Operazione dei finanzieri del Gico di Catanzaro con l’ausilio
dei Carabinieri del Comando provinciale di Crotone. Sequestrati beni per
350 milioni di euro.
Indagate trentuno persone
Sono in tutto 31 le persone indagate a vario titolo nell’ambito
dell’operazione dei finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia tributaria
di Catanzaro, che, con l’ausilio dei militari del Comando provinciale
di Crotone, hanno eseguito un sequestro di beni del valore di circa 350
milioni di euro. Il sequestro ha interessato, in particolare, il parco
eolico denominato “Wind farm Isola Capo Rizzuto” (da cui il nome
dell’operazione eseguita dai militari tra ieri ed oggi) situato
nell’omonimo comune del crotonese, dotato di 48 aerogeneratori e
considerato fra i più grandi d’Europa per estensione e potenza erogata.
L’operazione è stata eseguita in esecuzione di un decreto di sequestro
preventivo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro
nell’ambito di un’inchiesta relativa alla presunta totale gestione della
realizzazione e del successivo funzionamento del parco eolico da parte
della cosca Arena, dominante sul territorio di Isola Capo Rizzuto,
nonché a presunte irregolarità connesse al rilascio da parte della
Regione Calabria delle autorizzazioni necessarie per la costruzione
della struttura. Trentuno le persone al momento indagate per
contestazioni che, a vario titolo, vanno da reati contro la pubblica
amministrazione all’interposizione fiduciaria nella titolarità di beni, a
violazioni urbanistiche, con l’aggravante della “mafiosità” per aver
“agito - ritengono gli inquirenti - al fine di agevolare le illecite
attività consortili facenti capo alla cosca Arena”. I particolari
dell’indagine sono stati forniti nel corso di una conferenza stampa a
cui erano presenti il procuratore aggiunto della Repubblica di
Catanzaro, Giuseppe Borrelli, il comandante provinciale della Guardi di
finanza di Catanzaro, generale Salvatore Tatta, il comandante del Gico,
Giuseppe Furciniti, il comandante del Nucleo di Polizia tributaria,
tenente colonnello Fabio Canziani, il comandante della sezione
criminalità organizzata del Gico, maggiore Domenico Frustagli. Dalle
indagini, condotte con la collaborazione del Servizio centrale di
investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) di Roma, “è emersa -
è stato spiegato - la gestione dell’intera operazione
economico-finanziaria relativa alla realizzazione del parco eolico da
parte della cosca Arena”, soprattutto per il tramite di Pasquale Arena
classe ‘53, dirigente del Comune di Isola Capo Rizzuto, fratello di
Carmine - morto nell’ottobre 2004 in un agguato di stampo mafioso -
nonché nipote diretto del vecchio capo clan, Nicola Arena classe ‘37.
“Una paternità, quella dell’iniziale dominus Pasquale Arena, poi
contrastata dal boss storico Nicola il quale, uscito di galera,
rivendica con fermezza la gestione dell’intera operazione avviata mentre
lui era dentro” hanno aggiunto gli investigatori. Il dato, che conferma
come l’affare eolico rientrerebbe a pieno titolo nelle attività della
cosca e non sarebbe legato all’iniziativa autonoma di Pasquale Arena, è
emerso da intercettazioni di conversazioni grazie alla quali è stato
possibile accertare che il boss Nicola Arena, non appena uscito dal
carcere dopo un lungo periodo di detenzione a regime di 41-bis, non solo
“chiedeva conto” allo stesso Pasquale dell’iniziativa economica
intrapresa durante la sua assenza (evidentemente per conoscerne nel
dettaglio le dinamiche e gli interessi economici sottesi), ma
manifestava in modo palese l’intenzione di riappropriarsi del suo
controllo. Sarebbe stato comunque di fatto Pasquale Arena a gestire
tutto, in qualità di referente e gestore occulto degli affari della
cosca, avvalendosi di terzi prestanome interposti nella titolarità delle
quote sociali e delle attività economiche, e attraverso un articolato
sistema di interposizioni fittizie e reali, avrebbe avviato e realizzato
il parco eolico formalmente di proprietà della “Vent1 Capo Rizzuto
srl”, occultando poi la riconducibilità della struttura agli Arena
grazie ad una rete di società estere cui passare di volta in volta la
titolarità delle quote in modo da non farle risultare di proprietà della
“famiglia”. Non a caso l’attività investigativa è stata caratterizzata
da complessi profili internazionali che hanno portato all’interessamento
di numerose autorità giudiziarie straniere.
