Perché cercate tra i morti colui che è vivo?
A tutta la comunità di Sellia,
al Sindaco e ad ogni autorità Civile e Militare di questo paese,
all’ufficiale di Posta, al farmacista, a tutti i negozianti,
a tutti i visitatori del sito parrocchiale
agli amici del Forum “Sellia: un posto nel cuore,
agli amici del forum “Tra Amici”,
agli amici del blog “Sellia Racconta”,
agli amici del Blog “Consulta di Sellia
Buona Pasqua a tutti con il cuore
Cercare Dio deve essere l’unico desiderio dell’uomo. Dio però nessuno lo potrà mai trovare in modo diretto, perché Dio ha deciso che potrà essere trovato solo in Cristo Gesù, con Lui, per Lui.
È Cristo Gesù la vera casa di Dio. In altre case Dio non abita. In altre case possiamo solo trovare qualche “fantasma” di Dio, mai però il vero Dio.
La Chiesa cerca Gesù, Ma dove lo cerca? Sovente lo cerca nella Scrittura, nella Tradizione, nel Magistero, nella Liturgia, nella Teologia, nella speculazione dei filosofi, oggi anche nei pensieri degli psicologi e psichiatri, in ogni altro ramo del sapere scientifico e metafisico, nella stessa morale alta e profonda. Tutte queste cose possono darci il pensiero di Dio e altre cose di Lui, ma non ci danno Dio, perché Dio è solo in Cristo Gesù. Cristo Gesù è oltre e prima di tutte queste cose.
Anche il mondo cerca Gesù. Ma dove lo cerca? Sovente lo cerca nelle religioni esoteriche, nel cambiamento della propria fede, a volte nella magia e cose del genere, spesso nei piaceri della vita. Quasi sempre affoga questo suo desiderio in dei giochi di morte, perché Dio non è là dove il mondo lo cerca. Nel deserto non si cercano fiumi dissetanti. Nel mare non si può cercare una terra da coltivare, perché non esiste, semplicemente non c’è, non è data.
Le pie donne oggi vanno alla ricerca di Cristo Gesù. Ma dove si recano? Presso un sepolcro. Lì non c’è Gesù. Al massimo potranno trovare il suo corpo morto. Ma il suo corpo morto non è Gesù, perché Gesù non è la morte, ma la vita. Non è la fine, ma l’inizio eterno. Non è il termine, ma il compimento quotidiano. Ecco cosa leggiamo nel Vangelo di questa Notte Santa.
Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri.
Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.
Cristiano/a, forse ancora non lo sai, ma anche noi sovente siamo come questo sepolcro vuoto. Al massimo siamo contenitori del corpo morto di Cristo Gesù, ma non del Cristo vivente, Crocifisso e Risorto. Noi non siamo stati chiamati ad essere questo sepolcro vuoto di Cristo Gesù. La gente non può venire da noi, scrutare ogni cosa ed andarsene smarrita, perché non ha trovato quello che cercava. Noi non possiamo essere come i sommi sacerdoti, gli scribi, i farisei del Vangelo.
I sommi sacerdoti possedevano la ricchezza del culto, un culto magnifico e stupendo. Ma Dio non era nel loro culto. Gli scribi erano profondi conoscitori della Scrittura, sapevano ogni versetto di essa, conoscevano ogni interpretazione passata, presente, immaginavano anche le possibili interpretazioni del futuro. Ma Dio non era nella loro Scrittura.
I Farisei erano i santi, i separati dai peccatori. Erano i puritani della santità. Dio però non era nella loro santità. L’uomo si recava da loro, ma non trovava Dio. Dio non era nel loro culto, non era nella loro Scrittura. Non era nella loro santità. Dio non è nel culto fuori di te. È in te che adori e ami il vero Dio. Dio non è nella Scrittura fuori di te. È in te che cammini secondo la sua Parola. Dio non è in una santità proclamata, dichiarata, insegnata, professata. È in te che partecipi della santità di Dio e la trasformi in tua vita quotidiana.
