lunedì 1 marzo 2010

LA FOTO DEL MESE : MARZO

LA FOTO DEL MESE MARZO
Per la foto del mese di Marzo abbiamo scelto una bellissima cartolina circolata negli anni 70-80.
Di cartoline illustrate dedicate a Sellia ne sono state fatte poche ,sicuramente questa è quella più presente,la più circolata nelle case durante quegli anni. Vediamola nel dettaglio analizzando le 4 foto di panorami sul nostro borgo. Nella prima in alto a sinistra spicca in primo piano l’imponete campanile della Chiesa di San Nicola.Ah! approposito del campanile ,vi ricordate il particolare orologio antico con meccanismo a pesi che era posizionato al suo interno? Esso era perfettamente funzionante sino agli anni 80 quando si decise di sostituirlo con uno moderno a corrente che non necessitava della ricarica e le campane avrebbero suonato agli orari stabiliti da sole ,sicuramente è più funzionale ma vuoi mettere il valore ,la bellezza, la particolarità di vedere in movimento il suo meccanismo a pesi .Dove si trova adesso? Quando fu smontato fu depositato all’interno della vecchia casa comunale. Ma oggi dove si trova? Nel secondo panorama vediamo uno scorcio delle palazzine,con il palazzo Fortino in costruzione l’unico durante quegli anni che non si capì e non si colse l’importanza di dare la possibilità ai privati di costruire nuove abitazioni,espropriando terreni da urbanizzare.All'epoca il paese contava più di mille abitanti,e a cavallo tra gli anni 70/80 ci furono parecchi matrimoni ma circa 80% andò ad abitare nei paesi vicini o Catanzaro, molti non per scelta ma perché a Sellia non c’erano nuove abitazioni comode e funzionali.
Nella terza foto va subito in risalto i tre alti lampioni a tre luci i quali ad inizio anni 80 causa un vento fortissimo che li piegò a suo piacimento furono sostituiti,il terribile vento causò molti altri danni. Questa era la zona dove in pochi metri c'erano molti negozi: la putica e Coppoletta,il negozio di Tumasina,l’alimentari di Don Peppi,u barru e Giginu ;era anche il punto d’incontro di Sellia dove si svolgevano le varie manifestazioni come spettacoli,comizi,eventi vari. Chi di voi sapeva che proprio in questa zona sino agli anni 30 c’era una bellissima fontana che veniva chiamata “u Giocu e l’acqua”? Magari ne riparleremo in un prossimo post. Il quarto panorama è un insieme tra il vecchio borgo e la zona nuova di Sellia,lì dove si sarebbe dovuto espandere il paese, ma purtroppo oltre a qualche temerario e coraggioso privato, in oltre trent’anni la zona nuova si è sviluppata ben poco,proprio perchè come ribadito prima quando si doveva fare di tutto per invogliare l’edilizia privata si fece ben poco,anzi niente.

sabato 27 febbraio 2010

QUESTI E' IL FIGLIO MIO , L'ELETTO; ASCOLTATELO

Domenica della trasfigurazione di Gesù (28 Febbraio 2010)

Carissimo/a,

Conoscere Cristo è la sola scienza e sapienza di cui l’uomo ha bisogno. In Cristo conosciuto con ogni intelligenza di Spirito Santo l’uomo conosce se stesso nella sua più pura e vera essenza, conosce Dio, il vero Dio che è il Padre di Gesù, conosce lo Spirito Santo, la Vergine Maria, il Cielo tutto, conosce i fratelli che per lui saranno sempre persone da amare, da attrarre nella verità di Cristo e nella sua santità, conosce le cose, il loro valore, la loro natura, il fine che esse hanno nella Provvidenza eterna del Padre.

Oggi Cristo aiuta i suoi discepoli a conoscerlo nella sua verità di morte e di risurrezione, di abbassamento e di elevazione, di annichilimento e di esaltazione. Li aiuta perché accolgano il suo mistero di morte vicaria nella quale è la salvezza del mondo. Li aiuta chiamando come suoi veri, autentici testimoni, la Legge e i Profeti, cioè tutta l’Antica Rivelazione del Padre.

Il cristiano è Cristo. Anche il cristiano deve essere testimone di se stesso. Anche lui è chiamato ad aiutare il mondo intero a credere nella sua verità, dalla quale è la salvezza, la redenzione, la giustificazione, l’elevazione, la santificazione, il ritorno dell’uomo nella sua giustizia perfetta.

