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martedì 19 giugno 2012

Ricette tipiche calabresi. Parmigiana alla calabrese


Le melanzane: ortaggi che si differenziano per grandezza, forma e colore a seconda della varietà. Originaria dell’India, fu introdotta in Europa a partire da metà del 1400 dagli Arabi e da alcuni Carmelitani. Il nome melanzana, di origine araba, veniva letto come "mela non sana", a definirne la impossibilità di mangiarla cruda, perché non buona e non salutare.La melanzana presenta un grande contenuto di potassio, poco calcio e fosforo. Contiene un alto contenuto in fibra alimentare, ideale contro la stipsi.
Oltre alle proprietà nutritive la melanzana è nota anche per le sue proprietà depurative; regolarizza e stimola l’attività del fegato, aumentando la produzione e l’eliminazione della bile.

Nella cucina calabrese si fa un uso grandissimo di melanzane, saranno parecchie le ricette a base di melanzane  he inseriremo,iniziamocon questa ricetta tipica Italiana con un tocco di ingredienti calabresi
PARMIGIANA ALLA CALABRESE
ingredienti
8 melanzane grosse del tipo dolce; 2 tazze da latte di salsa di pomodoro già cotta;3 etti di provola a fettine sottili; 2 fette di mortadella tagliata fine; parmigiano abbondante; pane grattugiato; olio per friggere; sale e pepe q.b.
preparazione

lunedì 18 giugno 2012

L'opposizione di Zagarise vuole vederci chiaro sui conti in rosso del comune inviando le varie documentazioni alla Corte dei Conti


 Panoramica di Zagarise dall'alto
Dopo l’ultimo consiglio comunale di Zagarise di cui ne abbiamo parlato QUI. Con una nota I il gruppo di minoranza con l’aggiunta dell’ex consigliera di maggioranza Norma Faragò  la quale si è dimessa nel mese di settembre  per forti contrasti con il sindaco Pietro Raimondi.  Nel messaggio si chiede l’intervento della Corte dei conti verso la quale saranno inviate le documentazioni attinenti all’approvazione del bilancio consultivo 2012. Il tutto per cercare di fare luce sui conti in rosso dell’ente comunale, cercando di arginare la situazione economica  che ormai desta serie preoccupazioni. In tanti anni di attività (continua la nota)mai avevamo assistito ad una situazione che ha del paradossale, dove in una pubblica assise il revisore dei conti fa la sua relazione basandosi essenzialmente sui dati forniti dal primo cittadino e non sulle varie documentazioni elaborate dagli uffici amministrativi, il sindaco (prosegue il consigliere Domenico Gallelli ) sui debiti fuori bilancio tira fuori dal cilindro la famosa frase che il tutto è da addebitare alla gestione poco oculata della passata amministrazione, dimenticandosi però che nella passata gestione il sindaco era il vicesindaco con delega proprio al bilancio. Sarebbe ora di finirla nel dare colpe ad altri sull’attuale condizione debitoria dell’ente,debiti che graveranno fortemente sulle future amministrazioni. Ritornando sulla pubblicità promossa dalla giunta di solidarietà  verso la popolazione Emiliana colpita dal terremoto promuovendo una raccolta fondi grazie al contributo delle varie associazioni del territorio delle quali solo l’Associazione “La Coccinella”  ( di cui Raimondi è anche il presidente) si vuole rammendare verso chi ha la memoria corta che già nel 2009 fu promossa una analoga iniziativa quella volta verso i terremotati dell’Abruzzo, dopo diverso tempo di attesa fu necessario un deciso sollecito delle varie associazione a suo tempo coinvolte (tra i quali i membri della “Coccinella” ) per inviare i fondi raccolti, versamento che fu fatto solo nei primi mesi del 2010, mentre un analoga iniziativa intrapresa dalla parrocchia fu subito finalizzata. Quando si vuole chiedere alla popolazione un contributo 

Racconti Calabresi " La leggenda del Re Niliu "

