Appello al presidente della Regione Roberto Occhiuto
“Nella giornata in cui la legge quadro n. 394/91 sulle aree naturali protette, compie trent’anni, Legambiente Calabria chiede alla Regione di porre rimedio al ingiustificato taglio dei fondi necessari per il funzionamento della Riserva naturale regionale “Valli Cupe”, gestita dall’associazione ambientalista provvedendo al loro ripristino per come previsto dalla stessa legge istitutiva della Riserva”.
Trent’anni fa nasceva la legge 394/91 sulle aree protette. Una normativa che in questi 30 anni ha fatto nel complesso bene al Paese in termini di crescita di aree protette, tutela e conservazione della biodiversità e habitat, riscoperta dei territori, contribuendo a dare una spinta importante all’economia locale, alla promozione dello sviluppo sostenibile e alla creazione di nuovi posti di lavoro nel settore turistico e nell’economia green. A parlar chiaro è la fotografia scattata da Legambiente nel report dedicato alle legge 394 in cui fa un bilancio, con numeri alla mano, di questi 30anni indicando anche criticità e sfide future da affrontate.
Più dell’11% del territorio nazionale è oggi sottoposto a tutela: la legge 394/1991 ha garantito nella Penisola la crescita della aree protette che sono passate dal 3% all’11%. Si tratta di uno dei sistemi nazionali di tutela della natura più consistente dell’Unione Europea, dove la media dei territori protetti è del 5%. La normativa ha, inoltre, permesso la nascita dell’Ente parco come un nuovo soggetto istituzionale autonomo – oggi sono quasi 200 –; ha consentito di riscoprire territori di pregio fino ad allora marginali che hanno ritrovato interesse e ricevuto risorse pubbliche per invertire le dinamiche di sviluppo. Ad esempio l’istituzione dei Parchi nazionali ha fatto emergere nuove geografie territoriali sconosciute (es. il Cilento) fatto emergere realtà fino al 1990 conosciute per fatti negativi (es. Aspromonte per i sequestri), invertito la tendenza al degrado e abbandono del territorio. E poi ci sono i grandi successi raggiunti nella conservazione di habitat e specie e le storie di valorizzazione del territorio. Dieci le storie virtuose raccontate da Legambiente tra cui quella delle faggete vetuste italiane – inserite nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.
Un bilancio quello di questo 30ennale della legge 394/91 nel complesso positivo, ma per Legambiente non bisogna dimenticare alcune criticità come il mancato aggiornamento in questi anni della normativa, la cui riforma è stata interrotta nel 2018. Assenza di modelli partecipativi, scarse risorse tecnico-scientifiche, disomogeneità di fondi e organici tra i parchi nazionali e le altre aree protette sono i punti dolenti di una normativa che deve essere al più presto rivista. E poi c’è l’urgenza di creare nuove aree protette per raggiungere l’obiettivo di tutelare il 30% del territorio e del mare entro il 2030 come chiesto dall’Europa. Appello al presidente della Regione Roberto Occhiuto
“Nella giornata in cui la legge quadro n. 394/91 sulle aree naturali protette, compie trent’anni, Legambiente Calabria chiede alla Regione di porre rimedio al ingiustificato taglio dei fondi necessari per il funzionamento della Riserva naturale regionale “Valli Cupe”, gestita dall’associazione ambientalista provvedendo al loro ripristino per come previsto dalla stessa legge istitutiva della Riserva”. È quanto afferma la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, che spiega:“Nella scorsa legislatura regionale, con una evidente anomalia, il contributo al funzionamento della Riserva da parte della Regione Calabria è stato decurtato del 50% per l’anno 2021 ed addirittura azzerato nei bilanci previsionali degli anni successivi 2022 e 2023”. Appare evidente che il contributo regionale, previsto dalla legge, è assolutamente essenziale per la gestione della Riserva naturale regionale “Valli Cupe” che, con i suoi sentieri, le cascate ed il canyon, costituisce uno dei luoghi più suggestivi della Calabria. La sua grande bellezza, costituente un prezioso scrigno di biodiversità da ammirare e salvaguardare, nel solo 2021, superati i vincoli più stringenti della pandemia da Covid 19 ha portato sul territorio, oltre 10.000 visitatori”.
“La Riserva è simbolo e fulcro del possibile sviluppo eco-sostenibile della zona e dell’intera regione – continua Parretta -ed è pertanto incomprensibile la stranezza di non consentirne l’effettiva tutela e salvaguardia. Legambiente Calabria si rivolge al Presidente Occhiuto ed ai vertici dell’Amministrazione regionale chiedendo di risolvere l’anomalia, probabile frutto di errore, essendo evidentemente impossibile il funzionamento della Riserva senza l’attribuzione di fondi, nell’interesse dell’intera collettività calabrese”.
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