Sta succedendo invece che non solo il cristiano non è più testimone della sua verità, non crede più neanche lui in essa. La disprezza, la rinnega, la confonde, la maltratta, la bistratta, la baratta, la commercializza, se la vende, la denigra, la proclama    uguale ad ogni altra verità che viene annunziata come la verità dell’uomo e della storia, di Dio e delle cose. Il cristiano ha perso l’identità di se stesso. È il buio per l’universo intero. È come se il sole si fosse spento per sempre, avesse smesso di emanare la sua luce che illumina, riscalda, fa vivere.

venerdì 26 febbraio 2010

VISITA PASTORALE DEL VESCOVO N.ORAZI A SELLIA NEL 1582 "SECONDA PARTE"

Resoconto del calendario delle visite nei centri più vicini a Catanzaro
del Vescovo Nicolò Orazi.                                                                     

  nella foto il vecchio duomo di Catanzaro•Con il mese di Settembre del 1582 inizia a visitare le varie parrocchie della città di Catanzaro ,subito dopo comincia la S. Visita nelle varie Chiese della diocesi. Il 23 Ottobre il presule aveva visitato diverse parrocchie minori come Settingiano, Arenoso ecc…. Il 15 novembre passa alla forania di Simeri (per forania si intendeva un raggruppamento di parrocchie limitrofe in una determinata zona ).Il 20 Novembre del 1582 passa alla forania di Cropani, il 6 dicembre viene accolto a Zagarise , subito dopo si reca a Sellia dove vi dimorerà per diversi giorni per ritornare a Catanzaro per la terza domenica di Avvento. Dopo le festività Natalizie riprende con le varie visite. L’11 Gennaio del 1583 si reca alla forania di S. Pietro ,la sera va dormire a Sellia ospite nel palazzo baronale:uno dei palazzi più grandi della provincia ,pieno di dipinti e decori. Era sviluppato in 2 piani fuori terra ed uno sotto dove c’erano i vari depositi ,dispensa,cucina ,stanze della servitù, insomma come la stesso Vescovo dirà era pieno di confort che si potevano trovare solo a Catanzaro. Il 14 Gennaio passa alla forania di Taverna iniziando dal primo paese che incontra sulla strada Albi. Il 26 Gennaio si trova nella forania di Gimigliano.
Ci fermiamo qui con le date delle visite nelle varie parrocchie le quali analizzeremo più dettagliatamente ,e ovviamente in modo particolare la visita a Sellia.
Fu davvero un intenso viaggio apostolico per le diverse parrocchie della pre-Sila le quali non avevano quasi mai ricevuto l’onore di essere visitate da un Vescovo. Orazi nutriva un forte desiderio di mettersi a contatto diretto con i fedeli, con l’intera comunità, un ansia pastorale spinta anche dalla riforma del concilio di Trento che auspicava,desiderava un contatto diretto da parte del clero con i fedeli di tutte le classi sociali raccogliendone i vari umori ,preghiere,suggerimenti,ma anche per mettere dei paletti alle varie funzioni alle varie finalità che il clero svolgeva nei piccoli centri che si allontanava sempre di più dalla missione evangelica.

martedì 23 febbraio 2010

IL MORZEDDHU (OPPURE...MORSEDDU,MURSEDDU,MORZELLO,MORSELLO).


Il morzeddhu (anche detto murseddu, morseddu, morsello o morzello), è un tipico piatto di trippa di Catanzaro. La leggenda vuole che sia stato inventato durante il periodo natalizio da una donna dalle mille risorse che, rimasta sola dopo aver perso il marito, e lavorando per tirare avanti la famiglia come addetta alla pulizia del cortile del macello, non avendo niente da mangiare per le feste, preparò una zuppa di "carne" utilizzando le frattaglie che altrimenti sarebbero state destinate alla discarica della Fiumarella. In realtà le origini del morzeddhu sono da ricercarsi nella zona compressorio Catanzarese o adirittura ad un'antica ricetta di origine ebraica, se non saracena, che aveva diuneddi (interiora di vitello) fra i suoi ingredienti principali. Il termine "morzeddhu", che deriva dal latino morsicellus (piccolo morso), si ritrova nella lingua francese (morsel, "bocconcino"), in quella spagnola (al muerzo, "pranzo") ed anche - senza andare troppo lontano - nel termine "ammorsellato" (che è un manicaretto di carne sminuzzata e uova sbattute). Tradizionalmente il morzeddhu si serve dentro la pitta, un tipico pane a forma di ciambella schiacciata con poca mollica, di circa quaranta centimetri di diametro, che si trova solo a Catanzaro. Il centro storico del capoluogo era pieno di morzeddhari che nelle loro caratteristiche putiche (osterie) alle dieci e mezzo di mattina cominciavano a vendere questa pietanza agli operai ed ai manovali,ed alle persone che si recavano in città dai vari paesi della provincia.I Selliesei quando prendevano il pullman per andare a Catanzaro per disbrigare varie faccende non si facevano mai mancare "nu bellu morzellu intra a pitta ccu nu biccheri e vinu russu". La pitta viene tagliata prima a metà in due mezzelune e quindi ciascuna parte viene aperta ed imbottita di trippa al sugo. "T'a dde sculara gargi gargi" come si dice nel dialetto locale, è quello che succede poi al primo morso, quando il sugo fuoriesce immancabilmente dal panino.

