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sabato 30 giugno 2012

Stasera grande festa a Sellia per festeggiare i tre anni della Consulta Giovanile ... Auguri!

Simeri Crichi nel corso dell'ultima seduta del consiglio comunale Luciano Corapi ha preso il posto del compianto Simone Marchese



Quanto vale la vita di un uomo? Secondo il pentito Torcasio per uccidere un uomo il clan Ciampà chiedeva circa seimila euro.


OPERAZIONE MEDUSA.... Quanto vale  la vita di un uomo?

A Lamezia Terme la vita di un uomo vale qualche migliaio di euro. Un inquietante particolare che emerge dalle carte dell'inchiesta “Medusa” che ieri ha portato all'arresto di 34 affiliati al clan Giampà. Nell'ordinanza emessa dal gip del tribunale di Catanzaro è riportato un dettagliato “listino prezzi” in cui sono raccontati i costi da sostenere per organizzare un omicidio. A fornire agli inquirenti questi raccapriccianti dettagli è il collaboratore di giustizia Angelo Torcasio, che per quasi dieci anni è stato “esattore” della cosca Giampà con il compito di portare a conclusione, cioè “chiudere” le estorsioni, in ragione delle sue riconosciute capacità di intrattenere i rapporti con gli operatori economici. In uno dei suoi primi verbali da collaboratore Angelo Torcasio svelò che «chi commette omicidi nella cosca Giampà prende sei – settemila euro per ogni fatto di sangue commesso per conto dell’organizzazione». In un successivo interrogatorio, datato 3 gennaio 2012, l'ex affiliato scende nei dettagli e chiarisce: «Voglio specificare che quella somma era l’importo complessivo che veniva in media destinato al “gruppo di fuoco” composto in genere da tre o quattro persone o anche di più a seconda del tipo di omicidio da commettere». A questo punto il collaboratore di giustizia fornisce un vero e proprio prezziario: «Colui che sparava in ogni caso era destinatario della somma maggiore pari a circa 1500\1600 euro e gli altri che facevano la staffetta o lo scambio percepivano dagli 800 ai 1000 euro». Spiccioli per un'organizzazione potente come quella dei Giampà. Un clan che,

venerdì 29 giugno 2012

L'Incredibile storia di Roberta in coma 15 anni dopo il marito

Sempre su un treno, nello stesso luogo, sempre un incidente. A 15 anni di distanza. Qualcuno la chiamerà sfortuna, qualcun altro tirerà in ballo il destino per descrivere la storia dell’incidente-fotocopia di Brescia. Roberta Rolandi, 44 anni, era la capotreno sulla linea Corte Franca-Borgonato della Trenord che mercoledì mattina ha speronato un camion carico di terra fermo nel passaggio a livello. Roberta è in fin di vita, ricoverata agli Spedali Civili di Brescia. A casa la aspetta il figlio Matteo, 18 anni, che spera di non dover rivivere lo stesso finale di una storia (identica) che 15 anni fa gli ha ucciso il padre.
La mattina del 30 dicembre 1996 il marito di Roberta, Roberto Romele, 30 anni, era macchinista sulla Brescia-Iseo-Edolo. Uno schianto tra due treni a Calino, Roberto viene ricoverato in ospedale in fin di vita. Sua moglie è infermiera in quell’ospedale. Prega e spera. Ma Roberto muore, è una delle 5 vittime di quell’incidente. E qui ci si mette il destino o, se vogliamo, la sfortuna. Roberta accetta l’offerta della Trenord (allora si chiamava Ferrovie Nord Milano). Prima bigliettaia poi negli anni diventa capotreno. Mercoledì era nella posizione peggiore: di fianco al macchinista. Lo schianto ha squarciato il treno proprio dal lato di Roberta. Ora la donna lotta per la vita, ha fratture dappertutto ed è in coma farmacologico.
Un errore umano dietro l’incidente. Il camionista Manrico Maninfior (ricoverato, fuori pericolo) secondo la ricostruzione di Trenord  ha attraversato il passaggio a livello con il rosso. Rimanendo bloccato tra le sbarre, in mezzo ai binari. Poteva dare un colpo d’acceleratore e sfondare la barra che aveva davanti. Forse in preda la panico è invece rimasto fermo, suonando col clacson all’impazzata perché qualcuno riaprisse quella sbarra.

I paesi della provincia: Zagarise



giovedì 28 giugno 2012

Il ministero dello sviluppo economico stanzia17,5 milioni di euro alla Calabria


Quattro le zone interessate: 6 milioni di euro per l’Alto Tirreno Cosentino, 5 milioni di euro per Catanzaro, 4,5 milioni di euro per la Locride ed 1,4 milioni di euro per il Lametino
 Si è svolto a Roma un incontro con i responsabili del Ministero dello Sviluppo Economico sulle rimodulazioni di patti territoriali e contratti d’area già autorizzate dal Ministero e sulle modalità e condizioni per l’utilizzo delle risorse. “Presenti - spiega una nota - per il ministero dello sviluppo economico il Direttore Generale Carlo Sappino e Gerardo Baione ai lavori, coordinati da Michele Giannattasio segretario generale Anpaca, hanno partecipato i responsabili dei circa 40 soggetti responsabili operanti in Italia già destinatari di Decreti Ministeriali di approvazione di proposte di rimodulazione emessi negli anni 2003 - 2006 ed allo stato privi di copertura finanziaria”. Il Direttore Generale del MISE Sappino, si legge, “ha comunicato lo sblocco e la possibilità di un rapido utilizzo di risorse finanziarie pari complessivamente a 147 milioni di euro riguardanti in particolare 36 rimodulazioni di patti territoriali già oggetto di decreto ministeriale per complessivi 104 milioni di euro e 7 rimodulazioni di contratti d’area per 43 milioni di euro”. Per la Calabria sono interessati 4 patti territoriali per un importo complessivo di 17,5 milioni di euro così suddiviso: 6,6 milioni di euro per l’Alto Tirreno Cosentino, 5 milioni di euro per Catanzaro, 4,5 milioni di euro per la Locride ed 1,4 milioni di euro per il Patto territoriale lametino gestito da Lameziaeuropa spa che si aggiungono ai 3 milioni di euro già ottenuti negli anni scorsi a valere sul patto agrolametino ed utilizzati per la realizzazione del mercato ortofrutticolo all’ingrosso di contrada Rotoli. “Tali risorse per motivi tecnici e di indirizzo politico da parte del Ministero - è scritto - dovranno essere indirizzate esclusivamente alla realizzazione di iniziative infrastrutturali mirate a migliorare la competitività dei territori aree di patto o di contratto. L’obiettivo è quello di utilizzare velocemente risorse da lungo tempo inutilizzate attraverso progetti infrastrutturali immediatamente cantierabili realizzati in qualità di soggetti attuatori da enti pubblici la cui istruttoria tecnica verrà svolta direttamente dal ministero”.