martedì 27 agosto 2013

Il lento declino della Sila L'Enel vende i grandi bacini idrici, ora spariranno anche i laghi?

  Il colosso dell'energia A2A ha rilevato la proprietà dei bacini. Secondo la versione ufficiale si potenzierà la produzione idroelettrica ma è allarme per il turismo e le possibili conseguenze ambientali. 
 
Saranno svuotati i laghi della Sila. Nei prossimi mesi partiranno vaste opere di manutenzione e recupero, che riguarderanno le dighe e comprenderanno anche lo svuotamento totale dei bacini. Si inizierà dall'Arvo, a Lorica, e poi, tra un anno, si passerà alla manutenzione dell'Ampollino a Trepidò, nel comune di Cotronei. La società A2A che ha acquistato tutti i bacini calabresi, prima di proprietà di Enel, ha progetti ambiziosi su quello che chiama il settore calabrese. La finalità è quella di migliorare e potenziare la produzione di energia idroelettrica, essendo A2A proprietaria delle centrali idroelettriche alimentate attraverso queste grandi dighe. Fattori tecnici dunque alla base dello svuotamento dei laghi. Ma l'operazione in sè riveste anche altri aspetti, da quello puramente spettacolare, alle possibili ripercussioni ambientali.
Quando l'Arvo e l'Ampollino saranno svuotati non si troverà certo il mitico mostro di Lochness - nel 2005 nel lago ci fu un presunto avvistamento di un rettile acquatico simile ad un plesiosauro -  ma la scena avrà lo stesso del sensazionale, anche dal punto di vista semplicemente scenografico. Ma potrebbero, chissà, proseguire gli studi con cui la soprintendenza archeologica individuò un importante insediamento dell'antica età del bronzo (2000-1800 a.C.) proprio sulle rive del Lago Ampollino. I primi scavi avvennero nel 1994 con la direzione dall'archeologo Domenico Marino. L'Ampollino fu già svuotato una  ....

lunedì 26 agosto 2013

Maledetta 106! Da inizio del 2013 sono già 20 le vittime sulla statale. Ultimo di questa drammatica lista il 12° enne Matteo Battaglia a Sellia Marina; piccolo angelo volato in cielo troppo, troppo presto



Sono concentrate sulla proprietà del mezzo le indagini dei carabinieri della Compagnia di Sellia Marina per chiarire ogni aspetto dell'incidente avvenuto sabato quando un Suv ha travolto e ucciso un bambino di 12 anni, Matteo Battaglia. Non è chiaro, infatti, chi abbia dato il Suv a Andrei Valentin Epure, 26 anni, rumeno, che guidava con la patente sospesa da mesi per guida in stato di ebbrezza, da sabato sera sottoposto a fermo per omicidio colposo. Lunedì, intanto, potrebbe svolgersi l'autopsia sul corpo del bambino e i carabinieri dovrebbero venire in possesso dei test a cui è stato sottoposto il conducente del Suv per verificare le sue condizioni psico-fisiche mentre era alla guida. Secondo una prima ipotesi, comunque, è presumibile che il mezzo viaggiasse a velocità sostenuta. E' piantonato nell'ospedale di Catanzaro il 26enne rumeno che ieri ha travolto e ucciso il piccolo Matteo. Lì gli è stato notificato il provvedimento di fermo emesso dalla Procura per scongiurare il pericolo di fuga. Le indagini hanno evidenziato che l'uomo guidava senza patente perché sospesa in precedenza per guida in stato di ebbrezza, mentre l'autovettura era sprovvista di assicurazione.
 Era alla guida del Suv senza la patente il giovane rumeno di 26 anni che ha investito e ucciso il dodicenne Matteo Battaglia. All'uomo, secondo quanto accertato dai carabinieri, la patente era stata ritirata nei mesi scorsi per guida in stato d'ebbrezza. Non si conoscono ancora, intanto, i risultati degli esami a cui è stato sottoposto. I carabinieri stanno anche cercando di accertare la proprietà dell'auto che risulta essere in una fase di passaggio da una concessionaria all'acquirente.
Il fatto è avvenuto sabato a Sellia Marina: il 12enne, figlio di ...

sabato 24 agosto 2013

Durante i festeggiamenti della Madonna della Cona di Simeri Crichi ci sarà l'occasione di fare il punto sui recenti ritrovamenti archeologici duranti gli scavi per la metanizzazione



