sabato 31 agosto 2013
venerdì 30 agosto 2013
Lodevole iniziativa dell'amministrazione comunale di Magisano che pubblica il libro "Antonio Greco nel Risorgimento Italiano" illustre personaggio nato nella frazione di Vincolise
L’Amministrazione comunale di Magisano ha deciso di pubblicare il volume di Cesare Mulè dal titolo "Antonio Greco nel Risorgimento Italiano"
Interno della casa museo di Antonio Greco a Vincolise CZ |
mercoledì 28 agosto 2013
In migliaia per l'ultimo saluto al piccolo angelo Matteo travolto e ucciso sabato a Sellia Marina da un suv
Alcune migliaia di persone hanno partecipato a Sellia Marina al funerale di Matteo, il bambino di dodici anni travolto ed ucciso da un suv guidato da un ragazzo romeno di 26 anni. La bara bianca, avvolta da fiori, è stata portata in spalle nella piazza centrale del paese dove è stato celebrato il rito funebre. Numerosi sacerdoti hanno celebrato la messa mentre l’arcivescovo, mons. Vincenzo Vertolone, ha inviato un messaggio. Alla cerimonia c’erano anche gli alunni della scuola media ed in particolare i compagni di classe di Matteo che stringevano tra le mani un fiore bianco. Decine gli striscioni ed i manifesti con la scritta “Ciao Matteo”. L’intero paese ha osservato il lutto cittadino proclamato dal sindaco. Nel corso dell’omelia, il parroco, don Giuseppe, ha invitato tutti al silenzio per “meditare sul mistero della morte, su ciò che è avvenuto sabato mattina. E pregare per Matteo che è in Paradiso. Sarà il nostro angelo custode”. Poi ha lanciato un appello perché “Matteo sia l’ultima vittima della maledetta strada statale 106”. È un messaggio di coraggio quello di mons. Bertolone il quale ha ricordato che “ci sono momenti in cui si deve prediligere il silenzio per ascoltare la voce dell’anima, che si leva ad implorare la misericordia del cielo sulla terra. Penso con intima, umana compartecipazione alla sofferenza indicibile vissuta in queste ore dai familiari, dagli amici e dalla comunità di Sellia”. il parroco don Giuseppe Cosentino nel corso dell'omelia rivolgendosi alle istituzioni di ogni livello: "Da sei anni che siamo parroci in questo paese - ha detto - abbiamo istituito una messa per i giovani vittime della strada statale 106. Vi esortiamo, tutti, perché Matteo possa essere l'ultimo". Un grido di dolore perché possano essere adottati interventi concreti di messa in sicurezza. Quindi, da parte del parroco, un appello anche alla comunità: "Non doveva succedere, ma è successo.
Ed allora cosa bisogna fare ora? La prima risposta è ...
martedì 27 agosto 2013
Il lento declino della Sila L'Enel vende i grandi bacini idrici, ora spariranno anche i laghi?
Il colosso dell'energia A2A ha rilevato la proprietà dei bacini.
Secondo la versione ufficiale si potenzierà la produzione idroelettrica
ma è allarme per il turismo e le possibili conseguenze ambientali.
Saranno svuotati i laghi della Sila. Nei prossimi mesi partiranno vaste opere di manutenzione e recupero, che riguarderanno le dighe e comprenderanno anche lo svuotamento totale dei bacini. Si inizierà dall'Arvo, a Lorica, e poi, tra un anno, si passerà alla manutenzione dell'Ampollino a Trepidò, nel comune di Cotronei. La società A2A che ha acquistato tutti i bacini calabresi, prima di proprietà di Enel, ha progetti ambiziosi su quello che chiama il settore calabrese. La finalità è quella di migliorare e potenziare la produzione di energia idroelettrica, essendo A2A proprietaria delle centrali idroelettriche alimentate attraverso queste grandi dighe. Fattori tecnici dunque alla base dello svuotamento dei laghi. Ma l'operazione in sè riveste anche altri aspetti, da quello puramente spettacolare, alle possibili ripercussioni ambientali.