Il mondo ha bisogno di Gesù vivo, reale, presente, visibile, toccabile, afferrabile. Ha bisogno di Gesù che oggi consola, conforta, perdona, ammaestra, insegna le cose di Dio, mostra Dio ad ogni persona che accorre, che viene, che si rivolge a te che sei il Gesù vivo, che oggi percorre le vie di questo mondo.
Gesù è morto, ma per risuscitare in te. È in te, cristiano, che il mondo deve trovare Gesù. Se trova il vero Gesù, troverà anche il vero Dio. Se invece in te troverà un Gesù morto, anche il Dio che tu gli darai è un Dio morto, di cui non sa cosa farsene.
Cristiano/a, pensaci! Alta è la tua vocazione. Tu sei il Cristo Risorto, il Cristo Vivente, il Cristo Visibile, il Cristo che è uscito dal sepolcro per essere il Cristo Universale, Onnipresente, per ogni uomo di ogni tempo e ogni luogo, per tutta la durata del tempo, fino alle soglie dell’eternità.
Se tu non sei il Cristo vivente, chi ti incontra, chi cerca Gesù, chi cerca Dio, che cerca la verità, la sapienza, la saggezza, la sua vera essenza, o si troverà con un corpo morto e sepolto, oppure si incontrerà con un sepolcro vuoto, nel quale c’è solo qualche segno della presenza di Cristo Gesù, ma Lui non lo troveranno e per questo se ne ritorneranno delusi e sconfortati, abbattuti e privi di una qualsiasi certezza della verità che libera e salva.
Cristiano/a, per te ci si incontra con il vero Cristo e il vero Dio, ma anche con un falso Cristo e un falso Dio. A te la responsabilità di fare incontrare ogni uomo con il vero Dio o un falso Dio, con il vero Cristo o un falso Cristo. I frutti non saranno gli stessi. Gli altri possono incontrare Cristo in te se tu lo hai già incontrato. La casa di Dio aspetta anche te.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi di Dio, aiutate ogni cristiano ad essere il Cristo Vivente Risorto nella storia, affinché il mondo che lo incontra e che lo cerca possa trovare e incontrare il vero Dio per la sua salvezza eterna.
Don Francesco Cristofaro
venerdì 2 aprile 2010
giovedì 1 aprile 2010
A CUNFRUNTA
Per la foto del mese d'aprile abbiamo fatto una sequenza fotografica di una cufrunta particolare svoltasi nel 1996. Era la prima dopo la riapertura al culto della chiesa Madre rimasta chiusa per diversi anni a causa di un totale restauro sia interno che esterno con una spesa di ben oltre il miliardo delle vecchie lire. Senza dubbio esso era l'importo più consistente che il comune abbia mai ricevuto. Assistendo alla cufrunta si viene coinvolti in un’atmosfera, in una fede di partecipazione molto particolare che cambia di anno in anno; vedere il rincorrersi ,i tentennamenti tra il Signore risorto e la Madonna con alla fine il manto nero che viene abbassato per apparire in tutto il suo splendore il manto azzurro di festa per la resurrezione di Gesù. Questa tradizione ha origini antichissime nella nostra regione risalente durante la dominazione spagnola.
Durante i vari secoli mai si è rinunciato a questo momento, neanche in quelli più bui di guerre o carestie,anzi nel 1800 venivano svolte due cufrunte, la sera alla Chiesa del Rosario, il giorno di Pasqua alla Chiesa di San Nicola, successivamente (anche se per pochi anni) le due confraternite fecero un accordo:" a Mmaculata" usciva dalla Chiesa di San Nicola “u Signura Risortu” da quella del Rosario (o viceversa)per incontrasi per la cufrunta vicino l’ex bar di Giginu ,ma la forte rivalità che veniva accentuata in ogni manifestazione religiosa tra le due confraternite ( Si sentiva molto l’appartenenza ,l’essere o Mmaculatisi o Rosarianti ) riportò tutto come prima. In epoca più recente la statua della Madonna veniva posizionata “sutta u campanaru” intanto che “u predicatura “dopo varie litanie,orazioni,canti dava il via alla cufrunta; si spalancavano le porte della Chiesa, la Madonna entrava con “U mantu niguru”e in braccio” u Crucifissu “,dopo il rincorrersi per le navate “scoppiava a Gloria”(molto simile ad un rituale andato purtroppo completamente perso che si svolgeva la sera del Giovedi Santo" La Trasuta" ).