SCAVI ARCHEOLOGICI DI CRICHI: APPUNTAMENTO ALLA CONA
                   
Da più parti ricevo richieste d’informazione sui recenti scavi di Crichi e sulla struttura abitativa precedente all’età dei metalli, verosimilmente riconducibile alla civiltà dei capannicoli. Una decina d’anni fa ricordavo che nel 1871, al congresso internazionale di antropologia e archeologia di Bologna, il prof Giustiniano Nicolucci illustrava per la prima volta l’età della pietra in Calabria, attraverso 58 oggetti litici, levigati e scheggiati, provenienti da alcuni comuni del Catanzarese, come Maida, Crichi, Tiriolo e Sersale. La collezione più ricca resta quella del Museo provinciale di Catanzaro, con i suoi 400 oggetti, di cui 140 a superficie scabra. La compresenza di ambra e ossidiana nelle necropoli delle nostre colline, la persistenza di oggetti di bronzo e di ferro, la commistione di sepolture miste (a inumazione o protovillanoviane e a incinerazione) testimoniano la sovrapposizione di diverse civiltà e confermano che le popolazioni protostoriche autoctone calabresi avevano allacciato  intensi rapporti commerciali e culturali non solo con i popoli del Mediterraneo ma anche con quelli del Nord Europa, ancor prima del I millennio a C e della colonizzazione greca. Paolo Orsi raccomandava di eseguire scavi sistematici nei siti con sepolcreti indigeni. Nella necropoli di Donnomarco di Crichi, nel 1880, fu rinvenuta l’ambra del Baltico, che il prof Giuseppe Foderaro aveva inviato a Berlino per le analisi di laboratorio. Nel 1890 così veniva certificato: “si comporta come quella del Baltico, dimostrando che nel Neolitico i traffici commerciali col Nord Europa interessavano anche la Calabria”. Per tanto tempo il dato è rimasto sottovalutato dall’archeologia calabrese, forse perché gli sforzi degli studiosi erano tesi a valorizzare il legame privilegiato col mondo greco e preellenico.  Altro particolare interessante. La necropoli di Crichi conteneva anche 4 scarabei in pietra dura di ametista, con vivaci colori verdi e rossastri e con lettere d’iscrizione mai decifrate (pseudo geroglifici d’imitazione fenicia o cartaginese), che rimandano a un totem o a castoni d’anello a sigillo o anche a pezzi di collana.. Sono tuttora apprezzabili nel museo provinciale di Catanzaro. Per Domenico Topa (Civiltà preistoriche della Brettia) si tratterebbe di uno scarabeo egizio che porta il nome del grande faraone della XVIII dinastia Tutmosi III, che regnò verso il 1500 a C.
Gli scavi recenti e fortuiti ci convincono che è tempo di scoprire i rapporti intercorsi tra le popolazioni autoctone calabresi  gli ecisti dell’età leggendaria e dell’epopea magno greca. Il primo passo è capire se la struttura venuta alla luce in piazza Scalise di Crichi risalga al Paleolitico o al Neolitico e quale nesso esista con la necropoli di Donnomarco. Le 2 giovani archeologhe  saranno sicuramente supportate dalla Soprintendenza e io ho chiesto verbalmente all’assessore ...

giovedì 22 agosto 2013

Emergenza idrica a Simeri Crichi i consiglieri di minoranza chiedono con urgenza al sindaco un incontro con i rappresentanti della "SORICAL"

Riceviamo e pubblichiamo

con riferimento alla carenza idrica in corso nella zona di Simeri Crichi, nel constatare l'assenza di risposte del Sindaco Marcello Barberio alla richiesta di convocazione di un incontro con i rappresentanti SORICAL ed avendo ricevuto ulteriori segnalazioni da parte di cittadini a conferma della segnalata emergenza, abbiamo (ri)scritto al primo cittadino affinché si faccia parte diligente e, oltre ad indire l'incontro con la predetta società, verifichi la disponibilità di fondi regionali strutturali necessari ad adeguare e riefficientare le infrastrutture idriche urbane ed extra urbane, convocando inoltre i sindaci dei comuni presenti nel comprensorio medio-jonio.
Di seguito il testo della interrogazione/mozione