Quando l'Arvo e l'Ampollino saranno svuotati non si troverà certo il mitico mostro di Lochness - nel 2005 nel lago ci fu un presunto avvistamento di un rettile acquatico simile ad un plesiosauro - ma la scena avrà lo stesso del sensazionale, anche dal punto di vista semplicemente scenografico. Ma potrebbero, chissà, proseguire gli studi con cui la soprintendenza archeologica individuò un importante insediamento dell'antica età del bronzo (2000-1800 a.C.) proprio sulle rive del Lago Ampollino. I primi scavi avvennero nel 1994 con la direzione dall'archeologo Domenico Marino. L'Ampollino fu già svuotato una ....
Saranno svuotati i laghi della Sila. Nei prossimi mesi partiranno vaste opere di manutenzione e recupero, che riguarderanno le dighe e comprenderanno anche lo svuotamento totale dei bacini. Si inizierà dall'Arvo, a Lorica, e poi, tra un anno, si passerà alla manutenzione dell'Ampollino a Trepidò, nel comune di Cotronei. La società A2A che ha acquistato tutti i bacini calabresi, prima di proprietà di Enel, ha progetti ambiziosi su quello che chiama il settore calabrese. La finalità è quella di migliorare e potenziare la produzione di energia idroelettrica, essendo A2A proprietaria delle centrali idroelettriche alimentate attraverso queste grandi dighe. Fattori tecnici dunque alla base dello svuotamento dei laghi. Ma l'operazione in sè riveste anche altri aspetti, da quello puramente spettacolare, alle possibili ripercussioni ambientali.
Quando l'Arvo e l'Ampollino saranno svuotati non si troverà certo il mitico mostro di Lochness - nel 2005 nel lago ci fu un presunto avvistamento di un rettile acquatico simile ad un plesiosauro - ma la scena avrà lo stesso del sensazionale, anche dal punto di vista semplicemente scenografico. Ma potrebbero, chissà, proseguire gli studi con cui la soprintendenza archeologica individuò un importante insediamento dell'antica età del bronzo (2000-1800 a.C.) proprio sulle rive del Lago Ampollino. I primi scavi avvennero nel 1994 con la direzione dall'archeologo Domenico Marino. L'Ampollino fu già svuotato una ....
lunedì 26 agosto 2013
Maledetta 106! Da inizio del 2013 sono già 20 le vittime sulla statale. Ultimo di questa drammatica lista il 12° enne Matteo Battaglia a Sellia Marina; piccolo angelo volato in cielo troppo, troppo presto
Sono concentrate sulla proprietà del mezzo le indagini dei carabinieri della Compagnia di Sellia Marina per chiarire ogni aspetto dell'incidente avvenuto sabato quando un Suv ha travolto e ucciso un bambino di 12 anni, Matteo Battaglia. Non è chiaro, infatti, chi abbia dato il Suv a Andrei Valentin Epure, 26 anni, rumeno, che guidava con la patente sospesa da mesi per guida in stato di ebbrezza, da sabato sera sottoposto a fermo per omicidio colposo. Lunedì, intanto, potrebbe svolgersi l'autopsia sul corpo del bambino e i carabinieri dovrebbero venire in possesso dei test a cui è stato sottoposto il conducente del Suv per verificare le sue condizioni psico-fisiche mentre era alla guida. Secondo una prima ipotesi, comunque, è presumibile che il mezzo viaggiasse a velocità sostenuta. E' piantonato nell'ospedale di Catanzaro il 26enne rumeno che ieri ha travolto e ucciso il piccolo Matteo. Lì gli è stato notificato il provvedimento di fermo emesso dalla Procura per scongiurare il pericolo di fuga. Le indagini hanno evidenziato che l'uomo guidava senza patente perché sospesa in precedenza per guida in stato di ebbrezza, mentre l'autovettura era sprovvista di assicurazione.
