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sabato 19 giugno 2010

Prossimamente sul blog Selliaracconta .............

Si avvicina l’estate ma il blog selliaracconta anche durante il periodo estivo rimarrà aggiornato grazie anche a due collaboratori che mi daranno una mano. Intanto proprio in questo periodo sarà inserita una mappa dettagliata dei vari “trappiti” dislocati sul territorio Selliese durante gli anni 30/40,un lavoro di ricerca alla riscoperta dei tanti frantoi presenti nel centro storico e non poteva essere altrimenti visto che l’olio d’oliva rappresentava la fonte primaria di lavoro,di guadagno della quasi totalità dei Selliesi. In questa mappa inseriremo su un foto panoramica di Sellia dei numeri ad ognuno dei quali corrisponderà un frantoio con annesso qualche curiosità su di esso. Sarebbe bello far conoscere questa mappa durante la sagra dell’olio d’oliva facendo conoscere le nostre peculiarità nella trasformazione delle olive, unica in tutto il circondario. Un'altra mappa ancora da ultimare riquadrerà i vari negozi,putiche, ecc… presenti nel borgo sempre negli anni trenta/quaranta. Mentre per la mappa dei frantoi sarà precisa nel numero e nel posto dell’ubicazione del locale, per quanto riguarda i negozi il lavoro diventa più difficile perché molti di essi avevano vita breve, oppure venivano aperti in alcune circostanze particolari comunque cercheremo di far conoscere i tanti negozi, frutto anche di un certo benessere un po’ più elevato rispetto ad altre realtà vicine a noi. Altro lavoro riguarderà nel cercare di individuare quante e dove erano ubicate le Chiese. Sappiamo con certezza che esse erano 5, più il convento, almeno sino al 1700. Altri lavori riguarderanno il recupero di alcuni mestieri ormai sconosciuti come per esempio “u carcaru“ veniva chiamato così il lavoro certosino e difficile di estrarre la calce da alcune cave di pietre soprattutto dal timpone di Pergulaggi. Tanti i racconti che aspettano di essere trascritti sul pc, come il racconto "In viaggio da sellia verso la Sila ……. e ritorno" che termineremo in questo mese, il prossimo racconto dal titolo “Portabella penninu” sarà pubblicato sul blog subito dopo l’estate. E poi ancora tante curiosità, aneddoti, particolari storici, ricerche sui libri che parlanno di Sellia che purtroppo rimangono sempre avare, e poi............

venerdì 18 giugno 2010

Sellia: la consulta giovanile festeggia il suo primo anno di attività




Un anno,il primo anno pieno di lavoro per la consulta giovanile di Sellia. Nata nel mese di giugno del 2009 si è subito contraddistinta per la sua voglia di aggregare,coinvolgere la comunità nelle tante manifestazioni che l’hanno vista protagonista in positivo. Tanti giovani con a capo il presidente Domenico Salerno che quotidianamente operano nel territorio Sellia. In occasione del  loro primo compleanno la consulta organizza  una super festa per il 27 Giugno 2010 dove si esibiranno 2 gruppi musicali rock i Darmage, e subito a seguire i Meet for dogs .Durante la serata fagiolata con salsiccia e vino locale,alla fine l’immancabile torta e spumante seguiti dai colorati fuochi d’artificio. Insomma una serata da non mancare assolutamente per festeggiare assieme ai dinamici ragazzi della consulta Selliese il loro primo compleanno ,nella consapevolezza che la strada da percorrere insieme ancora e tanta  è spesso in salita ma sicuramente non si perderanno d’animo mettendo in pratica il loro motto:Il nostro impegno è la vostra  forza
TANTI AUGURI A TUTTI I RAGAZZI DELLA CONSULTA GIOVANILE
 BUON COMPLEANNO   DA           SELLIARACCONTA

giovedì 17 giugno 2010

In viaggio da Sellia verso la Sila (terza parte )