Gli scriventi consiglieri comunali con la presente interrogazione/mozione Le significano che, come già segnalatoLe a mezzo stampa, la carenza idrica, che sta interessando con picchi diversi il territorio di Simeri Crichi, presenta profili di eccezionalità tali da indurci a promuovere uno sforzo condiviso al fine di adottare soluzioni atte a scongiurare quello che ormai ha assunto i connotati di un fenomeno stagionale il cui ripetersi è oramai patente e costante.
Gli scriventi hanno visitato di persona diverse abitazioni ivi constatando i disagi sopportati dai cittadini per via della penuria delle acque. Apparirebbe ridondante evidenziarLe che tra i residenti che lamentano il problema in argomento numerosi sono anziani e bambini e che pertanto abbisognano di un ciclo idrico assolutamente normale.
Atteso inoltre che la discontinuità del flusso delle acque, ormai è evidente, dipende dal mancato adeguamento delle condotte e delle infrastrutture al sempre crescente fabbisogno idrico, generato dall’aumento del numero di abitazioni nel territorio di Simeri Crichi, risulta imperativo promuovere un’azione tesa all’adeguamento, riefficientamento e ottimizzazione delle infrastrutture idriche urbane ed extra urbane.
Fatto salvo quanto sopra premesso gli scriventi Le
CHIEDONO..........

martedì 20 agosto 2013

Sottoscritto in un unico documento dalle varie associazioni ambientalistiche le osservazioni sul "QTRP" Quadro Territoriale Paesaggistico Regionale. Presente anche il comitato No centrale biomasse di Sorbo San Basile

Dal Pollino allo Stretto di Messina, attraversando tutta la Calabria, in un unico documento condiviso, sottoscritto e promosso dalle più importanti associazioni (non solo ambientaliste!) della regione, sono racchiuse le OSSERVAZIONI sul QTRP (Quadro Territoriale Paesaggistico Regionale) riguardo temi ambientali, energetici e un NO corale al riesumato progetto del Ponte sullo Stretto.
A fianco al WWF, Italia Nostra, Legambiente, ARCI, Coordinamento Calabrese per l’Acqua Pubblica Bruno Arcuri, Rete NO-PONTE, Comitato No Centrale di Sorbo San Basile, Casa della Legalità di Lamezia Terme, promuovono le medesime osservazioni anche il PdCI (Partito dei Comunisti Italiani) Segreteria Regionale Calabria e l’USB Unione Sindacale di Base- 
 Federazione Calabria .
Nell’articolato documento 5 sono le osservazioni poste all’attenzione del Dipartimento Urbanistica della Regione Calabria e del Consiglio Regionale. Nello specifico si chiede:
1) Che venga mantenuta la posizione espressa nelle Linee Guida alla LUR (Legge Urbanistica Regionale), parte 1, cap. 2, par. 2.2.1 Area di Gioia Tauro e dello Stretto, dove di fatto viene bocciata ogni ipotesi di sviluppo sostenibile basato sul disastro ambientale legato al Ponte sullo Stretto;
2) Che venga scongiurata ogni ipotesi di produzione energetica che incida negativamente sul sistema ambiente;
3) Che si introduca espresso divieto di prelievo di biomassa dalle aree protette;
4) Che vengano forniti criteri per la localizzazione delle aree e dei siti non idonei all’installazione di impianti di produzione a fonte eolica e solare fotovoltaica;
5) Che vengano inserite nel QTRP le tutele della L.R. 23/90, con particolare riguardo a quella dei territori costieri.
Sulla questione energetica il Forum Ambientalista Calabria, Medici per l’Ambiente ISDE-Italia, Il Riccio, Pensieri Liberi Pollino, il Forum “Stefano Gioia, sottoscrivendo per intero i 5 punti, hanno inteso incrementare il punto 3) con esplicito divieto anche alla produzione energetica da combustione di rifiuti nonché ad attività di deposito, smaltimento e lavorazione di rifiuti. Pongono anche l’accento sulla vertenza relativa alla Centrale Enel della Valle del Mercure, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, che l’ENEL vuole riaprire, dopo una chiusura di oltre15 anni, convertendola a biomasse e facendola diventare una fra le più grandi d’Europa.
Nel documento comune un altro accento viene posto sulla centrale a biomasse di Sorbo San Basile, questa invece nel cuore della Sila ed a ridosso dell’altro Parco nazionale, progetto bocciato dagli esperti dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), per via delle ricadute disastrose sull’ambiente.
A breve, in una ....