Era alla guida del Suv senza la patente il giovane rumeno di 26 anni che ha investito e ucciso il dodicenne Matteo Battaglia. All'uomo, secondo quanto accertato dai carabinieri, la patente era stata ritirata nei mesi scorsi per guida in stato d'ebbrezza. Non si conoscono ancora, intanto, i risultati degli esami a cui è stato sottoposto. I carabinieri stanno anche cercando di accertare la proprietà dell'auto che risulta essere in una fase di passaggio da una concessionaria all'acquirente.
Il fatto è avvenuto sabato a Sellia Marina: il 12enne, figlio di ...
sabato 24 agosto 2013
Durante i festeggiamenti della Madonna della Cona di Simeri Crichi ci sarà l'occasione di fare il punto sui recenti ritrovamenti archeologici duranti gli scavi per la metanizzazione
SCAVI ARCHEOLOGICI DI CRICHI: APPUNTAMENTO ALLA CONA
Da più parti ricevo richieste d’informazione sui recenti
scavi di Crichi e sulla struttura abitativa precedente all’età dei metalli, verosimilmente
riconducibile alla civiltà dei capannicoli. Una decina d’anni fa ricordavo che
nel 1871, al congresso internazionale di antropologia e archeologia di Bologna,
il prof Giustiniano Nicolucci illustrava per la prima volta l’età della pietra
in Calabria, attraverso 58 oggetti litici, levigati e scheggiati, provenienti
da alcuni comuni del Catanzarese, come Maida, Crichi, Tiriolo e Sersale. La
collezione più ricca resta quella del Museo provinciale di Catanzaro, con i
suoi 400 oggetti, di cui 140 a
superficie scabra. La compresenza di ambra e ossidiana nelle necropoli delle
nostre colline, la persistenza di oggetti di bronzo e di ferro, la commistione di
sepolture miste (a inumazione o protovillanoviane e a incinerazione)
testimoniano la sovrapposizione di diverse civiltà e confermano che le
popolazioni protostoriche autoctone calabresi avevano allacciato intensi rapporti commerciali e culturali non
solo con i popoli del Mediterraneo ma anche con quelli del Nord Europa, ancor
prima del I millennio a C e della colonizzazione greca. Paolo Orsi raccomandava
di eseguire scavi sistematici nei siti con sepolcreti indigeni. Nella necropoli
di Donnomarco di Crichi, nel 1880, fu rinvenuta l’ambra del Baltico, che il
prof Giuseppe Foderaro aveva inviato a Berlino per le analisi di laboratorio.
Nel 1890 così veniva certificato: “si comporta come quella del Baltico,
dimostrando che nel Neolitico i traffici commerciali col Nord Europa
interessavano anche la
Calabria”. Per tanto tempo il dato è rimasto sottovalutato
dall’archeologia calabrese, forse perché gli sforzi degli studiosi erano tesi a
valorizzare il legame privilegiato col mondo greco e preellenico. Altro particolare interessante. La necropoli
di Crichi conteneva anche 4 scarabei in pietra dura di ametista, con vivaci
colori verdi e rossastri e con lettere d’iscrizione mai decifrate (pseudo
geroglifici d’imitazione fenicia o cartaginese), che rimandano a un totem o a
castoni d’anello a sigillo o anche a pezzi di collana.. Sono tuttora apprezzabili
nel museo provinciale di Catanzaro. Per Domenico Topa (Civiltà preistoriche
della Brettia) si tratterebbe di uno scarabeo egizio che porta il nome del
grande faraone della XVIII dinastia Tutmosi III, che regnò verso il 1500 a C.
Gli scavi recenti e fortuiti ci convincono che è tempo di
scoprire i rapporti intercorsi tra le popolazioni autoctone calabresi gli ecisti dell’età leggendaria e dell’epopea
magno greca. Il primo passo è capire se la struttura venuta alla luce in piazza
Scalise di Crichi risalga al Paleolitico o al Neolitico e quale nesso esista
con la necropoli di Donnomarco. Le 2 giovani archeologhe saranno sicuramente supportate dalla
Soprintendenza e io ho chiesto verbalmente all’assessore ...
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