La nostra comunità si è sempre distinta per una fede particolare fatta di tanti eventi religiosi in cui l’intera popolazione partecipava con fede. Anche il sentirsi di una o l’altra confraternita oggi può far sorridere, ma all’epoca sin dalla nascita si veniva etichettati come Mmaculasi o Rosarianti e il partecipare attivamente alle varie funzioni era un vanto per fare di più e meglio.
Una buona Pasqua a tutti gli amici/che e frequentatori del blog che grazie alle vostre visite,ai vostri commenti mi spingete nel fare sempre di più e meglio per valorizzare,far conoscere,sponsorizzare il nostro bellissimo borgo che vanta una storia millenaria.Buona Pasqua.Gli auguri di questa Pasqua sono intensi: sono di speranza, di ricostruzione, di pace, di solidarietà, di gratitudine.
Auguri a tutti da parte di SELLIARACCONTA-
Durante i vari secoli mai si è rinunciato a questo momento, neanche in quelli più bui di guerre o carestie,anzi nel 1800 venivano svolte due cufrunte, la sera alla Chiesa del Rosario, il giorno di Pasqua alla Chiesa di San Nicola, successivamente (anche se per pochi anni) le due confraternite fecero un accordo:" a Mmaculata" usciva dalla Chiesa di San Nicola “u Signura Risortu” da quella del Rosario (o viceversa)per incontrasi per la cufrunta vicino l’ex bar di Giginu ,ma la forte rivalità che veniva accentuata in ogni manifestazione religiosa tra le due confraternite ( Si sentiva molto l’appartenenza ,l’essere o Mmaculatisi o Rosarianti ) riportò tutto come prima. In epoca più recente la statua della Madonna veniva posizionata “sutta u campanaru” intanto che “u predicatura “dopo varie litanie,orazioni,canti dava il via alla cufrunta; si spalancavano le porte della Chiesa, la Madonna entrava con “U mantu niguru”e in braccio” u Crucifissu “,dopo il rincorrersi per le navate “scoppiava a Gloria”(molto simile ad un rituale andato purtroppo completamente perso che si svolgeva la sera del Giovedi Santo" La Trasuta" ).La nostra comunità si è sempre distinta per una fede particolare fatta di tanti eventi religiosi in cui l’intera popolazione partecipava con fede. Anche il sentirsi di una o l’altra confraternita oggi può far sorridere, ma all’epoca sin dalla nascita si veniva etichettati come Mmaculasi o Rosarianti e il partecipare attivamente alle varie funzioni era un vanto per fare di più e meglio.
Una buona Pasqua a tutti gli amici/che e frequentatori del blog che grazie alle vostre visite,ai vostri commenti mi spingete nel fare sempre di più e meglio per valorizzare,far conoscere,sponsorizzare il nostro bellissimo borgo che vanta una storia millenaria.Buona Pasqua.Gli auguri di questa Pasqua sono intensi: sono di speranza, di ricostruzione, di pace, di solidarietà, di gratitudine.
