Il tragico e sconvolgente incidente che ha rapito
l’eccellentissimo Prefetto di Alessandria, Giuseppe Amelio, fino allo
scorso aprile apprezzato Prefetto della città di Novara, ci ha gettati
nella costernazione e in un dolore che non riesce a trovare soccorso per
colmare la mente e il cuore di tanta perdita. Pino era per me anche e
soprattutto un amico personale, incontrato per il tramite di comuni e
fraterni conoscenti. Era venuto anche a trovarmi a Milano alla Facoltà
Teologica dell’Italia Settentrionale, e mi aveva preconizzato dopo pochi
incontri il suo auspicio con la moglie Caterina che potessi diventare,
per me pensiero inopinato, Vescovo di Novara.
I primi mesi dopo l’annuncio della mia nomina a Novara e soprattutto i
primi tre mesi dopo l’ingresso, il Prefetto Amelio, pur nella rispettosa
distinzione dei ruoli, è stato una fraterna presenza, un assiduo e
solerte compagno di iniziazione alla vita sociale di Novara. Pino era
una persona speciale, uno di quei rari rappresentanti
dell’amministrazione dello Stato, dove si coniugavano in modo perfetto
senso dell’istituzione e vicinanza ai problemi reali della gente.
La sua fulminante carriera, raccontata da lui con un impercettibile
tratto di pudore, ci segnala passaggi rapidi e in crescendo: dopo la
laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Roma, aveva prestato
servizio sino al 1982 presso la Prefettura di Asti e successivamente
presso la Prefettura di Torino. Dal 1987 al 1993 è stato Capo di
Gabinetto del Prefetto di Torino e dal 1993 al 1998 è stato attivo anche
presso la Presidenza della Repubblica. Dal 1998 al 2003 ha svolto le
funzioni di Vice Prefetto Vicario di Torino, mentre nel settembre 2003,
con decreto del Ministro degli Affari Esteri venne delegato per le
Olimpiadi di Torino e nominato Vice Direttore Generale dell’Agenzia di
Torino 2006, Ente pubblico preposto alla realizzazione degli impianti e
delle infrastrutture occorrenti per le ultime Olimpiadi invernali. Il 2
gennaio 2008 ha assunto le funzioni di Prefetto di Novara.
È qui che Amelio ha dato il meglio di se stesso come rappresentante
dell’Amministrazione statale e uomo di ampi orizzonti: pacato,
riflessivo, positivo, sempre capace di indicare vie di convergenza per
il bene della città e della provincia.
Soprattutto, però, aveva la
naturale vocazione a fare da cemento delle forze sociali in campo,
gestendo i momenti della crisi con grande sapienza, unificando le
risorse del territorio e facendole convergere verso l’interesse
superiore. Così l’ho conosciuto, così l’ho visto operare nel fuggevole
tempo che abbiamo passato insieme qui a Novara, sempre elegante nel
tratto, nell’eloquio, mai sopra le righe: una di quelle persone che ti
riconcilia con il senso dell’Istituzione e dello Stato.
Così che la sua partenza all’inizio di maggio per Alessandria è stata da
me vissuta come la perdita di un punto di riferimento sicuro. Ma ora la
tremenda notizia mi rapisce anche l’amico fidato, e voglio esprimere
tutta la mia tenerezza a Caterina e alla sua famiglia per l’incolmabile
vuoto in cui ci lascia. Lo affido alla misericordia del Signore risorto,
ricordando la sua religiosità seria e autentica, che non confondeva il
senso della buona laicità con la propria coscienza, capace di percepire
la vibrazione di ciò che viene dallo Spirito. Grazie, caro Pino, piango
già la perdita di un amico fraterno dopo pochi mesi qui a Novara.
Abbraccio con infinto affetto la tua Caterina, che ti porterà per sempre
nel cuore. Anche la Diocesi di Novara ti ricorda con gratitudine come
una figura di cordiale e affidabile uomo dello Stato.
I primi mesi dopo l’annuncio della mia nomina a Novara e soprattutto i primi tre mesi dopo l’ingresso, il Prefetto Amelio, pur nella rispettosa distinzione dei ruoli, è stato una fraterna presenza, un assiduo e solerte compagno di iniziazione alla vita sociale di Novara. Pino era una persona speciale, uno di quei rari rappresentanti dell’amministrazione dello Stato, dove si coniugavano in modo perfetto senso dell’istituzione e vicinanza ai problemi reali della gente.
La sua fulminante carriera, raccontata da lui con un impercettibile tratto di pudore, ci segnala passaggi rapidi e in crescendo: dopo la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Roma, aveva prestato servizio sino al 1982 presso la Prefettura di Asti e successivamente presso la Prefettura di Torino. Dal 1987 al 1993 è stato Capo di Gabinetto del Prefetto di Torino e dal 1993 al 1998 è stato attivo anche presso la Presidenza della Repubblica. Dal 1998 al 2003 ha svolto le funzioni di Vice Prefetto Vicario di Torino, mentre nel settembre 2003, con decreto del Ministro degli Affari Esteri venne delegato per le Olimpiadi di Torino e nominato Vice Direttore Generale dell’Agenzia di Torino 2006, Ente pubblico preposto alla realizzazione degli impianti e delle infrastrutture occorrenti per le ultime Olimpiadi invernali. Il 2 gennaio 2008 ha assunto le funzioni di Prefetto di Novara.
È qui che Amelio ha dato il meglio di se stesso come rappresentante dell’Amministrazione statale e uomo di ampi orizzonti: pacato, riflessivo, positivo, sempre capace di indicare vie di convergenza per il bene della città e della provincia.
non ho avuto il piacere di conoscerlo rip.
RispondiEliminasua mamma era di Crichi?? Che cgnome aveva
RispondiEliminaIL COGNOME DELLA MAMMA DEL NOSTRO CARISSIMO PREFETTO:
RispondiEliminaDE SALAZAR
caro giornalista la grammatica!!
RispondiEliminae' con l'accento
brutto incidente rip in pace
RispondiEliminaSalvatore
PER FAVORE VOGLIAMO CHIERE SE QUALCUNO SA DOVE SI SVOLGERANNOI FUNERALI E QUANDO.
RispondiEliminaGRAZIE!