Dopo un po’ ecco Vinculisi ,se a San Pietro c'erano tre case e nu furnu, a Vinculisi le case erano due e senza furnu;
ed io che pensavo di visitare,attraversare grandi paesi lungo il tragitto che ci portava in Sila:Papà ancora una volta si sistemò bene i capelli ed entrò nella piccola Chiesa. Io non volevo entrare nella paura che ci sarebbe stata sull’altare un altra Madonna diversa dalla nostra “chi mi stai diventannu saracinu comu ziuta?” mi ammonì papà, diffidente entrai, la curiosità era tanta. Questo è Santu Simuna protettore di Vinculisi ;a Sellia non ricordavo nessuno con questo nome, rimasi molto colpito dalla statua molto reale, particolare, ma nello stesso tempo pensai alla statua del nostro protettore San Nicola con quello sguardo magnetico, non potevi raccontargli bugie quando ti rivolgevi a lui; io spesso parlavo in modo confidenziale con San Nicola quasi come ad un nonno,quel nonno che non avevo mai avuto. Si riparte, vicino si intravedeva Albi ma non lo avremmo attraversato per paura di essere bloccati dalle guardie borboniche che sequestravano tutto, erano diventati ancora più prepotenti da quando si respirava forte l’aria dell’arrivo dei Piemontesi che ci avrebbero liberato da questi infami oppressori (o almeno così doveva essere,così pensavamo…ma non andò proprio  in quel modo. Ma questa è un'altra storia,continuiamo la nostra) salimmo “da naccurciaturu” ripido e subito dopo l’ambiente cambiò, non più ulivi, ma pini tanti tantissimi pini, mi girai nel tentativo di poter vedere Sellia ma non si intravedeva più. La temperatura si fece rigida, io ero ben seduto “subbra u ciuccio" di zio mentre papà si teneva dalla coda del nostro asinello, zio invece era più avanti, camminava con passo spedito con un grosso bastone tra le mani che certo non gli serviva come sostegno nella ripida salita. Avevo fame,avevo sete lo avevo ripetuto minimo dieci volte ricevendo sempre la stessa risposta :"tra poco ci fermiamo" ,mentre mi preparavo per ripeterlo per l’undicesima volta, dalla fitta boscaglia uscirono di scatto due loschi individui afferrarono mio zio che si trovava sempre più avanti di noi facendolo quasi cadere per terra, dico quasi perché non so come in meno di un secondo furono i due a trovarsi rovinosamente a terra mentre zio sferrava dei colpi con il bastone che ora capivo a cosa gli serviva; papà mi fece subito nascondere dietro un albero facendomi segno di stare zitto, di non fiatare; subito dopo un altro individuo uscì come dal nulla bloccando zio con un coltello alla gola e minacciando papà di non fare un passo falso. I due intanto che erano per terra si alzarono un po’ ubriachi per i colpi ricevuti col bastone, io quasi non respiravo, dalla paura mi faceva male la pancia. Uno, sicuramente il capo, andò a frugare per vedere cosa trasportavamo, assaggiandone una disse: "da dove venite?" "Da Sellia" rispose papà, riprese: "ma certo! cu tutti si ficu tosti e duva potianu venira? Sti mangiaficu da Sellia!" Non chiedetemi come ha fatto perché ancora adesso che sono passati tanti anni non lo saprei spiegare, tutto avvenne in un attimo i due si ritrovarono a terra mentre il terzo con il coltello si ritrovò senza coltello volato via da un forte colpo di bastone, zio lo sollevò per il collo dicendogli “mangiaficu si, fissi no!” Per spavento ero andato a concimare qualche pino per la forte emozione. Io ero sicuro che avevamo sconfitto una banda dei famosi banditi della Sila, papà invece replicò che si trattava di tre “sciancati chi nu sapianu arrobara mancu i gallini ammasunati” Zio annuì per approvare quanto detto; e se lo diceva lui,tra le altre cose era stato arrestato per ben due volte dai borboni la seconda per un forte sospetto di essere il capo della banda di Sellia i quali avevano rubato il figlio del barone, facendo balzare il tranquillo paese Sellia agli onori della cronaca del tempo,tanto che nei paesi vicini tutti erano increduli: come a Sellia? ccà illi su tutti queti queti,bonazzuni, no ppe nenta su manciaficu. Ecco perchè zio si era così arrabiato, non gli andava giù questa nominata. Fine terza parte.
N.B: Commenti chiusi, ci ritroveremo all'ottava ed ultima parte del racconto per raccogliere i vostri preziosi giudizi in merito al racconto.

