vuole nuova l’evangelizzazione, ma senza l’uomo nuovo, l’uomo spirituale, l’uomo colmato e rivestito di Spirito Santo, l’uomo che diventa con lo Spirito del Signore una sola realtà, allo stesso modo che fu di Cristo Gesù.