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sabato 31 agosto 2013

Accorato appello alla chiesa affinchè si mobiliti con determinazione a fronte delle stragi che si consumano ogni anno sulla 106 la statale delle morte


  "La vita si salva anche cosi"Appello ai vescovi  delle diocesi attraversate dalla SS 106 per la messa in sicurezza della strada.

 

Un accorato appello perché a fronte delle stragi che si consumano ogni anno sulla Statale 106, tra cui quelle dei piccoli Matteo a Sellia Marina e di Leonardo a Villapiana, la Chiesa si mobiliti con determinazione è stato rivolto in una lettera aperta da Fabio Pugliese, scrittore e autore di un libro-inchiesta sulla statale della morte ai vescovi delle diocesi attraversate dall’arteria jonica, ovvero a mons. Nunzio Galantino di Cassano allo Jonio, Santo Marcianò di Rossano – Cariati, Domenico Graziani di Crotone - Santa Serverina, Vincenzo Bertolone di Catanzaro –Squillace e Giuseppe Fiorini Morosini di Locri e di Reggio Calabria – Bova. Pugliese partendo da alcune riflessione di Papa Francesco nell’omelia nel 2005 in occasione della festa di San Raimondo Nonnato a Buenos Aires ‘La cultura della morte non è interessata alla vita, ma all'egoismi’ chiede ai presuli un coinvolgimento diretto dei cattolici e della chiesa nella difesa della vita anche da una strada che dal 2001 al 2010 ha registrato 283 vittime, nel 2011 ne ha provocate 28 e nel corrente anno, ad oggi, già se ne contano ben 20. Credo sia giunto il momento che l’impegno cattolico in favore di un ammodernamento della strada Statale 106 Ionica calabrese torni ad essere centrale nella vita di ogni cattolico, di ogni donna e di ogni uomo di Chiesa in Calabria. È importante che ciò accada: tra la gente, nelle strade e, soprattutto, nelle chiese. Non possiamo ...

venerdì 30 agosto 2013

Lodevole iniziativa dell'amministrazione comunale di Magisano che pubblica il libro "Antonio Greco nel Risorgimento Italiano" illustre personaggio nato nella frazione di Vincolise

 L’Amministrazione comunale di Magisano  ha deciso di pubblicare il volume di Cesare Mulè dal titolo "Antonio Greco nel Risorgimento Italiano"
Interno della casa museo di Antonio Greco a Vincolise CZ
In tempo di crisi il primo pensiero per una amministrazione comunale è di sollevare la popolazione dal punto di vista sociale ed economico, risulta pertanto difficile prendere decisioni indirizzate verso la stampa e promozione di un libro. Ma è proprio in questi momenti che bisogna guardare oltre e gettare un’ancora di speranza per il futuro, contribuendo alla crescita culturale, specie quella del territorio. È con questo presupposto che l’amministrazione comunale di Magisano, guidata con una elezione plebiscitaria, da Antonio Lostumbo, ha deciso di pubblicare con le Edizioni Ursini di Catanzaro, in elegante veste grafica, il volume “Antonio Greco nel Risorgimento Italiano”, di Cesare Mulè; libro che certamente riconduce in un alveo più veritiero la storia di questo illustre personaggio risorgimentale nato a Vincolise, frazione di Magisano. Patriota e combattente, Greco, dal 1848 si schierò con Garibaldi contro il regime borbonico. Patì il carcere e visse esule in Francia e in Piemonte. Nel 1860 fu eletto prodittatore, consigliere provinciale e operoso deputato della prima Assemblea Nazionale in rappresentanza di Catanzaro e poi di Miner­vino Murge. Onestissimo, fu sempre coerente con se stesso, con la denuncia sociale e la libertà. “L’opera del prof. Mulè, - scrive il sindaco - conduce il lettore in una escursione storica del pe­riodo risorgimentale cala­brese che abbiamo ritenu­to d’incoraggiare, per far conoscere specialmente ai giovani, come in momenti difficili, personaggi come il nostro Greco, sacrifica­rono, per un grande ideale, quello che c’è di più caro in un uomo: la Libertà. Per assicurarla alle future ge­nerazioni. Altri si sono occupati di Greco, con risultati pure encomiabili, contribuendo alla valorizzazione del personaggio, ma nessuno lo ha inserito in un più completo quadro storico calabrese e nazionale. “Le notizie che l’autore ora ci propone – continua Antonio Lostumbo – sono davvero entusiasmanti e ci esaltano, ma anche ci rattristano nel pensare che un uomo straordinario, come Greco, non abbia avuto onori da parte della città capoluogo di regione, città che lui solo difese dagli attacchi del generale Francesco Stocco, convinto assertore dello spostamento di tutti gli uffici burocratici nella vicina Nicastro. Eppure Stocco ci guarda dall’alto del suo piedistallo di una piazzetta di Catanzaro e il nostro Greco rimane al buio di un paesino di montagna. Lo stesso busto (ed è questa una grande novità storica, ndr) sito nella Villa Margherita di Catanzaro, non corrisponde al nostro Greco. Tentiamo, quindi, di farlo ora noi, piccola comunità presilana, con questo ...