Un mitico Re Niliu, al cui nome si richiama una grotta dritta, a cunicolo, che dal centro del crinale si perde nelle viscere del monte Tiriolo, è il protagonista di una leggenda nella quale sono coinvolti una famiglia regale, una fanciulla bella ma povera, l'ingenuo servo e un gallo.
Niliu, rampollo principesco, s'invaghisce di una giovane popolana, con la quale compie una fuga d'amore perché i propositi di coronare felicemente il loro sogno, vengono contrastati dalla madre.
Sul giovane in fuga pesa la maledizione dei genitori: sciogliersi come cera colpito dai raggi del sole.
Niliu può incontrare la moglie e il figlio nato dall'unione con la fanciulla, soltanto di notte nel lungo cunicolo naturale che dalla cima del monte arriva fin sul mare, nei pressi della foce del Corace, dove nel frattempo aveva trovato riparo il resto della famiglia. Il giovane viene avvertito del sorgere del sole dal canto del gallo.
La bella storia d'amore tra il principe e la popolana arricchita dal sorriso di un fanciullo rubicondo, va avanti per parecchio rtempo e fino ….. fino a quando le fate hanno deciso di non far cantare il gallo.
Nella fatidica alba, sorpreso dai raggi del sole, Niliu in preda alla disperazione, al servo fedele che chiede conto del lascito delle ricchezze, predice di lasciare tutto al diavolo, il quale a sua volta, diviso il denaro in tre gruzzoli (d'oro, d'argentoo e di bronzo) lo nasconde nelle viscere del monte. L'incantesimo, narra la leggenda in conclusione, si può solo rompere con il ricorso a pratica diabolica.

I paesi della provincia: Vallefiorita



domenica 17 giugno 2012

Il Vangelo della domenica 17.6.2012. " Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra "

Dal Vangelo  secondo Marco 4,26-34.
Diceva: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra;
dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa.
Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga.
Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?
Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra;
ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».
Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere.
Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.

La più grande collezione privata di che vantava più di centomila quotidiani mandata al macero perchè nessuna biblioteca, nessun comune d'Italia si è fatto avanti per rilevarla neppure gratis

Più di centomila quotidiani, oltre 17 tonnellate di carta sono state buttate al macero.
così è finita la collezione privata di giornali più ricca d’Italia, l’emeroteca Borellini. Quella che il giornalista Enrico Borellini, ex capoufficio stampa del gruppo della Margherita al Senato e successivamente del Pdci di Oliviero Diliberto, aveva messo insieme in 32 anni. Tre tir hanno trasportato in una cartiera di Canino, in provincia di Viterbo, l’enorme collezione.
Nessuna biblioteca, nessun comune si è fatto avanti per rilevarla; e così le 17 tonnellate di storia nazionale sono state distrutte: l’incubo di ogni collezionista. Infatti Borellini non l’ha presa bene, basta leggere il suo profilo Facebook.
La raccolta, iniziata nel 1980 (inizialmente sei quotidiani al giorno arrivati ai 20 degli ultimi tempi), era custodita in un capannone nel paese di Ronciglione, nei pressi di Viterbo, comprato da Borellini quando si è reso conto che ogni anfratto della sua abitazione era invaso da giornali.
Fin quando ha potuto pagare la rata del mutuo, Borellini ha continuato a riempire scatoloni e stiparli nelle scaffalature; ma quando Diliberto gli ha comunicato che non era più in grado di pagargli lo stipendio, ha dovuto interrompere i pagamenti mensili. Tempo qualche mese e la banca ha messo in vendita il fabbricato.
Nel tentativo di salvare la sua creatura, Borellini ha cercato con ogni mezzo di trovare un’istituto universitario, una biblioteca, un comune che fossero interessati ad acquisire (gratis) la raccolta e che si prendessero l’impegno di portarla avanti negli anni a venire. Molti si sono detti interessati, ma nessuno è stato in grado di trovare i 40mila euro necessari per trasportare e sistemare l’emeroteca.