controllò che il suo inseparabile pettinino da taschino era presente nella tasca all’interno della stessa, altrimenti sicuramente non sarebbe partito, papà era sempre ordinato, mai un capello fuori posto; la sera quando rientrava a casa dopo una giornata di duro lavoro nella campagna era sempre in perfetto ordine camicia, giacca e capelli sempre in perfetto ordine. Zio scherzava sempre per questa sua mania dell’apparire: sempre pulito, sempre in ordine. Papà rispondeva” pezzenta si ma fetenta mai”; andavano molto d’accordo, papà e zio si capivano con lo sguardo, da sempre si aiutavano a vicenda dividendosi sempre tutto. Zio mi sistemò sul suo asino “bellu sedutu a mezzu u mastu comu u rè”, attraversammo il paese uscendo da sutta u ponta, malgrado l’ora già tutti o quasi erano svegli, ognuno si apprestava a svolgere il loro lavoro alla ricerca quotidiana del cibo per sfamare la propria numerosa famiglia. Avremmo camminato per tutta la giornata approfittando del tempo nuvolo ma per fortuna senza una goccia d’acqua. Dopo circa tre quarti d’ora arriviamo a San Pietro, appena vicino la Chiesa, papà mi fece scendere mentre zio fa abbeverare gli asini, noi andiamo un minuto a salutare la Madonna della Luce, bellissima, era messa sopra l’altare io osservavo ogni piccolo dettaglio, sino ad un minuto prima ero sicuro che nel mondo c’era solo la Madonna del Rosario e forse anche l'Immacolata, io Rosarianta dalla nascita sempre in disputa “cu i Mmaculatisi” mi veniva difficile pensare una Madonna della Luce, bella si,bellissima ma non così bella come la nostra piena di angioletti, 12 per l’esattezza con quei boccoli,con quello sguardo,no! La nostra è molto più bella, il priore della Chiesa mi donò un’immaginetta, è quasi come se avesse capito ciò che pensavo disse: la Madonna è sempre una, siamo noi poi che le diamo tanti titoli,(rimarcando quasi con invidia) a Sellia infatti ne avete tre:L’Immacolata,quella del Rosario,e la Madonna della Neve. Papà diede un bel po’ di ficu tosti al priore,zio non approvò dicendo “e stu passu a ra Sila arrivamu dopu nu misa e senza nenta “ iniziammo una ripida salita da lontano si intravedeva Sellia, si vedeva il retro della Chiesa del Rosario com’era bella Sellia vista da lontano già mi mancava e non erano passate neppure due ore del nostro viaggio
Commenti chiusi per questo racconto rimandati all'ottavo e ultimo capitolo
Grazie per i tanti messaggi di apprezzamento del lavoro che sto svolgendo alla riscoperta dei vari racconti su Sellia.Grazie ai vari amici forumisti di un posto nel cuore. L'unica vera fonte di gratificazione per il recupero (da parte mia) della nostra identità storica,delle nostre tradizioni, dei tanti racconti che rischiavano di venir dimenticati,non più narrati,persi per sempre; sono i vari messaggi di apprezzamento,di lode,di incoraggiamento. Perché credetemi senza di essi non sarei spinto sempre di più a raccontare,a descrivere il nostro bellissimo borgo durante le varie epoche. Per fortuna tanti,tantissimi sono le storie,i racconti che aspettano di essere trascritti, riproposti. Grazie per la vostra attenzione,per la vostra voglia di conoscere,riscoprire le nostri radici,la nostra identità.
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