mercoledì 28 agosto 2013

In migliaia per l'ultimo saluto al piccolo angelo Matteo travolto e ucciso sabato a Sellia Marina da un suv

 
Alcune migliaia di persone hanno partecipato a Sellia Marina al funerale di Matteo, il bambino di dodici anni travolto ed ucciso da un suv guidato da un ragazzo romeno di 26 anni. La bara bianca, avvolta da fiori, è stata portata in spalle nella piazza centrale del paese dove è stato celebrato il rito funebre. Numerosi sacerdoti hanno celebrato la messa mentre l’arcivescovo, mons. Vincenzo Vertolone, ha inviato un messaggio. Alla cerimonia c’erano anche gli alunni della scuola media ed in particolare i compagni di classe di Matteo che stringevano tra le mani un fiore bianco. Decine gli striscioni ed i manifesti con la scritta “Ciao Matteo”. L’intero paese ha osservato il lutto cittadino proclamato dal sindaco. Nel corso dell’omelia, il parroco, don Giuseppe, ha invitato tutti al silenzio per “meditare sul mistero della morte, su ciò che è avvenuto sabato mattina. E pregare per Matteo che è in Paradiso. Sarà il nostro angelo custode”. Poi ha lanciato un appello perché “Matteo sia l’ultima vittima della maledetta strada statale 106”. È un messaggio di coraggio quello di mons. Bertolone il quale ha ricordato che “ci sono momenti in cui si deve prediligere il silenzio per ascoltare la voce dell’anima, che si leva ad implorare la misericordia del cielo sulla terra. Penso con intima, umana compartecipazione alla sofferenza indicibile vissuta in queste ore dai familiari, dagli amici e dalla comunità di Sellia”. il parroco don Giuseppe Cosentino nel corso dell'omelia rivolgendosi alle istituzioni di ogni livello: "Da sei anni che siamo parroci in questo paese - ha detto - abbiamo istituito una messa per i giovani vittime della strada statale 106. Vi esortiamo, tutti, perché Matteo possa essere l'ultimo". Un grido di dolore perché possano essere adottati interventi concreti di messa in sicurezza. Quindi, da parte del parroco, un appello anche alla comunità: "Non doveva succedere, ma è successo.
 Ed allora cosa bisogna fare ora? La prima risposta è ...

martedì 27 agosto 2013

Il lento declino della Sila L'Enel vende i grandi bacini idrici, ora spariranno anche i laghi?

  Il colosso dell'energia A2A ha rilevato la proprietà dei bacini. Secondo la versione ufficiale si potenzierà la produzione idroelettrica ma è allarme per il turismo e le possibili conseguenze ambientali. 
 
Saranno svuotati i laghi della Sila. Nei prossimi mesi partiranno vaste opere di manutenzione e recupero, che riguarderanno le dighe e comprenderanno anche lo svuotamento totale dei bacini. Si inizierà dall'Arvo, a Lorica, e poi, tra un anno, si passerà alla manutenzione dell'Ampollino a Trepidò, nel comune di Cotronei. La società A2A che ha acquistato tutti i bacini calabresi, prima di proprietà di Enel, ha progetti ambiziosi su quello che chiama il settore calabrese. La finalità è quella di migliorare e potenziare la produzione di energia idroelettrica, essendo A2A proprietaria delle centrali idroelettriche alimentate attraverso queste grandi dighe. Fattori tecnici dunque alla base dello svuotamento dei laghi. Ma l'operazione in sè riveste anche altri aspetti, da quello puramente spettacolare, alle possibili ripercussioni ambientali.
Quando l'Arvo e l'Ampollino saranno svuotati non si troverà certo il mitico mostro di Lochness - nel 2005 nel lago ci fu un presunto avvistamento di un rettile acquatico simile ad un plesiosauro -  ma la scena avrà lo stesso del sensazionale, anche dal punto di vista semplicemente scenografico. Ma potrebbero, chissà, proseguire gli studi con cui la soprintendenza archeologica individuò un importante insediamento dell'antica età del bronzo (2000-1800 a.C.) proprio sulle rive del Lago Ampollino. I primi scavi avvennero nel 1994 con la direzione dall'archeologo Domenico Marino. L'Ampollino fu già svuotato una  ....

lunedì 26 agosto 2013

Maledetta 106! Da inizio del 2013 sono già 20 le vittime sulla statale. Ultimo di questa drammatica lista il 12° enne Matteo Battaglia a Sellia Marina; piccolo angelo volato in cielo troppo, troppo presto