Ecco la preparazione del morzeddhu inviata tramite email da Caterina
Per la preparazione di questa specialità portare ad ebollizione abbondante acqua e scottarvi la trippa per qualche secondo - anche a piccole porzioni - raschiandola per rimuovere tutte le impurità. In acqua pulita, bollente, cuocere ancora la trippa per quindici/venti minuti e poi scolarla, lasciarla raffreddare e tagliarla a listerelle. Nel frattempo portare ad ebollizione la salsa di pomodoro leggermente allungata con acqua e olio, e salare quanto necessario. Appena il sugo comincia a sobbollire aggiungervi la trippa e lasciarla cuocere a fuoco lento almeno venti minuti controllando la cottura ed aggiungendo ogni tanto un po' d'acqua bollente. A metà cottura aggiungere i rametti di origano ed il peperoncino rosso, possibilmente di Soverato, quello che di solito spicca sui balconi delle abitazioni calabresi. Servire molto calda e nella pitta accompagnando con un bicchiere di vino rosso locale.

lunedì 22 febbraio 2010

COME CROLLO' META' PAESE NEL 1943?

Come crollò metà paese nel 1943 ? Sembrerebbe una domanda banale con una risposta altrettanto ovvia crollò per delle piogge torrenziali durate per quasi 2 settimane che causò l'alluvione .Ma per molti abitanti di Sellia che purtroppo vissero in prima persona quel bruttissimo periodo, la risposta non era così scontata certo,le continue piogge, hanno contribuito ma secondo il parere di molti, ci fu un altra causa forse più importante vediamo un po’ di che si tratta.
Andiamo più indietro nel tempo esattamente 10 anni prima quando durante il periodo fascista fu realizzato il nuovo acquedotto di Sellia proprio durante l’espansione coloniale fortemente voluta da Mussolini per dimostrare,al mondo intero, la potenza del suo esercito ma ci vollero molti soldi per finanziare queste spedizioni cosi ,molte opere importanti, furono sospese o peggio ultimate in malo modo come il caso dell’acquedotto di Sellia che, salendo dall’Arsanise, si imperniava ancora più su sino a costeggiare il castello e arrivare dove si trova attualmente per poi diramarsi per Crichi. L’opera fu ultimata malamente , in fretta senza i controlli necessari sulle varie guarnizioni di       congiunzione dei tubi i quali furono subito interrati proprio in prossimità del castello.

domenica 21 febbraio 2010

L'IMPORTANZA,IL FASCINO DI UNA FOTO "DI UNA BELLA FOTO "

Sono sempre rimasto affascinato dalle foto,dalle belle foto che racchiudono tanti particolari,tante sfaccettature rubate in un secondo.Quando circa due secoli fa fu inventata una delle prime macchine fotografiche, molte persone si rifiutavano di essere fotografati perchè la  ritenevano un oggetto satanico che rubava l'anima di chi veniva fotografato, invece una foto lo rende quasi immortale, dandogli vita,linfa ogni volta che uno la osserva. Mi piace tantissimo soffermarmi nei piccoli particolari di un paesaggio,cercare di riconoscere qualcuno,qualcosa,osservare i vestiti i lineamenti quando si tratta di un primo piano. Una foto la guardo, la riguardo per poi rivederla ancora, notando,scoprendo ogni volta qualche particolare che mi era sfuggito .Rimango positivamente stupito ogni qualvolta che ne osservo una sul forum di Sellia quando qualche forumista ne inserisce una soprattutto se si tratta di foto antiche su Sellia, vedendole e rivedendole tante, tantissime volte.Certo, qualcuno mi dirà :"sei di un'altra generazione, ora con piccollissime videocamere fai un filmato,ma vuoi mettere una foto? Una foto ben fatta!".In questi giorni avevo chiesto ad un carissimo amico,nonchè coetaneo di inviarmi tramite e-mail una foto da" cona du casu" da inserire sul blog nel post (dizionario dialettale lettera C ) lui amante della fotografia  e come "si u mmitu a frittuli "Dopo averla inserita mi sono soffermato a guardarla più attentamente vedendo e  scoprendo tanti,tantissimi particolari .
Osserviamola assieme. Dal lato destro c'e' il castello ormai ridotto a meno di un rudere,nessuno pensa di recuperarlo salvando il salvabile,e intanto anche l'ultimi resti cadono giù nell'indifferenza generale. Da dietro spunta una parte della Chiesa del Rosario e purtroppo un altro rudere questa volta di epoca moderna,ciò che rimane dell'asilo; proprio per fargli posto fu abbattuto il bellissimo monastero rimasto indenne a terremoti e cataclismi vari , del quale ne abbiamo parlato in modo approfondito qui . Subito dopo il rione "cona du casu" che porta questo nome per il gioco che facevano i nostri nonni con le forme di casu tostu facendole ruotare lungo la strada ;come sfondo troviamo lo stupendo altopiano della Sila innevato con il Sole che rincorre le nuvole si.......