Auguri a tutti da parte di SELLIARACCONTA-
mercoledì 31 marzo 2010
I CUZZUPI
I cuzzupi il dolce per eccellenza della festività Pasquale,simbolo di rinascita a nuova vita.Di unione, di bellezza infatti per descrivere una bella ragazza era sovente dire: "è propriu na bella cuzzupa".Le nostre nonne le preparavano giorni prima con forme diverse tipo: "panarellu" "animaletti" "iniziali del nome" ecc..con o senza l'uovo sodo di sopra.Erano tante nel paese i forni che emanavano un buonissimo odore,in epoca più recente si vedevano tante "lannie"di cuzzupe pronte da sfornare portate in perfetto equilibrio sulla testa "sino aru furnu e fortinu".Oggi sono rimasti in pochi a contunuare nel forno di casa questa bella usanza perchè sui scaffali dei supermercati troviamo di tutto ,ma vuoi mettere l'odore,il sapore delle cuzzupe fatte in casa
.Ecco la ricetta non difficile da preparare spedita gentilmente sul blog
da lux forumista sul forum di Sellia
I CUZZUPI
500 g. farina, 75 g. burro morbido, 120 g. latte, 150 g. zucchero, 4 uova, 1 bustina di lievito, 1 pizzico di bicarbonato, 1 pizzico di sale, succo di 1 limone.
Nel boccale succo di limone e zucchero: 10 sec. vel. turbo.
Aggiungere uova, latte e burro: 30 sec. vel. 5.
Unire la farina e il sale: 30 sec. vel. 6.
Aggiungere il lievito e il bicarbonato: 3 minuti vel. Spiga.
Riempire i pirottini di 2/3 e sistemarli sulla teglia forno.
Lasciare riposare per 10 minuti e infornare a 180° per 20 minuti.
Cospargere con zucchero a velo.
.Ecco la ricetta non difficile da preparare spedita gentilmente sul blog
da lux forumista sul forum di Sellia
I CUZZUPI
500 g. farina, 75 g. burro morbido, 120 g. latte, 150 g. zucchero, 4 uova, 1 bustina di lievito, 1 pizzico di bicarbonato, 1 pizzico di sale, succo di 1 limone.
Nel boccale succo di limone e zucchero: 10 sec. vel. turbo.
Aggiungere uova, latte e burro: 30 sec. vel. 5.
Unire la farina e il sale: 30 sec. vel. 6.
Aggiungere il lievito e il bicarbonato: 3 minuti vel. Spiga.
Riempire i pirottini di 2/3 e sistemarli sulla teglia forno.
Lasciare riposare per 10 minuti e infornare a 180° per 20 minuti.
Cospargere con zucchero a velo.
martedì 30 marzo 2010
ELEZIONI REGIONALI 2010 IN CALABRIA VINCE IL PDL CON SCOPELLITI
Una sconfitta che in molti davano per scontata. In Calabria il centrosinistra perde, con il governatore uscente Agazio Loiero che passa la mano al pidiellino Giuseppe Scopelliti, sindaco di Reggio Calabria, sostenuto anche dall'Udc. Terzo posto per il candidato, l'imprenditore Pippo Callipo sostenuto da Idv e Radicali. Pesa, sul risultato, anche l'astensionismo. Il numero degli elettori che si sono recati alle urne è il più basso d'Italia, 59,25%, con un calo del 5% rispetto alle regionali di cinque anni fa. Ma, seppure annunciata, la vittoria di Scopelliti non era data in queste proporzioni. "In Calabria - ha commentato lo stesso vincitore - la destra non ha mai vinto con numeri così importanti, ma questo se da un lato ci inorgoglisce, dall'altro ci chiama ad una presa di coscienza e di responsabilità che certamente noi sapremo affrontare". "E' una sconfitta che non si presta a interpretazioni", ha ammesso a caldo Loiero. "Vince la destra anche se - ha aggiunto il governatore uscente - non riesco a rinvenire le cause. Siamo partiti tardi e ci sono stati conflitti interni, ma tutto questo non è sufficiente a spiegare questa sconfitta. Ci deve essere stato qualcosa che al momento non riesco ad individuare". Cinque anni fa, alla guida della coalizione di centrosinistra unita, Loiero conquistò la guida della regione con il 59% dei voti, distaccando di circa 20 punti percentuali l''avversario' di centrodestra. Un successo che stavolta nessuno si era sbilanciato a prevedere, prevedendo anzi quella che si è poi rivelata una vera e propria debacle. Anche perchè la ricandidatura di Loiero (che lo scorso febbraio ha vinto le primarie del Pd) ha diviso lo schieramento, con l'Udc che alla fine ha scelto di appoggiare Scopelliti e Idv che invece ha messo in campo il suo candidato indipendente Callipo. E Callipo, oggi, è assai soddisfatto del risultato ottenuto. "Ho combattuto a mani nude ed ho vinto la mia battaglia", ha detto, chiarendo che per lui "non fa alcuna differenza che abbia vinto Scopelliti": "Sarebbe stato lo stesso, infatti, anche se avesse prevalso Loiero. Sono due personaggi sui quali il mio giudizio è negativo perché hanno alle spalle, uno come sindaco di Reggio Calabria e l'altro come presidente della Regione, esperienze assolutamente negative e fallimentari". fonte(APcom)PER I POST CHE TRATTANO DI POLITICA