sabato 14 luglio 2012
venerdì 13 luglio 2012
Catanzaro sperà di far fondere i vari comuni confinanti Sellia,Simeri Crichi,Gimigliano,Pentone, Tiriolo, Settingiano, San Floro, Caraffa,Borgia. In un unica grande area Metropolitana
"In un momento in cui il governo Monti sembra spingere perentoriamente verso una nuova architettura istituzionale dello Stato,
con un alleggerimento significativo dell’apparato periferico di cui
l’accorpamento delle piccole province rappresenta il segno più
eclatante, ci sembra opportuno riprendere l’argomento
dell’agglomerazione che da molti anni il nostro movimento persegue con
convinzione. - Comunica una nota di Catanzaro nel Cuore - Infatti
nell’ottica ormai prevalente della razionalizzazione dei costi e
dell’auspicabile semplificazione burocratica, anche gli enti
territoriali dovranno inevitabilmente fare i conti con le esigenze dei
tempi, pena subire i vizi e le inefficienze determinate da un’eccessiva
frammentazione nonché dalla dispersione delle risorse.
Ecco
perché da sempre siamo convinti assertori di una fusione tra i comuni
dell’hinterland catanzarese affinché si venga a creare un’importante e
strategica agglomerazione nel capoluogo regionale. Anzi, proprio in
virtù di tale status, la città di Catanzaro ha tutti i requisiti perché
ciò avvenga. - Continua la nota - Prefigurando tale scenario già diversi
anni fa siamo stati, in un certo senso, precursori di una moderna visione politico-sociale che oggi viene suggellata dagli indirizzi suggeriti anche, ma non solo, da motivazioni di ordine economico.
Pertanto
riteniamo che occorra dare un seguito concreto allo slancio di
entusiasmo si avverte attorno a questo progetto istituzionale. Fondere i
comuni dell’hinterland col capoluogo di regione, in una parola creare
l’agglomerazione, risponde a diverse esigenze: innanzitutto
l’opportunità per tanti piccoli comuni di avere un potere contrattuale
ed un’offerta di servizi oggi improbabili se non inesistenti a causa
dello scarso peso specifico; cosa che, al contrario, attraverso
l’integrazione in un’unica grande città può avvenire.
Ieri per tre volte il Parco della Biodiversità di Catanzaro ha rischiato di andare in fumo
La circostanza induce i vigili del fuoco a pensare che l'origine dei roghi possa essere stata dolosa. Nel pomeriggio di ieri, per consentire il lancio di acqua e liquido ritardante dal canadair, è stata chiusa al traffico la tangenziale ovest con conseguenti disagi per gli automobilisti E' ripreso per la terza volta l'incendio scoppiato a ridosso del Parco della Biodiversità di Catanzaro. Una circostanza che induce i vigili del fuoco a pensare che l'origine dei roghi possa essere stata dolosa. Il comandante provinciale del Corpo, Felice Di Pardo, ha riferito di avere chiesto una valutazione attenta da parte delle forze dell'ordine ed una sorveglianza della zona. Le fiamme, infatti, sono divampate una prima volta ieri mattina nel costone a ridosso del parco e della tangenziale ovest della città, e sono state spente. Poi sono riprese nel primo pomeriggio ed anche in questo caso, grazie al lavoro a terra dei vigili del fuoco e dall'aria di un canadair, i soccorritori hanno avuto ragione delle fiamme. Che però sono divampate di nuovo nel tardo pomeriggio. Anche in questo caso sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco ed un elicottero. L'incendio, tra l'altro....
giovedì 12 luglio 2012
E' morto dopo un tragico incidente il prefetto di Alessandria Giuseppe Amelio La moglie Caterina Lamanna e nativa di Sellia mentre la madre era di Simeri Crichi
Il tragico e sconvolgente incidente che ha rapito
l’eccellentissimo Prefetto di Alessandria, Giuseppe Amelio, fino allo
scorso aprile apprezzato Prefetto della città di Novara, ci ha gettati
nella costernazione e in un dolore che non riesce a trovare soccorso per
colmare la mente e il cuore di tanta perdita. Pino era per me anche e
soprattutto un amico personale, incontrato per il tramite di comuni e
fraterni conoscenti. Era venuto anche a trovarmi a Milano alla Facoltà
Teologica dell’Italia Settentrionale, e mi aveva preconizzato dopo pochi
incontri il suo auspicio con la moglie Caterina che potessi diventare,
per me pensiero inopinato, Vescovo di Novara.
I primi mesi dopo l’annuncio della mia nomina a Novara e soprattutto i
primi tre mesi dopo l’ingresso, il Prefetto Amelio, pur nella rispettosa
distinzione dei ruoli, è stato una fraterna presenza, un assiduo e
solerte compagno di iniziazione alla vita sociale di Novara. Pino era
una persona speciale, uno di quei rari rappresentanti
dell’amministrazione dello Stato, dove si coniugavano in modo perfetto
senso dell’istituzione e vicinanza ai problemi reali della gente.