Sono concentrate sulla proprietà del mezzo le indagini dei carabinieri della Compagnia di Sellia Marina per chiarire ogni aspetto dell'incidente avvenuto sabato quando un Suv ha travolto e ucciso un bambino di 12 anni, Matteo Battaglia. Non è chiaro, infatti, chi abbia dato il Suv a Andrei Valentin Epure, 26 anni, rumeno, che guidava con la patente sospesa da mesi per guida in stato di ebbrezza, da sabato sera sottoposto a fermo per omicidio colposo. Lunedì, intanto, potrebbe svolgersi l'autopsia sul corpo del bambino e i carabinieri dovrebbero venire in possesso dei test a cui è stato sottoposto il conducente del Suv per verificare le sue condizioni psico-fisiche mentre era alla guida. Secondo una prima ipotesi, comunque, è presumibile che il mezzo viaggiasse a velocità sostenuta. E' piantonato nell'ospedale di Catanzaro il 26enne rumeno che ieri ha travolto e ucciso il piccolo Matteo. Lì gli è stato notificato il provvedimento di fermo emesso dalla Procura per scongiurare il pericolo di fuga. Le indagini hanno evidenziato che l'uomo guidava senza patente perché sospesa in precedenza per guida in stato di ebbrezza, mentre l'autovettura era sprovvista di assicurazione.
 Era alla guida del Suv senza la patente il giovane rumeno di 26 anni che ha investito e ucciso il dodicenne Matteo Battaglia. All'uomo, secondo quanto accertato dai carabinieri, la patente era stata ritirata nei mesi scorsi per guida in stato d'ebbrezza. Non si conoscono ancora, intanto, i risultati degli esami a cui è stato sottoposto. I carabinieri stanno anche cercando di accertare la proprietà dell'auto che risulta essere in una fase di passaggio da una concessionaria all'acquirente.
Il fatto è avvenuto sabato a Sellia Marina: il 12enne, figlio di ...

sabato 24 agosto 2013

Durante i festeggiamenti della Madonna della Cona di Simeri Crichi ci sarà l'occasione di fare il punto sui recenti ritrovamenti archeologici duranti gli scavi per la metanizzazione



SCAVI ARCHEOLOGICI DI CRICHI: APPUNTAMENTO ALLA CONA
                   
Da più parti ricevo richieste d’informazione sui recenti scavi di Crichi e sulla struttura abitativa precedente all’età dei metalli, verosimilmente riconducibile alla civiltà dei capannicoli. Una decina d’anni fa ricordavo che nel 1871, al congresso internazionale di antropologia e archeologia di Bologna, il prof Giustiniano Nicolucci illustrava per la prima volta l’età della pietra in Calabria, attraverso 58 oggetti litici, levigati e scheggiati, provenienti da alcuni comuni del Catanzarese, come Maida, Crichi, Tiriolo e Sersale. La collezione più ricca resta quella del Museo provinciale di Catanzaro, con i suoi 400 oggetti, di cui 140 a superficie scabra. La compresenza di ambra e ossidiana nelle necropoli delle nostre colline, la persistenza di oggetti di bronzo e di ferro, la commistione di sepolture miste (a inumazione o protovillanoviane e a incinerazione) testimoniano la sovrapposizione di diverse civiltà e confermano che le popolazioni protostoriche autoctone calabresi avevano allacciato  intensi rapporti commerciali e culturali non solo con i popoli del Mediterraneo ma anche con quelli del Nord Europa, ancor prima del I millennio a C e della colonizzazione greca. Paolo Orsi raccomandava di eseguire scavi sistematici nei siti con sepolcreti indigeni. Nella necropoli di Donnomarco di Crichi, nel 1880, fu rinvenuta l’ambra del Baltico, che il prof Giuseppe Foderaro aveva inviato a Berlino per le analisi di laboratorio. Nel 1890 così veniva certificato: “si comporta come quella del Baltico, dimostrando che nel Neolitico i traffici commerciali col Nord Europa interessavano anche la Calabria”. Per tanto tempo il dato è rimasto sottovalutato dall’archeologia calabrese, forse perché gli sforzi degli studiosi erano tesi a valorizzare il legame privilegiato col mondo greco e preellenico.  Altro particolare interessante. La necropoli di Crichi conteneva anche 4 scarabei in pietra dura di ametista, con vivaci colori verdi e rossastri e con lettere d’iscrizione mai decifrate (pseudo geroglifici d’imitazione fenicia o cartaginese), che rimandano a un totem o a castoni d’anello a sigillo o anche a pezzi di collana.. Sono tuttora apprezzabili nel museo provinciale di Catanzaro. Per Domenico Topa (Civiltà preistoriche della Brettia) si tratterebbe di uno scarabeo egizio che porta il nome del grande faraone della XVIII dinastia Tutmosi III, che regnò verso il 1500 a C.
Gli scavi recenti e fortuiti ci convincono che è tempo di scoprire i rapporti intercorsi tra le popolazioni autoctone calabresi  gli ecisti dell’età leggendaria e dell’epopea magno greca. Il primo passo è capire se la struttura venuta alla luce in piazza Scalise di Crichi risalga al Paleolitico o al Neolitico e quale nesso esista con la necropoli di Donnomarco. Le 2 giovani archeologhe  saranno sicuramente supportate dalla Soprintendenza e io ho chiesto verbalmente all’assessore ...