mercoledì 16 giugno 2010

In viaggio da Sellia verso la Sila (seconda parte)

Papà si mise a posto la giacca,
controllò che il suo inseparabile pettinino da taschino era presente nella tasca all’interno della stessa, altrimenti sicuramente non sarebbe partito, papà era sempre ordinato, mai un capello fuori posto; la sera quando rientrava a casa dopo una giornata di duro lavoro nella campagna era sempre in perfetto ordine camicia, giacca e capelli sempre in perfetto ordine. Zio scherzava sempre per questa sua mania dell’apparire: sempre pulito, sempre in ordine. Papà rispondeva” pezzenta si ma fetenta mai”; andavano molto d’accordo, papà e zio si capivano con lo sguardo, da sempre si aiutavano a vicenda dividendosi sempre tutto. Zio mi sistemò sul suo asino “bellu sedutu a mezzu u mastu comu u rè”, attraversammo il paese uscendo da sutta u ponta, malgrado l’ora già tutti o quasi erano svegli, ognuno si apprestava a svolgere il loro lavoro alla ricerca quotidiana del cibo per sfamare la propria numerosa famiglia. Avremmo camminato per tutta la giornata approfittando del tempo nuvolo ma per fortuna senza una goccia d’acqua. Dopo circa tre quarti d’ora arriviamo a San Pietro, appena vicino la Chiesa, papà mi fece scendere mentre zio fa abbeverare gli asini, noi andiamo un minuto a salutare la Madonna della Luce, bellissima, era messa sopra l’altare io osservavo ogni piccolo dettaglio, sino ad un minuto prima ero sicuro che nel mondo c’era solo la Madonna del Rosario e forse anche l'Immacolata, io Rosarianta dalla nascita sempre in disputa “cu i Mmaculatisi” mi veniva difficile pensare una Madonna della Luce, bella si,bellissima ma non così bella come la nostra piena di angioletti, 12 per l’esattezza con quei boccoli,con quello sguardo,no! La nostra è molto più bella, il priore della Chiesa mi donò un’immaginetta, è quasi come se avesse capito ciò che pensavo disse: la Madonna è sempre una, siamo noi poi che le diamo tanti titoli,(rimarcando quasi con invidia) a Sellia infatti ne avete tre:L’Immacolata,quella del Rosario,e la Madonna della Neve. Papà diede un bel po’ di ficu tosti al priore,zio non approvò dicendo “e stu passu a ra Sila arrivamu dopu nu misa e senza nenta “ iniziammo una ripida salita da lontano si intravedeva Sellia, si vedeva il retro della Chiesa del Rosario com’era bella Sellia vista da lontano già mi mancava e non erano passate neppure due ore del nostro viaggio
Commenti chiusi per questo racconto rimandati all'ottavo e ultimo capitolo 

martedì 15 giugno 2010

In viaggio da Sellia verso la Sila (Prima parte)

