Nel mese di Dicembre del 1582 il Vescovo Nicolò Orazi visita la parrocchia di Sellia, era la prima volta dopo molti decenni molto probabilmente una delle rare visite ufficiali di sempre che un Vescovo faceva ad una parrocchia del comprensorio. Orazi le visitò tutte descrivendo in modo molto dettagliato la popolazione, il tenore di vita ,lo stato di conservazione delle Chiese ecc…ma soprattutto si dedica con devozione a sanare una tra le maggiori piaghe di quell’epoca. il distacco profondo esistente tra i pastori ed i fedeli. Numerosi Vescovi non entravano mai in diocesi limitandosi solo a percepire le laute reddite. Basti pensare che sino al 1566 nessun vescovo aveva dimorato della diocesi di Reggio Calabria Capitale della Calabria inferiore malgrado la cospicua redita di 3000 ducati .Con il Concilio di Trento si cercò di arginare il tutto rinnovando
martedì 9 febbraio 2010
VISITA PASTORALE DEL 1582 A SELLIA (PREMESSA DEI PROSSIMI 5 POST)
Nella foto un foglio originale in latino del resoconto del viaggio a Sellia
Nel mese di Dicembre del 1582 il Vescovo Nicolò Orazi visita la parrocchia di Sellia, era la prima volta dopo molti decenni molto probabilmente una delle rare visite ufficiali di sempre che un Vescovo faceva ad una parrocchia del comprensorio. Orazi le visitò tutte descrivendo in modo molto dettagliato la popolazione, il tenore di vita ,lo stato di conservazione delle Chiese ecc…ma soprattutto si dedica con devozione a sanare una tra le maggiori piaghe di quell’epoca. il distacco profondo esistente tra i pastori ed i fedeli. Numerosi Vescovi non entravano mai in diocesi limitandosi solo a percepire le laute reddite. Basti pensare che sino al 1566 nessun vescovo aveva dimorato della diocesi di Reggio Calabria Capitale della Calabria inferiore malgrado la cospicua redita di 3000 ducati .Con il Concilio di Trento si cercò di arginare il tutto rinnovandoLa Chiesa cercando di renderla più presente tra la gente. Dunque anche per la forania Sellia la visita del vescovo fu un avvenimento importante anche perchè come vedremo Orazi vi dimorò più di una volta durante il suo mandato. Prima di addentrarci nel descrivere il resoconto della visita, facciamo una breve bibliografia del Vescovo Nicola Orazi. Nasce a Bologna nel 1530 da una famiglia molto elevata economicamente, si fregiava di uno stemma proprio .Nel 1563 si laureò in diritto civile ed ecclesiastico.. Il 31 gennaio del 1582 Papa Gregorio XIII anch’egli Bolognese lo nomina Vescovo di Catanzaro,in seguito alla morte del suo predecessore Ottavio Morioni. Resse la Diocesi per 25 anni morì l’11 Luglio del 1606. Il capitano Sinopoli commentando la figura del Vescovo tra le altre cose afferma .Fù uomo dotato di grande energia di molta attività e zelante al suo sacro ministero ,fu certamente uno dei più ricordevoli nella storia della nostra Chiesa Vescovile. Il giudizio rispecchia in pieno la forte figura morale e innovatrice di questo Pastore vissuto mentre imperversava il protestantesimo,e continui saccheggi da parte dei saraceni senza contare il diffuso fenomeno del banditismo e di una diffusa arretratezza intellettuale, anche tra le classi cosiddette nobili. Nel prossimo post andremo ad analizzare proprio la situazione sociale economica e religiosa nella diocesi di Catanzaro in quel periodo .
Nel mese di Dicembre del 1582 il Vescovo Nicolò Orazi visita la parrocchia di Sellia, era la prima volta dopo molti decenni molto probabilmente una delle rare visite ufficiali di sempre che un Vescovo faceva ad una parrocchia del comprensorio. Orazi le visitò tutte descrivendo in modo molto dettagliato la popolazione, il tenore di vita ,lo stato di conservazione delle Chiese ecc…ma soprattutto si dedica con devozione a sanare una tra le maggiori piaghe di quell’epoca. il distacco profondo esistente tra i pastori ed i fedeli. Numerosi Vescovi non entravano mai in diocesi limitandosi solo a percepire le laute reddite. Basti pensare che sino al 1566 nessun vescovo aveva dimorato della diocesi di Reggio Calabria Capitale della Calabria inferiore malgrado la cospicua redita di 3000 ducati .Con il Concilio di Trento si cercò di arginare il tutto rinnovando
domenica 7 febbraio 2010
PERCHE' LA GIORNATA DEGLI OPERATORI SANITARI A SELLIA?