COMMENTI NON CONSENTITI
domenica 28 marzo 2010
TRADIZIONI SELLIESI DURANTE LA SETTIMANA DI PASQUA
* Le tradizioni locali, profonde e ben radicate, rappresentano lo specchio dell'animo dei Selliesi, in quanto legati alla memoria storica e religiosa di un paese, fiero e forte del suo passato, che vanta, ancora oggi, manifestazioni uniche nel suo genere; quelle principali si concentrano, soprattutto, nel periodo pasquale e natalizio.
Di particolare effetto sono tutte le celebrazioni connesse con la settimana santa.
Il giovedì santo, così come in molti altri luoghi, nella Chiesa Madre si prepara "l'Altare della Reposizione", detto anche "Sepolcro". L'usanza di allestire una rappresentazione del sepolcro di Cristo venne introdotta dopo l'XI secolo con la diffusione della devozione al SS. Sacramento. Il termine "sepolcro" è, in realtà, un termine popolare inappropriato, poiché la riserva eucaristica non può adombrare la deposizione di Cristo, non essendo ancora commemorata liturgicamente la Sua morte. Secondo la prassi liturgica il parroco colloca le ostie consacrate nella pisside e, al canto di Pange lingua, si reca processionalmente nella navata laterale sinistra, all'altare dell'Immacolata, dove le particole vengono rinchiuse nell'apposito tabernacolo. L'altare, preparato con molta cura, viene solennemente adornato con drappi e fiori. E' inoltre, consuetudine portarvi i tipici "piattelli", piattini di cereali (frumento, grano, orzo) e legumi (ceci, lenticchie, lupini) fatti germogliare al buio, chiusi in alcuni recipienti: la mancanza di clorofilla allude alla privazione di emoglobina, quindi alla vita stessa. Essi simboleggiano, dunque, la morte e la rinascita. Il luogo di custodia è continuamente illuminato da ceri e lumi e vegliato dai fedeli nella notte tra giovedì e venerdì. Numerosi fedeli, in prevalenza donne, sostano in chiesa, pregando e cantando antichi canti popolari dall'impianto melodico simile ai lamenti funebri.
E' l'ideologia della morte a caratterizzare la ritualità e la liturgia della settimana santa. Tutto deve ricordare la morte del Cristo.
Di particolare effetto sono tutte le celebrazioni connesse con la settimana santa.
Il giovedì santo, così come in molti altri luoghi, nella Chiesa Madre si prepara "l'Altare della Reposizione", detto anche "Sepolcro". L'usanza di allestire una rappresentazione del sepolcro di Cristo venne introdotta dopo l'XI secolo con la diffusione della devozione al SS. Sacramento. Il termine "sepolcro" è, in realtà, un termine popolare inappropriato, poiché la riserva eucaristica non può adombrare la deposizione di Cristo, non essendo ancora commemorata liturgicamente la Sua morte. Secondo la prassi liturgica il parroco colloca le ostie consacrate nella pisside e, al canto di Pange lingua, si reca processionalmente nella navata laterale sinistra, all'altare dell'Immacolata, dove le particole vengono rinchiuse nell'apposito tabernacolo. L'altare, preparato con molta cura, viene solennemente adornato con drappi e fiori. E' inoltre, consuetudine portarvi i tipici "piattelli", piattini di cereali (frumento, grano, orzo) e legumi (ceci, lenticchie, lupini) fatti germogliare al buio, chiusi in alcuni recipienti: la mancanza di clorofilla allude alla privazione di emoglobina, quindi alla vita stessa. Essi simboleggiano, dunque, la morte e la rinascita. Il luogo di custodia è continuamente illuminato da ceri e lumi e vegliato dai fedeli nella notte tra giovedì e venerdì. Numerosi fedeli, in prevalenza donne, sostano in chiesa, pregando e cantando antichi canti popolari dall'impianto melodico simile ai lamenti funebri.