La mattina ci alzammo presto, era ancora buio,mamma aveva già preparato la colazione: un po’ di latte appena munto di capra e dei “pezzuni di pane tostu”. Papà era fuori a preparare l’asino sistemando “u mastu”riempiendo a “vertula” del stretto necessario per il viaggio ma soprattutto riempiendo i due fiscini di “ficu tosti”: la preziosa merce di scambio da portare sino in Sila. Tutto era pronto, dovevamo partire, ci aspettava un viaggio lungo e faticoso ma anche molto pericoloso per i tanti briganti che infestavano soprattutto la zona presilana. Ma non si poteva partire se prima non si andava a messa. Ogni mattina il prete più giovane diceva la messa dell’aurora  malgrado l’ora la Chiesa era sempre piena, quasi tutti prima di recarsi ai campi o intraprendere qualsiasi attività andavano a messa. Mio zio rientrava tra quei pochi che in Chiesa non c’entrava quasi mai, aveva sempre qualcosa da ridire contro i preti e veniva sempre richiamato da mia madre che era la sua sorella minore; lui rispondeva sempre che non poteva farci niente, era semplicemente allergico. Mio zio era un omone enorme con delle mani callose che quando mi prendevano in braccio mi sentivo più piccolo, più basso di quello che ero; ma era buono, buono come il pane.Sposato con una” forestera” (cioè non di Sellia) non avevano avuti figli e forse anche per questo mi voleva molto bene, un bene enorme, grande quanto lui. Anche zio veniva con noi, arrivò con il suo asino pronto per il viaggio stracolmo di ficu..Era il mio primo viaggio, la mia prima volta fuori Sellia; mia mamma non voleva, ma io avevo tanto insistito che alla fine forse anche per non sentire sempre la mia stessa tiritera papà disse di si. Ero elettrizzato per la mia prima avventura, chissà quante cose nuove avrei visto: paesi, paesaggi ecc.. avevo 9 anni ma compiuti da un pezzo, insomma ero ormai grande,alcuni miei amici con la propria famiglia erano partiti alla ricerca di una vita migliore fuori dal paese, altri non venivano a scuola e lavoravano già nei campi, io invece dovevo andare a scuola che in tutta onestà non mi piaceva, io volevo fare il pastorello, oppure l’esploratore,lo so sono due cose diverse, o forse no? Ma papà diceva che io dovevo studiare: lo studiare è importante, tu devi diventare qualcuno non come me che per firmare so fare a mala pena una X tremolante. Finalmente si parte, papà baciò mamma e dette un tenero bacetto alla mia........

lunedì 14 giugno 2010

Premessa al racconto in 8 capitoli da titolo "In viaggio da Sellia verso la Sila.....e ritorno

Inizieremo domani ad inserire in 8 parti un racconto scritto tempo fa dopo averlo ascoltato da un parente di Sellia il quale mi descrisse con novizia di particolari un interessante episodio tramandato da suo nonno, subito mi sembrò una trama ideale per farci un film d’avventura. Il suo titolo è “IN VIAGGIO DA SELLIA VERSO LA SILA…. E RITORNO” narra la storia di un viaggio, il suo primo viaggio di un bambino di circa 10 anni che insieme al suo papà e suo zio partono con i due asinelli carichi di “ficu tosti” diretti in Sila dove li baratteranno con delle patate. Durante il viaggio incontreranno diversi pericoli dovuti all’epoca in cui il racconto si svolge, siamo infatti all’imminente spedizione dei mille che ci porteranno dal regno delle due Sicilie, con la dominazione dei borboni ,all’annessione del regno d’Italia il quale veniva visto,veniva atteso come la panacea di tutti i problemi del Meridione, purtroppo non fu così perché oltre ad un po’ di libertà apparente disattese tutte le aspettative facendo addirittura rimpiangere i prepotenti,tiranni borboni. Ma tutto questo è un'altra storia, un altro discorso che merita di essere analizzato più approfonditamente. Rientriamo nella descrizione del racconto che come abbiamo detto si svolge su un itinerario relativamente breve,quasi banale,addirittura monotono visto nel contesto dell’epoca in cui viviamo in cui tutti abbiamo la macchina, anche più di una. Oggi andare da Sellia in Sila ci vuole al massimo tre quarti d’ora; strada un po’ tortuosa ma tranquilla al massimo come imprevisto possiamo trovare un po’ di neve ma con le catene montate tutto si risolve. Se invece ritorniamo indietro nel tempo nell’epoca in cui il racconto si svolge, tutto cambia. L’asino era l’unico mezzo di locomozione per il trasporto di persone o cose, il territorio era infestato di ladri, farabutti, briganti che non avevano alcun scrupolo, allo stesso modo si comportavano i borboni sempre più lontani dalle esigenze della popolazione, sempre più tiranni, prepotenti. Oggi per avere delle patate basta andare dal fruttivendolo o al massimo al supermercato; una volta bisognava armarsi di coraggio, forza di volontà ed affrontare lunghi viaggi per poter barattare i prodotti locali con altri meno presenti. Il racconto oltre a descrivere i vari posti percorsi durante il viaggio e anche un susseguirsi di situazioni molto rischiose, con un bambino di 10 anni ( all’epoca bisognava crescere in fretta) che ci racconta tutto il viaggio di andata e ritorno, due giorni pieni d’avventure, pieni di rischio ma anche pieni di dignità di una popolazione al limite della miseria, ma mai senza dignità. Buona lettura