Parrocchia San Nicola di Bari – Sellia
“L’Amore che guarisce”
Giornata degli operatori sanitari della pre-Sila Catanzarese
21 febbraio 2009
Carissimi,
perché la giornata degli operatori sanitari nella nostra comunità? L’idea è nata da una visita che giorni addietro ho fatto insieme ad un’altra persona in due case di cura distinte. In una struttura abbiamo trovato una persona morente e nell’altra una persona molto sofferente ma molto felice di incontrarci e di stare in nostra compagnia.
Cosa abbiamo visto in questi luoghi? Abbiamo visto e toccato con mano tanta sofferenza, tanta solitudine, tanta tristezza, tante lacrime ma abbiamo visto tanto amore, tanti sorrisi, tanta cortesia, tanta gentilezza. È vero, spesso la cronaca ci riporta esempi di mala sanità, ma io oggi vi riporto esempi di amore, di buona sanità perché questi buoni esempi li ho visti con i miei stessi occhi. Non ho visto solo medici, non ho visto solo infermieri, ho visto uomini e donne vicine a persone sofferenti e molte volte soli e, ad esempio, ho ancora nei miei occhi gli occhi di un infermiere che accostatosi al letto della persona morente e constatato il fatto che quella persona ci stava lasciando se ne è andato con le lacrime agli occhi.
Ecco perché la giornata degli operatori sanitari: un modo per dire loro grazie per ciò che fanno per noi. La malattia è brutta da affrontare ma l’amore, la solidarietà, l’affetto ti danno una spinta in più e se questo amore è un amore che viene da Dio, ti riscalda il cuore e ti fa alzare gli occhi al cielo ed aprire il cuore alla speranza.
Con questa giornata vogliamo ricordare a noi e a tutti che nel volto dell’ammalato c’è il volto di Gesù, nel corpo sofferente del malato c’è il corpo sofferente di Cristo da curare, che negli occhi lacrimanti del malato ci sono gli occhi del Signore. Nell’altro non c’è un numero, non c’è solo un paziente o una pratica da seguire, l’altro è un uomo e quest’uomo anche se chiamato con nomi diversi in luoghi diversi, è sempre lo stesso Cristo Signore.
Con questa giornata, inoltre, vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza, il nostro affetto, la nostra solidarietà a tutte quelle persone che per un motivo o un altro, per una malattia o un’altra, sono stati privati dei loro cari. A voi diciamo: andate avanti, non fermatevi mai, la fede nel Signore vi sia di conforto e consolazione e la vostra dolorosa esperienza possa essere di aiuto a quanti come voi si trovano nelle stesse condizioni ma che non hanno la forza di reagire.
Allora, accogliete il nostro invito e partecipate numerosi. Vi aspettiamo giorno 21 febbraio 2010 nella chiesa di San Nicola a Sellia. Il programma dettagliato sarà comunicato nei prossimi giorni.
Quanti di voi conoscono medici, infermieri, ausiliari e ogni altro personale sanitario ma, soprattutto, quanti sono a conoscenza di persone, famiglie che hanno avuto esperienze di grande sofferenza, vi chiediamo di farvi carico e di girare questo invito da parte nostra.
Con immensa gratitudine,
Il Parroco
Don Francesco Cristofaro
SELLIARACCONTA: LE FOTO DELL'ACQUASANTIERA DELLA CHIESETTA DELL'ARCANGELO
Come promesso da Don Francesco ecco le foto dell'acquasantiera appartenuta alla Chiesetta dell'Arcangelo.Si tratta di un tasello importante perche la Chiesetta era la testimonianza più antica di Sellia costruita verosimilmente verso il primo secolo D.C.In antreprima è per la prima volta su internet ecco la prima foto ,le altre dopo il proseguo del post. Grazie Don Francesco per aver reso pubblica questa importante testimonianza del nostro passato.
sabato 6 febbraio 2010
DIZIONARIO DIALETTALE SELLIESE (lettera c)
Eccoci arrivati alla lettera C del nostro Dizionario dialettale Selliese C come “cona du casu” la quale si chiama così perchè i nostri nonni ci giocavano con le forme di “casu tosto “a farle rotolare lungo la strada .Oppure come “cona da crucia”qui il nome ricorda un brutto episodio di guerra contro i Francesi dove proprio in quella zona ci fu una cruenta battaglia dove morirono diversi soldati e molti furono lì seppelliti in una fossa comune sotto una croce con una cona .Molti decenni fa durante dei lavori di bonifica del terreno riemersero molti scheletri . Vi raccomando aiutateci a rendere il più completo possibile il nostro dizionario aggiungendo nuovi vocaboli con la C la quale è veramente molto ricca di parole del nostro affascinante dialetto Selliese.
giovedì 4 febbraio 2010
PARROCCHIA SAN NICOLA DI BARI – SELLIA
PRESENTA:
“L’AMORE CHE GUARISCE”
GIORNATA DEGLI OPERATORI SANITARI DELLA PRE-SILA CATANZARESE
GIORNO 21 FEBBRAIO LA PARROCCHIA SAN NICOLA DI BARI DI SELLIA CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI SELLIA E LA COLLABORAZIONE DELL'AVIS DI SIMERI CRICHI, CELEBRERA’ LA GIORNATA DEGLI OPERATORI SANITARI (MEDICI, INFERMIERI, AUSILIARI ETC.)
