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giovedì 8 novembre 2012

Simeri Crichi; durante l'ultima riunione del circolo cittadino del PD tra i vari punti si è discusso del spopolamento del paese valutando idonee iniziative per arginare l'allarmante fenomeno




Il suggestivo sito "Valli Cupe" diventerà presto un parco naturale regionale grazie a un apposita proposta di legge nata per preservare il variegato paesaggio che da Sersale arriva sino a Sellia Marina


Detto fatto per le “Valli Cupe”, ossia per quell’insieme di paesaggi eterogenei ed abitati da diverse specie di animali e vegetali della Presila catanzarese. Si è infatti giunti, dopo un mese dall’apertura del “tavolo tecnico” a Sersale promosso dal presidente della Commissione “Ambiente” del Consiglio regionale Alfonso Datolo  ed al quale ha partecipato una variegata rappresentanza di attori sociali e culturali, alla stesura di 14 articoli che compongono la proposta di legge regionale denominata “Istituzione del Parco naturale regionale delle Valli Cupe”. La proposta di legge  è stata  presentata ieri  nella Commissione consiliare competente e sarà trasferita al Dipartimento “Ambiente” della Regione per il previsto esame da parte del Comitato tecnico scientifico istituito proprio ieri dalla Giunta regionale. 
Obiettivo: trasformare le “Valli Cupe” in area naturale protetta e valorizzarne il potenziale turistico. Ha sostenuto il presidente della IV Commissione Alfonso Dattolo: “La Regione Calabria garantisce la conservazione e la valorizzazione del suo patrimonio naturale, rappresentato da formazioni fisiche, biologiche, geologiche e geomorfologiche, in un’ottica di gestione sostenibile delle risorse ambientali, di rispetto delle condizioni di equilibrio naturale e di conservazione del patrimonio genetico di tutte le specie vegetali e animali. Tali finalità sono perseguite, tra l’altro, attraverso l’istituzione di aree protette. In questo disegno organico rientrano perfettamente le Valli Cupe, un’area che identifica tre ambiti territoriali distinti geograficamente, ma tutti caratterizzati dalla presenza di comuni elementi naturalistici di grande valenza ecologica e paesaggistica, certamente tra i più rilevanti dell’intera regione calabrese”
L’area protetta si articolerebbe, pertanto, in un sistema costituito da tre corpi tra loro distinti, ma tutti gravitanti intorno al centro urbano di Sersale, ubicato in posizione baricentrica rispetto ai siti di seguito descritti: a) tratto del fosso Valli Cupe, con il Canyon Valli Cupe e l’acrocoro di monte Raga;  b)tratto del torrente Campanaro, con la Cascata Campanaro, la Cascata dell’Inferno, ecc.; c)tratto del fiume Crocchio, con le Gole e cascate del Crocchio, monolite di Pietraggìallu e alberi monumentali di Cavallopoli.
Soddisfazione ed apprezzamento “per l’impegno profuso dalla Commissione consiliare e l’attenzione riservata dalla Regione verso questa meravigliosa area naturalistica”,  hanno espresso i sindaci di Sersale e di Zagarise, rispettivamente Torchia e Raimondi.  Ha spiegato il presidente della Comunità montana della Presila catanzarese  Carmine Lupia: “Il Canyon Valli Cupe è una rara formazione geologica profondamente incassata in un substrato costituito da conglomerato poligenico – di straordinario effetto scenografico – originatasi a seguito della lenta azione di scavo esercitata dal torrente omonimo, che nasce a circa 700 m di altitudine alle pendici meridionali del Monte Crozze, con sulla vetta la splendida Chiesa votiva eretta sul finire degli anni Venti del secolo scorso e il cui versante settentrionale si sviluppa proprio dirimpetto il centro storico di Sersale. Fin dalla prima parte del suo corso il torrente Valli Cupe scorre in una profonda forra che assume  la caratteristica profonda incisione nota come Canyon delle Valli Cupe e, dopo un percorso di circa 15 km, si tuffa nelle acque del mar Jonio all’altezza di Sellia Marina.

mercoledì 7 novembre 2012

Crisi profonda delle Ferrovie della Calabria pulman fermi per mancanza di gasolio mentre molti studenti arrivano nel capoluogo in autostop

Quattro articoli di giornali locali che descrivono gli enormi disagi che i vari utenti del nostro comprensorio stanno subendo in questi giorni per causa delle Ferrovie della Calabria
a seguire altri due articoli sulla grave crisi che sta attraversando la Ferrovia della Calabria

La Corte Costituzionale ha rinviato l'udienza sui ricorsi presentati da 8 regioni sul decreto Salva Italia che taglia molte provincie tra le quali quella di Vibo e di Crotone

     
 

La Consulta non si è espressa sul ricorso
 presentato da otto regioni contro il decreto Salva Italia
La Corte Costituzionale ha rinviato a nuovo ruolo l’udienza sui ricorsi presentati dalle Regioni contro il decreto Salva Italia che all’articolo 23 ha di fatto “svuotato” le competenze delle Province e ne ha modificato il sistema elettorale. Secondo quanto si apprende, il presidente della Consulta ha ritenuto di non entrare ancora nel merito di una materia che sta cambiando di nuovo, poiché è in corso di pubblicazione il decreto di riordino, approvato dal Cdm il 31 ottobre. Verrà pertanto fissata una nuova data per esaminare i ricorsi di Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Campania, Molise e Sardegna, più quello della Valle d’Aosta sullo stesso articolo del decreto. “È successo quello che temevamo: la Corte Costituzionale non si è assunta la responsabilità di decidere sul ricorso di ben 8 Regioni italiane che contestavano la legittimità costituzionale del decreto Salva Italia sulle disposizioni legate al destino delle Province. Certamente non è stata casuale la mancata pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del nuovo decreto legge sul riordino delle Province, approvato ormai da 5 giorni, fermo nelle stanze del Governo e firmato dal capo dello Stato solo pochi minuti fa”.
 Lo afferma il vicepresidente vicario dell’Unione Province italiane (Upi), Antonio Saitta. “Sono comprensibili - aggiunge Saitta - le difficoltà dei giudici a prendere una decisione in una situazione di caos istituzionale e di modifiche legislative che si rincorrono, spesso in maniera contraddittoria. Il governo è responsabile di un caos legislativo intorno alla riforma delle Province, che ha attuato in meno di un anno attraverso ben tre decreti legge”. Secondo il vicepresidente dell’Upi “questo continuo ricorso alla decretazione d’urgenza sta di fatto svuotando i principi costituzionali e lo stesso principio di....