E' l'ideologia della morte a caratterizzare la ritualità e la liturgia della settimana santa. Tutto deve ricordare la morte del Cristo.
venerdì 26 marzo 2010
RAPIMENTO DA PARTE DEI BRIGANTI DEL FIGLIO DEL BARONE DI SELLIA (SECONDA PARTE )
Una volta che i briganti avevano nelle loro mani un sacco di soldi (nel vero senso della parola ) dovuti al pagamento del riscatto per la liberazione del figlio minore del barone di Sellia ,la storia si sarebbe potuta finire così : "si divisero il bottino in quattro parti uguali ,e da quel giorno le loro vite cambiarono in meglio ". Invece fu proprio da quel giorno che iniziarono i guai. Già la sera stessa ci fu un'accesa discussione su chi avrebbe dovuto custodire il malloppo,in attesa che le acque veramente molto agitate si fossero un po' calmate. Dopo parecchie ore si decise che tutti e quattro avrebbero vigilato a turno sul bottino in attesa che il nuovo giorno portasse consiglio,la notte passò via velocemente. Al mattino si rimisero a discutere consapevoli del fatto che per parecchio tempo, anche anni, non avrebbero potuto spendere neanche un soldo, nè tantomeno lasciare Sellia, altrimenti i vari sospetti si potevano concentrare su di loro. Erano molte le persone che sia per conto personale del barone o per conto dei militari continuavano ad indagare ,interrogare tutta la popolazione .Chi avrebbe custodito il bottino ,dopo aver discusso e ridiscusso, si decise la soluzione più logica : nessuno !Infatti custodirli nelle abitazioni era troppo rischioso ,i militari li avrebbero potuti scoprire ,si decise si sotterrarli in un terreno fuori dal paese,si, ma dove? Il posto non doveva appartenere a nessuno ,soprattutto a nessuno dei quattro. Dopo aver ancora riflettuto si scelse il posto: era una conicella lungo la via che portava in città; lì nottetempo avrebbero scavato una buca per sistemare il bottino in attesa che le acque si sarebbero calmate. E infatti così fecero. Su un somarello dentro una “vertulla “ trasportarono i soldi sino alla conicella. Lì era già tutto pronto. Una volta ricoperta la buca e sistemati dei rovi di sopra ritornarono al paese .Ma le cose si complicarono di più, si guardavano in cagnesco ,non si fidavano più uno dell’altro pensando ognuno che l'altro si volesse impadronire del’intero bottino scappando dal paese. La notte stessa il più grande di loro era lì nascosto per bene convinto che qualcuno dei tre sarebbe arrivato nottetempo per appropriarsi del bottino,ed infatti in piena notte arrivò il più piccolo dei quattro che si era svegliato con l'incubo che qualcuno dei tre avrebbe sottratto il bottino,così successe che i due si scontrarono accusandosi reciprocamente nella lite. Il più piccolo morì colpito da una coltellata .Intanto si faceva l'alba e anche gli altri due briganti arrivarono sul posto dove scoppiò un'altra lite alla vista del corpo ucciso del più piccolo. Così successe l'irreparabile: in poco tempo i tre si "scannarono" a vicenda. Due morirono subito, il terzo ferito gravemente morì dissanguato poco dopo. Nessuno ritrovò mai il bottino. Ancora adesso si dice che esso si trova ben nascosto ai piedi di qualche conicella lungo la strada di Sellia.Racconto orale trascritto da Sellia racconta negli anni 70
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