LA GIORNATA SARA' DIVISA IN DUE MOMENTI: LA MATTINA IL MOMENTO RELIGIOSO CON LA CELEBRAZIONE DELLA SANTA MESSA E IL POMERIGGIO UN CONVEGNO.
SABATO 6 FEBBRAIO ALLE ORE 19:00 (CHIESA MADONNA DELLA NEVE) CI INCONTRIAMO CON TUTTI GLI OPERATORI SANITARI DI SELLIA PER ORNGANIZZARE CIO’ CHE CONCERNE IL POMERIGGIO DEL 21 FEBBRAIO. E' UN'ALTRA BELLA SFIDA CHE CI ATTENDE.
PRESTO VI SARA' COMUNICATO IL PROGRAMMA DETTAGLIATO.
PRESTO VI SARA' COMUNICATO IL PROGRAMMA DETTAGLIATO.
mercoledì 3 febbraio 2010
IL RE' DELLA TAVOLA CALABRESE "SUA MAESTA' U PORCU"
Il maiale veniva considerato la "cassaforte della famiglia" alla quale si poteva attingere per integrare il pasto quotidiano. Ogni famiglia, per quanto povera, almeno nelle campagne e nei piccoli paesi, ne allevava almeno uno mentre i "signori" si facevano allevare dai coloni uno o due maiali per le esigenze delle loro case. Per cui la società era divisa in senso verticale tra quelli che "ammazzavano" il maiale (i privilegiati) e quelli che invece dovevano comprarlo a spizzico e con parsimonia, di volta in volta , quando le finanze lo permettevano. Una divisione, come si può vedere, non classista ma significativa.
Tuttavia l'uso alimentare non esaurisce l'utilizzazione del maiale che si prestava e si presta ad usi diversi, ricordiamo che un detto popolare di antichissima origine ci assicura che del maiale "non si butta niente". Anche se l'uso prevalente è quello alimentare non v'è dubbio che l'uso non alimentare è molto significativo, specie a livello industriale.
Tanto per cominciare oltre all'utilizzo della carni pregiate, coscia, filetto, spalla, costine etc, del maiale si utilizzano anche le parti meno pregiate come il grasso per fare lardo e strutto, le cotenne, la pancia, la milza, il cuore, il muso, le orecchie, la lingua, la coda, il gambone ed i piedi per le "frittole", il fegato da fare arrosto, il polmone a soffritto, la testa in gelatina, le budella contenitori d'insaccati, la vescica per contenere la sugna, il sangue per fare dolci. Si buttano le setole? No, non si buttano, servono per fare pennelli da barba. Ora pure spazzole, spazzolini e perfino moquette. Con le unghie si fanno bottoni ed un tempo servivano ai rilegatori per piegare la carta. Ma allora si usa proprio tutto? Si è così. Quel che resta dopo il pranzo, le ossa spolpate, si danno ai cani e così abbiamo accontentato tutti. Oggi si usano per produrre mangimi animali od anche saponi.
Un antico testamentum porcelli, opera, a quanto pare, di alcuni studenti birboni, redatto intorno all'anno 350 d.c., ma quasi sicuramente risalente ad epoca precedente, citato da S. Gerolamo nella prefazione al commentario ad Isaia, citato pure da Erasmo da Rotterdam nell'introduzione all'Elogio della pazzia. Un porcello apprende dal cuoco di dover morire e chiede un'ora di tempo per scrivere il testamento: viene accontentato. E così lascia le sue sostanze ed il suo corpo a questo ed a quello secondo le necessità: ai calzolai le setole (evidentemente servivano per cucire le scarpe) ai bambini la vescica. Per giocarci
In relazione alla sua natura ed all'uso che se ne fa il maiale denota una ambivalente caratterizzazione: da una parte indica la lussuria, la smodatezza, la sregolatezza, la sporcizia; dall'altra la fertilità (le scrofe partoriscono fino a 20 porcellini), la ricchezza, l'allegria: la sua macellazione coincideva e coincide nelle famiglie contadine con una grande festa alla quale spesso vengono invitati i borghesi, perché godano anch'essi di una allegra tavolata dove si onorano le frittule accompagnandole con adeguate bevute di vino
Ma finisce qui l'uso del maiale? Nemmeno per sogno.
Abbiamo detto che del maiale non si butta niente e quindi della vescica faremo un giocattolo, delle setole faremo un pennello. E dello strutto, oltre all'uso alimentare, potremo fare altro'?
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