La sua fulminante carriera, raccontata da lui con un impercettibile
tratto di pudore, ci segnala passaggi rapidi e in crescendo: dopo la
laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Roma, aveva prestato
servizio sino al 1982 presso la Prefettura di Asti e successivamente
presso la Prefettura di Torino. Dal 1987 al 1993 è stato Capo di
Gabinetto del Prefetto di Torino e dal 1993 al 1998 è stato attivo anche
presso la Presidenza della Repubblica. Dal 1998 al 2003 ha svolto le
funzioni di Vice Prefetto Vicario di Torino, mentre nel settembre 2003,
con decreto del Ministro degli Affari Esteri venne delegato per le
Olimpiadi di Torino e nominato Vice Direttore Generale dell’Agenzia di
Torino 2006, Ente pubblico preposto alla realizzazione degli impianti e
delle infrastrutture occorrenti per le ultime Olimpiadi invernali. Il 2
gennaio 2008 ha assunto le funzioni di Prefetto di Novara.
È qui che Amelio ha dato il meglio di se stesso come rappresentante
dell’Amministrazione statale e uomo di ampi orizzonti: pacato,
riflessivo, positivo, sempre capace di indicare vie di convergenza per
il bene della città e della provincia.
I primi mesi dopo l’annuncio della mia nomina a Novara e soprattutto i primi tre mesi dopo l’ingresso, il Prefetto Amelio, pur nella rispettosa distinzione dei ruoli, è stato una fraterna presenza, un assiduo e solerte compagno di iniziazione alla vita sociale di Novara. Pino era una persona speciale, uno di quei rari rappresentanti dell’amministrazione dello Stato, dove si coniugavano in modo perfetto senso dell’istituzione e vicinanza ai problemi reali della gente.
La sua fulminante carriera, raccontata da lui con un impercettibile tratto di pudore, ci segnala passaggi rapidi e in crescendo: dopo la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Roma, aveva prestato servizio sino al 1982 presso la Prefettura di Asti e successivamente presso la Prefettura di Torino. Dal 1987 al 1993 è stato Capo di Gabinetto del Prefetto di Torino e dal 1993 al 1998 è stato attivo anche presso la Presidenza della Repubblica. Dal 1998 al 2003 ha svolto le funzioni di Vice Prefetto Vicario di Torino, mentre nel settembre 2003, con decreto del Ministro degli Affari Esteri venne delegato per le Olimpiadi di Torino e nominato Vice Direttore Generale dell’Agenzia di Torino 2006, Ente pubblico preposto alla realizzazione degli impianti e delle infrastrutture occorrenti per le ultime Olimpiadi invernali. Il 2 gennaio 2008 ha assunto le funzioni di Prefetto di Novara.
È qui che Amelio ha dato il meglio di se stesso come rappresentante dell’Amministrazione statale e uomo di ampi orizzonti: pacato, riflessivo, positivo, sempre capace di indicare vie di convergenza per il bene della città e della provincia.
In Calabria son ben 101 gli uffici postali a rischio chiusura
l piano di razionalizzazione proposto all'Agcom "taglia" piccoli presidi. E potrebbe colpire migliaia di cittadini. Ma l'ad Sarmi spiega: «Il report è una lista delle attività antieconomiche, non vogliamo cancellarle ma riconvertirle»
Mentre la Calabria istituzionale si raduna e cerca una strategia per difendere i suoi quattro Tribunali che rischiano di chiudere, si apre un nuovo fronte. Forse meno vistoso, ma comunque importante. Perché tocca i bisogni e le necessità primarie di piccoli Comuni, frazioni quasi dimenticate. E inciderà, se il piano di Poste italiane si tradurrà in fatti, sulle vite di migliaia di cittadini, soprattutto anziani. Lo racconta anche il sito Repubblica.it che a Cirella di Platì, nel cuore della Locride, c'è ancora l'usanza tra gli anziani di portare uova fresche all'ufficio delle Poste quando si va a ritirare la pensione. Una specie di regalo a quello che, per molti, è un presidio dello Stato. Un segno importante. Eppure quel presidio, nei possimi mesi rischia di chiudere. E con esso più di mille uffici postali sparsi in tutta Italia.
Lo prevede il piano di riorganizzazione che Poste Italiane ha inviato all'Agcom, allegando la lista delle strutture "anti-economiche". Si tratta di 1156 sportelli da chiudere, altri 638 da razionalizzare riducendo l'orario e i giorni d'apertura.
Un bel guaio a Platì come in molti altri Comuni calabresi. Da Cirella il posto più vicino è l'ufficio di Platì, a mezz'ora di curve. E pure quello è nella lista delle razionalizzazioni, quindi aprirà solo per pochi giorni alla settimana e a orario ridotto. E così accadrà Da Poste italiane fanno sapere che le ipotesi sono sulla carta. E rimarranno tali.
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