Processo “Pecunia non olet” sull’impianto di Alli:
il Gup ammette le parti civili
Le Amministrazioni comunali di Catanzaro e Simeri Crichi, la
Provincia del capoluogo calabrese ed alcune associazioni ambientaliste
sono state ammesse come parti civili nel procedimento a carico di
quindici persone coinvolte nell’inchiesta della Procura della Repubblica
di Catanzaro denominata “Pecunia non olet” su presunti gravi illeciti
in materia fiscale ed ambientale connessi alla gestione dell’impianto di
smaltimento rifiuti di Alli, nel catanzarese. Il giudice dell’udienza
preliminare di Catanzaro, Maria Rosaria Di Girolamo, si è pronunciata in
merito alla questione, escludendo uno solo fra gli Enti che avevano
presentato l’istanza, l’associazione “Anpa”. Di seguito i numerosi
avvocati hanno sollevato una serie di eccezioni preliminari, fra le
quali una su un’asserita incompetenza territoriale del giudice, rispetto
a cui la riserva dovrebbe essere sciolta alla prossima udienza del 29
novembre. Tra gli indagati per i quali il pubblico ministero titolare
dell’inchiesta, Carlo Villani, ha chiesto il rinvio a giudizio compaiono
imprenditori, professionisti, funzionari dell’Ufficio per l’emergenza
ambientale in Calabria, Graziano Melandri, ex Commissario delegato per
l’emergenza ambientale in Calabria dal 9 marzo 2011 - che si dimise
dall’incarico proprio nel corso dell’inchiesta - e l’assessore
all’Ambiente della Regione Calabria, Francesco Pugliano, coinvolto nella
vicenda nella sua qualità di ex sub-commissario dell’Ufficio per
l’emergenza dal 5 agosto del 2010 all’8 marzo del 2011. Associazione a
delinquere, abuso d’ufficio, evasione fiscale, corruzione, falso e
disastro ambientale i reati a vario titolo contestati nell’ambito
dell’inchiesta che è venuta alla luce in tre diverse tranches, la prima
delle quali risale all’agosto del 2011 quando la Guardia di finanza
sequestrò beni per un valore complessivo di oltre 90 milioni di euro, la
seconda al 14 ottobre seguente, quando i Carabinieri del Noe hanno
sequestrato la discarica di rifiuti di Alli, e la terza al 17 novembre,
quando un provvedimento cautelare fu eseguito a carico di sette persone -
tutte della società “Enertech”, che gestiva la discarica di Alli fino a
pochi giorni prima -, due delle quali finite in carcere, tre ai
domiciliari, due sottoposte all’obbligo di presentazione alla Polizia
giudiziaria. Già all’epoca degli arresti l’associazione a delinquere era
contestata ai vertici della società Enertech, ed oggi è ipotizzata in
particolare a carico dell’imprenditore Stefano Gavioli, 54 anni, di
Venezia, proprietario della società, ritenuto promotore del sodalizio,
di Loris Zerbin, 50 anni, di Campolongo Maggiore (Venezia), direttore
tecnico della Enertech, dell’amministratore di una delle società del
gruppo della ....